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Autore: cutuletta    21/04/2011    9 recensioni
Un incidente, un dubbio e Castle che finisce per spiare una donna. Sarà dura affrontare le conseguenze della sua personale investigazione, specie se c’è la sua amata Kate di mezzo ...
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kate e Rick si recarono da Lanie.
-Ciao Lanie, ti prego confermami che si tratta di una calibro 45 o siamo punto e accapo! –Disse Beckett

Prima che la dottoressa potesse rispondere si sentì un cellulare suonare. La suoneria non era una delle solite di Castle, era chiaramente un’opera classica. Lanie e Kate guardarono perplesse in direzione di Castle che sembrava intenzionato a non voler rispondere. Infatti mise le mani in tasca con aria indifferente disse:
-Che c’è?
-Non rispondi? –Chiese Kate
-Hai intenzione di farci sentire tutta l’opera lirica? –Aggiunse Lanie con un’aria seccata
-Ah scusate, ora interrompo la chiamata.
Castle prese il telefono e pigiò con violenza sullo schermo, sulla voce rifiuta.

-Chi era? –Chiese Lanie

Kate le lanciò uno sguardo di rimprovero. In fondo Castle non era tenuto a dare spiegazioni, anche se segretamente voleva che rispondesse a quella domanda, anzi si voltò proprio in attesa di una replica dello scrittore

-E’ Paula, la mia agente!
-Perché le hai messo quella suoneria? –Chiese Lanie
-E’ stata lei a sceglierla, è lo “schiaccianoci” di Tchaikovsky. Serve a ricordarmi che se non faccio quello che dice userà lo schiaccianoci per schiacciare qualcosa di simile alle noci ma moolto più delicato!

Kate e Lanie si guardarono e cercarono di non ridere.

-E non rispondere credi sia un buon sistema per preservare le tue – fece una pausa si schiarì la voce e aggiunse – “noci”? –Disse Kate, ironica. Castle inclinò la testa da un lato e socchiuse appena gli occhi, facendo una smorfia alla detective.

Il telefono riprese a suonare, sempre con la stessa “sinfonia”
-Ok scusate, sarà meglio che risponda
Poi prese il telefono e uscì.

-E’ adorabile quando si fa mettere sotto dalle donne, non trovi? Se foste una coppia, lo faresti nero! – Disse Lanie a Kate che non rispose, limitandosi a guardarla con l’aria compiaciuta. Castle rientrò e aggiunse:

-Scusate signore, ora non ci disturberà più, ho tolto la suoneria.
Dopo qualche secondo si avvertì il rumore di un telefono che vibrava
-Era quasi meglio la ninna nanna di prima, Castle. –Disse Lanie, in riferimento al rumore della vibrazione. Castle, inferocito, prese il telefono e rispose con un tono aggressivo:
-Ho detto che ci sentiamo dopo, sono al distr… Ah Gina ciao, no scusa, pensavo fosse …

Non finì la frase e sembrò rabbuiarsi, il suo viso divenne più contratto, preoccupato. Lanie e Kate stavano lì ferme, davanti al cadavere, e anziché esaminare le prove rimasero in attesa che Castle dicesse qualcosa. Il suono del nome dell’ex moglie aveva creato in Kate una certa apprensione, che si era acuita nel vedere Castle tanto ombroso.

-Arrivo subito! –Disse preoccupato e agitato. Poi riagganciò
-Devo andare, procedete senza di me! –Non diede neanche il tempo alle due di chiedere cosa fosse successo e si precipitò fuori dalla sala.

Castle si recò in ospedale in tempi da record. Aveva stressato per tutto il tempo il tassista chiedendo di andare più in fretta e di fare quella o questa scorciatoia, che alla fine il disperato autista l’aveva fatto scendere 2 isolati prima. Castle era stato costretto a fare il resto del tragitto a piedi, di corsa.

Arrivò in pronto soccorso in affanno e sudaticcio, alcuni medici pensarono che stesse male e gli si avvicinarono, ma lui scansò tutti con un braccio, alla ricerca di sua figlia.

Alexis era seduta sul lettino con l’aria affranta e una gamba sollevata a mezz’aria. Durante l’ora di educazione fisica si era infortunata ad una caviglia, riportando un lieve trauma distorsivo. Aveva cercato di mettersi in comunicazione con il padre, ma per via delle continue chiamate della sua agente il telefono era sempre occupato. Aveva provato al distretto ma Beckett non era alla sua scrivania e infine a casa, ma Martha non rispondeva. Rimaneva Gina, che però era fuori città e aveva tranquillizzato Alexis, dicendole che avrebbe rintracciato Richard al più presto.

Quando Castle vide la figlia sul lettino, col piede fasciato, stava per scoppiare in lacrime
-Tesoro! –Arrivò di corsa e l’abbracciò, stringendo la testa della sua piccola contro il suo petto
-Quel taxi sembrava non voler mai arrivare, stai bene? Ti fa male? Come è successo? Chi ti ha portato qui?

Castle sembrava uno spara palline impazzito, aveva la voce rotta e gli occhi lucidi. Teneva il viso di Alexis tra le mani. Alexis non riusciva a dire nulla, talmente arrivavano a raffica le domande del padre, il cui tono di voce era così acuto che sembrava sentisse più dolore di lei.

-PAPA’, basta! Fammi parlare
-Oh si tesoro, scusami. Dai racconta cosa è successo.
-Non ti metterai a piangere vero?
-No no, è che c’è vento, deve essermi finito qualche granello di sabbia negli occhi.
-Sabbia? Mica siamo al mare papà
-Ok sto per piangere ma cercherò di non singhiozzare, promesso! Dai racconta …
-Stavamo giocando a basket, la mia amica kelly è inciampata ed è finita col suo dolce peso sulla mia caviglia. Il dottore dice che devo tenerla ferma e mettere del ghiaccio per i prossimi tre giorni.
-Non sai che spavento!
-Stai tranquillo è tutto a posto, qualche giorno e torno come nuova!
-E la fasciatura? E’ stretta? Ti fa male?
-Papà deve essere stretta. Per il dolore mi hanno dato un analgesico e prescritto assoluto riposo!
-Quindi niente battaglie laser questo week-end?
-Papà lo sai che ho smesso di giocarci!
-Volevo estorcerti una promessa sotto antidolorifici! –Disse abbozzando un sorriso e cercando di strozzare il pianto che stava prepotentemente per farsi strada

Un’infermiera portò a Castle una sedia a rotelle. Castle aiutò Alexis a salirci sopra e la spinse fino all’accettazione, per ritirare la cartella clinica.

Castle prese il plico e si voltò un attimo, vide di sfuggita un bel medico alto e muscoloso, non ci fece caso all’inizio, sconvolto come era per l’incidente di Alexis, ma lui lo conosceva quell’uomo. Ci pensò su qualche secondo, poi, quasi inconsciamente, si voltò di nuovo. E infatti lo conosceva e come: era Josh!

Era vicino ad una dottoressa molto affascinante, con dei lunghi capelli neri leggermente mossi. Erano in piedi, l’uno di fronte all’altra e lui le teneva la mano destra, guardandola in modo languido. I due parlavano con l’aria complice e si sorridevano.
Castle rimase di sasso! Ancora stentava a riprendersi dallo spavento e ora questo. Alexis si accorse che il padre fissava i due in lontananza e disse:

-Papà? Stai bene?
Castle non rispose, così Alexis lo tirò per la giacca, lui si voltò appena, senza perdere d’occhio i due
-Emh? Hai detto qualcosa, tesoro?
-Stai fissando quella dottoressa?
-Ma no, che ti viene in mente!
-Beh se fissassi il bel dottore mi preoccuperei.
-Non sto fissando nessuno!

In quel momento Josh si voltò appena e notò Castle in lontananza; d’istinto lasciò la mano della dottoressa con cui parlava. Castle si sentì a disagio, afferrò la sedia di Alexis e si diresse a tutta velocità verso l’ascensore. Alexis non comprese bene la reazione del padre, ma non ci diede troppo peso, in fondo era sconvolto dal suo infortunio.

Castle non disse molto durante il viaggio di ritorno a casa in taxi. Non riusciva a capire se quello che aveva visto era frutto della sua immaginazione oppure Josh non era affatto il santo che Kate credeva che fosse!
Come avrebbe dovuto comportarsi? Si voltò verso Alexis, sentendosi in colpa perché la privava delle attenzioni che meritava per pensare al motorcycle boy, ma la trovò che dormiva beatamente, con la testa appoggiata sulla sua spalla. Così tornò sereno alle sue congetture.

Se Josh e quella dottoressa erano intimi, come sembrava, pensò che Kate avrebbe dovuto saperlo.
Sperava di non essersi sbagliato e si sentiva meschino all’idea che preferisse pensare ad un tradimento di Josh solo per poter avere un’opportunità con Kate. I suoi sentimenti si schiantavano al ritmo di ganci destri e colpi allo stomaco, come in un incontro di boxe! Decise che non avrebbe detto nulla a kate, non prima di essersi accertato che quello che aveva intuito era vero, almeno!





Ciao a tutti,
in questi giorni nessuna delle idee che ho mi convince, lo stesso dicasi per la storia in questione, ma ho deciso di postarla comunque, sapendo quanto sentiate la mancanza delle mie ff :) ....

Come al solito vi ringrazio per la lettura e per i commenti, se vorrete lasciarne.
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