Chocolate Smile.

Quel ragazzino era bello, lo aveva pensato dal primo giorno che lo aveva visto entrare nella gelateria in cui lavorava.
All’inizio però non ci aveva visto niente di che, insomma, un ragazzino probabilmente sui sedici anni bello come potevano essere tanti altri, ma poi aveva cambiato idea.
Era bello più degli altri perché quando faceva quel visino serio gli veniva una voglia matta di fissarlo finché non lo faceva scoppiare a ridere.
Era bello più degli altri perché quando ascoltava la musica dal suo mp3 aveva uno sguardo così sognante che sembrava distaccato da tutto il resto del mondo.
Era bello più degli altri quando fissava seccato i suoi amici che lo prendevano in giro perché non era molto alto, ed era così adorabile che nemmeno se ne rendeva conto.
Era bello più degli altri quando rispondeva male, così acido che zittiva tutti in un secondo, ma a lui veniva una voglia matta di stringerselo contro il petto.
Era bello più degli altri quando diceva cose intelligenti, dimostrando anche non volendolo, nella sua modestia, quanto fosse migliore.
Era bello più degli altri perché anche quando non diceva nulla, nei suoi occhi si leggeva tutto il mondo che aveva nascosto dentro.
Ma era in assoluto più bello degli altri, quando sorrideva. Quando scopriva quei denti bianchi come perle preziose, quando le sue guance si imporporavano appena, gli occhi luminosi si socchiudevano, umidi di gioia, e la risata cristallina risaltava sopra ogni altro rumore.
Si avvicinò in silenzio, sedendoglisi di fronte e aspettando che alzasse lo sguardo dal bicchiere col suo frappé al cioccolato.
«Come ti chiami?»
«Ehm… Roxas» il ragazzino gli rivolse uno sguardo confuso «Ci conosciamo…?»
«No, io sono Axel».
Il rosso gli sorrise, il solito ghigno, un po’ più morbido e dolce di quanto avesse mai fatto.
«Beh, ciao Roxas, ti amo. Posso sedermi qui accanto a te e guardarti sorridere?».
E mentre leccava il frappé che Roxas gli aveva buttato in testa, che dai capelli – i suoi capelli – era colato sul volto, fino alle labbra, Axel si rese conto che ci sarebbe voluto meno tempo del previsto, perché quel ragazzino si innamorasse di lui.

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Ho una bella faccia tosta a mostrarmi con questa flashfic dopo che non mi faccio sentire da millenni, nonostante debba aggiornare con ben due fanfiction mie, ed una in compartecipazione (ma si dice?) con MihaChan.
Ma... diciamo che ho per la testa solo e soltanto la scuola, che mi preoccupa abbastanza.
Beh, la qui presente Ella si dilegua, e chiedo umilmente scusa per la scomparsa, per i mancati aggiornamenti, e per questa orripilante oneshot D:
Che dire, spero piaccia a qualcuno >w<
With love, Ella.