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Autore: Alaire94    23/04/2011    2 recensioni
Alcuni chiamano “vandali” chi fa ciò, chi “imbratta i muri”, ma in realtà come sarebbe la città senza quei disegni? Sarebbe spenta, come un triste film in bianco e nero.
E' dura la vita dei ragazzi di strada, nell'odio e nel sangue delle risse. Soltanto una cosa può cambiare gli esiti di una lotta fra bande rivali che dura ormai da due anni: l'amore...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte I

 

Prologo

 

Le vie sono sempre vuote a quell’ora e Jg è ben contento di percorrerle col suo passo sicuro. In fondo lui non ama la gente: spesso lo squadrano con aria di superiorità o addirittura di paura, come se dovesse aggredire chiunque gli passi a fianco.

Per questo ama le ore del primo pomeriggio, quando il sole batte prepotentemente sul suo cappellino e gli uccellini cantano nel silenzio delle strade di città.

Proprio in quel momento un uomo sulla quarantina spunta dall’angolo e cammina veloce dall’altro lato della via. E’ vestito elegante, con la giacca marrone slacciata che svolazza mentre cammina, la camicia a righe sottili e le scarpe nere e lucide. Guarda davanti a sé e, preso dalla sua vita frenetica, non nota quel ragazzo dallo sguardo freddo vestito con abiti larghi.

Jg sorride fra sé mentre gira l’angolo, immettendosi in una via stretta e sporca. Sulla parete destra vi è un immenso disegno: due occhi che guardano lontano. Le ciglia sono ben definite e le iridi piene di sfumature verdi: è un lavoro davvero ben fatto.

Si ricorda bene poche settimane prima quando coi suoi amici l’aveva disegnato. Erano poco più delle quattro del pomeriggio e il suo migliore amico aveva portato le nuove bombolette spray, appena prese dal colorificio. Gli era bastato guardarlo negli occhi mentre gliele porgeva per sapere cosa disegnare; quegli occhi verdi e così sinceri, pieni di entusiasmo, l’avevano subito ispirato e così aveva cominciato a colorare il muro, ricoprendo le macchie di sporco e dando a quel vicolo spento un’atmosfera decisamente più viva.

Alcuni chiamano “vandali” chi fa ciò, chi “imbratta i muri”, ma in realtà come sarebbe la città senza quei disegni? Sarebbe spenta, come un triste film in bianco e nero. Dovrebbero solo ringraziarci, pensa Jg continuando a camminare con le mani nelle tasche dei jeans.

Guarda davanti a sé e scorge la fine di quel vicolo stretto: sbuca in una via più larga dove qualche auto è parcheggiata lungo i bordi del marciapiede. Al di là di esso vi è invece una villetta ricoperta d’edera che Jg ricorda molto bene.

Dopo aver attraversato la strada e scavalcato la staccionata malmessa si ritrova nel giardino della villetta abbandonata. Il tetto è crollato, i vetri delle finestre sono rotti, probabilmente sfondati dai veri vandali e l’erba del giardino ormai arriva fino al ginocchio.

Jg non si fa spaventare dal quel luogo impervio: cautamente raggiunge il retro, dove dietro a una carriola arrugginita, si innalza un muro di mattoni completamente ricoperto d’edera.

Il giovane rimane impalato qualche secondo, perplesso: non c’è più ciò che si aspettava di trovarvi. Eppure subito capisce che non bisogna soffermarsi alle apparenze: ciò che cerca deve essere lì, da qualche parte, sommerso dal tempo.

Senza attendere oltre avanza fra la sterpaglia fino ad avere davanti quell’immenso muro. Strappa con forza i rametti d’edera avvinghiati ai mattoni e finalmente lo scorge: il suo primo graffito. E’ piccolo, tracciato con mano insicura e ora ormai sbiadito, ma è lì, a ricordargli il suo passato.

Qualche immagine si fa strada nella sua mente, scalzando qualsiasi altro pensiero. Vede sé stesso più piccolo, più insicuro e una luce diversa brillava nei suoi occhi…

Come per magia gli pare di tornare a due anni prima, quando tutto aveva avuto inizio…   

 

   
 
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