Il Pianoforte e la Vocetta Stridula
Schroeder guardò davanti a sé; poi
dietro; poi, sotto al pianoforte.
Lei non c’era.
Gliel’aveva detto, in fondo: “Mia zia Marion dice: mai
innamorarsi di un trombettista.”
Magari, quel trombettista esisteva
veramente.
Chiuse gli occhi, continuando a
suonare il suo amato Beethoven.
Il suo pianoforte sì che lo
capiva.
Tanto, Lucy e la sua vocetta stridula sarebbero arrivati entro poco tempo,
l’avrebbero disturbato e lui, come al solito, avrebbe solo voluto che se ne
andassero.
Passò alla Sinfonia Numero Cinque,
quella che preferiva.
Sentiva le note risuonare solo,
appunto, cinque parole:
“Mi manca la vocetta
stridula.”
Mancava anche a lui.
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Mi è
venuta in mente questa Drabble leggendo la pagina “La
Filosofia dei Peanuts” su Facebook.
Spero che
vi sia piaciuta!
_olly_