Capitolo I
Una ragazza fuori dal comune.

Roma,  Aprile del  1988.

Le vacanze Natalazie erano appena finite e Bailey Johnson, la studentessa diciottenne di origine canadese, si accingeva a ritornare, dopo quelle brevi festività, a scuola.
Salutò i suoi genitori, uscì di casa, passò per il giardino e iniziò ad incamminarsi sul marciapiede.
Era una ragazza piuttosto stramba.
Non era una tipa comune e lo si poteva notare innanzitutto  dal suo strano abbigliamento.
Le ragazze della sua età portavano pantaloni a vita alta, magliette scollate e attillate, fiocchi tra i capelli, braccialetti multicolori, scarpe da ginnastica o scarpe femminili colorate. Lei no.
Lei portava camice monocromatiche. Pantaloni stretti a sigaretta neri o bianchi.
Cappelli di tutti i tipi, che le mettevano in risalto i suoi capelli lunghi di color rosso fuoco e che le coprivano i suoi grandi occhi neri.
Inoltre, un altro accessorio che adorava di più erano i guanti brillantinati.
Portava sempre e solo scarpe da ballo maschili in vernice.
Già, tizia strana, ma nel suo insieme le cose che portava le donavano particolarmente, sembrano fatte su misura per lei.
Le davano una luce diversa da tutte le altre persone, le dava una luce che la faceva splendere e che solo poche persone avevano notato.
Bailey oltre ad essere fuori dal comune era buona, generosa e qualche volta andava servire alla mensa della comunità o alla mensa dei poveri.
Era anche molto brava a scuola, le materie in cui eccelleva erano ovviamente inglese e ed.fisica.
Bailey era senza dubbio una giovane piena di qualità e con un carattere decisamente dolce. Anche se quando veniva provocata, non esitava a rispondere.
Ma queste doti, questo carattere alla gente della sua scuola non interessavano.
La vedevano solamente come una stramba da tenere alla larga.
Come l’episodio della mensa del 1987.
Bailey stava per sedersi con il tavolo dei suoi compagni  e la studentessa, la Cheerleader Stecy, le disse:
“Sfigata levati dai piedi! Se vuoi fare compagnia a qualcuno, vai nel bagno, il water ti terrà compagnia!”
Questo commento fece scoppiare le risate generali dei compagni.
E Bailey replicò:”Hai perfettamente ragione, stare con water è sicuramente più interessante e parlare con una vipera come te!”
La ragazza sorrisè dolcemente e si diresse verso il bagno, con lo sguardo stupito degli studenti.
Bailey non era cattiva, semplicemente se ne fregava di loro.
Tutta la scuola la emarginava facendola rimanere sola, ma a Bailey tutto questo non importava, non odiava al sua classe, la considerava solo un insieme di persone con una mentalità ristretta e soprattutto li riteneva ignoranti.
Inoltre lì, tipicamente, le ragazze venivano suddivise in sfigate e in popolari, lei non rientrava in nessuna delle due categorie, rientrava nella classe sociale semplicemente da evitare.
Nulla di più.
La cosa che però tutti i suoi compagni non sapevano, era che lei aveva delle doti che nessuno conosceva e soprattutto non sapevano che lei avesse degli amici, amici veri che sarebbero corsi in suo aiuto sempre e comunque.
Bailey ogni singolo giorno dopo scuola si recava al teatro “Soleil”, dove svolgeva dalla tenera età di cinque anni corsi di ballo e di canto.
Il suo coreografo, Sten Liberty, amico d’infanzia del padre, americano  e  migliore  della ragazza, aveva scoperto i suoi talenti guardandola alla recita scolastica dell’asilo.
L’aveva fatta partecipare a moltissimi concorsi canori e di danza.
La piccola aveva sempre vinto premi di vario valore, coppe e medaglie.
Sten le confidava spesso che era questione di tempo prima che il suo Grande Talento, che dopo breve tempo denominerà in "GITA", sarebbe stato rivelato alla luce del sole con un grande spettacolo.
Bailey custodiva un segreto, un segreto che solo Sten, i suoi e i compagni di ballo sapevano.
Era un’abilità, un talento molto pericoloso.
So che siete molto curiosi di scoprirlo, ma lo dirò presto, ora non è il momento.
Beh, Bailey inziò le prove, inziando a ballare in modo perfetto le coreografie di un cantante noto a tutti in quegli anni, il Re del Pop, il famosissimo Michael Jackson.
Inziò a provare con i suoi amici Smooth Criminal, imitando alla perfezione i movimenti del cantante, stupendo perfino Sten.
-Ehi ehi Bailey, vacci piano, sei perfetta ma  così troppo! Abbiamo inziato solo una settimana fa a fare le prove delllo spettacolo di Michael jackson!-
Sten ridacchiò e abbracciò la ragazza.
-Ah, grazie Sten, lo sai che adoro questa canzone, e poi meglio se l’ho già imparata, così ho il tempo di perfezionare il…-
Fece il Moonwalk lì davanti a tutti concludendo con un piroetta e soffermandosi sulle  punte dei piedi per qualche secondo.
-…moonwalk!-
Scoppiò a ridere.
-Ah, lo sapevo, hai già imparato coreografia di Billie Jean! Dovevo aspettarmelo!-
Sten guardava fiero la sua ballerina.
-Oh beh, dico solo che..mh… mi piacerebbe motissimo esibirmi con LUI….-
-Uhm, secondo il mio “modesto” parere, un giorno non troppo lontano lo incontrerai!-
Bailey sorrise tristemente, dando un piccolo colpetto al suo cappello che scesce a comprile gli occhi e  sapendo però che questo sogno non si sarebbe avverato, quindi riprese a ballare con il suo cappello bianco, con tanto di nastro nero di raso nero che lo contornava.
Sten la gaurdò intenerito e le diede uan pacca sulla spalla incitandola a ballare con la compagnia.
Era  veramente fiero di suoi ballerini, soprattutto della protagonista, che riteneva il suo gioiello, la sua migliore amica.
Erano amici da un sacco di tempo, grazie all'amicizia con il padre della ragazza; inoltre era anche il e suo coreografo.
Grazie alla perfezione di Bailey, la sua compagnia teatrale era diventata famosissima in tutta Italia, e quindi decise di farle un regalo che l’avrebbe fatta felice, come ad esempio incontrare il suo idolo.