SWAG

Ancora una volta nel backstage. Quella ormai era diventata la mia vita. Una fila infinita di ragazze stanche che aspettavano che quella porta si aprisse. Ma io passai avanti, scavalcandole. Non era quella la stanza che cercavo. Rividi gli stessi volti, quelli che ormai erano di amici, quelli che ormai mi conoscevano.
«Ciao Matt»
«Ciao May»
«Grande festa per Jack, stasera»
Rise. Anche io gli sorrisi. E allo stesso tempo mi lesse negli occhi la domanda che stavo per fargli.
«Gira a destra al prossimo angolo. È la prima porta a sinistra»
«Grazie Flyzik»
E lo lasciai lì, nel corridoio, ad osservare la lunga fila di ragazze che volevano solo entrare in quella stanza.
Arrivai alla mia porta ed entrai senza bussare. Un ragazzo in boxer teneva in mano una bottiglia di champagne. Mi mostrò un enorme sorriso quando mi vide.
«Ciao…» mi disse con quel suo tono calmo che mi metteva tranquillità. Mi venne incontro, chiuse a chiave la porta, mi fece togliere la giacca e, accompagnandomi con le sue forti mani intorno alla vita, mi fece distendere sul letto con lui. Ormai eravamo abituati, i nostri corpi si muovevano da soli. Le sue mani calde salirono lentamente sulla mia schiena, passando sotto al vestito che poco dopo mi sfilò. La passione aveva preso il controllo, sopprimendo la razionalità che in passato, prima di conoscere lui, era stata la mia migliore – o peggiore – caratteristica.
Quello che una volta era iniziato come un gioco, ora era diventato qualcosa di più grande e travolgente, di cui non potevamo fare a meno. Non sapevo se potevo ancora definirmi quella che ero sicura essere cinque mesi prima. Groupie.
 I nostri respiri si facevano più veloci, lui era sopra di me. Io mi ripetevo le canzoni del suo gruppo, me le cantavo mentalmente, e seguivo il ritmo. Mi facevo guidare dalla musica e dal ragazzo che mi baciava il collo. Brividi. Ogni volta con lui sembrava la prima.
I nostri corpi sudati continuavano a muoversi in sincronia, mi aggrappavo alle sue spalle, gli accarezzavo i capelli morbidi sempre perfetti. Riuscivo a viaggiare con l’immaginazione mentre le sue labbra si poggiavano delicatamente sulla mia pelle, mentre mi sussurrava qualcosa nell’orecchio, mentre mi faceva sentire amata, accettata. Il suo profumo mi inebriava, era odore di uomo, era odore di vita. Cercavo ancora le sue labbra e la sua lingua, che lasciavo intrecciarsi con la mia. Lo sentivo dentro di me. Fisicamente, emotivamente. Mi possedeva. Ero sua, lo ero sempre stata
Mi rivestii lentamente. Un’altra serata era passata. Alex era ancora disteso sul letto e mi guardava, sorseggiando un altro po’ di champagne. Gli sorrisi ancora una volta e uscii dalla stanza. Ripercorsi quel corridoio, salutai Matt con un sorriso, passai attraverso ad altre ragazze che aspettavano il loro turno con Jack. Continuavo per la mia strada, sapendo che il giorno dopo sarei stata in un’altra piccola stanza con Alex, da qualche altra parte in giro per l’America.