La ragazza sapeva come i sensi, nelle illusioni, fossero fallaci e ingannatori, sede di inganni e di sbagli. Eppure, non poteva che trovare piacevole ogni singola volta il venire a contatto con l’erba bagnata e soffice, il sentire il profumo dei fiori e il cinguettare allegro degli uccellini – il volo discreto delle farfalle e il vento che carezzava ogni cosa. Era più forte di lei, lasciarsi andare alla vanità e alla meravigliosa menzogna di quell’arte – l’innocenza stava nel rendersene conto e di non averne paura né malizia, ma provare quella sensazione senza paure inutili di sorta.
Aprì allora gli occhi, ritrovandosi sdraiata in quel luogo dove il sole non avrebbe mai smesso di battere.
-Mukuro-sama…-
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