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Autore: Linny    05/02/2006    0 recensioni
Antefatto de "Lo Specchio Dell'Anima"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Capitolo 8

Sbatté la porta con tutta la forza che possedeva in corpo, per colpa di Yoko chiunque fosse stato lì ad osservali era fuggito, perché non le aveva permesso di andare a controllare quando era ancora in tempo? Non riusciva a darsi una risposta, ma non aveva nemmeno la minima intenzione di chiederlo direttamente al demone, non voleva rischiare la vita inutilmente.

Dopo essersi lavata velocemente indossò una lunga vestaglia bianca, inspirò profondamente, sapeva di rose fresche, ciò le fu sufficiente per ridarle un attimo di serenità, si gettò sul soffice letto e chiuse gli occhi.

Si svegliò nei primi del pomeriggio e sentendo il suo stomaco brontolare stabilì di scendere nelle cucine per vedere se era avanzato qualcosa del pranzo. Procedendo senza fare nessun rumore come se fosse un ladro si avvicinò alla porta che conduceva nelle cucine, un profumino la convinse ad entrare, non c’era nessuno. Sorrise e si avvicinò ad un piatto ancora integro, immaginò che fosse quello destinato a lei, afferrò la forchetta e la pietanza e seduta a terra iniziò a gustare il suo pranzo.

Due colpi di tosse la fecero balzare in piedi come un ladro beccato con le mani nel sacco. Sfoggiò il suo sorriso più dolce, così smielato da far venire la nausea. Ma sapeva che con lui quei trucchetti non funzionavano, peccato ma almeno ci aveva provato.

-Che ci fai qui?- chiese poco amichevole

-Non lo vedi forse?- si pentì subito di aver usato quel tono –Avevo fame così…-

-Avresti dovuto mangiare quando era il momento. Adesso posa quel piatto è l’ora del tuo allenamento-

Senza molta voglia ubbidì all’ordine, e si avvicinò al demone fermandosi a pochi passi da lui, sentì il suo sguardo su di lei, rabbrividì.

-Vado a cambiarmi ed arrivo- mormorò prima di passargli accanto

-Come vuoi- disse lui indifferente

Mentre la ragazza usciva Yoko la osservò attentamente per poi dirigersi all’aperto. In breve tempo fu raggiunto da Yumi, la quale stava finendo di masticare un boccone di pane. Ma quando l’aveva preso? Non se ne era accorto, forse più che una guerriera quella ragazzina poteva diventare un’ottima ladra.

-Non è bastato l’allenamento di stamani? Cosa devo fare ora?-

-Sconfiggermi-

-Cosa?- la domanda le uscì con una sfumatura di incredulità

-Hai capito benissimo quindi iniziamo-

Non era la prima volta in cui doveva scontrarsi contro di lui, ma sentiva che questa volta sarebbe stato diverso, che sarebbe stato un test come quello della mattina e che dove vincere. Forse su quel punto sperava troppo ma sapeva che avrebbe tentato in tutti i modi di mostrare la sua determinazione.

Ogni suo pugno era abilmente evitato senza il minimo sforzo, possibile che fosse così prevedibile? “Devo trovare il modo di sorprenderlo” si disse mentre con un balzo schivò un colpo e si bloccò. Perché Yoko si era improvvisamente fermato? Si stava forse prendendo gioco di lei? Non era da escludere, non era di certo la prima volta cha capitava.

Prese uno slancio per colpire il demone, ma sul suo viso si dipinse un’espressione di puro terrore, infatti gli occhi ambrati del kitsune erano divenuti gelidi, attorno a lei era come se vi fosse una distesa di neve, solo il bruciore che provò inaspettatamente la riportò alla realtà. Un gridolino di dolore uscì dalle sue labbra, distesa a terra non riusciva a comprendere come potesse riuscire a respirare, lentamente provò ad alzarsi, ma il peso del piede del demone argentato sul suo ventre era opprimente, ecco come si era sentito il soldato che aveva ucciso durante la mattinata.

-Se disubbidirai a un mio ordine nulla potrà più salvarti-

Quelle parole pronunciate con autorevolezza le tolsero ogni voglia di controbattere. Anche se non aveva più nulla che la bloccava a terra non osava alzarsi, una leggera brezza le fece aprire lentamente gli occhi.

«Ti proteggerò io» sussurrò il vento

-Non è vero- mormorò debolmente osservando i polsi, non vi erano più i bracciali, nemmeno le ferite, quelle si erano rimarginate in fretta –Non mi hai protetta da lui-

«Mi dispiace»

-Non è così, non mentirmi- urlò contro il vento

Si sollevò faticosamente da terra, un capogiro la costrinse nuovamente al suolo, rimase inginocchiata per qualche istante premendo la mano contro la ferita fresca, “Stavolta si è proprio arrabbiato” un sorriso amaro accompagnò il pensiero.

   
 
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