Happy Easter my
pirates! <3 Questo è il mio personale
ovetto di Pasqua con sorpresa per voi. Vi amo quanto Max ama noi, yay!
^_^
Ambientata oggi
dopo
l’ultima puntata.
Doveva mantenere
la
sua invidiabile linea a qualsiasi costo, anche sacrificando i piaceri
culinari
a cui era più attaccato.
I suoi occhi
azzurri
sgranarono sorpresi quando, dopo aver
sentito suonare il campanello, spalancò la
porta e vide solamente
appoggiato per terra un bellissimo uovo di Pasqua, di dimensioni
abbastanza
grandi.
Era
perfettamente impacchettato in una carta trasparente e la coccarda
rossa che lo
racchiudeva faceva un adorabile pendant con il cuore di glassa
disegnato sulla
sua superficie deliziosa. Era una cosa semplicemente incantevole a
vedersi.
Però
non la
accompagnava nessun biglietto. Niente di niente.
Mentre lo
appoggiava sul tavolo della cucina, Kurt pensò
immediatamente che Blaine avesse
voluto fargli una sorpresa misteriosa ed era già con
l’I-phone in mano pronto a
ringraziarlo quando una strana sensazione gli prese lo stomaco.
E
se non fosse stato lui?-
pensò il ragazzo, dubbioso.
Per fugare
ogni sospetto e ottenere l’agognata certezza di quanto fosse
fortunato ad avere
un fidanzato come Blaine che lo riempiva di attenzioni così
tenere, scelse di
aprire l’uovo per vedere se vi fosse occultato qualche
indizio, magari al suo
interno.
Lo
scartò con
molta attenzione e rimase affascinato da quanto quell’uovo
fosse esteticamente
splendido. Quanto gli sarebbe dispiaciuto romperlo…
Con la sua
piccola mano fece una mossa straordinariamente decisa e precisa,
spaccando la
crosta esterna del cioccolato esattamente a metà.
Kurt si
stupì
di quanto il suo istinto fosse ben affinato quando vide spuntare dal
marrone
dell’uovo il bianco di una lettera, avvolta con cura in una
bustina di plastica.
L’
interesse
del soprano era ai massimi storici ormai, mentre afferrava la missiva
con le
dita tremanti dalla voglia di conoscere il suo contenuto.
Non appena
capì chi era il mittente, ci fu un lampo di choc che
illuminò il turchese delle
sue iridi.
Hummel,
non sapevo in che
altro modo
contattarti e allora, vista la giornata, ho pensato a questa maniera.
Ho fatto
leva sulla tua curiosità e, sinceramente, spero di aver
fatto centro.
L’ultima
volta che ci siamo incrociati
a scuola è stato orribile per me e credo anche per te.
Voglio solo
chiederti scusa.
Ti chiedo scusa
per averti
terrorizzato ogni giorno per così tanto tempo, scusa per
averti fatto del male
fisico sbattendoti sugli armadietti, scusa per quella idiota minaccia
di morte
a cui hai dato credito (credimi, preferirei tagliarmi un braccio
piuttosto che farti
una cosa del genere), scusa per averti preso gli sposi, scusa per
averti fatto
scappare via.
Scusa per averti
fatto sentire
sbagliato, fuori posto, sporco e ignobile.
Scusa per averti
fatto provare tutto
ciò che in realtà sentivo io.
Quello impaurito ero e continuo ad essere io, ma ci sto lavorando su.
Ti
ripeterò le mie scuse anche di
persona se mai dovessimo rivederci o tu prendessi mai la decisione di
tornare
al McKinley. Ti prometto che sarei civile stavolta, anche se ci fosse
quel
cagnolino da passeggio al tuo fianco e questo tentasse di nuovo di
mettermi le
mani addosso.
Cercherò
di fare qualsiasi cosa purché
tu non abbia più timore di me. Non voglio più
vedere quello sguardo nei tuoi
occhi quando mi incontri, quel misto tra paura folle e disgusto.
Tutto
ciò che ti ho fatto, l’ho fatto
perché ero e sono ancora un ragazzino spaventato. Avevi
ragione.
Ma
c’è solo una cosa di cui non posso
scusarmi, perché non me ne pento.
Il bacio.
Perché
quello è stato il momento
migliore e il momento peggiore della mia intera vita.
Lì ho
capito la verità e, anche se ho
cercato di fuggire, la sto affrontando adesso. O almeno ci sto
provando. Con
molta fatica, tra mille difficoltà, a volte negandola, a
volte ammettendola.
Ma sto tentando,
anche se l’ultima volta
ho fatto schifo e mi sono uscite frasi offensive;
penso che sia questa la cosa più importante.
Il fatto che io adesso abbia capito.
Mi dispiace
così tanto di averti
mostrato a quel modo me stesso… se potessi tornare indietro,
non farei le
migliaia di stronzate che ho fatto con te.
Spero che tu
adesso mi capisca un
pochino di più.
Scusami ancora.
Per tutto.
D.K.
Ps: dato che so
che tu sei ateo, credo
di non apparirti assolutamente blasfemo se oso paragonare la mia
risurrezione o
il mio tentativo di risurrezione fatto oggi con queste mie parole alla
giornata
che proprio oggi si festeggia. Sai, è Pasqua…
ecco perché ti ho lasciato l’uovo
fuori casa.
Kurt rilesse
la lettera più e più volte.
Sconvolto al
primo impatto, poi sempre più intenerito.
Aveva
giudicato male Karofsky. L’ultima volta che si erano
imbattuti al suo ex liceo…
era stato veramente orrendo,
l’aggettivo adatto era decisamente quello.
Però
quel
ragazzone era riuscito a fare dei passi avanti, anche se incerti, ed
era sicuro
dentro di sé che, se si fossero rivisti, lui gli avrebbe di
nuovo espresso il
suo dispiacere per ciò che gli aveva fatto vivere.
Credeva al
suo pentimento, nonostante tutto ciò che gli aveva causato. Percepiva la
sincerità emergere dalla
scrittura disordinata di David e dall’agitazione con cui ogni
singola parola sembrava
esser stata scritta sul foglio.
Kurt prese
allora una decisione.
Salì
le scale
e si diresse in camera di Finn. Quel dormiglione
riposava così profondamente che sarebbe
potuta entrare una fanfara in casa e non se ne sarebbe minimamente
accorto.
Afferrò
il
suo cellulare appoggiato sul comodino e cercò nella rubrica
il numero che gli
interessava.
***
Dave Karofsky
era sdraiato sul letto, fissando il soffitto con sguardo vuoto e perso.
Mille domande
gli stavano ronzando in testa.
Aveva fatto
bene a preparare l’uovo e a metterci dentro quel maledetto
pezzo di carta? O
aveva fatto solo l’ultima, immensa cazzata con Hummel?
Lui avrebbe
letto le sue parole? Avrebbe capito il loro significato? Avrebbe
accettato le
sue scuse? O lo avrebbe evitato a vita da quel momento in poi?
Forse aveva
distrutto tutto con il suo gesto, annullato le sue già
risicate chances…
L’incertezza
di non sapere cosa stesse succedendo lo stava sgretolando, non ce la
faceva più
a no-.
Nel silenzio
della sua camera improvvisamente risuonò la suoneria del suo
telefonino.
Lo
agguantò con
un balzo e vide che aveva un nuovo messaggio in arrivo.
Utente
sconosciuto.
Grazie mille per
l’uovo, anche se oggi
per me è semplicemente una domenica come le altre. Adoro la
cioccolata al
latte, pur mangiandola molto raramente. Ma grazie ancora di
più per la tua
lettera. Accetto le tue scuse. Potrai farmele occhi dentro occhi di
ritorno
dalle vacanze. Credo che ci vedremo molto presto in giro per gli stessi
corridoi ;) K.H.
Col cuore che
gli stava scoppiando dalla gioia, David sorrise finalmente.
Un
sorriso
che sapeva di rinascita.