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Autore: Justice Gundam    04/02/2006    15 recensioni
Seguito di 'Digimon Adventure 02 Reload'. Sono passati diversi mesi dalla sconfitta di MaloMyotismon, e i Digiprescelti di nuova e vecchia generazione si preparano ad andare incontro al Natale. Ma un nuovo nemico si prepara ad attaccare il Mondo Reale, grazie a dei misteriosi 'anelli della buona sorte' che vanno a ruba tra i giovani. Come faranno i Digiprescelti a far fronte a questa nuova minaccia?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lord of Digital Rings-01

Digimon Adventure 02: Lord of Digital Rings

Una fanfiction di Digimon scritta da: Justice Gundam

 

Justice: E uno... e due... e... TA-DAAAAAN! Ben ritrovati a tutti, amici e amiche fan di Digimon, e benvenuti al secondo capitolo della più ambiziosa saga di Digimon mai apparsa su un sito di fanfiction italiano! Spero che le cose stiano proseguendo bene per tutti voi... e intanto, diamo il bentornato ai personaggi che già da un pò ci styanno tenendo compagnia: i Digiprescelti e i loro Digimon!

 

Daisuke (saltando fuori da chissà dove): Salve, amici lettori! Vi siamo mancati? Niente paura, noi non ce ne andiamo tanto facilmente... ci sono ancora tante storie da raccontare!

 

Veemon: E tu e Hikari non vi siete ancora dati il primo...

 

Daisuke (arrossendo e tappando rapidamente la bocca a Veemon): AH! Ehm... heheheheheee... scusate, il mio partner è un tale burlone... anche se confesso che la cosa non mi dispiacerebbe...

 

Justice (scuote la testa): Il solito buon vecchio Daisuke... Ad ogni modo, spero che questa storia abbia successo. Sarà senz'altro più breve della precedente (non so ancora quanti capitoli, ma non credo andremo oltre i quattordici...), ma spero che, per quello che durerà, sia altrettanto avvincente, e che faccia da battistrada per le storie future che ho in mente... sì, so che mi aspetta un gran bel lavoraccio, ma è già un sacco di tempo che l'idea di una saga di Digimon mi frullava in testa, e ho già avuto modo di riflettere bene sui miei propositi... il fatto è che io adoro scrivere, soprattutto se i soggetti sono personaggi belli e affascinanti come quelli di Digimon! E so che mi ci vorrà parecchio tempo per scrivere una saga colossale come quella che ho in mente (ho già calcolato che ci metterò non meno di quattro anni), ma sono disposto a gettarmi in questa impresa, non importa quanto tempo mi ci vorrà!

 

Sora: Comunque, autore, noi siamo qui! Quando vuoi iniziare la storia, non hai che da farci un cenno... solo, ci piacerebbe sapere di cosa si tratterà, che cosa dovremmo fare... sì, insomma, cose di questo genere!

 

Justice: Beh, tutto comincia circa sei mesi dopo la conclusione della mia fanfiction precedente, 'Digimon Adventure 02 Reload'. Avete sconfitto MaloMyotismon e Galfmon, e tutto è tornato alla normalità... ovviamente, per quanto si possa definire normale vivere con dei mostriciattoli provenienti da un'altra dimensione... ora si stanno avvicinando le feste di Natale, e tutti voi vi state preparando al grande evento: il concerto di Yamato! Ma ecco che all'improvviso...

 

Taichi: All'improvviso?

 

Justice: All'improvviso...

 

Jyou: Allora? All'improvviso cosa?

 

Justice: Spiacente, non ve lo dico! Dovrete scoprirlo nella storia!

 

(Tutti cascano a terra a gambe all'aria)

 

Gomamon: E ci tieni sulle spine per dirci una sciocchezza simile, razza di impiastro?   >_<

 

Justice: Heheheee... su, sta calmo, Gomamon! Sai, ho una sorpresina per te... e anche tu, Patamon, potresti venire qui un momento?

 

Patamon (svolazzando verso l'autore): Eccomi... c'è qualcosa che ci volevi dire?

 

Justice: In effetti... (si mette a parlare alle orecchie dei due Digimon) ...psst psst psst... blah blah blah...

 

Gomamon (spalancando gli occhi): Dici davvero? FORTE!  ^-^

 

Patamon (ritorna dal suo partner umano svolazzando allegramente): EVVIVA! Non indovinerai mai cosa ci ha rivelato l'autore, Takeru!  ^-^

 

Takeru (leggermente confuso): Chissà di cosa si tratta, per aver reso Patamon così felice...

 

Justice: Vorrei inoltre avvertire tutti i lettori che in questa mia storia appariranno diversi Digimon da me inventati. Appariranno, magari di sfuggita, in questo capitolo e probabilmente già nel prossimo verranno presentati a dovere! Ad ogni modo... MaleBrancmon, Ahuizomon, Marilismon e il loro capo (che apparirà più avanti) sono Digimon di mia proprietà. Se volete usarli nelle vostre storie, vi autorizzo fin d'ora, ma ricordatevi di specificare che sono stato io a crearli, ok? Giusto per stare tranquilli!

 

Yamato: Bene, autore. Ora che tutto è stato detto e fatto, credi che possiamo iniziare con la storia?

 

Justice: Certamente! Do ufficialmente inizio alla stesura di 'Lord of Digital Rings'! Ladies and gentlemen... IT'S SHOWTIME!!!

 

Daisuke: EVVAI!!!   ^_^

 

**********

 

Prologo - Verso il Natale

 

Internet, località sconosciuta.

 

Un cielo nero, privo di luce e percorso da minacciose scariche elettriche azzurre faceva da perfetto sfondo ad una terribile battaglia tra due Digimon alati, che già da un bel pò si stava protraendo, illuminando l'area circostante di luci nere e bianche che si aggiungevano ai lampi. Tutt'attorno, il terreno sembrava non consistere di altro che versioni ingigantite dei chip e delle schede elettroniche che si trovano comunemente negli apparecchi informatici: enormi trasformatori, resistenze, chip, spie luminose e altri congegni, diversi dei quali distrutti dalla furia della lotta, punteggiavano il terreno altrimenti piatto. Il rumore dei colpi che sfrecciavano in aria ed esplodevano sul pavimento, sui due contendenti, e l'uno contro l'altro sovrastava il crepitio delle scariche elettriche, accompagnando le due figure che svolazzavano in cerchio l'una attorno all'altra, non aspettando altro che un'apertura, una piccola falla nella difesa, un calo nella guardia dell'avversario. Le dita delle loro mani erano avvolte da un'aura di scintille: bianche sulle aggraziate ma robuste mani del contendente più piccolo; e rosse cremisi su una delle mani artigliate e callose del Digimon più grande, la cui bocca mostruosa, dalla mascella inferiore sproporzionatamente lunga e armata di minacciosi canini ricurvi, era contorta in un ghigno satanico. Era possibile vedere, anche se in confuso a causa dell'oscurità e dei lampi, che il combattente più grande teneva nella mano libera un impressionante tridente d'acciaio dalle punte crudelmente acuminate. Senza perdere quel ghigno di superiorità, il mostro più grande si avvicinò lentamente all'avversario, sbattendo le sue nere ali da pipistrello e guardandolo dall'alto in basso, come se fosse stato convinto di avere già la vittoria in pugno. Fu allora che fu possibile intravedere le fattezze dell'altro combattente: era un Digimon umanoide decisamente simile ad Angemon, ma aveva soltanto un paio di ali e i suoi abiti, anzichè blu, erano di un brillante color magenta. A parte questo, era assolutamente uguale al più conosciuto Digimon celestiale. In quel momento, stava guardando stoicamente l'enorme demone che si avvicinava, e per quanto i suoi occhi fossero nascosti dall'elmetto che indossava, il suo volto irradiava calma e sdegno al tempo stesso.

 

L'angelo e il demone continuarono a squadrarsi per qualche secondo pieno di tensione, accompagnati dall'inquietante sottofondo delle scariche elettriche che saettavano sopra di loro. Poi, il demone ghignò di nuovo, afferrò il suo tridente con entrambe le mani, e caricò a testa bassa contro il Digimon angelico, sperando di impalarlo sulle punte aguzze della sua arma. Per sua fortuna, l'angelo si era aspettato l'attacco, e svolazzò di lato senza scomporsi, evitando il colpo del suo vversario e rispondendo rapidamente con un pugno proprio sotto le costole, che mozzò il fiato in gola alla creatura malefica. Il mostro demoniaco grugnì di dolore e perse stabilità per un attimo, scendendo di quota il tempo necessario all'angelo per allungare di nuovo le distanze e porsi in una posizione più favorevole. Quando il demone si rimise a posto, era l'angelo a trovarsi in una vantaggiosa posizione sopraelevata.

 

L'orribile faccia del muscoloso Digimon diavolo si contorse in una smorfia di irritazione. Dopo aver preso due profondi respiri, parlò con una voce che sembrava un eco proveniente da una caverna. "Cosa speri di fare, misera creatura? Non ti illuderai di potermi sconfiggere qui, in questo posto, che conosco come le mie tasche e dove io sono in vantaggio! E anche se in quache modo tu potessi farlo... i piani del mio signore sono ormai andati troppo avanti perchè tu possa fare qualsiasi cosa per ostacolarlo! Rassegnati e consegnati a noi, ti eviterai sofferenze inutili."

L'angelo scosse la testa, per niente preoccupato da quanto aveva detto il demone. "La tua miopia mi sorprende, MaleBrancmon... e dire che tu sei uno degli uomini di fiducia del tuo signore. No, non mi illudo di poter sconfiggere il tuo demoniaco signore con le mie sole forze... se ci fossimo accorti prima delle vostre losche macchinazioni, allora forse qualcosa avrei potuto fare... ma giunti a questo punto, sarebbe un'impresa folle oppormi a lui da solo."

Il Digimon demoniaco di nome MaleBrancmon indietreggiò sorpreso, afferrando il suo tridente con entrambe le mani... per poi trasalire quando il Digimon angelico, con un unico battito delle sue bianche ali piumate, prese quota, dirigendosi verso un punto dove il cupo non-cielo veniva squarciato da uno strappo a malapena visibile, che irradiava degli strani bagliori blu scuro.

"Il mio solo scopo era raggiungere questo posto!" spiegò l'angelo. "Da qui potrò entrare nel Mondo Reale come hanno fatto i tuoi amici, e farò in modo che tu non mi possa seguire! Per quanto mi riguarda, saprò io a chi chiedere aiuto!"

Infuriato, MaleBrancmon si riscosse dalla sua sorpresa e iniziò a volare con tutte le sue forze, sbattendo le potenti ali nere con tutta la ragguardevole forza di cui era capace, nel tentativo di raggiungere l'odiato Digimon angelico. Ma il suo tentativo fu inutile: il suo avversario si era già preso troppo in vantaggio, e anche volando alla sua massima velocità, MaleBrancmon non riuscì a raggiungerlo prima che scomparisse nella lacerazione, volgendosi indietro soltanto per richiudersela dietro con un breve gesto della mano. Sotto gli occhi ardenti d'ira del Digimon malvagio, la figura angelica si dileguò, e il lucido tridente in acciaio fendette l'aria nel punto dove essa si trovava appena qualche secondo prima.

 

MaleBrancmon, troppo sbigottito per reagire subito, rimase a guardare incredulo le scintillanti punte della sua arma rimaste sospese in aria. Poi, con un lungo ruggito di rabbia, ritirò il tridente verso di sè e scese in picchiata, atterrando su un trasformatore e infilzandolo brutalmente per sfogare la sua collera. Una pioggia di scintille scaturì dal congegno elettronico danneggiato, illuminando brevemente le ripugnanti fattezze della creatura malvagia e il terreno circostante per poi cessare e lasciare il posto a qualche breve scarica di energia residua. Con un grugnito rabbioso, MaleBrancmon districò il suo tridente dal groviglio di cavetti e componenti elettronici che rappresentava tutto ciò che rimaneva del trasformatore distrutto, per poi sollevarsi di nuovo in volo e ripercorrere la strada che aveva fatto, cupi pensieri di vendetta e preoccupazione che ribollivano nella sua mente.

 

"Maledizione, questo sì che è un problema... quel maledetto Piddomon mi è sfuggito... il mio signore non ne sarà contento!"

 

**********

 

Mondo Reale, quartiere di Odaiba, Tokyo. La sera era scesa sulla città, e la notte di Dicembre aveva steso il suo manto di oscurità sulle case e sulle strade,ora illuminate da variopinti festoni e dalle luci dei fari delle auto. Un lieve strato di neve si era posato sui marciapiedi e sulle strade trafficate, creando a tratti delle piccole pozzanghere, e la città brulicava di persone che, chi con un mezzo, chi con un altro, si recavano ai grandi magazzini di Shinjuku o Shibuya, o magari in qualche altro negozio più modesto, dopo aver terminato il lavoro della giornata. Era chiaro che la città si stava preparando al Natale, e l'atmosfera era ancora più caotica di quanto già non lo fosse nella grande capitale del Giappone. 

In un auditorium, illuminato fiocamente si era appena conclusa un'altra giornata di prove in vista del grande evento che avrebbe avuto luogo di lì a una decina di giorni: il concerto dei Teenage Wolves, la band di musica popolare giapponese che negli ultimi tempi stava facendo molto parlare di sè, alla Tokyo Dome. Mancavano soltanto dieci giorni a Natale, e per buona parte del mese precedente, i membri della band avevano intensificato le loro sessioni di prova, decisi a fare un'ottima impressione sul pubblico che avrebbe assistito. In quel momento, il sottofondo musicale stava terminando, e le ultime, melodiose note della canzone stavano lasciando di nuovo spazio al silenzio della sala prove.  

 

Yamato Ishida, il vocalista e cantautore dei Teenage Wolves, tirò un sospiro e allontanò il microfono dal proprio volto, mentre la musica si quietava. Dopo aver ripreso fiato ed essersi schiarito la gola irritata dalle lunghe prove, il ragazzo biondo si voltò verso i suoi compagni di band, Yutaka, Akira e Takeshi, e fece loro un cenno di approvazione alzando il pollice.

"Grazie, ragazzi, ottimo lavoro!" si complimentò Yamato. Gli applausi delle persone riunite nell'auditorium per assistere alle prove - tra le quali era possibile vedere i migliori amici di Yamato, Taichi Yagami e Sora Takenouchi, e il suo fratellino Takeru Takaishi, accompagnati dai rispettivi Digimon Agumon, Biyomon e Patamon - giunsero alle orecchie dei membri della band, che appoggiarono i loro strumenti tirando il fiato a loro volta e facendo un sorriso di soddisfazione. Sembrava proprio che tutto il loro impegno stesse dando frutti: i Teenage Wolves erano pronti alla loro esibizione live, e si preannunciava un successone!

"Grazie, Yamato!" esclamò Akira, il chitarrista, staccando i fili elettrici del suo strumento e riponendolo nella custodia. "Anche tu sei in ottima forma, vedo! La tua voce è al top... e con il talento che hai nello scrivere canzoni, credo che per il concerto di Natale possiamo stare tranquilli!"

"Già, abbiamo dalla nostra il miglior cantautore che Odaiba abbia mai conosciuto!" scherzò il batterista Takeshi, iniziando a sua volta a smontare il suo strumento. Il terzetto di musicisti condivise un'allegra risata, e anche Yamato sorrise, lusingato dalle lodi dei suoi compagni. "Troppo buoni, ragazzi... io cerco solo di mettere più sentimento possibile in quello che scrivo, e tradurre le mie sensazioni nelle parole della canzone!"

Yutaka, l'ultimo membro della band, sorrise tra sè, conoscendo bene questo lato della personalità del biondo vocalista. Quand'era più giovane, Yamato era un ragazzo chiuso e introverso, cosa dovuta soprattutto alla separazione dei suoi genitori, e nonostante la sua grande sensibilità e buon cuore, aveva paura di aprirsi agli altri, temendo di rimanere nuovamente ferito nei propri sentimenti. Il suo modo per far uscire quello che provava era la musica: si portava spesso dietro la sua armonica, con la quale in certi momenti si metteva a suonare una dolce e triste melodia, come bene ricordavano Taichi e gli altri ragazzi che lo avevano accompagnato nel primo viaggio a DigiWorld. Ora Yamato era più aperto e meno timoroso di fare amicizia con gli altri, ma il suo amore per la musica non lo aveva lasciato, e soprattutto aveva cominciato a sviluppare il proprio talento canoro, e aveva incontrato quei tre amici che condividevano la sua stessa passione. La band dei Teenage Wolves era nata così, come semplice passatempo tra coetanei e occasione di ritrovo... ma da lì aveva raccolto sempre più consensi, e aveva iniziato a farsi strada nel mondo del J-Pop. E la sua ascesa non sembrava in procinto di concludersi tanto presto!

 

"Hey, Yamato! Bell'esibizione!" esclamò la voce di Taichi, dietro il biondo Digiprescelto dell'Amicizia. Il migliore amico di Yamato, il suo partner digitale Agumon, e Gabumon, il Digimon di Yamato, che per la durata delle prove era rimasto seduto a fianco di Taichi ascoltando rapito la musica, stavano scendendo verso il gruppo, alzando le mani in segno di saluto. Sora, Biyomon, Takeru e Patamon li seguivano a ruota, mentre il resto delle persone presenti, quasi tutti compagni di scuola di Yamato e del suo gruppo, finiva di applaudire e si alzava per uscire dall'auditorium.

"Grazie, Taichi!" ringraziò Yamato, scambiandosi un cinque con il suo migliore amico e abbassando poi lo sguardo verso Gabumon, che continuava ad applaudire. "Hey, Gabumon! Vedo che il pezzo ti è piaciuto parecchio!"

Il piccolo rettile travestito da cane sfoderò un largo sorriso, avvicinandosi al suo partner. "Altrochè, Yamato! Tu e i tuoi amici avete davvero talento per la musica! Sono convinto che il vostro concerto sarà un successone!"       

"Complimenti, ragazzi! La vostra musica è stupenda!" proseguì Sora, mentre Yamato e Takeru si scambiavano un cinque a loro volta.

"Ottima prova, fratellone!" aveva detto il ragazzino biondo.

Akira si abbassò verso Gabumon, grattandolo dietro un orecchio e facendogli inclinare lievemente la testa. "Ma tu guarda... sono ormai passati quasi sei mesi da quando voi e i vostri amici avete battuto quella specie di robot venuto male, e ancora questi 'Digimon' mi sembrano una cosa così nuova e spettacolare..." commentò il giovane chitarrista. Chiaramente, si riferiva alla battaglia che era stata combattuta diverso tempo prima, in occasione dell'arrivo di MaloMyotismon nel Mondo Reale, e che si era conclusa con la Digievoluzione di Imperialdramon nella sua nuova forma, Imperialdramon Fighter Mode, e la distruzione del Digimon vampiro. In seguito a quello scontro, ai Digimon dei bambini prescelti era stato concesso di rimanere nel Mondo Reale al fianco dei loro partner, e ormai tutto il quartiere residenziale di Odaiba li conosceva e li aveva accettati. Certo, all'inizio qualcuno li aveva guardati con sospetto e paura, ma le piccole creature digitali si erano rapidamente guadagnate la fiducia di tutti, e i loro partner erano diventati delle specie di mini-celebrità ad Odaiba... un pò come quando i primi bambini prescelti erano tornati dalla battaglia decisiva con Apocalymon.

 

"Allora, Yamato, che ne dici?" propose Takeshi, dando un'occhiata all'orologio che portava al polso e notando che si stavano avvicinando le sette di sera. "Ci fermiamo a mangiare fuori stasera? Conosco un ottimo sushi restaurant qui vicino. Se vuoi, possono venire anche tuo fratello e i tuoi amici!"

Taichi sentì il proprio stomaco gorgogliare in maniera inquietante. "Ehm... in effetti l'idea non mi dispiacerebbe... comincio a sentire un certo languorino..."

"L'hai detto, Taichi..." rispose Agumon, afferrandosi lo stomaco. "Ho una fame che mi mangerei un pollo intero!"

Sora rise divertita. "Ma insomma, ragazzi! Vi siete fermati ad un banco a mangiare ramen caldo appena due ore fa! Come fate ad avere ancora fame?"

Taichi guardò la sua amica di infanzia con gli occhioni da povero cucciolo indifeso, un sistema che, aveva scoperto, tendeva a fare effetto abbastanza spesso. "Ma che c'entra, Sora? Io e Agumon alle sette di sera abbiamo SEMPRE fame! E' una legge universale!"

"Avete davvero uno stomaco senza fondo..." commentò Patamon scuotendo la testa e causando l'ilarità di tutti i presenti. Cessata la breve risata collettiva, Yamato rispose ai suoi compagni di band, scuotendo la testa con fare apologetico.

"Vi ringrazio, ragazzi, ma purtroppo devo tornare a casa... mio padre tornerà dal lavoro tra un'oretta, come al solito, ed è meglio se si trova la cena pronta. Aggiungiamo poi che non sa cucinare..." rispose il ragazzo biondo. "Scusate, ragazzi, sarà per un'altra volta!"

"Nulla di cui scusarti." rispose Yutaka. "Allora... appuntamento a domani dopo la scuola, ok? Stessa ora di oggi?"

"D'accordo, mi va bene. Grazie, ragazzi!" rispose Yamato, per poi rivolgersi al fratello minore. "Ti accompagno per un pezzo di strada, Takeru. Va bene?"

Takeru rispose annuendo soddisfatto, mentre osservava i membri della band raccogliere i rimanenti strumenti e uscire dall'auditorium dopo aver rivolto un ultimo saluto al vocalista. "Certamente. Grazie, Yamato!"

 

**********

 

Qualche minuto dopo, il quartetto di amici e Digimon era uscito dall'auditorium, fermandosi per un attimo ad inalare la fredda aria invernale, che giunse ai loro polmoni come una gradita brezza purificante dopo l'aria viziata della sala prove. Ormai erano le sette di sera, e il cielo si era già tinto del blu della notte, interrotto da qualche sparuto fiocco di neve che fluttuava verso il suolo qua e là. Taichi, dopo aver aiutato Agumon a rifugiarsi tra le falde del suo giaccone, si rimise a posto con un leggero brivido di freddo, e attese che anche gli altri suoi amici uscissero dall'auditorium. Sora e Takeru, dal canto loro, stavano facendo lo stesso con Biyomon e Patamon, e anche Yamato aveva proposto a Gabumon un passaggio nelle falde della sua giacca, ma il Digimon impellicciato aveva gentilmente declinato, sentendosi anzi a suo agio nel clima rigido della Tokyo di metà dicembre. Riunitisi, i quattro amici cominciarono ad avviarsi, parlando tra loro di come stavano andando le cose negli ultimi tempi, e di quali novità circolassero.

"Non mi lamento." stava dicendo Sora, mentre il gruppetto costeggiava un canale che attraversava il quartiere residenziale. "In questi ultimi tempi sono stata piuttosto occupata ad aiutare mia madre in negozio, col fatto che dovevamo proteggere le piante dal freddo... però ammetto che lavorare là mi piace, e mi ha anche dato modo di avvicinarmi di più a mia madre!"

"Già, comprensibile..." rispose Yamato, conscio come tutti i Digiprescelti del vecchio gruppo di come Sora avesse cercato, in passato, di distanziarsi dalla madre. "E adesso... sì, insomma... come vanno le cose tra voi?"

"Decisamente bene, oserei dire!" rispose la Digiprescelta dell'Amore. "Ho anche avuto modo di vedermi con mio padre, in due o tre occasioni... insomma, posso dire di aver ripristinato dei buoni rapporti con la mia famiglia, e di questo sono molto felice!"

"Anche noi siamo contenti per te, Sora!" replicò Taichi, facendole un occhiolino. "E tu, Takeru? Ci sono novità in casa?"

 

Il ragazzino biondo si spazzò via un pò di neve dalla spalla del giaccone prima di rispondere. "Niente di particolare... però adesso devo dire che non mi pesa più così tanto vivere con solo mia mamma... quell'esperienza nella dimensione intermedia di MaloMyotismon mi ha insegnato molto!"

"Sai, Takeru... un pò mi dispiace che debba andare così..." commentò Patamon, facendo spuntare il suo musetto dalla giacca del suo partner. Takeru rispose con una breve risatina e accarezzò il suo Digimon.

"Non deve dispiacerti, piccolo Patamon... in fondo, sono cose che possono accadere: mamma e papà si vogliono ancora bene, certo, ma tra loro non c'è più quello che c'era una volta. Io volevo a tutti i costi che la famiglia fosse di nuovo unita, ma mi sono reso conto che non sarebbe giusto così. Non farebbe che causare difficoltà a loro, a me e a Yamato." rispose Takeru, scambiandosi uno sguardo di intesa con il fratello maggiore. Yamato annuì ed era in procinto di rispondere, quando i suoi occhi notarono una cartoleria ancora aperta sul lato opposto della strada, di fronte alla quale si era formata una coda di giovani e giovanissimi, tutti in fervente attesa del loro turno di essere serviti. Delle luminarie sovrastavano l'ingresso, e i quattro amici si fermarono per un attimo a leggerle, incuriositi.

"Beh? Come mai tutta questa ressa? E cos'è questa novità... Kooun-Yubiwa?" si chiese Yamato, scorrendo con lo sguardo l'insegna luminosa di colore blu elettrico. "Cos'è, la nuova moda di queste vacanze di Natale?"

Taichi annuì lentamente, arricciando il naso. "Sì, Yamato, sono quei gingilli che fanno tanto clamore di questi tempi, e che sinceramente non mi piacciono per niente. A quanto pare sono arrivati anche a Tokyo..."

Anche Sora sembrava poco convinta, mentre osservava due ragazzi che iniziavano a litigare per l'ingresso nella cartoleria e venivano subito separati dai loro vicini. Poi, il suo sguardo si spostò verso un paio di ragazze che usciva saltellando dalla cartoleria, spintonando allegramente gli altri teen-agers accalcati all'ingresso nel loro impeto gioioso. Da qualche giorno, in vari paesi del mondo, si stava diffondendo il trend dei cosiddetti 'anelli della buona sorte', piccoli anelli, profumati in varie fragranze diverse, di gomma traslucida, che la pubblicità spacciava come portafortuna e simboli di amore e felicità. Questa moda si era diffusa con una rapidità sconcertante, benchè in sè non fosse nulla di rivoluzionario: ragazzi e adolescenti di tutto il mondo avevano svuotato le scorte di anelli della buona sorte in men che non si dica, e nel giro di appena un mese era diventato sempre più raro vederne qualcuno senza. A questa minoranza appartenevano anche i quattro ragazzi che stavano fissando increduli la folla riunita all'ingresso della cartoleria... che non accennava a diradarsi, visto che altri ragazzi arrivavano a rimpinguarla!

 

"Trovo un pò assurdo..." disse il meravigliato Gabumon "...che gli esseri umani arrivino a pensare che la loro felicità possa dipendere da un pezzo di gomma profumata..."

"Non sei il solo, Gabumon." rispose il suo partner umano, scuotendo la testa con disapprovazione. Yamato aveva sempre odiato simili frivolezze e superstizioni.

"Già... sembrano pensare che solo perchè portano quella cosa al dito, tutti i loro desideri diventeranno realtà. E ora che si avvicina il Natale, le vendite sono aumentate ancora. Che stupidaggine!" commentò Taichi senza mezzi termini.

Sora sospirò tristemente. "Ormai il Natale è diventato una festa prettamente commerciale... tanto più che non fa neanche parte delle festività religiose di noi giapponesi. E anche questi Kooun-Yubiwa fanno parte del giro di affari... lo so che non dovrebbe essere così, ma che ci possiamo fare?"

"A proposito di giro di affari..." chiese Yamato, cercando di cambiare argomento. "Voi avete già fatto le vostre liste per gli acquisti di Natale?"

Takeru rispose con un cenno affermativo. "Sì, fratellone! La mia è quasi completa, e devo solo trovare il tempo di fare le dovute spese."

"Anche la mia è quasi a posto!" disse Sora, per poi rivolgersi al suo migliore amico. "Taichi, tu a che punto sei?"

"Nessun problema!" rispose il ragazzo con tono sicuro. "Ormai la lista è fatta, e ho già comprato tutto quanto! Non mi resta che aspettare il Natale!". A smontarlo ci pensò, puntuale come un orologio svizzero, il piccolo Agumon, che sporse leggermente il muso dal giaccone del suo partner. "Ma Taichi... se l'altra sera mi avevi detto di ricordarti di fare la lista per Natale! Quand'è che l'hai fatta?"

Gli occhi del Digiprescelto del Coraggio schizzarono fuori dalle orbite. "ARGH! Agumon, dovevi proprio dirlo che mi sono preso in ritardo? Ehm... come dire, ragazzi... ci sono stati degli imprevisti, e allora... heheheee..." proseguì il ragazzo mettendosi una mano dietro la nuca. Yamato e Takeru alzarono gli occhi al cielo ridendo sotto i baffi, mentre Sora si schiariva la gola dandosi un tono falsamente severo.

"Come al solito fai le cose all'ultimo momento, eh, Taichi?" scherzò la ragazza. "Mi raccomando, che siano pronte per la fine di questa settimana, o niente concerto!"

"Sissignora!" rispose lui, facendo un saluto militare. Il quartetto scoppiò a ridere allegramente mentre proseguiva per la sua strada, ignorando i frenetici giovanissimi accalcati davanti alla cartoleria. A chi servivano quegli stupidi portafortuna profumati? I Digiprescelti, nel corso delle loro avventure, avevano avuto modo di constatare come ognuno di loro fosse artefice del proprio destino...

 

Mentre si allontanavano, continuando a scherzare tra loro, Taichi, Yamato, Gabumon, Sora e Takeru non si accorsero di un paio di minacciose luci sferiche, puntate su di loro, che brillavano sulla superficie dell'acqua, e che dalla loro posizione potevano essere facilmente scambiate per i riflessi di lampioni... ma che in realtà appartenevano ad un muscoloso corpo sinuoso che nuotava sotto il pelo dell'acqua, ben nascosto dalle alghe e dalle tenebre della notte. I due occhi inumani si strinsero, facendo trasparire per un attimo gli intenti diabolici del loro proprietario, prima di scomparire nelle profondità del canale...

 

**********

 

Da un'altra parte del quartiere residenziale...

 

"Uff... ragazzi, che pomeriggio duro... odio la matematica!" mormorò tra sè Daisuke Motomiya uscendo da una stazione della metropolitana, zaino in spalla e vestito di un giaccone pesante, e incamminandosi verso il condominio in cui viveva con la sua famiglia. Quel pomeriggio, il nuovo leader del gruppo dei bambini prescelti era stato a Tamachi, a casa di Ken, per farsi dare una mano con gli studi di matematica, materia in cui aveva dei brutti voti da recuperare... e della quale, anzi, avrebbe dovuto a giorni sostenere un compito di recupero. Era stato un pomeriggio molto impegnato, anche se studiare assieme a uno dei suoi migliori amici aveva un pò mitigato la fatica.

"Ken è stato davvero molto gentile ad offrirsi di darmi una mano, perchè quei cavolo di teoremi non li avrei mai capiti da solo... e ci terrei ad avere un bel voto nella verifica di recupero! Se non prendo una sufficienza, posso dare il benvenuto ai corsi extrascolastici... la mia passione davvero!" bisbigliò il ragazzino, rimettendosi a posto il giaccone mentre si faceva strada tra la folla di persone. Incespicando leggermente per evitare le persone che minacciavano di accalcarsi, Daisuke si allontanò dalla ressa portandosi in una zona meno affollata e fece un sospiro di sollievo. Tutta quella confusione era un pò troppo anche per un amante della compagnia come lui!

 

Mentre proseguiva il cammino verso casa, cercando di tenersi nelle zone meno trafficate, Daisuke sentì qualcosa muoversi nello zaino. Con un breve sorriso, si fermò e allungò una mano dietro di sè per aprire le cinghie, permettendo alla piccola creatura blu che si era appisolata dentro di esso di uscire e prendere una boccata d'aria. DemiVeemon non se lo fece dire due volte, e in un attimo il suo musetto vivace spuntò fuori dalla cartella del suo partner umano, inalando a pieni polmoni la gelida aria invernale.

"Yaaaaawn!" Il piccolo drago sbadigliò fragorosamente, aprendo la bocca al punto tale che essa occupò quasi metà della sua testa. Dopo essersi stropicciato gli occhi per scacciare il sonno, si voltò verso il suo amico e lo salutò allegramente. "Hey, Daisuke! Hmm... ho fatto una dormita... ma siamo già tornati ad Odaiba?"

"Già, e tu hai dormito per quasi tutto il viaggio di ritorno, pigrone!" rispose il ragazzino, ricambiando il sorrisone del suo amico digitale. "E pensare che sei tu il più vivace del gruppo!"

"Hehee... ma sai com'è, quando mi muovo tanto, alla fine esaurisco l'energia e crollo!" rispose DemiVeemon, dandosi poi un'occhiata attorno e vedendo la marea di persone che si era riversata nelle strade di Odaiba, e andava su e giù per i negozi portandosi dietro borse colorate e pacchi regalo. Era la prima volta che il draghetto azzurro, nei sei mesi che aveva passato nel Mondo Reale, vedeva gli abitanti di Tokyo così frenetici... e già i loro ritmi di vita non erano rilassanti!

"Quanta gente c'è oggi, Dai!" commentò DemiVeemon, sbattendo gli occhi sorpreso (e trattenendo una risatina quando un signore stracarico di pacchi regalo finì per inciampare e cascare poco elegantemente sul marciapiede innevato, sparpagliando gli acquisti al suolo). "Come mai sono tutti così affannati?"

Daisuke si chinò leggermente, appoggiò a terra lo zaino e aiutò DemiVeemon ad uscire, per poi farlo sedere sulla sua spalla e spiegargli di cosa si trattava. "E' una cosa che succede ogni anno, non ti preoccupare... vedi, noi umani abbiamo l'abitudine, verso la fine di ogni anno, di celebrare una festa di origini ebraiche, chiamata Natale. In occasione di questa festa, si interrompe il lavoro, o nel caso mio e dei miei amici la scuola, e si fanno due settimane di vacanza. Il giorno 25 di dicembre è abitudine scambiarsi regali con gli amici più cari, e il 31 dicembre, a fine anno, si fa un pò di sana baldoria!"

"Bello! Sembra divertente! A DigiWorld non si fanno feste così!" esclamò il buffo draghetto. "E tu, Dai? A chi farai i regali?"

Daisuke strizzò un occhio in segno di intesa. "Beh, a parte la mia famiglia... innanzitutto voglio prendere un bel regalo per tutti i miei amici, e poi anche uno per Taichi-san e Yamato-san... accidenti, mi sa tanto che se ne andranno tutti i miei risparmi!" rispose, facendo una risatina nervosa alla fine della frase. "Però... prima di preoccuparmi dei regali devo pensare a questo cavolo di compito di matematica... è fra tre giorni, e lo devo fare bene se non voglio sorbirmi le lezioni nel doposcuola! Haaa... quanto è dura la vita per noi studenti!". Daisuke concluse alzando gli occhi al cielo in tono melodrammatico, il che fece scendere una gocciolina di sudore lungo la fronte di DemiVeemon.

"Sono contento di non dover studiare questa matematica di cui parli... già guardare tutte quelle formule mi fa girare la testa!" commentò. Daisuke si mise una mano dietro la testa e richiuse il suo zaino, rimettendoselo in spalla.

"Heh... pensa io che le devo imparare a memoria, come mi diverto!" disse sarcastico, ricominciando ad incamminarsi.   

 

"Hey, ragazzino... sento che ci sono problemi con la scuola..."

 

Daisuke e DemiVeemon avevano fatto appena qualche passo, quando si sentirono chiamare da una voce femminile proveniente da un piccolo vicolo sulla loro destra. Un pò sorpresi, si voltarono in quella direzione per veder uscire dalle ombre che invadevano la stradina una giovane donna dall'aspetto misterioso, vestita di un elegante impermeabile grigio lungo fino alle ginocchia, scarpe nere dai tacchi alti, sciarpa anch'essa nera e cappello grigio a larghe falde che copriva in parte i suoi lunghi capelli corvini dai riflessi violetti. Teneva le mani in tasca e sorrideva con aria affabile, tenendo gli occhi chiusi. Per qualche motivo, a Daisuke ricordava per certi versi una versione femminile di Xelloss, un personaggio di 'The Slayers', un anime di cui era appassionato. Prima che potesse aprire bocca, la donna parlò di nuovo.

"Ciao! Scusa se ti disturbo, ma ho sentito parte della tua conversazione... tu sei Daisuke Motomiya, non è vero? Uno dei Digiprescelti che hanno salvato Tokyo alcuni mesi fa, giusto?" chiese lei. Parlava con una voce morbida e rassicurante, e Daisuke e DemiVeemon sentirono che trascinava leggermente le esse, facendosele uscire di bocca come un sibilo.

"Ehm... beh, sì, sono proprio io! Daisuke Motomiya! Heheee... a quanto pare mi sono fatto una certa fama qui a Tokyo!" rispose il ragazzino, il suo ego solleticato dal fatto che la donna si ricordasse il suo nome e le sue imprese a fianco dei suoi amici. Dopotutto, che Daisuke sarebbe stato se non avesse fatto il galletto di tanto in tanto?

"E io sono DemiVeemon, il suo Digimon!" si presentò il piccolo drago, mettendosi in piedi sulla spalla del suo amico e facendo un breve inchino. La donna fece una risatina divertita e allungò un braccio verso il Digimon, grattandogli la testa.

"Lo sai che sei davvero carino, DemiVeemon?" commentò allegramente, poi riprese a parlare con Daisuke. "Ad ogni modo... tornando a noi, Daisuke-kun, ho sentito che discutevi con il tuo Digimon riguardo certi problemini che hai con la scuola, e mi sono ricordata di avere qualcosa che potrebbe aiutarti!" Detto ciò, si mise a frugare nella tasca destra del suo impermeabile, sotto lo sguardo interrogativo di Daisuke e DemiVeemon. Il ragazzino sbattè gli occhi con aria dubbiosa, osservando la mano della giovane che frugava nella tasca.

"Qualcosa che mi potrebbe aiutare con la matematica? Sinceramente, non ho idea di cosa..." cominciò a dire, ma si interruppe quando la sua interlocutrice afferrò qualcosa di solido ma malleabile dalla tasca e lo estrasse, mostrandolo a Daisuke.

Allargando ulteriormente quello strano sorriso che le troneggiava sul viso, la donna presentò al ragazzino un piccolo anello di gomma semitrasparente, colorato di verde con alcune sfumature di giallo e cosparso di piccoli lustrini che davano l'impressione che il piccolo oggetto brillasse di luce propria nell'oscurità della sera invernale. "Questo, ragazzo mio! Immagino ne avrai sentito parlare, è un Kooun-Yubiwa, l'anello della buona sorte! E' l'ultima moda tra i ragazzi della tua età! Ne avevo comprato uno per regalarlo a mia figlia, ma poi ho scoperto che se n'era già presa uno per conto suo... e allora ho deciso di regalarlo a qualcuno che ne potesse avere bisogno!"

 

Daisuke, che già prima era rimasto sorpreso, fece una faccia poco convinta, continuando a squadrare il piccolo oggetto luccicante che brillava nel palmo della mano della donna. Chi è che non aveva sentito parlare dei Kooun-Yubiwa? Avevano spopolato, anche in classe sua! Praticamente tutti i suoi compagni di classe, con l'eccezione di Takeru, Hikari e pochi altri, ne avevano uno. Tuttavia, era una moda che anche a Daisuke piaceva poco... anche il piccolo DemiVeemon si era improvvisamente fatto serio, e stava guardando con antipatia l'anello luccicante. C'era qualcosa che non gli piaceva in quell'affare... anche se il draghetto non era sicuro di che cosa si trattasse...

"Su, dai! Che aspetti, non lo prendi?" proseguì la donna senza perdere quel tono amichevole. "Guarda che te lo do gratis! Prendilo, e vedrai che i tuoi compiti di matematica andranno stupendamente! Questo anellino porta fortuna a chi lo indossa, lo sai?"

"Signora, guardi..." prese a dire Daisuke, educatamente ma fermamente. "La ringrazio, ma devo rifiutare. Io, sinceramente, non credo a queste superstizioni. E poi, se lo prendessi, sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di un mio amico che ha sacrificato il pomeriggio, e si è offerto di darmi una mano a studiare. Grazie, ma non mi interessa."

La donna non sembrò offesa dal rifiuto. Richiuse la mano attorno all'anello e se lo rimise in tasca, continuando a sorridere. Perchè, ora che lo guardava meglio, quel sorriso appariva improvvisamente così inquietante a Daisuke?

"Va bene, come preferisci. Però, se il compitino ti va male, non dare la colpa a me... in fondo, ti sei attirato addosso la cattiva sorte, Daisuke Motomiya..." disse la donna, il tono di voce mieloso dietro il quale era facile percepire una velata minaccia. Daisuke, ora infastidito dai commenti della donna, stava per aprire bocca per dire la sua... quando vide gli occhi della donna che si aprivano per un istante, rivelando un paio di iridi dorate dallo sguardo intenso e quasi ipnotico, corredate da pupille nere e di forma ellittica simili a quelle di un gatto alla piena luce del sole! Sbalordito, il ragazzino fece un paio di passi indietro, andando quasi a sbattere contro un signore in tenuta da impiegato che gli stava passando dietro... e quando alzò di nuovo lo sguardo, la donna era scomparsa, immergendosi di nuovo nell'oscurità del vicoletto da dove era uscita, silenziosa come un serpente...

 

Digiprescelto e Digimon rimasero per qualche istante senza parole, a guardare stupefatti il punto in cui la sconosciuta si era volatilizzata. Quello sguardo feroce e quegli occhi dallo strano colore, ma soprattutto le conclusioni che avevano tratto in quei brevi istanti di sorpresa, li avevano lasciati senza fiato.

"Ora... ora capisco..." mormorò DemiVeemon. "C'era qualcosa che non andava, e ora mi spiego anche cosa... quella donna è un Digimon, non c'è alcun dubbio!"

Daisuke annuì. "Sì, è vero... ma la domanda è... come ha fatto ad arrivare nel Mondo Reale? E... come mai aveva uno di quegli stupidi anelli di gomma che vanno tanto di moda oggi... e ha cercato di rifilarmelo?"

Il draghetto azzurro scosse la testa. "Non ne ho idea, Dai... forse domani dovresti parlarne con gli altri, non si sa mai..."

"Sì... probabilmente è una buona idea..." rispose Daisuke, staccando lentamente lo sguardo dal luogo in cui si trovava la donna qualche istante prima e riprendendo la strada verso casa, mescolandosi di nuovo alla folla con il tarlo del dubbio nella mente...

 

Mentre si dileguavano tra la folla, i due amici non si resero conto di aver attirato l'attenzione di qualcun altro... una figura maschile in impermeabile e cappello, i cui occhi li seguivano con attenzione da dietro le lenti degli occhiali da vista che indossava. L'uomo misterioso mantenne un'espressione illeggibile, guardando Daisuke e DemiVeemon scomparire tra la folla.

"La situazione è già peggiore di quanto immaginassi..." disse tra sè. "Quelle infernali invenzioni si sono diffuse più del previsto... Però, forse non è ancora tutto perduto, se il valore di quei ragazzi è quello che ho sentito dire..."

 

**********

 

Una sagoma longilinea scivolava silenziosamente sul fondo del canale, emettendo di tanto in tanto delle bolle d'aria dalla bocca e dalle narici, muovendosi tra le alghe, i rifiuti e la fanghiglia con invidiale agilità per una creatura di quelle dimensioni. Il corpo nero e squamoso, ricoperto di fanghiglia, si confondeva alla perfezione con le acque torbide, tradito solamente dai luccicanti occhi gialli senza pupille. Muovendosi con circospezione, Ahuizomon alzò lo sguardo verso la superficie, assicurandosi di trovarsi proprio nel luogo dove si trovava il Digiport da cui era entrato nel Mondo Reale. Il suo signore avrebbe voluto un rapporto entro breve, e l'ultima cosa che il Digimon voleva era deludere le sue aspettative.

 

Un sogghigno malefico si dipinse sul muso della creatura mentre nuotava verso una fenditura nella parete del canale, dalla quale usciva una debolissima luce azzurra che indicava la presenza del Digiport. Ahuizomon si avvicinò al portale, pregustando le lodi del suo signore alle notizie che gli avrebbe comunicato. Il loro piano stava proseguendo a meraviglia. Molto presto, sarebbe stata l'ora della verità...

 

...e allora ogni essere umano si sarebbe inchinato davanti al loro potere...

 

 

CONTINUA...

 

 

Note dell'autore: Così comincia 'Lord of Digital Rings', la mia seconda fanfiction di Digimon e anche quella che si preannuncia più breve. Quanto breve, dite? Beh, sinceramente non credo che supererò i quattordici capitoli... e comunque, credo che prima che sia finita potrò pubblicare una preview della mia terza storia, 'Invasion' (vedi ultimo capitolo di 'Adventure 02 Reload' per ulteriori info...). Spero comunque che questo capitolo, come incipit, vi sia piaciuto. Nel prossimo, vedremo finalmente in faccia i tre Digimon malvagi che sono apparsi di sfuggita in questo capitolo... e vedremo anche il loro misterioso signore! Quindi, restate sintonizzati, e alla prossima!

 

Justice Gundam

 

  
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