L’amore è come il
profumo…a volte non si sente.
Come ogni mattina il Tenente Riza Hawayake si era recata nell’ufficio del suo diretto superiore, il Colonnello Roy Mustang, per portargli il solito carico di documenti da leggere e da firmare.
Con un sospiro bussò alla sua porta, sicura di dover rimanere tutta la mattina con lui per costringerlo a lavorare. E segretamente lo sperava.
Il potergli stare vicino (anche solo per lavoro) il poterlo toccare (per picchiarlo) la facevano sentire felice e il suo cuore si abbeverava della presenza dell’altro.
«Avanti» sentì la sua voce (divertita) dall’interno.
Con il cuore in gola posò la mano libera (tremante) sulla maniglia per aprirla. E la delusione (troppo presente negl’ultimi anni) arrivò prepotente.
Il Colonnello non era solo.
Avrebbe dovuto capirlo, Riza, dal tono di voce con cui Mustang l’aveva accolta (utilizzato solo in sua presenza, leggero e divertito).
«Buongiorno, Edward» il giovane alchimista interruppe solo un momento la sequela d’insulti diretti al “Colonnello di merda”, giusto per rispondere al saluto; poi riprese come nulla fosse.
«Oh! Andiamo!» lo interruppe il Colonnello,
prendendolo in giro «non mi dirai che te la sei
presa…»
«Se non me la sono
presa…» ripeté il biondo cercando
(nuovamente) di colpirlo (di toccarlo) «se
non me la sono presa!? Eccome se me la sono presa! Ma dico
io-»
Riza smise di
ascoltare porgendo al Colonnello i plichi che teneva tra le braccia e
poggiandogli
una mano sulla spalla come per consolarlo (per ricevere la sua
attenzione).
Mustang non diede segno di essersene accorto, continuando a prendere in
giro il
suo “Fagiolino” (a fargli capire, a modo suo,
quanto gli fosse mancato a causa
della sua ultima missione).
Il tenente aveva come
l’impressione di essere diventata improvvisamente invisibile,
incapace di
attirare l’attenzione dell’uomo che amava (incapace
di distoglierlo dal suo di amore).
Triste, incurante del
fatto che avrebbe potuto sorprenderla (non si sarebbe mai accorto di
lei)
inspirò profondamente cercando almeno di catturare il suo
odore.
Il Colonnello sapeva
di dopobarba (alla menta), cenere (alchimia) e di uomo (sesso).
Il suo odore era
forte, si attaccava alla persona più vicina a lui (amata)
talmente forte da non
riuscire a mandarlo via (marchiandolo come sua proprietà).
La donna uscì
dall’ufficio (ignorata) e chiuse la porta e le urla (e il suo
cuore) alle
spalle.
L’odore di Edward, su
Roy, era talmente forte che quest’ultimo non si sarebbe mai
accorti di quello
di lei.
Non sono nemmeno
quattrocento parole
(394 per chi è interessato, compresa la punteggiatura) su
quello che Riza deve
provare ogni volta che si rende conto quanto quei due siano vicini.
Mentre
spera che non ci sia niente tra di loro e, ogni volta sempre
più dolorosamente,
si deve rassegnare e accettare che, forse, la realtà non
è affatto come lei
spera.
Io, invece, spero di essere
riuscita
ad esprimere chiaramente il tutto.
Buone recensioni. Spero.
Un bacio
NLH