Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: Sparrowhawk    25/04/2011    3 recensioni
Piccola fic su Zanza e Squ...Per chi non capisse di chi parlo, anche se dubito che qualcuno possa non capirmi XD, questa è una fic su Xanxus e Squalo di KHR. Sì. Non sono molto brava con cose del genere (con il genere Yaoi), ma siccome loro due mi piacciono ci ho comunque provato. ù.ù
Forse alla fine Zanza è un pò OOC, ma oh, quella frase era necessaria.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Superbi Squalo, Xanxus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Mi piace sentirtelo dire.
Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Personaggi: Xanxus; Superbi Squalo
Rating: Giallo
Genere: Sentimentale; Erotico
Altro: One-shot; Lemon; Yaoi
Note: Diciamo pure apertamente che è più o meno l'unica coppia di cui amo scrivere. Lo Yaoi non è proprio il mio genere temo.


Ripensandoci adesso, chi glielo aveva fatto fare di ridursi a quella maniera?
Chi, in nome di Dio -sempre ammesso che esistesse, chiaro- gli era andato a dire che sì, persino uno come lui poteva permettersi di tanto in tanto il lusso di sentire qualcosa?
Xanxus non lo sapeva ma, ora che lui era lontanto e non sembrava deciso a tornare troppo presto, complici i suoi modi bruschi di trattarlo e le parole poco carine che spesso gli rivolgeva, sentiva indistintamente che qualcosa non andava. Lo sapeva, era una cosa che poteva benissimo percepire a pelle nonostante tutto il tempo che aveva speso per rendere il suo cuore impenetrabile e pieno solo di disappunto. 
Quella cosa che lo aveva sempre spinto a cercare Squalo prima di chiunque altro, quella cosa che non gli permetteva di pensare a qualcuno se non a lui quando aveva bisogno di stare in compagnia, quella cosa che gli faceva apprezzare ogni momento speso al suo fianco...beh, forse dopotutto era amore no?
Zanza socchiuse gli occhi, sospirando, incapace di mentire a sè stesso ma, al tempo stesso, di andare oltre quella semplice constatazione. Non era di certo un mistero che per lui, prima di tutto il resto, venivano le carneficine ed il sesso, eppure ora gli si affacciava alla mente quella stupida consapevolezza, quel peso immane che si portava dietro da chissà quanto tempo senza essere mai stato in grado di confessarlo.
No, probabilmente se fosse stato per lui avrebbe continuato così per mesi, forse anni, senza dare alla possibilità a Squ di venire finalmente a conoscenza di ciò che sentiva per lui. Anche se sapeva che quel ragazzo moriva per sentirsi dire due semplici parole, Xanxus ancora non era pronto a dirle, ancora non poteva.
E poi perchè avrebbe dovuto farlo quando i fatti parlavano da soli?
Per quanto lo avesse sempre definito come un povero imbecille, di certo Zanza non poteva credere che Squalo non si fosse mai accorto dei sentimenti ben nascosti dentro di lui. 
Il giovane sentì la porta della sua stanza aprirsi e, in breve tempo, vide comparire Squalo sulla soglia, il viso che somigliava più ad una maschera cinerea di pura irritazione che al solito normale nervosismo che vi leggeva in altri momenti. Lo guardò alzando un sopraciglio, immobile sulla sua bella poltrona, attendendo che dicesse una delle sue stupide cose come sempre. Una cosa che aveva imparato su di lui era che, anche quando era enormemente arrabbiato, alla fine tornava sempre. Non importava quanto crudele potesse essere nei suoi confronti, non importava il suo orgoglio che mano a mano veniva schiacciato senza pietà, Squ tornava e faceva finta di niente, come se nulla fosse accaduto...
Dando la possibilità a Xanxus di continuare a sbagliare.
«Boss, sono arrivate alcune missive da parte del nono.»
Lavoro, ecco la scusa dietro cui si nascondeva per poterlo affrontare a testa alta. 
Non disse nulla, limitandosi dal palesare il suo totale menefreghismo verso le lettere che il suo cosidetto padre insisteva a mandargli, anche lui mascherandole da missive lavorative.
«Che faccio, le lascio qui sulla scrivania...?»
Lo sentì spostarsi, i suoi passi sicuri che lo portavano al suo fianco. Poggiò le carte poco distanti dai suoi piedi, i quali a loro volta erano malamente abbandonati sul tavolone in mogano scuro, finemente decorato. 
Ci fu un attimo di silenzio, uno solo, che ben presto venne rotto dallo sbuffo di Squalo.
«Idiota d'un Boss, manco ti rendi conto del perchè me ne sono andato a quel modo vero?» 
Beh, a dire il vero qualche idea se l'era pure fatta ma...quelle erano congetture che a Squ dovevano venire sempre precluse.
«Parlare con te è sempre molto interessante, davvero, ma comincio a trovare quanto mai irritante il ritrovarmi a dover dialogare con una persona interessante tanto quanto un muro.»
Rimase ancora zitto, respirando con calma e regolarità. Era come se non gli importasse, come se tutto gli scivolasse addosso...
E fu questo che diede il colpo di grazia a Squalo.
Il ragazzo strinse i pugni, al limite dell'arrabbiatura, gli occhi grigi oramai ridotte a due fessure mentre fissavano la persona che in pratica più amava a quel mondo. Cosa non aveva fatto per lui? Cosa?
Si era sempre prestato ad ogni sua farsa, aveva soddisfatto ogni suo capriccio, non si era mai tirato indietro di fronte ad una sua richiesta e mai e poi mai gli aveva voltato le spalle. Lo seguiva da tempi immemori ormai e non si sognava nemmeno la sua vita senza quel rompicoglioni fra le scatole...però a Xanxus quello non importava, non lo capiva neanche.
«Ehi, pezzo di cretino, parlo con te!» strillò, immaginandosi già i commenti interni di Zanza mentre cominciava a vederlo come una donnicciola isterica «Possibile che tu non mi ascolti mai?! Cosa devo fare per farmi capire? Parlo forse in aramaico?!»
Ci voleva pazienza con lui, se lo era ripetuto milioni e milioni di volte, ma adesso aveva raggiunto un punto di non ritorno in cui doveva per forza di cose prendere una decisione definitiva circa il loro rapporto: doveva decidere se continuare per la via intrapresa sino ad allora, quella della marionetta passiva fra le mani di Zanza, o magari intraprendere una strada nuova che, a Dio piacendo, lo avrebbe visto finalmente padrone di una vita non assillata da qualcuno che non meritava il suo affetto.
Glielo aveva detto in ogni modo che lo amava accidenti. A parole, con i fatti, sempre e comunque. E allora perchè se ne stavano ancora divisi da quel muro invalicabile?!
«Io ti-!!»
Xanxus lo tirò a sè di scatto, con la stessa forza che tutte le volte lo sopraffaceva senza lasciargli alcuno scampo: lo costrinse sulle sue gambe e gli prese il volto con una mano mentre con l'altra lo stringeva sempre di più a sè. Quando le loro labbra furono a contatto, come già altre volte era capitato, i pensieri di Squalo per un momento buono si annebbiarono ed ogni desiderio di rimproverarlo svanì dietro ad un manto di nebbia rosata e dal sapore zuccherino. La sua lingua si intrecciò a quella del suo Boss, dandogli la possibilità di godersi un bacio così portentoso e passionale che ben presto gli diede il desiderio di passare le mani esperte lungo tutto il suo corpo, quel corpo perfetto, scultoreo, che amava come amava tutto ciò che lo riguardava. 
Si fece più vicino, questa volta di sua spontanea volontà, e annaspando fra un bacio e l'altro non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire qualche gemito di piacere negli attimi in cui le mani di Zanza sfioravano la sua pelle sotto alla divisa. 
«Come cazzo fai a farmi dimenticare sempre quello che voglio dirti...?» 
Xanxus rise sommessamente, mordicchiando la carne candida della spalla del compagno.
«Sei talmente tanto lussurioso, caro mio, che non mi devo neanche impegnare per farti concentrare su dell'altro.»
«Idiota! Io lussurioso?!»
Zanza lo sbatté sulla scrivania, aprendo velocemente gli ultimi bottoni rimasti della sua giacca di pelle e avvicinandosi al suo corpo caldo, desideroso.
«Sì tu...» mormorò, leccandogli il collo mentre portava le mani sui suoi fianchi e sentiva le gambe di Squalo chiudersi intorno alla sua vita «...mi basta guardarti e ti trasformi in una gatta in calore.»
Squalo borbottò fra sè e sè, arrossendo visibilmente. Al solito, non c'erano commenti carini per lui, ma solo...quelle cazzo di battute alla "CHE MI FREGA DI VOI, SIETE TUTTI SPAZZATURA PER ME" di Xanxus.
Se solo avesse potuto avrebbe mandato tutto a farsi fottere, compreso quel Boss di merda. 
Già, se solo avesse potuto.
«Squalo?»
Xanxus alzò lo sguardo verso di lui e portò il proprio viso vicino al suo, serio.
«Hai davvero dimenticato quello che volevi dirmi?»
«No...»
«E allora dimmelo.»
Esitò un secondo, sempre più rosso.
«...ti amo.»
L'altro lo baciò, quel sorriso sornione stampato addosso, immancabile.
«Dillo ancora.»
«Ti amo.»
«Non mi stancherò mai di sentirtelo dire.»
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Sparrowhawk