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Autore: Haruakira    22/04/2011    1 recensioni
Possono i sogni essere gli stracci di un ricodo lontano?
Possono essere una storia in cui leggere tra le righe per vedere il futuro o per comprendere la distruzione di un passato troppo amaro, con troppe luci, troppe ombre? Per alcune persone di certo sono questo e altro e i guerrieri di Atena saranno costretti a confrontarsi con le proprie emozioni, a rivedere le loro convinzioni, il loro essere guerrieri,il loro esistere. Quattro ragazze mostreranno loro una nuova verità, un modo diverso di combattere per la giustizia, per il bene...per chi si ama.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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c.24
I primi a raggiungere lo spiazzo antistante alla prima casa furono Shura e Febe, la ragazza zoppicante si portò accanto a Talia abbracciandola forte.
-Perchè non intervenite accanto a Shaka? Cosa è accaduto?- chiese Shura al dio Amore
-E' la sua battaglia. Mia madre lo ha indotto a uccidere Mu- spiegò tristemente il giovane.
Le labbra di Shura si piegarono in una linea dura e stringendo forte il pugno si domandò quanti di loro dovessero ancora morire. Non sentiva più il cosmo di Saga nè quello di Mu e per un tempo interminabile non aveva percepito più neppure quello di Cancer, uno dei suoi migliori amici. Ma ora sentirlo nuovamente pulsare aveva provocato in lui confusione e felicità al tempo stesso. Cosa era accaduto?
Per tutto il combattimento gli occhi di Shaka erano rimasti ostinatamente chiusi nonostante l' ordine perentorio della dea che come accaduto in precedenza tentava di piegare il suo animo intimandogli di fissare la sua cintura. Ciò però non avveniva, una nuova e più potente  volontà infatti animava il cavaliere dei Virgo e quella volontà aveva il nome di Mu di Aries.
Una volta superato questo unico ostacolo, Shaka si gettò contro la dea veloce e repentino trapassandole il petto da parte a parte con la spada sacra della terra. Afrodite si accasciò a terra salutando il mondo e il figlio che le era accorso accanto con un ultimo sorriso.
-Perdonami cavaliere di Virgo- sospirò una volta tornata in sè- Eros...- disse infine flebile prima morire tra le braccia del figlio diletto che pianse lacrime copiose sul corpo materno.
-Ah...che peccato. E io che credevo che Afrodite fosse diventata una mia fedele schiava- tuonò Beril apparsa in quell' istante.
-Beril...noi ti annienteremo!-rispose di rimando Sophia prima di sguainare la spada e correre all' attacco.
-Sophia!- urlarono insieme Talia e Febe mentre cercavano di affiancarla in quella folle corsa contro una morte certa. Talia le fu immediatamente accanto mentre Febe tentava di  seguirle zoppicante- No!- sbottò cadendo a terra- Sono troppo lenta...dannazione-
Tentò di rialzarsi ma questa volta a trattenerla fu il braccio forte di Shura:- E' una follia. Così non ce la farete
-Lo so- sussurrò
-Non ti lascerò andare.

Nel frattempo prima Antares e poco dopo anche i cavalieri rimasti all' ottavo tempio correvano spediti verso il teatro dello scontro più grande, verso il vero nemico.
-Catena di Venere!-urlò Talia
-Vortice acquatico!
-Mi fate ridere! Siete più stupide delle vostre madri- le canzonò Beril colpendole con forti scariche di elettricità
Provarono ad attaccarla tutti insieme i cavalieri d' oro rimasti, ognuno con il colpo più potente che aveva ma un nero vortice si creò intorno a loro spazandoli via metre lei aumentava sempre di più le sue dimensioni diventando una sorta di enorme mostro.

Il cavaliere del Cancro nella tredicesima casa si rialzò in piedi guardandosi intorno, fissando attentamente ciò che era rimasto dell' ultimo tempio e le spoglie dei nemici intorno a lui.
-Che diavolo è succeso?- si chiese portando una mano alla testa ancora intontito chiedendosi se per caso invece di essere morto non si fosse semplicemente addormentato. All' improvviso si ricordò che una guerra là fuori si stava combattendo e lui non poteva certo tirarsi indietro. Era un cavaliere ma in particolare, cosa insolita per lui,  pensò che forse la sua presenza avrebbe potuto evitare una brutta fine al cavaliere dei pesci o a Shura o a quella pustola che aveva come allieva. Si gettò fuori dal tempio e in pochi secondi raggiunse i suoi compagni ponendosi accanto ad Aphrodite che sorpreso gli chiese:- Sei vero? Cioè sei vivo...per restare?
-Sì sono...vero, e sì credo proprio che resterò- gli rispose sorridendo mentre l' altro guardava nuovamente fisso davanti a sè e gli artigliava un braccio come a volersi accertare che  fosse davvero lì in carne ed ossa, come se volesse trattenerlo accanto a sè.
-GREATEST CAUTION!
-GALAXIAN EXPLOTION!
Urlarono Rhadamanthys e Kanon all' unisono venendo però sbalzati via senza che neppure la loro nemica facesse un gesto.
-Credo di avere tutte le ossa rotte- soffiò Kanon
-Abbiamo fatto un bel...volo- concordò il giudice mentre si accorgeva di essere atterrato su una pietra aguzza che gli stava  trapassando un polmone.
In quel momento, incerti se essere sul punto di   morire, le loro mani si cercarono e Rhadamanthys della Viverna pensò che in fondo stava combattendo una guerra che neppure gli apparteneva, accanto a un gold saint. Una follia, un eresia bella e buona. Se qualcuno glielo avesse detto tempo addietro si sarebbe sentito oltraggiato e probabilmente avrebbe ucciso chi avesse avuto un tale ardire. Oggi però si sentiva onorato per quanto stava facendo.
Milo e Aiolia si apprestavano ad andare all' attacco ma la voce imperiosa di Sion glielo impedì:- Fermi!- ordinò
-Perchè?- domandò Aiolia con veemenza
-Aiolia- intervenne il fratello- stiamo sbagliando tutto. Così non vinceremo ma finiremo solo per ammazzarci.
-E dunque dovremmo forse stare con le mani in mano?- domandò il leone d' oro
-Non stiamo dicendo questo...ma...dannazione!- imprecò Dohko- non abbiamo un piano, non sappiamo come abbatterla, nulla!
Camus fissò la spada che reggeva in mano:- forse...se queste spade uccidono gli dei saranno efficaci anche contro di lei- ipotizzò.
-Già ma come facciamo ad avvicinarci?- chiese Aldebaran
-RIVOLUZIONE DI GIOVE!-  sentirono urlre all' improvviso 
-Lasciami Shura! Lasciami!- pregò Febe divincolandosi dalla stretta del cavaliere mentre vedeva la compagana lottare con la caparbietà che le era tipica.
-Cazzo! Febe!- la richiamò con rabbia il cavaliere mentre la guerriera di Marte gli sfuggiva dalle mani e incurante del dolore alla gamba correva verso Antares per accostarsi accanto all' amica, colpita al braccio da un fascio di luce scura.
-Shura, lasciala andare. E' una guerriera- lo riprese gentilmente Aiolos vedendo il compagno d' armi cercare di seguirla. Il custode della decima casa sospirò pesantemente ben sapendo cosa intendesse l' altro, consapevole che egli stesso non avrebbe agito diversamente dalla giovane principessa del pianeta rosso.
-Cosa fate cavalieri? Mandate avanti le donne al vostro posto? Che novità è mai questa, siete forse diventati dei vigliacchi?- li chiamò Beril cercando di colpirli con delle scariche di elettricità.
Veloci i guerrieri dorati si spostavano mentre Shaka accorreva accanto al corpo senza vita di Mu per preservarlo dallo scempio che avrebbe potuto farne la battaglia.
Beril lo vide e tentò di colpirlo ma Talia si oppose elevando lo scudo di Venere, purtrppo la barriera non resse e la ragazza venne colpita al posto del cavaliere.
-Talia!- la chiamarono in coro Eros e Shaka
-Stò bene- mugugnò toccandosi lo stomaco da cui usciva copioso il sangue.-stò bene- ripetè.
-Dov' è la vostra potenza custodi dell' ordine, cavalieri e guerriere?- domandò Beril
-E sia- sibilò Antares richiamando a sè le forze dell' aria e la potenza di Giove. Una tempesta e il soffiare di un vento impetuoso si abbattè sul nemico che pure lo assorbì indenne.
-Non ci credo- sussurrò Sophia.
La ragazza si chiese come erano riuscite Serenity e le loro madri a sconfiggerla tempo addietro.
-Con il cristallo d' argento- le rispose Antares captando i suoi pensieri
- E la forza congiunta della guerriere- terminò Febe accanto a loro
-Le spade sono fatte con il cristallo d' argento- biascicò Talia
-E' inutile che parliata guerriere...vi ho dato sin troppo tempo. Mi sono stancata, è giunto il momento che io mi liberi di tutti voi, non avete visto nulla della mia potenza. Io sono il Caos!- disse imperiosa ridendo nella consapevolezza di aver vinto.
-Che cosa?!- si levò un coro di voci.
-Avete capito bene. Ho attraversato il tempo e lo spazio per uccidervi e impossessarmi della vostra forza. Annienterò la vostra luce, ucciderò il cosmos, l' ordine, e all' equilibrio si sostituirà il caos e la tenebra in terra e nel vostro stupidissimo sistema solare. Dite addio al Silver Millennium, dite addio ai vostri genitori e alla vita-
-Stupida- sorrise Antares.
-Cosa? Come osi piccola impudente- chiese sconcertata Beril non capendo il motvo del sorriso sulle labra della giovane.
-Se tu sei Caos noi siamo Cosmos- affermò con convinzione
-Sì...il cosmos. Dobbiamo ricostruire l'  unità, dobbiamo riunire le nostre essenze!- si ricordò Talia
Le inner senshi fecero alcuni passi avanti mettendosi a qualche metro dai cavalieri e chiusero gli occhi richiamando a raccolta tutte le proprie energie di custodi e di guerriere. Al posto della tiara comparve il simbolo del proprio pianeta natale e sul polso destro quello dell' elemento di appartenenza.
-Potere di Venere...
-Potere di Marte...
-Potere di Mercurio...
-Potere di Giove...
Pregarono una dopo l' altra e infine unendo le loro anime in una sola voce- vieni a me!-invocarono.
I cosmi prima definiti e pienamente distinguibili delle quattro guerriere crebbero di intensità fino a diventare un' unica luce purissima e dal canto suo Beril, il Caos, riuniva i suoi immensi poteri in un mare di tenebre.
Bianco e nero.
Luce e tenebre.
Cosmos e Caos.
Bene e male si stavano dando battaglia senza esclusioni di colpi. Per rafforzare il loro legame, sentirsi più vicine e darsi coraggio le quattro guerriere si presero per mano e la luce si estese anche alle loro spalle ricoprendo con il suo calore e la sua serenità tutto ciò che incontrava, uomini e dei. Chi era perito in battaglia rinaque per uno strano miracolo da sempre sconosciuta ma che avveniva ogni qualvolta le eredi del Regno Argentato affrontavano il male.
-Mu...-sussurrò Shaka quando gli occhi smeraldini dell' amico si aprirono a percorrere la sua figura.
Anche Kanon e Rhadamanthys si rialzarono scrutandosi stupiti e toccandosi là dove erano stati feriti notando che nulla, nè sangue nè altro, rimaneva a ricordo di quella battaglia.
Nell' ottava casa un altro guerriero riapriva i suoi occhi al mondo correndo veloce a dare man forte ai suoi compagni.
Ma la luce dopo diversi minuti interminabili sembrava minore, schiacciata sotto il peso dell' oscurità e la risata del Caos riechegggiò nell' aria in una voce deforme che non era nè di uomo nè di donna.
Talia cadde in ginocchio stanca:-non ce la faccio- sussurrò- avrei voglia...di chiudere gli occhi...e non svegliarmi più
-Non è il momento. Talia lo so che sei stanca ma ricordati che tua madre non si arrendeva mai di fronte a nulla, doveva salvare il mondo e i suoi cari e nulla la piegava- le ricordò Febe risoluta ricordando con quelle parole il coraggio delle più grandi guerriere, inner e outer.
Stancamente Talia si rimise in piedi cercando di ravvivare la sua luce, pronta a combattere fino all' ultimo respiro che fosse stata in grado di esalare.- non ci arrenderemo- disse
-O salveremo la Terra o moriremo qua- affermò con covinzione Febe
-Lotteremo finchè il nostro fisico non sarà ridotto a brandelli e quando ciò avverrà continueremo...finchè anche la nostra mente sarà distrutta e il cuore non avrà battuto la sua ultima volta -  si aggiunse Antares convinta della veridicità delle sue parole.
-Per la Terra, per salvare chi amiamo, per rivedere i nostri genitori- chiarì Sophia.
-Non ce la faranno- notò Camus vedendole stanche e madide di sudore e la luce perdere terreno a favore del Caos- dobbiamo fare qualcosa.
-E allora cavalieri...bruciamo il nostro cosmo fino ai limiti delle nostre costellazioni e oltre!- propose Sion
-Per creare una luce immensa, che eguagli quella del sole- comprese Milo
-Come accadde non molto tempo fa al Muro del Lamento, cavalieri- affermò Saga avvicinandosi alle guerriere e allungando una mano sulla spalla di Antares. La ragazza a quel contatto si girò un momento nella direzione del gold saint spalancando incredula gli occhi e sperando che fosse vero ciò che vedeva e non un sogno.
I guerrieri dalle sacre vestigia dorate bruciarono il loro cosmo brillando ognuno di una luce immensa, più calda del sole, dolce come l' amore unendo quella luce a quella delle guerriere e amalgamandosi in un unico abbraccio e in una sola essenza. A quella luce già grande si unì il cosmo degli dei: quello di Atena, di Eros, di Afrodite e di Apollo giunto a portare aiuto con lo splendore del sole alla purezza e alla vita come era giusto.
La luce fu immensa, troppo immensa realizzarono le guerriere.
-Non sopravviverà nessuno di noi- riflettè liberamente Antares
-Il contraccolpo su tutta la zona sarà enorme e solo poi andrà scemando avvolgendo il pianeta in modo benefico- le si aggiunse Sophia.
-Questo vuol dire...- Febe non riuscì a terminare la frase e al suo posto lo fece Talia-...che gli dei e i cavalieri si sacrificheranno insieme noi.
Antares sentì di avere fallito, non era riuscita a proteggere le persone che amava e insieme alle sue compagne si era arrogata il diritto, all' era del mito, di decidere della vita di quegli uomini:- C' è una soluzione...- sussurrò alle amiche che la invitarono a comunicare con la mente.-...però non so se noi saremo vive per vederne gli effetti.
-Parla, sai che non ci importa- fu risoluta Febe guardando Shura alla sua destra.
-Quando la luce raggiungerà il picco massimo disintegrerà Beril, in quel momento esatto inizierà il contraccolpo e non ci metterà niente a raggiungerci e a brucarci tutti. Vi chiedo di diminuire drasticamente le nostre quattro forze impegnate  nell' attacco per creare uno scudo che sia il risultato dei nostri rafforzati e sovrapposti. Non ci rimarranno molte energie ma dovrebbero essere sufficienti per il tempo necessario, non molto a dir la verità, in cui la luce indebolendosi diventi da distruttiva a benefica.
-In pratica dobbiamo avere una prontezza di riflessi che cosenta di elevare lo scudo e poi la forza di mantenerlo- riassunse Sophia.
-Dobbiamo consumarci in sintesi?- chiese Talia
-Sì, è per questo che vi dico che è probabile che non sopravviveremo. Le energie, tutte quelle che ci restano, le impiegheremo per lo scudo, dunque di noi non resterà nulla se non un corpo vuoto se tutto va bene. Dobbiamo usare tutte le nostre forze...persino quelle che ci servono per respirare- spiegò Antares.
Le guerriere annuirono, non ebbero esitazioni.
-Vi voglio bene- sussusrrò Febe.
-Anche io vi voglio bene- disse Antares scioglindosi in un sorriso triste
-Vi voglio bene amiche mie- si aggiunse piangendo Sophia
-Vi voglio bene anche io...ci vediamo alla prossima- scherzò per quanto amareggiata Talia.
La luce iniziò a ingigantirsi sempre di più, i cavalieri, gli dei e le guerriere avevano raggiunto i loro limiti.
La tenebra fu assorbita sempre più velocemenente e ciò che era stato nero divenne bianco, infine la luce raggiunse Beril, nuova incarnazione del Caos e la divorò e mentre il Cosmos si nutriva del suo opposto Antares urlò, il segnale era arrivato e sebbene le forze che lo alimentavano fossero diminuite, esso ormai non ne aveva più bisogno e cresceva da solo, come una sfera che una volta lanciata in discesa procede da sola per poi diminuire la sua velocità e infine fermasi in pianura. Questa era la luce. Gli scudi si elevarono proteggendo i cavalieri ormai esausti nel loro abbraccio.
Si inginocchiarono affannate le guerriere, sudavano perchè sentivano a pochi centimentri dal viso la forza della luce, il freddo e il caldo che vi si cofondevano. Si chiesero se per caso il loro sforzo non fosse vano, se la barriera non stesse cedendo sotto un peso più vasto di lei. Ora che il loro corpo si faceva più debole, sentivano il dolore delle ferite della battaglia, il sangue sgorgare copioso sui corpi a partire da là dove essi erano stati offesi, presto, realizzarono, non ci sarebbe più stato neppure quello, anche il sangue sarebbe diventato energia per combattere la loro stessa arma. Iniziavano a sentirsi stanche, le palpebre si fecero pesanti, il respiro meno regolare e i battiti del cuore più lenti.
Poi la luce cambiò colore, il bianco divenne un' aurora leggera, un arcobaleno fatto di mille sfumature che degradavano dolcemente l' una nell' altra, un insieme di piccole scintille dorate. Era uno spettacolo meraviglioso.
Era tutto finito.
Le guerriere chiusero gli occhi sorridendo, ora potevano, e per loro l' oscurà del sonno si sostituì all' arcobaleno.






ANGOLO AUTRICE: Ciao^^
Il prossimo sarà, salvo imprevisti, l' ultimo capitolo e le domande rimaste in sospeso trovernno risposta. Mi scuso se ci sono pù errori del solito ma il pc questa sera fa i capricci. Miei cari lettori, soprattutto quelli silenziosi...mi dite come vi sembrano questi ultimi due, poveri, capitolucci miei? Un saluto,
Haru.
   
 
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