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Autore: cyberPOISON    21/04/2011    5 recensioni
Il suo sorriso si allargò come la sua lingua uscì dalle mura delle sue labbra per assaporare la sua pelle. Sempre quel leggero sapore di sale, lo stesso sapore di un punto di domanda e delle lame dei suoi strumenti chirurgici. MakaxStein
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franken Stein, Maka Albarn
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti
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Wonderland Wonderland~
Traduzione della fanfiction 'Wonderland' di amberpire.
 {http://www.fanfiction.net/s/6910583/1/Wonderland}

Aveva un corpo perfetto, ideale per essere vivisezionato.
Le dita di Stein, impercettibili, sul suo stomaco, accarezzando la pelle pallida, venerando la sua morbida carne. Le prese lentamente il viso tra le mani e studiò i lineamenti delicati della ragazza, si corresse, donna. Sì, una giovane donna: era cresciuta tantissimo, non era più la bambina che aveva incontrato quella notte, davanti a casa sua. Non era più solo un guscio. Tutti i bambini lo erano, secondo lui - gusci per gli adulti che si sarebbero sviluppati all'interno, col tempo. Era cresciuta, era molto più alta di quella volta, i capelli biondo cenere le arrivavano setosi ai gomiti pallidi, pieni di lividi. Stein avvolse attorno all'indice uno di quei, randagi, fili di seta.
Poteva solo immaginare che aspetto avesse al suo interno. Certo, il sangue di qualunque essere umano era rosso, ma, in qualche modo, la tonalità cambiava da persona a persona. Anche la consistenza e l'odore non erano mai uguali, ne era sicuro. Pensò a lei, sicuramente una cascata splendida color cremisi gli avrebbe inondato le dita.
Gli occhi color ambra si soffermarono sul suo ombelico. La pelle umana era come carta. E' così facile da tagliare, con un semplice bisturi. Abbandonando i suoi capelli, l'indice si concentrò su quell'elegante fessura, girando lentamente. Il suo respiro regolare lo distraette, era piacevole guardare quella ripetizione così dolce. Quella delicata, lenta funzione vitale che gli esseri umani eseguono inconsapevolmente. Si chiese se ci fosse qualcuno al mondo capace di apprezzarne la semplicità, la bellezza; se qualcuno si fermasse a chiedersi come, e chi abbia costruito gli esseri umani così perfettamente. Nessuno, oltre a lui, voleva sapere come queste cose sono state costruite?
Era consapevole di non essere il primo, né l'ultimo, a chiedersi come erano fatti all'interno gli organismi viventi. Era come avere la possibilità di poter tornare indietro, smontare qualcosa e cambiarlo, vedere cos'avrebbe funzionato e cosa sarebbe andato storto. Curiosità, è questo che era in fin dei conti. Se metto questo qui, e questo lì, poi cosa succede?
Il suo corpo rappresentava un campo di esplorazione, un paese delle meraviglie per la scienza, le risposte alle domande che ne avevano a che fare, tutto quello che avrebbe dovuto fare era affondare la punta del bisturi in quella pelle perfetta per vedere quelle ossa, che i suoi polpastrelli non volevano smettere di tracciare attraverso la carne calda. Avrebbe potuto confrontare il bianco delle sue costole d'avorio con quello dei fogli che giacevano sul pavimento del laboratorio. Avrebbe potuto vederla dall'interno. Si chinò verso il basso, inclinando il collo così che le sue labbra potessero sfiorare quella membrana calda che le copriva il corpo. Era semplicemente un bozzolo per l'infinita bellezza che abitava dentro di lei.
Avrebbe giurato su Dio di sentire in qualche modo le loro anime intrecciarsi, e nuotare nel loro sangue. Voleva sentirla tra le sue dita, vedere tutto ciò che era e tutto ciò che la costituiva, quel desiderio contorto nel suo petto, aveva già squarciato tutte le ferite già chiuse, aveva una voglia incredibile di togliere quel guscio e vedere le perle al suo interno. Compiaciuto il chirurgo si abbassò, accarezzandole con le labbra le anche sporgenti.
Tremò sotto di lui, e il modo in cui il suo corpo reagì a quella stimolazione era affascinante. Il suo sorriso si allargò come la sua lingua uscì dalle mura delle sue labbra per assaporare la sua pelle. Sempre quel leggero sapore di sale, lo stesso sapore di un punto di domanda e delle lame dei suoi strumenti chirurgici. Era come se il corpo della ragazza gli stesse parlando, sussurrando contro la sua bocca, "avanti, fallo". Si chiese che tipo di sapore avesse la sua essenza, la sua anima.
I suoi capelli d'argento sfioravano appena la sua pelle, solleticandola, la sentì rabbrividire di nuovo. Sarebbe stato bellissimo spaccare quel guscio e lavorare dentro di lei, toccando parti che non dovrebbero essere toccate. La mano destra salì, le labbra si fecero strada nella valle tra i suoi seni, in bilico sul suo sterno. Si agitava sotto di lui, Stein chiuse gli occhi, in ascolto.
Tu-tum, tu-tum.
Era musica. Una batteria. Si chiese se quei battiti erano così forti come sembravano sotto lo scudo della sua gabbia toracica. I suoi occhi si aprirono di nuovo, seguendo la curva della gola e fino al mento. Rimase un secondo a osservare le sue labbra sottili leggermente divaricate. La sua bocca si spostò sulla sua clavicola, immaginava il suono che avrebbe fatto se sarebbe stata strappata dal suo scheletro. Il corpo di Stein rabbrividì. Stimolazione. Il modo in cui un organismo reagisce, è quasi fastidioso.
La sua lingua scivolò sul suo collo, raggiungendo la giugulare. Tutto quel sangue dolce, le arterie, le ossa, i muscoli, i tenfini e i legamenti, erano lì, a un taglio di distanza...
Sì bloccò improvvisamente. Chiuse gli occhi e ascoltò il misterioso passaggio da sonno a coscienza. E' sottile, un interruttore all'interno del cranio, una scintilla all'interno del cervello. Si chiese come sarebbe stato spaccare quell'osso e sentire la sua materia grigia sotto le dita, si chiese se in quel modo avrebbe potuto capire il modo in cui pensava, affettando il più prezioso tra tutti gli organi.
-Buongiorno-.
Stein le sorrise, sollevando la mano per toccarle il mento. -Giorno- borbottò, poi la baciò.
Fortunatamente, pensò, lei era inconsapevole dei pensieri che stava facendo mentre esaminava il suo corpo pochi attimi prima, mentre dormiva. Ma sarebbe stato così facile forzare la serratura di quello scrigno e rubare i gioielli che giacevano nel suo petto, ma, come scienziato, sapeva che c'erano domande che non avevano risposta, altre a cui non si poteva rispondere, ed altre ancora a cui non si doveva rispondere.
A Franken Stein piaceva Maka Albarn molto di più quando aveva il sapore di un punto di domanda, comunque.

~ CyberSPACE:
Salve! Cosa ne pensate di questa fanfiction? Sinceramente, appena l'ho letta, mi sono subito detta "ok, Sabrina, questa la devi tradurre assolutamente!". E infatti eccomi qui.
Come al solito, se sapete un minimo d'inglese vi consiglio di dare un'occhiata all'originale, questa a confronto non è nulla. Mi sono comunque impegnata a storpiarla il meno possibile, cambiando e tagliando alcune parti per renderla al meglio /: Mi ha colpito tantissimo questa fic perchè il personaggio di Stein mi assomiglia tantissimo, sono un'appassionata di anatomia (a cinque anni le mie amiche si facevano regalare le barbie, io libroni di anatomia, LOL :'D) e più volte mi sono fatta alcune delle domande che si fa Stein in questa piccola perla.
Come al solito volevo tradurre qualcosa di insolito, le SoulxMaka mi hanno rotto le palle D: un po' di fantasia! Quindi, ecco una bella MakaxStein *^*
Ringraziamento speciale agli Aural Vampire, le cui canzoni mi hanno accompagnato nella traduzione di questa fic (la più difficile che abbia mai tradotto fino ad ora direi).
Altra cosa, si, metto troppe virgole, un po ovunque, anche quando non servono. Sono abituata a rileggere ciò che scrivo, e ogni volta che leggendo mi fermo in un punto, zac, virgola X°°
Vabbè, nient'altro da dire °^° fatemi sapere cosa ne pensate!
P.S.
Qualcuno ha notizie del capitolo 85 del manga? CHE QUALCUNO SI DECIDA A PUBBLICARLO çAç! *muore*
  
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