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Autore: DeepBlueMirror    25/04/2011    6 recensioni
Una raccolta di oneshot (tendente alla long nei capitoli successivi) dedicate ad alcuni personaggi della Wammy's house che ben conosciamo. Iniziamo con... Mello. Leggerissimo OOC dovuto a personaggi non approfonditi nel manga (Linda e Matt)e per lo sviluppo delle relazioni nel gruppo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Linda, Matt, Mello, Near
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Linda'
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-Vediamo se ho capito.

Giocherellando col ghiaccio del mio bicchiere di sangria, tento di mettere ordine nel lungo racconto di Matt:-Dunque... Questo Kira sta commettendo omicidi di massa in ogni parte del mondo per dare inizio al suo regno di "giustizia", corretto?

-Corretto- replica Matt accendendo una sigaretta con un unico gesto fluido che osservo affascinata; non gli sfugge il mio sguardo incantato, ma prosegue, fermandosi solo un istante per regalarmi un'occhiata divertita e godersi il mio momentaneo rossore. -Io e Mello gli stiamo dando la caccia.

-Near?

-Anche lui, ma lavoriamo in squadre separate... O almeno così dovrebbe essere.

-In che senso?- domando perplessa, terminando la mia bevanda con trepidazione: il desiderio di sapere mi sta tormentando da giorni e ora che Matt è riuscito a staccare dal lavoro per qualche ora voglio tentare di carpirgli qualche informazione. Sono conscia del fatto che l'uomo seduto nel mio soggiorno assolato è molto più scaltro di quanto la sua apparenza rilassata e sognante non lasci intendere: se ha intenzione di nascondermi qualcosa lo farà, non importa quali sentimenti ci legano l'uno all'altra.

-Beh, diciamo che abbiamo dei contatti con il team di Near... E penso che al Genio delle Nevi non manchino informazioni sulle nostre mosse.

-Dei miei ritratti cosa pensi, invece? A chi e per quale proposito potrebbero servire?

Un estraneo potrebbe pensare che Matt sia rimasto assolutamente immobile e impassibile, ma io sono una ritrattista, sono abituata a cogliere ogni dettaglio... E non mi è sfuggito il lieve irrigidimento del suo braccio destro, nè la leggera increspatura delle sue labbra.

Tantomeno lo sguardo duro con cui sta perforando il pavimento.

-Questo è un dettaglio che è meglio tu non conosca- scandisce attentamente, schiacciando il mozzicone ardente nel posacenere posto sul tavolo. Una leggera irritazione pervade la mia mente, mentre tento di dissimulare il mio stato d'animo:-Come preferisci.

Un silenzio plumbeo aleggia sopra di noi, ognuno perso nelle proprie riflessioni; lo osservo di sottecchi, mentre è chino sul suo bicchiere vuoto, intento a osservarne il fondo, dove il ghiaccio si sta sciogliendo lentamente.

La mia rabbia aumenta col passare dei secondi: non hai nulla da dirmi, Matt?

Possibile?

Mi devi delle spiegazioni che ancora non mi hai dato: avevi promesso di spiegarmi il perchè del tuo comportamento scostante, invece non fai altro che tenere le distanze da me.

Cristo, non lo sopporto quando fa così.

 

-Non sei cambiato, nonostante tutto.

Matt solleva la testa, allarmato dalla mia voce cupa: è sempre stato estremamente sensibile al manifestarsi delle emozioni altrui; -Che intendi dire?- domanda, cercando il mio sguardo. Rifiuto di incontrare i suoi occhi, questa volta; mi alzo dalla sedia, accostandomi alla finestra, così che tutto ciò che è esposto al suo sguardo penetrante è la mia schiena rigida:- Alla Wammy's era uguale. Ponevi tra te e il mondo esterno ai tuoi videogames la stessa distanza che ora poni tra me e te- rispondo con una nota di tristezza nella mia voce.

Avverto un sospiro:-Sai che non posso dirti tutto.

-Non è a questo che mi riferisco- ribatto acidamente, voltandomi con uno scatto iroso verso di lui e trovandolo davanti a me, le braccia incrociate sul petto -Tu non vuoi farmi partecipe di dettagli a dir poco fondamentali per la mia persona, caro il mio detective.

- Mi illumini, dunque, cara la mia pittrice... In cosa ho mancato, di grazia?

Le sue parole sarcastiche mi gelano: Matt non mi ha mai parlato con astio.

Mai

Lo fisso, incapace di reagire a quella cattiveria improvvisa nella voce della persona che amo.

-Hai mancato, Matt, di abbandonare il tuo comportamento scostante, che ho sopportato per settimane, o quanto meno di darmene spiegazione.

-Ho i miei buoni motivi per non volerti coinvolgere più di quanto sia necessario.

-Più di quanto sia necessario? Qualcuno è entrato in casa mia, l'ha messa a soqquadro, ha rubato un centinaio di miei lavori- sbotto a un passo dal suo volto, ora indurito dall'irritazione: tanto peggio, almeno siamo due ad essere incazzati. Mi porto una mano alla tempia, scostando alcune ciocche di capelli bruni e rivelando un livido violaceo:- E questo, è piuttosto rilevante, a mio dire, come coinvolgimento diretto in questa faccenda. L'unico modo che hai per tenermi lontana dal pericolo è trattarmi con freddezza, evitare la verità?

Matt tace, fissandomi con aria stanca:-Non è facile da spiegare- mormora.

-Allora vatti a chiarire le idee, per favore- rispondo con altrettanta stanchezza -Ne riparleremo quando saremo in grado di sostenere una conversazione senza ferirci l'un l'altra con inutile sarcasmo.

Non lo seguo quando si allontana a passi lenti verso la porta. Non voglio che scopra quanto mi sia costato pronunciare queste parole con decisione: credo di avere un'espressione piuttosto eloquente, ora come ora.

 

 

Prendo i due bicchieri vuoti e mi accingo a lavarli, tanto per avere le mani occupate e per reprimere la tentazione di colpire qualche oggetto: alla Wammy's ero conosciuta come "Linda Gancio Destro" e tutti sapevano che era meglio girarmi a largo quando ero di cattivo umore. Ho il respiro pesante e strizzo la spugna con foga, furibonda: ma che diavolo significa "Sai che non posso dirti tutto"?! Come se fosse una motivazione valida per trattarmi con distacco! E menomale che prova dei sentimenti per me... Non voglio immaginare come tratti chi gli è indifferente.

Terminato il lavaggio piatti, mi ritrovo disoccupata e più irritata che mai.

Afferro distrattamente dei fogli di carta e una matita e mi lascio cadere sulla sedia, posando tutto sul tavolo: ho bisogno di un soggetto, di qualcuno da disegnare... Mi rifiuto di passare le ore seguenti a ritrarre Matt piangendo e sospirando come una donnicciola da romanzo. Getto un'occhiata allo schermo della televisione dimenticata accesa all'arrivo di Matt: uno spot di cosmetici mostra una graziosa ragazza sulla ventina, biondissima e attraente, nella duplice veste di demone e angelo. -Quante storie per un banale rossetto- borbotto, scarabocchiando sulla carta qualche omino stilizzato.

Dio, Linda, omini stilizzati... Non li facevi nemmeno all'asilo.

La ragazza bionda deve essere piuttosto popolare, perchè lo spot continua ad apparire a intervalli regolari: forse è una di quelle teen idols per cui le ragazzine impazziscono al giorno d'oggi. La osservo con attenzione, cercando di cogliere un qualche aspetto interessante, particolare: ho ancora la mente offuscata dalla rabbia, devo ammetterlo, ma mi costringo a concentrarmi, convinta che una qualche distrazione possa farmi solo bene.

Misa, credo sia il suo nome (o almeno così recita lo spot), ha un ovale perfetto e un incarnato luminoso, probabilmente in parte dovuto al trucco perfetto e in parte alla generosità di Madre Natura; gli occhi sono grandi, incorniciati da ciglia folte e nerissime, e le iridi sembrano color miele, certo grazie ad un paio di lenti a contatto.

L'effetto è piuttosto suggestivo: scommetto che gli spettatori uomini vengono abbagliati da questi occhioni nello stesso modo in cui il coraggioso Odisseo subì a suo tempo il fascino del canto delle sirene.

Traccio rapide linee leggere, dando forma alle ciocche biondissime che ricadono morbide ai lati del volto e sugli occhi, passando poi al naso sottile, leggermente all'insù, e alle belle labbra carnose, che mettono in mostra il cosmetico in promozione: devo ammettere che questo rosso cremisi non mi dispiace, anche se non girerei conciata a quel modo neanche per un milione di dollari.

L'espressione un po' ingenua, frivola, da ragazzina innamorata, tradisce comunque una certa furbizia: sono certa che questa tizia sia molto meno oca di quanto faccia sembrare.

Mamma mia, come sono acida.

 

 

La pubblicità termina e inizia una noiosissima soap opera; spengo con una certa stizza la televisione, fissando poi il volto fresco e grazioso della giovanissima modella che ammicca dalla carta.

"Invidiosa, mia cara?" sembra insinuare con civetteria. -Ti piacerebbe- brontolo, posando la matita e alzandomi stancamente dalla sedia, nuovamente irrequieta.

Perché non riesco a non pensare a Matt?

Razza di maniaco di schermi privo di qualunque tatto.

-Dannato stupido- mugugno, pasticciando l'ennesimo foglio.

-Gigantesco coglione- rincaro la dose, appallottolando il suddetto foglio e lanciandolo in un cestino.

-Immensa testa di cazzo!- sbotto infine, percorrendo a grandi passi l'intera cucina, in preda al mio raffinato monologo. -Come si fa ad essere così idiota?! Vai a fidarti di un imbecille in preda agli ormoni! Ben ti sta, Linda Rivereel, fanculo alle storie sentimentali e agli sguardi languidi. E fanculo a chiunque stia suonando alla porta!- urlo rivolta verso la porta d'ingresso, ancora aperta dopo la partenza di Matt.

-Se le cose stanno così, ricambio di tutto cuore- replica una voce secca, leggermente strascicata, che tradisce un certo divertimento.

-Oh... Scusami, non... Da un paio d'ore a questa parte non rispondo più delle mie azioni- balbetto, mentre un giovane alto e biondo, completamente vestito di nero ad eccezione di una giacca rossa piuttosto vissuta, entra chiudendosi la porta alla spalle; Mello alza le spalle, non sembra offeso, forse tace perché impegnato a staccare un quadretto di cioccolata fondente da una tavoletta nerissima, in pendant con l'abbigliamento.

-Sempre la solita scaricatrice di porto, vedo.

-Certe cose non cambiano mai. Posso offrirti qualcosa?

-No, grazie- risponde, sprofondando sul divano e facendo segno di avvicinarmi; mi accomodo alla sua destra, osservando attentamente la metà visibile del suo volto: sembra stanco, teso, ma non ha perso quell'aura di carisma che gli ha sempre procurato ammirazione e rispetto. Non ho ancora avuto occasione di fare due chiacchiere con lui, nè di osservarlo: il nostro primo e ultimo breve incontro è avvenuto nel buio più totale. Non posso fare a meno di notare quanto sembri maturo, uomo; questo aspetto elegantemente trasandato, cupo, piuttosto aggressivo, e l'occhio celeste che mi fissa apparentemente annoiato parlano di qualcuno che si è fatto le ossa nei bassifondi americani e che potrebbe esere letale in una quantità strabiliante di modi.

 

Taccio, incoraggiandolo a parlare con uno sguardo eloquente e probabilmente rassegnato: penso di sapere quale sarà l'argomento della discussione.

Mello sembra perdersi per qualche istante nei propri intricati pensieri, poi mi rivolge alcune parole secce e dirette, come sempre del resto:-Mi risulta che tu abbia avuto una discussione con un'immensa testa di cazzo di mia conoscenza.

-Hai fonti accurate, Uomo Nero- ribatto con aria lugubre, suscitando una sua risata bassa e quasi inudibile: Mello manifesta le proprie emozioni positive solo in punta di piedi, è sempre stato così.

-Vorrei chiarire un paio di cose con te, Linda- comincia, giocherellando con la stagnola che avvolgeva la cioccolata ormai terminata. -Matt è innamorato di te. Su questo non ci piove.

Mello parla a frasi concise, scandite da pause secche, che seguo con attenzione, consapevole di quanto le sue parole siano sincere e non premeditate; -Probabilmente sarebbe stato meglio se non vi foste mai piaciuti. Così lui avrebbe almeno mantenuto quel minimo di contegno di cui è dotato. E magari anche evitato di andarsene in giro con la testa tra le nuvole e un'espressione a dir poco ebete. Ma è andata come è andata. Se vuoi stargli vicino, però, dovrai essere paziente- dice, fermandosi un attimo a gettarmi un occhiata intensa -Perchè la nostra situazione è piuttosto rischiosa. Ed è necessaria la massima cautela, anche con le persone in apparenza più fidate. Tuttavia...

Pendo dalle sue labbra, letteralmente: tuttavia cosa? Cosa hai intenzione di raccontarmi per convincermi a fare la brava mogliettina ubbidiente?

-... Tuttavia, Linda, so bene qual è l'informazione che Matt vuole tenerti nascosta. E so anche il perchè. E dato che il vostro litigio ha già cominciato a danneggiare il lavoro del mio team credo di avere tutto il diritto di parlartene.

-Danneggiare?- domando stordita, mentre la mia mente si mette in moto freneticamente: Mello sa cosa ha spinto Matt ad agire e vuole parlarmene. Fantastico.

-Matt è a pezzi, lavora male, è distratto e parla poco. Ottengo rapporti imprecisi, pieni di errori, l'ultima cosa di cui ho bisogno per tentare di catturare Kira. E mi annoio mortalmente.

-Sono passate solo poche ore da quando è stato qui: ha già fatto danni considerevoli?- domando.

-Non sai quanto, credimi- replica lui con aria tetra e terribilmente annoiata.

-D'accordo, spara- decido, mettendomi a sedere più comodamente.

Mello però non dice nulla, limitandosi a fissare con una certa frustrazione il pavimento; -C'è una cosa che devi sapere- aggiunge dopo un minuto di silenzio. -Se sei la stessa Linda che conobbi alla Wammy's House anni fa, so per certo che sapere la verità ti darà un dolore terribile.

Rifletto in silenzio: non sono cambiata molto in questi anni, questo è vero, ma so che non riuscirei a sopportare oltre questa fase di stallo, di parziale ignoranza, in cui il silenzio di Matt mi ha lasciata a vagare. A questo punto voglio sapere.

-Dimmi la verità.

 

 

 

 

-Linda, calmati.

-No che non mi calmo!!! Io... Io... Cazzo! Come ho fatto a non pensarci?

-Linda, non potevi saperlo. E non è responsabilità tua.

-Perchè non mi avete detto nulla?! Avrei bruciato io stessa quei dannati ritratti, se avessi saputo che potevano costarvi la vita!- ululo, con una sensazione di oppressione all'altezza del petto. Mello resta impassibile, seduto sul divano, mentre io cammino avanti e indietro davanti al suo sguardo attento, senza guardarlo: -Non immaginavamo che sarebbero arrivati a te- risponde con lo stesso tono incolore di sempre -Volevamo evitare di diffondere informazioni così vitali, a meno che non fosse necessario, come poi è accaduto. Sei stata aggredita, avevi il diritto di venire a conoscenza del caso, ma Matt sapeva come avresti reagito, scoprendo che al killer cui diamo la caccia servono il nome e il volto della persona da eliminare. Ti vuole bene e ha preferito darti un dolore a suo giudizio meno pesante da sopportare. Ha voluto proteggerti.

-Non stava a lui giudicare quale dolore potessi sopportare meglio, avrebbe dovuto dirmi la verità!- ribatto, accecata dalla rabbia, senza cessare la mia marcia furibonda; -Proteggermi da cosa, poi?- domando, voltandomi di scatto verso di lui.

Per la prima volta mi trovo per intero davanti al suo viso.

-Dio santo, Mello...- mormoro, avvicinandomi a lui con circospezione, incapace di distogliere il mio sguardo turbato dalla metà ustionata del suo volto severo.

-Io e te abbiamo un carattere molto simile- afferma, per nulla scosso dalla mia reazione, sfiorando distrattamente la cicatrice con l'indice della mancina, -Tendiamo a rovinarci con le nostre mani. Tendiamo, volenti o nolenti, all'autodistruzione. A sette anni ti sei punita per aver fatto piangere la tua amica Adele: ti sei chiusa in camera per tre giorni e non saresti uscita se non avessero forzato la serratura. A dieci anni hai distrutto la tua bambola preferita, solo perchè Kristel ne era gelosa e non volevi vederla triste. Pensi che sia possibile dimenticare reazioni del genere? Matt sapeva benissimo che avresti tentato di punirti anche per questa presunta "colpa", perchè sei fatta così. E non ha voluto che tu ti facessi del male.

Taccio, ancora in piedi davanti a lui, pietrificata dal suo ragionamento logico e sensato, cui non ero arrivata: Matt ha voluto proteggermi da me stessa.

Torno a sedere accanto a lui, questa volta alla sua sinistra, in silenzio; continuo a fissarlo, pur non vedendo realemente il suo volto rovinato. Mello è tornato a fissare il pavimento, scartando una nuova tavoletta di cioccolata. -Mi scuso per la mia scarsa delicatezza- dice poco dopo, gettandomi una nuova occhiata, che a differenza delle precedenti occhiate fugaci si trasforma in uno sguardo teso e preoccupato; -Stai bene?

-Non mi metterò a piangere, sta' tranquillo- mormoro, levando gli occhi verso di lui, -Sono l'unica bimba della Wammy's che Matt non è riuscito a fare piangere... Ho una reputazione da mantenere.

Lo sguardo che incontro è talmente sorprendente da lasciarmi sbalordita.

Dolore, rimorso, ansia si rincorrono nelle sue iridi vitree, mostrando una fragilità che non avrei mai creduto potesse appartenergli.

-Mello, non fare quella faccia, sto bene. Sul serio- aggiungo, azzardandomi a posare una mano sulla sua spalla.

Ritrovandomi improvvisamente e inaspettatamente nel mezzo di un abbraccio a dir poco irruente, impulsivo, tanto spontaneo da risultare trascinante.

Per la prima volta da quando lo conosco il lato passionale di Mello ha preso il sopravvento in modo tanto prepotente: è sempre stato piuttosto geloso delle sue emozioni, manifestazioni d'affetto tanto evidenti non sono mai state da lui.

Ricambio la sua stretta, quasi rassicurandolo, sentendomi meglio ad ogni secondo che passa.

 

 

Salvo poi incontrare lo sguardo di un Matt stralunato, in piedi davanti alla porta spalancata.

Il mio cervello elabora l'ipotesi che Matt deve aver appena formulato, vedendoci stretti l'un l'altra.

Inorridisco.

 

 

Così impari a lasciare la porta aperta, Linda.

 

 

 

Ecco un nuovo capitolo di questa fiction sempre più simile a Beautiful: cosa avrà pensato Matt trovando l'amata tra le braccia del suo migliore amico? Che fine ha fatto Near? La portinaia del cugino della sorella di Matsuda avrà trovato la Pentola d'Oro alla fine dell'Arcobaleno?=D Ah, Linda "scaricatrice di porto" (modo di dire volgarotta, in caso non lo sapeste...) è fantastica, second me: al diavolo la finezza XD!!! Tanti auguri di buona Pasqua a tutti, un grazie sentito a tutti coloro che leggono/commentano/aggiungono a seguite o ricordate o preferite la mia fiction, in particolare alle fedelissime Redseapearl, DaniDhalia e Fe85.

 

Grazie anche a Misa per le lunghe recensioni ad ogni capitolo^^, anche se spero che tu riconsideri il capitolo che hai tanto poco gradito...

 

Colgo l'occasione per affermare con chiarezza un concetto che forse ho trascurato di precisare:riporto una parte della risposta che ho dato a una recensione e che forse può aiutare chi legge:

 

"Come avrai notato, la fic tende a evolvere: suggerisco di "prenderla come viene" e di leggere i capitoli che verranno senza il pregiudizio della struttura a ritratto su cui ho calcato (mea culpa) un po' la mano, per un motivo ben preciso: Linda, chiusa nell'orfanotrofio, ha solo la sua arte. Quindi la sua osservazione è particolarmente concentrata, a dir poco ossessiva. La Linda adulta non è distaccata dagli eventi, come, poniamo, Near: ne è sommersa, coinvolta, tanto da portarla a smettere di rinchiudersi in un mondo di fogli e inchiostro, ma da integrarlo nella sua vita insieme ad altri elementi. Se prima era chiusa in un piccolo universo protetto, ora è più impegnata a vivere che a osservare, pur mantenendo la sua spiccata sensibilità. Fa la pittrice, ma è anche una donna piuttosto normale, in balia del mondo^^."

 

Forse chiarirò così i dubbi di chi teme che io abbia perso per strada la tecnica pesantemente descrittiva dei primi capitoli. Misa è solo accennata qui, in quanto Linda non la conosce ed è anche piuttosto scazzata XD So che è normale ricevere critiche negative, ma devo ammettere di essere rimasta sorpresa e di aver pensato di non essere stata capace di spiegarmi bene.

 

A voi l'ardua sentenza.

Mi scuso per eventuali errori di battitura e per il pessimo html, ma il computer della zia fa brutti scherzi=D

Un abbraccio,

Irene 

  
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