“Xena, ti amo.”

Erano queste le parole che rimbombavano nella testa della guerriera, sdraiata a terra a guardare il cielo stellato. Quella frase l'aveva lasciata spiazzata. Certo, in molti le avevano già detto così, ma quella volta era stata Olimpia, la sua migliore amica e compagna d'avventura, la bellissima e dolcissima ragazza di cui si era innamorata perdutamente.

Quel pomeriggio, quando Xena le si era avvicinata, lei l'aveva abbracciata in lacrime, rivelandole il suo amore. La donna, in un primo momento, era rimasta sgomenta con gli occhi sgranati a guardare la bionda che la serrava con le braccia, poi aveva ricambiato l'abbraccio poggiando il mento sulla sua testa. Non capiva il perché di quell'improvvisa esplosione, ma non le interessava in quel momento: era troppo felice; sperava solo che fosse vero. Aveva un fatto respiro profondo, poi aveva allontanato Olimpia prendendole le spalle, per poterla guardare negli occhi.

«Che...?» Era l'unica cosa che era riuscita a dire.

«È da così tanto tempo che… che ci sto pensando e… e vederti rischiare la vita ogni giorno… Io…» Aveva risposto la ragazza, tra un singhiozzo e l'altro, poi si era ributtata su Xena.

Quella notte la mora non riuscì a dormire, continuava a fissare la sua giovane compagna che giaceva accanto a lei, profondamente addormentata, serena, bellissima. Le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla, guardandola sorridente. Il suo sguardo si posò sulle labbra socchiuse di Olimpia e la sua memoria tornò a poche ore prima, quando l'aveva baciata a lungo e appassionatamente. Dopo che la bionda si era calmata, infatti, Xena si era chinata sul suo viso, poggiando le sue labbra su quelle di lei, non riuscendo ad esprimersi in altra maniera.

Era stato magnifico sentire il contatto con la dolce bocca così a lungo bramata, lo sfiorarsi delle lingue, l'uniformarsi dei respiri. Quando era finito il bacio le due donne erano rimaste a guardarsi negli occhi, rapite.

Xena si svegliò aprendo di colpo gli occhi azzurro cristallino.

«Cosa...» si voltò verso la ragazza che le carezzava la testa pacificamente. Lei sorrise e le diede un bacio sulla fronte, in risposta. Olimpia era chiaramente più felice da quando si era rivelata a colei che amava.

Xena le sorrise di rimando e si alzò a sedere, senza staccare gli occhi dalla sua amica.

«Ti amo anch'io.» le disse. Lei la guardò interrogativa: dopotutto Xena le aveva già dimostrato il suo amore con il bacio del giorno prima. «Ieri non ti ho risposto. Beh, ti amo anch'io.»

Olimpia le si lanciò addosso, radiosa, abbracciandola con tutta la forza che aveva nelle braccia e facendola cadere all'indietro. Si ritrovarono una sull'altra e Xena cinse i fianchi di Olimpia con le braccia, attirandola a sé con un ghigno malizioso. Le baciò il collo, allegra, facendole il solletico. Lei rise divertita, cercando di rispondere al solletico, ma senza successo, quindi si limitò a rotolare su un fianco cercando di sfuggire alla presa di Xena, che però le finì addosso inchiodandola a terra. La guerriera alzò un sopracciglio, con il suo tipico mezzo sorriso stampato in faccia.

«Sei in trappola. Dovresti fa...» Venne zittita da un bacio e si lasciò spingere via senza lamentarsi.

«Dicevi?» le chiese divertita Olimpia abbracciandola. Lei ridacchiò, stringendo a sé la ragazza.

«Niente.»

«Esatto.» Soddisfatta, appoggiò la testa sulla spalla dell'amica e assieme si godettero quella splendida giornata.