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Aveva in
se tutto il calore dei venti dell’Est e di un tranquillo
mattino estivo.
“Mi dovete inseguire”. Le sue
gambe si
piegano agili e scattanti per sfuggirmi, tuttavia non aumenta la
distanza tra
di noi.
“Dovreste prendermi”. Si ferma e
la sua
risata cristallina arriva alle mie orecchie così come il
suono del suo cuore
che galoppava veloce tra le steppe della sua adorata Bulgaria.
“Ma se vi prendessi il gioco finirebbe”.
Mi
avvicino incantato dalla sua bellezza: Dio, quanto mi ricorda lei.
“Grazie di intrattenermi”.
Sorride e sembra
che dal suo cuore trabocchi una sincera gratitudine.
“Sembravate tutta sola là dentro. Ho
avuto
compassione di voi”. Non potevo raccontarle di
essere stato tutto il
mattino a vegliare su di lei, di averla vista triste e solitaria
guardare fuori
dalle grate delle finestre con un velo di malinconia dipinto in volto.
Non
glielo avrei detto, non se questo l’avesse resa infelice.
“Klaus mi aveva promesso di passare la
giornata con me, ma…non è ancora tornato a casa
da ieri notte”. Si siede e
il sole sembra eclissarsi alla scomparsa del suo sorriso. Non sarei
stato
dunque io la causa della sua infelicità.
“Si Klaus vive solo secondo le sue regole”.
Cerco di giustificarlo o forse di metterlo in cattiva luce agli occhi
della
giovane Katerina.
“E’ un uomo molto affascinante, credo che
sia
difficile per chiunque resistergli” continua a
spiegare: la sua voce ha un
qualcosa di struggente come se non fosse pienamente d’accordo
con le parole
appena pronunciate. C’era qualcosa che crucciava la mente
della mia piccola
Katerina.
“E tuttavia..” la incito e lei
posa i
suoi dolci occhi nocciola su di me, la sua fronte solcata da una
impercettibile
ruga.
“Non comprendo perché mi corteggi, sembra
che
non tenga in alcun modo a me”. Si libera di quel
pensiero fastidioso che le
affollava la mente. Sposta lo sguardo e continua a fissare il lembo
della
veste.
“Molte unioni sono state costruite su molto
meno” continuo a giustificalo, ma senza trarne
alcun beneficio: perché mai
non avevo il coraggio di sfiorarla?
“E’ sbagliato volere di più?”
chiede e i
suoi occhi si illuminano di una nuova curiosità. Una nuova
angoscia le nasce in
petto e attende una mia qualsiasi risposta con aria supplichevole.
“Con Trevor avevate di più?”
chiedo non
riuscendo tuttavia a placare le mie di curiosità, sedendomi
accanto a lei e
percependo il suo profumo. Le sue labbra rosee si piegano
all’insù e sembra
essere divertita da quella mia domanda.
“Trevor crede di amarmi…”.
Il sorriso di
poco prima scompare e ritornano sul suo volto il dubbio e il pensiero
di un
nuovo interrogativo.
“Ma il vero amore non è reale a meno che
non
sia corrisposto, siete d’accordo?”
conclude guardandomi di sottecchi con i
suoi occhi e lasciandomi spiazzato dalla verità di quelle
parole. In tutta la
mia intera esistenza non avrei mai pensato di ricadere nel
più comune degli
errori eppure il ricordo di lei mi
frenava dal buttarmi in quell’abisso che stava seduto a pochi
centimetri da me.
Non avrei più commesso lo stesso errore, non
finché il mio cuore fosse stato a
digiuno d’amore così come doveva essere. Lo avevo
giurato, per lei.
“Io non credo nell’amore Katerina”
le
spiego e noto una profonda tristezza baluginare tra le iridi scure dei
suoi
occhi. Era la verità, ma perché mi procurava una
morsa proprio intorno al
cuore?
“E’ troppo triste da accettare mio signore”.
La sua voce non ha niente dell’angoscia di poco prima,
né dello sconforto: è
chiara e risoluta, sicura e questo aumenta la mia agonia.
“La vita è troppo crudele. Se cessiamo di credere nell’amore perché dovremmo vivere?”. Più che una domanda sembrava la risposta a tutte le mie inquietudini, i miei dispiaceri, i miei ricordi e i miei sensi di colpa.
Perché
dovremmo
amare se non siamo più vivi? Le avrei voluto
chiedere, ma la presenza di mio
fratello mi trattiene dal farlo.
Il suo viso si illumina di una nuova luce
vedendo avanzare Klaus verso di noi.
Continuo
a ripetermi quella domanda.
Senza
neanche accorgermene, ero ricaduto nel più comune degli
errori: lei.
***
Vista la
nuova puntata? Ebbene mi sono completamente innamorata di questa coppia
*.*
Trovo che il rapporto di Elijah e Klaus sia molto simile a quello dei
fratelli
Salvatore e non posso che paragonare Elijah a Stefan, sia per il suo
modo di
comportarsi che per il tipo di affetto che prova nei confronti della
Petrova
che qui è più umana che mai. Mi ha colpito
moltissimo questo loro dialogo e
speravo nel proseguimento da parte di Elijah, ma è stato
interrotto dall’arrivo
di Klaus. La “lei” che cito è una
possibile vecchia fiamma di entrambi i
fratelli anni prima (e chissà che non riguarda la prima
doppelanger?)
Nonostante non amassi molto il personaggio di Elijah durante le sue
prime
apparizioni devo dire che adesso sono realmente soddisfatta
dell’Elijah del
1492.
Spero che
vi sia piaciuto e colgo l’occasione per fare un po’
di pubblicità:
Please Come
Back di FraCullen
(finalmente pago la
metà del mio debito u.u) una storia interessantissima per
chi è amante dei
crossover dove l’amore tra Elena e Damon sarà
ostacolato da una serie di eventi
che riguarderanno anche la famiglia Cullen.
Within a
man’s heart (si lo so
che sono
un’approfittatrice), questa è una mia long basata
essenzialmente sul “e se
Damon ritornasse umano?”: tra nuove creature misteriose,
litigi, nuove
alleanze, scontri e nuovi nemici in agguato, Elena e Damon riusciranno
a
scoprire i sentimenti che provano reciprocamente.
Bene e
dopo questo angolo di pubblicità posso anche eclissarmi.
Ogni
recensione, parere personale, critica o insulto (se costruttivo)
può andare
bene.
Alla
prossima,
dreem