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Autore: bess93    23/04/2011    2 recensioni
Questa fan racconta il momento nel quale Merlino dovrà affrontare Morgana nell'episodio 2 della terza serie. Tutto sotto il punto di vista del nostro mago!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Morgana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Ciao a tutti! Rieccomi con una nuova fan! Non so come sia venuta , ma era da un bel po’ di tempo che non scrivevo più! Spero che vi piaccia! : )Mi sono ispirata al secondo episodio della terza serie, anche con alcuni dialoghi un po’ cambiati ( senza fini di lucro), nel momento in cui Merlino dovrà affrontare Morgana… Buona lettura! 
 

 
                                                                              WE CAN FIND ANOTHER WAY
 
Tornai nel castello, eseguendo quello che Artù mi aveva chiesto. Ero ancora troppo confuso per quello che stava succedendo. Tante cose. Troppo in fretta.
Ero deciso comunque che dovevo fare qualcosa, e alla svelta perché non sapevo, non ero certo che Camelot avrebbe retto un attacco su due fronti, per quanto fosse ben protetta. Gli uomini di Cenred avanzavano senza tregua, ma sapevo che Artù con i cavalieri di Camelot, avrebbe fatto il possibile per non farli oltrepassare la cittadella. Il mio compito, invece, era quello di fermare Morgana. Strinsi gli occhi al solo pensiero che la dolce e forte lady che avevo conosciuto 3 anni prima, era sparita, dileguata in un involucro vuoto pieno di rancore e solitudine, alimentato dall’ odio. Verso Uther, verso tutti.
Certamente, pensai, se nel profondo di Morgana c’era dell’astio e dell’amarezza, non sarebbe riuscita da sola a farli venire fuori. Sicuramente la perfidia di Morgouse l’aveva cambiata radicalmente. Le aveva fatto il lavaggio del cervello.
Raggiunsi, finalmente, delle stanze che erano state trasformate temporaneamente in infermeria, per i feriti. Presi da parte Gaius – Dovete isolare l’ospedale – dissi – il castello è sotto attacco dall’interno – il medico mi fissò, confuso – Ma di cosa stai parlando? – trassi un profondo respiro, guardandomi intorno per assicurarmi che nessun’altro mi sentisse – Morgana. Ha evocato, non so come, un esercito di non-morti. Scheletri. Sono ovunque. – Mi voltai per andarmene – Dove stai andando adesso? – guardai Gaius dritto negli occhi – A tentare di fermarla. –
Non avevo mai percorso la strada verso le cripte del castello, ma sapevo che non mi sarei perso: c’era qualche cosa che mi guidava, una sorta di forza invisibile che mi trascinava giù, sempre più in basso. Percepivo la magia di Morgana nell’aria, e qualcosa di più potente che la emanava. Un brivido mi passò lungo la schiena. Avevo timore di quello che stava facendo Morgana, avevo paura nel fronteggiarla senza farle del male. Accelerai ugualmente il passo. Arrivai ad una grata. Era aperta. Spinsi piano la porta, e un lugubre cigolio mi accolse verso un lungo cunicolo basso e senza luce – Forben– sussurrai e fra le mie mani si materializzò una fiammella calda e accogliente. Non mi bruciava: mi fidavo di lei.
Sospirai – Va bene Merlino. Ora o mai più. –
Più scendevo nelle viscere del castello, più gli echi della battaglia sopra, fra Camelot e l’ esercito di re Cenred si fecero ovattati. Svoltai a destra e mi ritrovai in un’ampia sala: ecco le cripte.
Un posto da brivido.
Pieno di ragnatele, che ricoprivano chissà da quanto tempo, statue in frantumi e tombe di pietra scoperchiate. Ecco scoperchiate. Si, perché quello che doveva esserci dentro,in quel momento non c’era.
Mi voltai, e vidi al centro della scena Morgana, che sorrideva soddisfatta. Quando mi vide, disse – Dovresti andartene adesso, finché sei in tempo – con un po’ di ironia maligna nella voce.

  • Morgana, per favore. Vi supplico… - le dissi, quasi implorando. Una lieve scossa fece cadere dei pezzi dal soffitto. La situazione di sopra stava peggiorando. Mi scostai, girandole attorno sempre tenendomi a debita distanza. Non avevo notato che al suo fianco era piantato nel pavimento, un lungo bastone. Era stretto e nodoso, e alla sua sommità dei rami si aprivano a coppa, come se fossero una scheletrica mano. Al centro, brillava una sfera di luce. Ma certo. Come avevo potuto non pensarci? Un bastone magico aiutava i suoi poteri per la riuscita dell’incantesimo.
Mi rivolsi di nuovo a lei – Stanno morendo donne e bambini. La città cadrà! –
  • Bene! – mi rispose.
No…non poteva pensare realmente questo. Non lei!
  • Non dite sul serio – dissi, scuotendo la testa in segno di diniego. Non volevo crederci…
  • Ho poteri magici Merlino – esclamò- Uther odia me e tutti quelli come me. Perché io dovrei provare qualcosa di diverso per lui?-
  • Voi, fra tutti, potreste cambiare la mente di Uther. Ma usando la magia in questo modo, potreste solo indurire il suo cuore!-
  • Tu non possiedi poteri magici, Merlino!- mi attaccò – Come puoi sperare solo di capire? –
Questo era troppo…
  • So cosa significa, credetemi! –
Ahi…ma perché non sapevo frenare la lingua ogni tanto?
Morgana mi guardò perplessa, con un’espressione interrogativa impressa sul volto. Cercai di riparare, prima che incominciasse a farmi domande – Se avessi i vostri doni, li utilizzerei a fin di bene – cercai di essere convincente – E’ per questo che esiste la magia, è per questo che siete nata con questi poteri! – dissi, sforzandomi di farla ragionare. Ma lei mi rispose con rabbia, quella rabbia e solitudine che aveva trattenuto per anni, e che finalmente aveva trovato qualcuno in cui sfogarsi – Tu non sai cosa vuol dire essere come un estraneo! Avere vergogna della propria natura, dover nascondere ogni giorno chi sei, essere nell’ombra e dover continuare a fingere!
Pensi che meriti di essere giustiziata per quello che sono?- mi disse, sputandomi in faccia quelle ultime frasi, piene di dolore. La capivo. Avevo vissuto per anni la stessa esperienza. Essere considerato un mostro dalla gente ed essere guardato male. Vedere la paura e il dubbio nei loro occhi…non era una bella esperienza. Ma non potevo lasciare andare tutto per quella via…

  • No. Non deve andare così. Possiamo trovare un’altra strada, insieme…- fu inutile. Morgana scosse la testa, quasi rassegnata – Non c’è un’altra strada. – Sostenemmo il nostro sguardo per un attimo: i miei occhi inchiodati in quelli di lei.
Lei è l’oscurità contrapposta alla tua luce. L’odio contro il tuo amore…”
Compresi solo in quel momento, pienamente, le parole del Grande Drago. Sapevo cosa fare. Indietreggiai di qualche passo, annuendo. Dovevo distoglierla. Se riuscivo ad arrivare al bastone, avrei spezzato l’incantesimo. Ma lei fu più veloce di me. Prese una spada e la puntò contro il mio petto – Che cosa vorreste fare?Uccidermi? – Morgana avanzò ancor di più verso di me – Perché? Non dovrei?Tu stavi per farlo con me…- la affrontai – Se avete intenzione di farlo, fatelo in fretta.-
Si avventò contro di me, urlando, ed io raccolsi una spada che c’era a terra. Duellammo. Più o meno. Lei era indubbiamente più brava di me con la spada. Era cresciuta con Artù, io invece avevo poca dimestichezza con le armi. Insomma,ero cresciuto in un piccolo villaggio!
Non avrei mai immaginato di arrivare a quel punto. Di combattere contro Morgana. Ancora due colpi e lei mi disarcionò la spada dalla mano. Guardai a destra. Dovevo assolutamente arrivare ala bastone. Mi gettai di colpo dietro ad un sarcofago e sussurrai – Feudubrant!– e metà soffitto crollò su Morgana . Mi precipitai verso la fonte dell’incantesimo e con la spada tagliai in due il bastone che smise immediatamente di fare luce.
Corsi via, il più fretta possibile e con il cuore in pena. Lasciando Morgana sotto le macerie. 

  
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