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Autore: novalee_ack    25/04/2011    6 recensioni
E cavolo, aveva ragione. Lei non era una prostituta, non lo era affatto. Era una ragazzina che si era rifugiata su quel marciapiede, per scappare alla realtà. Lei odiava la sua vita, odiava tutto quello che la circondava e aveva voluto provare. Per la prima volta aveva indossato un top più scollato, la sua minigonna più corta e aveva colorato le sue labbra di un rosso fuoco. Ma lei non sapeva che Nick aveva una certa esperienza; sapeva riconoscere i baci dolci e delicati da quelli forzati e sporchi, come li definiva lui. Sapeva riconoscere i movimenti di un esperta da quelli di una ragazza alle prime armi. Nicholas sapeva riconoscere una prostituta da una ragazzina vergine e spaventata. Eleanor era una di quelle ragazzine.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa piccola one-shot a Marie, che ho conosciuto da poco ma alla quale già voglio un grande bene. <3

 
"My heart stops, when you look at me,
Just one touch, now baby I believe.
This is real, so take a chance
and don’t ever look back
don’t ever look back."

 
No regrets, just love.

-
 
E ancora una volta Nick si ritrovò lì. Non sapeva perchè lo faceva, ma lo faceva stare bene, almeno per qualche ora fino a quando la magia non finiva.
Fermò la macchina allo stesso punto e calò il finestrino. Scrutò per bene tutte quelle belle ragazze, non molto vestite, e soffermò il suo sguardo su una di loro. 
Era nuova, non l'aveva mai vista le altre volte. Lunghi capelli rossi, occhi scuri, fisico asciutto e le sue labbra, colorate di rosso, erano perfette. Le fece un fischio e lei si avvicinò. Indossava una misera minigonna in jeans scuro e un top che le copriva si e no il seno. 
«Ciao.» fece un ultimo tiro dalla sua sigaretta e poi la gettò per terra.
«Sali.» si limitò a dire Nick.
La ragazza ubbidì come un cagnolino e si accomodò sul sedile anteriore. Senza spiccicare parola il ragazzo mise in moto la sua mustang e partì.
Nick la guardò per bene durante il tragitto mentre lei aveva l'aria sognante. Era un bella ragazza con dei lineamenti non molto marcati. Aveva il naso all'insù e le sue braccia erano sottili ed esili. Era piccola, sicuramente; pensò Nick.
«Quanti anni hai?» chiese con tono pacato.
«Ti importa?» rispose lei irritata.
«Si.» rispose Nick.
«Diciannove.» disse lei.
«Non è vero.» replicò il ragazzo sorridente.
«Qual è il tuo problema?» disse la rossa ancora più irritata. «Vai solo con quelle più grandi e con più esperienza? Credi che io non riesca nel mio lavoro?» sbottò tutto d'un fiato.
«Ho per caso detto tutto ciò?» rispose calmo.
«E allora? Ho sedici anni e mezzo e faccio la puttana. Problemi?» affermò acida.
«Nessun problema.»
«Ecco. Ti farò vedere quanto valgo.» gli fece l'occhiolino e si voltò dall'altro lato e poggiò la testa contro il finestrino.
«Sei piccola per fare questo lavoro, non credi?» continuò Nick senza distogliere lo sguardo dalla strada.
«Se lo faccio un motivo deve pur esserci.» spostò i suoi lunghi capelli verso destra e si tirò su il sottile top nero, che lasciava intravedere tutto.
Nick si soffermò per un attimo su quel particolare, poi ritornò a guardare le macchine davanti a se.
«E qual è questo motivo?» insistette il ragazzo.
«Dobbiamo scopare oppure devi continuare con il terzo grado?» disse scocciata.
«Siamo arrivati.» Nick ignorò la sua domanda e parcheggiò davanti ad una villetta illuminata.
«Wow.» esclamò la rossa. «Abiti in una reggia.» disse scendendo dall'auto.
«Niente di che.» Nick fece spallucce e abbassò lo sguardo, infilando le mani nelle tasche dei sui pantaloni. 
Notò che la ragazza a differenza delle altre prostitute indossava dei comodi stivali neri in pelle bassi.
«Allora riccio, andiamo?» disse la ragazza, attirando l'attenzione di Nick.
«Si, certo.» si incamminò nel vialetto di quella grande villa, seguito a ruota dalla ragazza.
Infilò le chiavi nella serratura e aprì la porta delicatamente; lasciò passare prima la ragazza e dopo la richiuse allo stesso modo.
«Non conosco ancora il tuo nome.» disse Nick quando si rese conto che la ragazza non gli aveva ancora detto come si chiamava. 
«Eleanor.» fece spallucce e sorrise. Si tolse la giacca di pelle e la posò sul grande divano bianco.
«Eleanor. Piacere, Nick.» le porse la mano e lei l'afferrò delicata.
«Bel nome riccio.» sorrise maliziosa.
«Ah una cosa, non chiamarmi riccio.» sorrise e affiancò la ragazza.
«Permaloso...» Eleanor si passò la lingua sulle labbra.
«Non sono permaloso. Non mi piace che la gente mi chiami "riccio".» si sedette sul divano e attirò la ragazza su di lui, che non oppose resistenza.
Il cuore di Eleanor prese a battere freneticamente e le gambe iniziarono a tremarle.
Nicholas le annusò i capelli che sapevano di cioccolato e le lasciò una scia di baci sulla spalla, mentre la ragazza rimase paralizzata tra le braccia di Nick.
«Allora piccolina, non dovevi farmi vedere quanto vali?» la sfidò Nick malizioso, mentre si metteva comodo, stendendo entrambe le braccia sulla spalliera del divano.
Eleanor si avvicinò piano e titubante al viso di Nick, e dopo averlo afferrato con entrambe le mani, fredde e tremolanti iniziò a baciare quelle labbra che sapevano di fragola. Un bacio lento e dolce; come quelli che lei vedeva alla tv quando era piccola. Quelli che le piacevano tanto. 
Si staccò dalle sue labbra e si alzò. Afferrò la mano di Nick e lo trascinò al piano si sopra.
«Qual è la camera da letto?» chiese, quando si ritrovò davanti una decina di porte bianche.
«Questa.» disse Nick avvicinandosi ad una delle tante porte. La aprì e fece entrare Eleanor, che rimase ancora incantata da tutta la bellezza di quella casa. Il letto era grande e a baldacchino. Era rivestito da lenzula rosse di raso e ai lati c'erano due comodini bianchi. 
«Bella.» disse Eleanor poggiando la mano sulle lenzula morbide.
Nick si avvicinò silenzioso e posò le sue grandi mani sui fianchi tondi della ragazza. Prese a baciarle il collo con foga e pian piano si stesero entrambi sul letto. 
Eleanor incollò i suoi occhi a quelli del ragazzo e si mise a cavalcioni su di lui. Era goffa e impacciata in ogni movimento che faceva. Inizò a sbottonare la camicia di Nick, piano, mentre lui esplorava ogni parte del suo corpo. 
«Basta.» sussurò Nick, dopodichè bloccò le mani della ragazza che erano arrivate ai pantaloni.
«Cosa?» esclamò incredula la ragazza.
«Tu non sei una prostituta e sei vergineesclamò Nicholas con uno strano sorrisetto stampato sul volto.
«E-eh? ma come ti viene in mente?» finse un sorriso, isterico.
«Non sono cretino Eleanor, e odio le persone che dicono bugie.» le sue mani ben salde sul suo sedere, la tenevano incollata al suo corpo.
«Cosa vorresti dire Nick?» la ragazza divenne seria.
«Niente, ho detto solo la verità.» rispose lui portandosi le mani dietro alla testa.
«E ne sei proprio sicuro?» lo sfidò lei. «Si.»
«Provamelo.» incrociò le braccia al petto.
«Primo, sei sensibile ad ogni tocco.» disse, passandole una mano nell'interno coscia e come previsto, la ragazza sussultò, diventando un tutt'uno con i suoi capelli. «Secondo, baci con dolcezza e non con foga e passione. Le prostitute non baciano così.» si avvicinò al suò viso. «Terzo, sei goffa nei movimenti e in questo istante dentro di te c'è un vortice di emozioni, emozioni forti.» lei abbassò lo sguardo e lui le prese il viso tra le mani. Proprio come nei film; pensò Eleanor.
E cavolo, aveva ragione. Lei non era una prostituta, non lo era affatto. Era una ragazzina che si era rifugiata su quel marciapiede, per scappare alla realtà. Lei odiava la sua vita, odiava tutto quello che la circondava e aveva voluto provare. Per la prima volta aveva indossato un top più scollato, la sua minigonna più corta e aveva colorato le sue labbra di un rosso fuoco. Ma lei non sapeva che Nick aveva una certa esperienza; sapeva riconoscere i baci dolci e delicati da quelli forzati e sporchi, come li definiva lui. Sapeva riconoscere i movimenti di un esperta da quelli di una ragazza alle prime armi. Nicholas sapeva riconoscere una prostituta da una ragazzina vergine e spaventata. Eleanor era una di quelle ragazzine.
«Insegnami tu Nick. Insegnami a fare l'amore.» una piccola lacrima rotolò giù per la guancia di Eleanor. 
Non se lo fece ripetere due volte e la baciò. Prima con dolcezza, poi aumentò la passione di quel bacio mescolato alle lacrime che scendevano lente dagli occhi di Eleanor. 
E non fu sesso. No, quello fu fare l'amore, per entrambi. C'era dolcezza in ogni loro movimento, in ogni loro respiro affannato. C'era dolcezza nelle mani di Nick che accarezzavano le gambe di una Eleanor impaurita e stupita allo stesso tempo. Lei non sapeva nulla di tutto ciò, lei non sapeva cosa significasse provare tutte quelle emozioni in una sola volta. 
«Grazie Nick.» posò delicatamente la testa sul suo petto.
«Grazie a te Eleanor.» la rossa alzò leggermente la testa e capì.
Capì che quella fu la vera prima volta, per entrambi.
 
*
   
 
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