Ombre
Sento il rumore delle onde, le gocce del mare impetuoso e freddo della scogliera a nord di Midgar arrivano a bagnarmi, mi svegliano.
La marea è salita.
Apro gli occhi e mi ritrovo a sentire dolore. Un dolore acuto al fianco.
Appoggio la mia mano e quando riesco a mettere a fuoco noto il rosso che l’ha colorata: sangue.
Alzo gli occhi a guardare quello che ho intorno, non c’è dubbio: sono dove dovrei essere. Allora perché lo scenario che ho intorno non mi è familiare?
Mi alzo in piedi e subito ricado, le mie gambe non possono sorreggermi. Stringo i denti e striscio fino al corpo più vicino.
Un soldato.
Perché è morto?
Perché il suo viso mi è familiare?
Zack
Un nome e un’ombra nebulosa.
Sephiroth
È stato lui a fare questo?
Il mio eroe di sempre.
Il mio idolo ormai perso. Il mio amico.
“È da molto che non torni qui?”
Nibelheim.
“Vai a trovare i tuoi parenti.”
Amici. Siamo amici. Vedo in lui una grande forza, lui ce l’ha fatta.
Zack, io ti ho sempre ammirato.
Occhi vuoti, occhi da Soldato. Occhi che conosco.
Sei riuscito dove io ho fallito.
...io non ho fallito. Io sono un soldato.
Per questo quando lo specchio della spada riflette quegli occhi, capisco che in realtà Zack non è mai morto, che Zack è stato un parto della mia fantasia, un amico immaginario per il solitario Cloud.
Chi è questo ragazzo?
“Lui è un tuo amico.”
Non ho amici.
Ho cancellato il ricordo del mio amico dalla memoria e soltanto adesso che sono costretto a combattere con me stesso capisco che in realtà ho preso il suo posto perché odio me stesso.
Ho scelto di essere lui perché essere me fa schifo.
Ho scelto di vivere come Cloud e di prendere in prestito la gloria di Zack.
Cosa sono?
Un ladro, un pazzo. Un parassita.