Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: GiulyHLouder    24/04/2011    1 recensioni
Salve, sono Lucia, ho 15 anni, vivo nei pressi di Roma. L’unico mio interesse sono i Tokio Hotel , ed è per loro che sono diretta da uno strizza cervelli. Tre settimane fa scappai di casa, presi i soldi per il treno, e scappai a Roma per il loro concerto; era già tutto programmato da mesi e mesi. Fu una serata Indimenticabile: io, loro e la musica, indimenticabile lo è stato anche il rientro a casa: Dio solo sa, quante botte ho preso.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Accendo l’ipod, infilo le cuffiette.  Mia madre continua a parlare e parlare: puf, ma chi l’ascolta più a quella.
Ebbene si, sono una macchina, diretta da uno psicologo; non dico che cio che ho fatto sia una stronzata, anzi ben altro, ma non capisco cosa possa fare uno psicologo.
Salve, sono Lucia, ho 15 anni, vivo nei pressi di Roma. L’unico mio interesse sono i Tokio Hotel , ed è per loro che sono diretta da uno strizza cervelli. Tre settimane fa scappai di casa, presi i soldi per il treno, e scappai a Roma per il loro concerto; era già tutto programmato da mesi e mesi. Fu una serata Indimenticabile: io, loro e la musica, indimenticabile lo è stato anche il rientro a casa: Dio solo sa, quante botte ho preso.
E ora bè mia madre crede che mandarmi da uno psicologo possa moderare questa “Fobia” o farla sparire del tutto, ma se ero in lei, mi spedivo direttamente in riformatorio, ma meglio così.
Mio padre? Mio padre è morto 10 anni fa, ora mia mamma lo ha rimpiazzato con uno stronzo. Gli do del ‘TU’  solo da quando si sono sposati, e mi RIFIUTO di chiamarlo padre; ovviamente lui, su questa faccenda non ha messo bocca, ci mancherebbe.
 
L’auto si ferma, apro la portiera e scendo. tolgo una cuffia dall’orecchio sinistro, l’altra la lascio appiccicata all’orecchio.
< Sempre co sto coso nelle orecchie! > mi rimprovera mia madre, io alzo gli occhi al cielo.
 
Davanti a noi , c’è un palazzo, dentro il tipo con cui avrei dovuto parlare per ore ed ore; Solo il pensiero ,mi viene da cagare.
 
Entriamo tutti e tre nel cancello già aperto e ci dirigiamo verso il portone dello studio; come se ti portassero al patibolo, stessa sensazione .
Mia madre suona il campanello, una signora in giacca e gonna ci apre < Avevamo un appuntamento con lo psicologo >
Capitan ovvio, non muore mai…
< Em, voleva dire La psicologa > accenna un sorriso < Vi conduco subito da lei, prego seguitemi > entriamo in una porta bianca, la signorina bussa < Dottoressa sono arrivati i signori delle 16.00> annuncia la segretaria. < Prego, entrate> ci coglie una signore, sulla 40tina presuppongo < accomodatevi > mi siedo e dondolo un po’ con la sedia, e faccio rimanere in piedi mia madre, occupando la sedia accanto con la mia borsa.
Mi disse con un sorrido
 < eh si.. > Rispondo.
< Piacere, sono la dottoressa Rossi > la dottoressa tende la mano a mia madre e.. a quell’altro , loro ricambiano e la stringono.

Annuncia mia madre, gli faccio ciao con la mano e se ne vanno.
< Allora Lucia, prima di iniziare ti dico che tutto ciò che tu mi dirai , io ho il diritto e il dovere di non farlo uscire da questa stanza, a i tuoi genitori non dirò una sola parola , di quello che mi dirai, stai tranquilla>
Gli sorrido.
< Bene, puoi sdraiarti sul lettino o rimanere seduta qui , come tu senti più a tuo agio >
< No grazie, resto qui seduta a dondolarmi >
< Perfetto allora… iniziamo con il dire, secondo te, per quale motivo i tuoi genitori ti hanno mandato qui>
< In ansi tutto, solo mia madre è la mia genitrice, l’altro essere è solo il mio patrigno, e poi bhè tre settimane e due giorni fa, sono scappata di casa per andare al concerto dei Tokio Hotel qui, a Roma. Ho rubato solo i soldi del biglietto del treno per Roma, il biglietto del concerto me lo sono pagata da sola…>
< Hai rimpianti? > mi chiede decisa
< No, assolutamente> Risposi altrettanto decisa. < E’ stata una delle serate più belle della mia vita, se non la Più bella> gli sorrido.
< incominciamo dall’apice , come è nata questa passione per i Tokio Hotel? >
< Bè ecco, risale tutto a quattro a 5 anni fa, mio Padre morì, un tumore se lo portò via, avevo solo 10 anni… Rimasi sconvolta. Lui non era solo mio padre, lui era il mio migliore amico, e lo è tutt’ora anche se indirettamente. Poco dopo, circa 4 anni e mezzo fa,  scoprii loro, Tramite mia cugina, che vive a Parigi. Lì erano già molto famosi. Non so cosa di preciso mi fece innamorare di loro: forse la stravaganza, forse la musica, forse  l’età vicina alla mia.. Bho! Fatto sta che ogni volta che li ascoltavo mi dimenticavo di tutto, mi facevano stare bene. Alcune canzoni, mi ricordano tanto mio padre; e molte di queste le dedico a lui, dopo la morte di mio padre , solo l’unica cosa che mi fanno tirare avanti >
La dottoressa segue attenta , io assumo uno sguardo triste, lo faccio ogni volta , quando parlo di mio padre.
< e , a scuola, come ti trovi, gli altri come reagiscono a questa tua fissazione? > chiede
< a Scuola? C’è gente a cui faccio pena ‘ povera Lucia, da quanto suo papà se ne andato lei è così chiusa sempre con quei Tokio Hotel… ‘ Altri mi credono stupida, che mi prende per il culo  ‘ ma come cazzo si fa ad ascoltare una band di merda come quella e sentirsi meglio, io vomiterei’ Più o meno sono queste le reazioni che hanno tutti.>
< Ah quindi tu al di fuori delle fan dei Tokio Hotel non hai amici?>
< Si, c’è no.. non so definire amici quelli che conosco..>
< E nel così detto ‘Fandom’ ? >
< Lì si, prima della scappata al concerto… mia madre mi ha negato di vederle, ma ogni tanto mi vengono a trovarle a trovare sotto scuola >
< Certo, capisco >
 
La segretaria interrompe la seduta e dice che i miei genitori sono arrivati , e sono già le 17.00.
Saluto la dottoressa e me ne vado.
Bhè, non è andata male, pensavo peggio.
  
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