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Autore: Back To Vegas Skies    22/04/2011    3 recensioni
- Se tu non fossi etero e occupato, ci proverei con te, Mikey Way. – sussurrò poi Brendon guardandolo, quasi come se gli fosse sfuggito un pensiero a alta voce.
Mikey si sentì avvampare.
- Nessuno te lo ha detto che lo...che lo sono – disse a voce bassa, fingendo un tono scherzoso che gli riuscì molto male.
- Ma se me o hai detto tu che sei sposat…Oh.
Brendon emise un risolino soddisfatto, abbassando lo sguardo.
[BrendonUrieXMikeyWay]
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Panic at the Disco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DON’T STOP BELIEVIN'.


 
Non li conosco, non so cosa fanno, non ci guadagno niente ç_ç
 
Questa fanfiction [la milionesima che scrivo, una delle poche che finisco] è dedicata al mio dolcissimo Ryan personale, spero che apprezzi, anche se in questa storia lo tradisco [sì, perché io sono il suo Brendon u.u] xD
Ti voglio tanto tanto tanto bene, honey.
 
Note: Tutto è nato da questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=Y__SOBeqijg
Ah, ultima cosa, la storia è ad alto tasso di zucchero!

***

For a smile they can share the night
It goes on and on and on and on.
 

 
- E lui è Mikey, Mikey Way. Dei My Chemical Romance.
La voce di Pete Wentz, un po’ più alta per l’eccesso di alcool, giunse alle orecchie del giovane Way, che alzò lo sguardo dal suo drink e lo posò sui due ragazzi che gli stavano di fronte.
Batté diverse volte le palpebre, sorpreso dalla bellezza di quello che dei due non conosceva e che ora gli porgeva la mano sorridente.
- Piacere, sono Brendon.
Mikey sorrise a sua volta, prendendo la mano dell’altro.
- Ooooh, guardate un po’ chi c’eeeeè! Heilà Gabe!
Pete gridava allegramente indicando il nuovo arrivato, poi si allontanò andandogli incontro e dimenando le braccia.
- Sicuro che ora ci prova anche con lui - ridacchiò Brendon rompendo il silenzio e ricordando a Mikey che erano rimasti da soli.
- Già. Poi arriva William e gli rompe il naso! - concluse, e risero entrambi, trovandosi poi faccia a faccia in un imbarazzante silenzio. Mikey si sentiva rapito da quegli occhi castani e profondi, così grandi e belli, ma non riuscì a sostenere il loro sguardo, forse per il fatto che sembrava stessero per inghiottirlo da un momento all’altro.
Finse di essere interessato ai pezzi di ghiaccio rimasti sul fondo del bicchiere, sperando che l’altro non si fosse accorto delle sue guance che stavano praticamente bruciando.
Gli era già capitato altre volte di sentirsi attratto da un altro uomo, e Brendon era così  bello che sarebbe stato impossibile ignorarlo. Era così bello da metterlo in soggezione, da mandarlo in iperventilazione con un solo sguardo.
- Sei un tipo silenzioso, tu - fu di nuovo Brendon a parlare per primo - Mi piace! - aggiunse e sorrise,  mostrando i suoi denti bianchi e perfetti a Mikey, che ormai già lo immaginava tutto vestito di azzurro su un cavallo bianco.
- Oh, beh… Di solito sono meno… meno noioso. E’ solo che sono… -
Fottutamente imbambolato dai tuoi occhi e sto combattendo contro me stesso per non saltarti al addosso e baciarti su quelle dannate labbra che, oh, hanno l’aria di essere così fottutamente morbide e… - sono solo un po’ stanco.
- Non sei noioso!
Mikey alzò le sopracciglia.
- Okay, sì, un po’ – continuò Brendon ridendo – Però, cacchio, hai la maglietta dei Journey! Meriti stima a prescindere!
- Piacciono anche a te?! – Mikey si illuminò, guardando prima la sua t-shirt, poi Brendon che annuiva.
- Qual è la tua canzone preferita? La mia è…
- Don’t stop believin’. – dissero in coro e si sorrisero, guardandosi negli occhi.
 

 
Strangers waiting, up and down the boulevard
Their shadows searching in the night.

 

Chiacchierarono tutta la sera, da soli ad un tavolo in un angolo, ignorando Pete che gli aveva gridato – Hey, voi due! Vecchie comari! Venite a ballare! – almeno cinque volte, scatenando l’imbarazzo dei due e le risate di qualcuno dei presenti.
Parlarono di musica, di Star Wars, di videogiochi e del fatto che fossero due nerd incalliti. Risero molto, e spesso le loro mani si sfioravano, e anche se Mikey sapeva che era qualcosa che succedeva in modo del tutto involontario, ogni volta sentiva un brivido lungo la schiena e non riusciva in nessun modo ad allontanare questa reazione, nonostante si ripetesse le parole “soloamici” nella sua testa.
Dopo un breve silenzio, Brendon disse con aria noncurante:
- E dimmi Mikey, tu ce l’hai la ragazza?
- Beh, non proprio… in realtà sono sposato.
- Oh – Brendon cambiò improvvisamente espressione, sembrava deluso. Mikey si sentì stringere il cuore.
- E tu? Sei fidanzato?
- Io sono libero – rispose Brendon con un sorriso malinconico – Il mio ragazzo, nonché chitarrista, ha lasciato me e la band più o meno sei mesi fa.
Ragazzo. Ragazzo.
A Mikey ci volle un po’ per riprendersi.
- Ragazzo? Allora tu sei..? – disse dopo qualche secondo a voce bassa.
- Sì, lo sono. È un…problema per te?
- Per niente – rispose Mikey fermamente, riuscendo, per la prima volta quella sera, a sostenere il suo sguardo per più di cinque secondi.
Poi gli sorrise e gli sfiorò, veloce e timido, la mano che teneva poggiata sul tavolo, cercando di far sembrare il gesto il più amichevole possibile, e quasi si sciolse nel vedere il sorriso meraviglioso con sui gli rispose l’altro.
- Se tu non fossi etero e occupato, ci proverei con te, Mikey Way. – sussurrò poi Brendon guardandolo, quasi come se gli fosse sfuggito un pensiero a alta voce.
Mikey si sentì avvampare.
- Nessuno te lo ha detto che lo...che lo sono – disse a voce bassa, fingendo un tono scherzoso che gli riuscì molto male.
- Ma se me o hai detto tu che sei sposat…Oh.
Brendon emise un risolino soddisfatto, abbassando lo sguardo.
 

 
Streetlights people, living just to find emotion
Hiding, somewhere in the night.

 

- Hey, Bren! Sono le 4 e domani mattina abbiamo il servizio fotografico! Non vorrai sembrare uno zombie, spero. Muovi il culo, dobbiamo andare! – La voce dell’amico barbuto di Brendon, che Mikey non conosceva, li fece sobbalzare.
In effetti era tardi e il locale si stava lentamente svuotando, e mai a Mikey era sembrato che una serata fosse passata tanto in fretta.
- Arrivederci, Mikey – disse piano Brendon. Poi, mentre si alzava, si avvicinò a lui, e tirandolo verso di sé per la nuca, posò per un attimo le labbra su quelle dell’altro in un bacio veloce, e corse via dietro a Spencer che era già uscito dal locale.
Mikey era rimasto immobile, con gli occhi sbarrati e un’espressione da idiota.
Si mise una mano sulle labbra e sorrise fissando il vuoto. Si sentiva proprio una ragazzina.
 
 

Working hard to get my fill,
Everybody wants a thrill.

 

Mikey si maledisse per non aver chiesto né un numero di telefono né un recapito qualunque a Brendon. Si torturò per tre giorni, ripensando a quel mezzo bacio e al fatto che non ce ne sarebbero stati altri.
Finché, una sera, mentre era sul divano a guardare la TV, sentì il telefono vibrare sul tavolino che aveva affianco.
Si rovesciò mezzo caffé sulla maglietta nel leggere l’sms che gli era appena arrivato.
 
Hey, mi sono fatto dare il tuo numero da Pete, spero non ti dispiaccia. Brendon
 
Lo rilesse, incredulo, almeno quindici volte e, per la gioia, fece cadere la restante metà del caffé sul tappeto bianco del salotto.
 

 
Payin' anything to roll the dice,
Just one more time
Some will win, some will lose
Some were born to sing the blues
Oh, the movie never ends
It goes on and on and on and on.

 

Mikey si sistemò le ciocche bionde che gli ricadevano ribelli sul viso e guardò ansioso la propria immagine riflessa nello specchio.
Aveva paura di non essere all’altezza, di sembrare noioso, stupido o fuori luogo.
I suoi pensieri furono interrotti da due colpi lievi alla porta che lo fecero sobbalzare. Deglutì, fece un respiro profondo e andò ad aprire.
Quasi si sentì mancare quando vide Brendon sorridente davanti a lui, splendido nella sua camicia bianca volutamente lasciata un po’ aperta e i pantaloni scuri attillati.
- Hey.
- Hey.
- Sei…solo? – chiese poi Brendon, a voce bassa.
- Sì. Alicia non c’è. È da sua…
Non riuscì a completare la frase, che Brendon gli aveva dato un bacio sulla guancia e lo aveva abbracciato forte.
-…madre – concluse Mikey, con il naso pieno del profumo dell’altro e la voglia di non sciogliersi più da quella stretta.
- Mi piace il modo in cui saluti, tu – disse Mikey con un mezzo sorriso, non appena si furono staccati, con il cuore che ancora minacciava di esplodere.
Brendon ridacchiò e si sistemò la camicia.
- Allora, cosa ti va di fare? – disse poi allegramente.
Vuoi proprio saperlo?Mikey scosse la testa per allontanare i pensieri indesiderati e rispose con una vaga alzata di spalle.
- Comunque – continuò Brendon, avvicinandosi alla finestra e guardando oltre le tende con aria preoccupata – sta per piovere. Non so se ci conviene uscire.
- Ho…tanti bei film, se ti va potremmo guardarne qualcuno. Che ne dici?
- Mmmm…Star Wars?
Mikey sorrise raggiante e annuì, correndo verso la mensola dove teneva ben ordinai tutti i suoi DVD.
Brendon prese il plaid che aveva trovato piegato sul divano, si sedette a gambe incrociate e se lo mise sulle spalle. Aveva proprio l’aria di un bambino e Mikey sorrise guardandolo.
Mise il DVD nel lettore e vide che Brendon aveva allargato il braccio destro e gli faceva segno di unirsi a lui sotto la coperta calda.
Il biondo sentì un brivido percorrergli la spina dorsale.
Si sedette accanto a lui e si avvolse nel tessuto morbido, fece partire il film e si finse interessato, anche se era davvero l’ultima cosa a cui stava pensando.
 
 

Don't stop believin'
Hold on to the feelin'
 

 
Erano passati più o meno venti minuti dall’inizio del film e la situazione stava degenerando.
Al primo tuono del temporale, Mikey si era ritrovato Brendon avvinghiato alla maglietta e questo non aiutava la sua mente a formulare pensieri lucidi, o quantomeno di senso compiuto.
Continuava a fissare lo schermo, come in uno stato di trance. Aveva una paura incredibile di fare qualcosa di sbagliato e di rompere quell’incantesimo, di rovinare quella scena perfetta.
Ci fu un altro tuono, più forte del primo, e Brendon sobbalzò, stringendosi ancora più forte a Mikey che, in un improvviso impeto di coraggio, gli mise il braccio intorno alle spalle.
La pioggia ticchettava sui vetri e Brendon sembrò tranquillizzarsi, ma nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa.
Poi Mikey decise di parlare.
- Bren?
- Si? – Brendon si alzò un po’ e lo guardò.
- Sai, l’altra…ehm…l’altra sera, quando mi hai quasi…quando mi hai salutato?
Era difficile mettere insieme le parole con gli occhi di Brendon puntati addosso e soprattutto con lui così vicino.
- Oh, scusa, mi sono lasciato, come dire, trasportare dalla situazione. Non avevo intenzione di fare qualcosa contro il tuo volere!
- E’ questo il punto, Bren. Tu non hai fatto… niente contro il mio volere.
Brendon sorrise, Mikey sospirò, guardandosi le scarpe. Non era mai stato bravo a comunicare quello che sentiva, ci riusciva con poche persone e Brendon non era tra queste. Lui era simpatico, dolce e spontaneo, diceva la cosa giusta al momento giusto e non sembrava mai fuori posto, come poteva Mikey mettersi a paragone con lui?
- Sono contento... Avresti potuto denunciarmi! – disse poi Brendon ridendo.
Mikey non rispose alla risata, teneva gli occhi bassi, imbarazzato.
- Strangers waiting, up and down the boulevard, their shadows searching in the night… 
Brendon cominciò a cantare a voce bassa, guardando il pavimento. Mikey sentì un brivido. Cazzo, oltre ad essere stupendo e simpatico, aveva la voce più bella che lui avesse mai sentito. Lo guardò e Brendon, continuando a cantare, gli carezzò la guancia con un dito.
Si sentiva incantato da quel suono e da quel contatto, sentiva che doveva fare qualcosa per fare in modo che quella sensazione durasse per sempre, o almeno, il più a lungo possibile.
- Streetlights people, living just to find emotion, hiding, somewhere in the night…
Mise la sua mano su quella di Brendon che si trovava ancora sul suo viso e la strinse. Poi lo guardò negli occhi: avrebbe voluto farlo entrare per un attimo nella sua testa, fargli capire che il fatto che fosse una frana nell’esprimere i sentimenti non cambiava ciò che sentiva, anzi, lo amplificava.
- Don't stop believin', - continuò Brendon, con la voce sempre più bassa.
Mikey si avvicinò, e, sorridendo, gli sussurrò - hold on to the feelin’ – direttamente sulle labbra.
 
Era qualcosa di strano quello che stava succedendo tra di loro. Mikey sentiva che, anche se si conoscevano da pochi giorni, non era la solita scappatella, ma qualcosa di più grande, di più profondo.
Quanto avevano parlato? 4 ore? Eppure si sentiva così completo quando era con lui, così senza bisogno di niente e di nessun altro, se non solo e unicamente di Brendon.
Così lo baciò.
Lo baciò come non aveva mai baciato nessun altro, neanche Alicia. Certo, pensare a lei gli provocò una piccola fitta al cuore, ma non rimpiangeva ciò che aveva fatto e stava facendo.
Sentiva le dita di Brendon tra i suoi capelli, il suo respiro, il suo profumo e questo bastava a mandargli il cervello in stand-by e fargli dimenticare ogni cosa.
Lo baciò lentamente, sfiorandogli il viso, cercando le sue mani.
E continuarono ancora, ancora e ancora.
 
- Forse è tutto… Tutto sbagliato. Tutto questo, intendo.
Mikey aveva paura. Paura di rimanere ferito, paura di deludere tutti, paura di non essere abbastanza per lui.
Brendon non rispose, ma si avvicinò e lo baciò.
- Che importa se è sbagliato? – disse poi, sorridendo, stringendosi a lui.

 
***

 
Erano passati due anni da quel piovoso pomeriggio di settembre.
Mikey lo amava. Lo amava sempre di più.
E la sera in cui Brendon glielo aveva sussurrato piano all’orecchio, dopo la sensazione di vertigine iniziale che aveva provato, aveva capito.
Capito che era con lui e con nessun altro che avrebbe voluto passare il resto della sua vita.
Così lasciò Alicia.
Certo, l’aveva amata, ma Brendon era davvero di più.
Non si pentì di ciò che aveva fatto, mai.
 
E non smise mai di credere.

 
 
   
 
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