L’ordine con cui le ho postate è: Vɑиiʟʟɑ • Pɑʀтʏ • Suиᴅɑʏ •
L’ordine cronologico sarebbe: Pɑʀтʏ • Vɑиiʟʟɑ • Suиᴅɑʏ •
Comunque, per la comprensione della storia potete leggerle con la successione che preferite e, ad ogni modo, non è necessario leggerle tutte e tre.
Buona lettura, miei cari!
Disclaimer: questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro, i personaggi non mi appartengono e i fatti non sono realmente accaduti.
Sᴜиᴅɑʏ •
La prossima
volta qualcuno mi fermi. Qualcuno mi dica “ma no Ruki, che
dici? A casa tua?!
Ma andiamo tutti a casa mia!” e allegramente mi prenda a
braccetto e mi
trascini via dalla malsana idea di festeggiare il mio compleanno nel
posto dove
abito. Questa, ora, non mi sembra neanche più casa
mia.
Lattine e
bottiglie vuote, cartoni di pizza e contenitori di cibo cinese,
bacchette,
bicchieri mezzi pieni di presunto sakè e, soprattutto, gente
ovunque.
Si vede che,
inconsciamente, ho desiderato la fine della mia umile dimora.
Sorpasso un
mucchio di corpi malmessi sul tappeto della sala, do
un’occhiata generale alla
situazione e vorrei non essermi svegliato così presto con
ancora tutti i
rimasugli invadenti della festa di questa notte. Festa alla quale credo
di aver
partecipato per poco, pochissimo tempo. L’ultima volta che ho
visto la cucina
non c’era la cintura di Uruha sul lampadario e nemmeno la
maglietta di Byou
dentro al lavello.
Non voglio
sapere dove siano gli altri loro vestiti. Non voglio sapere dove si
siano
cacciati per consumare l’atto.
Kaichan si
è
addormentato su una sedia, probabilmente stremato dalle fatiche da
mamma-chioccia. Credo sia grazie a lui se la mia casa non sia scoppiata
per
aria. Gli accarezzo i capelli dolcemente e torno alla mia
perlustrazione. Apro
la porta finestra della cucina e salgo sul balcone. Il sole
è sorto da un
pezzo, ma la strada è deserta. La domenica mattina
è dura per tutti. Solo un
signore anziano sulla sua bicicletta sembra essersi svegliato presto e
con
l’intenzione di farsi un giro. Sorrido.
Chiudo la
porta sull’umanità e ritorno
all’inciviltà inconsapevole degli individui che mi
hanno trovato da fare per il mio giorno libero. Percorro il corridoio e
intravedo dalla porta della camera degli ospiti semi-aperta, le figure
di Kou e
Byou che, avvinghiate, dormono serenamente. Il vocalist ha certamente
passato
un’ottima nottata.
Apro
titubante la porta del bagno. Pensavo peggio. C’è
solo qualche bottiglia di
birra in giro e un paio di pozze d’acqua.
<<
Già
sveglio? >>
Sobbalzo nel
sentire questa voce alle mie spalle. Il mio regalo
deve
essersi svegliato <<
B-buongiorno >>
Lui si
stropiccia gli occhi e noto solo ora che è ancora in boxer
<< Controllavi
i danni? >>
Sospiro
<< Sì, avrò da fare questo
pomeriggio >>
<<
Ti
farai dare una mano dagli altri, come secondo regalo >>
sorride <<
Quindi io mi astengo >> si volta e con tutta calma si
dirige in salotto e
lo seguo << Hai già visto un pezzo della tua
torta di compleanno sulla
porta della cucina? >>
Corruccio la
fronte << No >> si mettono anche a giocare
con il cibo, questi?
<<
Vieni >> mi fa segno con la mano di entrare in cucina e
chiude la porta
<< eccola >>
Una macchia
informe di panna si staglia sulla superficie, rimasugli di cioccolato
colano da
questa << Perché >> chiedo o,
forse, mi rassegno.
<<
Maya l’ha lanciata dietro a Aiji perché diceva che
non lo considerava. Però non
ha fatto centro >>
Che stupido
Maayatan. È sempre così geloso con il suo
chitarrista << Stanno dormendo
abbracciati sul divano >> sussurro, volgendo lo sguardo
più in là
<< Forse Aiji ha cercato di farsi perdonare
>>
Dalla parte
opposta di sofà, vedo Miku abbracciato al dolce corpicino di
Bou. Lui non l’ho
visto arrivare, di sicuro ero già legato nella mia stanza
quando ha fatto il
suo ingresso. Poi sposto di poco lo sguardo e osservo Nao, addormentato
compostamente a terra, la testa appoggiata su un cuscino pescato da
chissà
dove. Come mai lui non è in cucina con Yutaka? Forse non ha
adempito hai suoi
doveri di mammina della band e si è ubriacato…
Gli occhiali
di Yuuki dentro ad un bicchiere colmo di un liquido random mi fanno
sorridere.
Certo che ogni secondo che passa scopro qualcosa di nuovo.
<<
Takachan, hai qualcosa che assomigli a del cibo? >>
intanto il mio
bassista si è messo a frugare in ogni antro della cucina,
alla ricerca di roba
commestibile.
<<
Missà che stanotte avete finito tutto >>
sentenzio, dando una rapida
occhiata in frigorifero. Vuoto assoluto, c’è solo
della grande acqua naturale.
Poco male, servirà quando si alzeranno in preda alla sete
potente <<
Vestiti >> concludo.
<<
Perché mai? In casa tua fa un caldo allucinante, non sembra
nemmeno di essere a
febbr- >>
<<
Vestiti, così usciamo a prendere qualcosa da mangiare
>> detto questo mi
volto, deciso a raggiungere il bagno per sistemarmi.
Reita fa
spallucce e mi supera, diretto in camera.
Di nuovo, do
un’occhiata all’ammasso di corpi in salotto e noto
con piacere che sono tutti
più o meno vestiti. La tv e lo stereo sono spenti, ma questa
credo che sia
opera del mio batterista. Shou è rannicchiato e arrotolato
in una coperta e sta
appoggiato al muro sotto alla finestra. Vorrei andare là,
scuoterlo
brutalmente, urlargli nei timpani di svegliarsi, abbracciarlo fino a
quasi
farlo soffocare e -se dovesse resistere a tutte queste violenze- dirgli
grazie. Al che, riceverei un grande vaffanculo, suppongo.
Mi trattengo
dal compiere un gesto del genere e improvvisamente mi passa la fame. La
tenda
della finestra sulla sinistra è visibilmente macchiata di un liquido rosso sangue
ed è stata privata
di una sua parte. Se Ryo non mi ha detto nulla di questo -e sa quanto
io ci
tenga all’arredamento e a tutti i gingilli che ho in giro-
evidentemente lui
non ha fatto in tempo a vedere quella scena. Eppure, non mi sembra che
ci sia
qualcuno con la testa, un braccio, una mano o un piede lacerati.
Dovrei
iniziare a farmi una lista per tutte le cose che dovrò dir
loro appena
apriranno i loro dolci occhiettini.
<<
Reita, ho cambiato idea >> dichiaro appena entrato in
camera <<
Aspettiamo che si sveglino, poi qualcuno andrà a prendermi
del cibo >>
Mi fissa un
attimo
e si ritoglie la maglia appena infilata << Beh, allora
è inutile che mi
vesto… Fa caldo >>
<<
Guarda
che ti prenderai un accidente! O, forse, hai deciso di mostrare a tutti
-quando
e se si sveglieranno- i tuoi addominali scolpiti? >>
Mi rendo conto
di aver lanciato una frecciatina. Cala il silenzio per qualche secondo,
durante
il quale il mio bassista si accomoda sul mio
letto dopo aver afferrato una sigaretta dal mio
pacchetto abbandonato a terra.
<<
Non
pensavo che una notte di sesso sarebbe bastata…
>>
Mi cresce la
tensione dentro, come se qualcosa, un equilibro, si stia per rompere.
Ogni centimetro
del mio corpo inizia a tremare, il respiro si fa affannoso, mi sento
agitato,
vorrei un attimo di tregua. Solo una frase, una sola, è
stata sufficiente a
farmi sentire così? È la consapevolezza di essere
davvero geloso o la speranza che
anche lui…
Grazie. Di
tutto. Però
vorrei che… Vorrei che non sia stato solo un amplesso privo
di senso.
Ricordo di
averlo pensato.
…
vorrei provare di
nuovo le stesse sensazioni.
<<
Ruki? >> Reita mi chiama, mi richiama su
questo mondo e concludo l’immersione nel mio fiume di
pensieri. << Ruki
mi sembri distratto… Hai capito quello che ti ho detto?
>>
Ho come
l’impressione di non aver ascoltato qualche parola. Scuoto
la testa.
<<
Ti
ho detto che questa notte non credevo sarebbe stata utile a parlarci
tranquillamente… generalmente, non ti interessi minimamente
a me >>
In un
attimo, sembra aver dissolto le mie preoccupazioni. Non ha pensato alla
mia
gelosia. Crede che io mi stia solo preoccupando
per lui. Che
lo stia considerando un
po’ di più come un essere umano.
Ora basta
convincermi e non sarò geloso. Di nulla, di nessuno. Lui
è la solita bertuccia
antipatica e insensibile.
E io sono il
solito Takanori irascibile, scontroso e intrattabile. Sì, e
la rabbia mi sta
torcendo lo stomaco, vorrei urlargli in faccia che è un
cretino, che poteva
risparmiarsi di venire a letto con me per farmi contento. Adesso sto
peggio di
prima. Mi toccherà rimettermi la mia abituale maschera.
<<
Mikuuuu! Smettila di palpeggiarmi! >> dal salotto sento
provenire queste
grida di lamento da parte di Bou.
<<
Ma
che caz- Bou! Non urlare! >> Saga deve essersi svegliato.
<<
Ragazzi…
che c’è? >> …anche il
più pacato Nao.
Io e Ryo ci
guardiamo ancora per un attimo, poi tacitamente decidiamo di
raggiungere gli
altri << Buongiorno! >> mi rivolgo a loro
sarcasticamente <<
Dormito bene? Sì? Allora c’è da
iniziare a pulire >> quelli già svegli
sbuffano e si lamentano << Su, su, tutti insieme ci
metterete poco
>> sghignazzo, mentre do una scrollata agli altri ancora
addormentati.
<<
Ruki-chan, già nervoso di prima mattina? Non ti sembra
esagerato farci iniziare
subito subito? >> mi fa notare Kai, apparso proprio ora
dalla cucina.
<<
Ma
chi è? Smettila! >> si lagna Maya tra le mie
grinfie.
Uru-pon e Byou
ci hanno raggiunti in sala, si stroppi ciano gli occhi e mi sorridono
rassegnati.
<<
Almeno
la colazione possiamo farla, vero? >> Hiroto, stretto
nella sua felpa e
con i suoi occhioni dolci, mi intenerisce.
<<
Se
trovate qualcosa in questa casa da mangiare, fate pure. Altrimenti, che
qualcuno vada a comprare qualcosa per tutti. Soprattutto per me
>>
sentenzio.
<<
Questa mi sembra un’ottima idea >> esordisce
Reita << Io,
ovviamente, oggi non uscirò da questa casa se non
esplicitamente cacciato
>> la tentazione è davvero molta, la mia
espressione glielo fa intuire
<< No, Taka, non vale >> e sospiro.
Osservo gli
altri litigare e discutere su chi debba andare e perché a
prendere del cibo
<< Vedete di non fare troppo chiasso! E portatemi
qualcosa di buono
>> poi mi volto, intenzionato ad andare un po’
in camera mia per stare
tranquillo. Faccio un piccolo sorriso. In realtà sono
divertito dalla scena.
<<
Ruki… >> sento che mi chiama Ryo, ma io non ne
voglio più sapere niente
di quella cosa, devo cercare di
dimenticare.
<<
Vedi di non rompere, altrimenti ti caccio davvero! >> gli
dico acido, per
cercare di recuperare le distanze.
Do
un’ultima
occhiata alla sala e allo sguardo truce del mio bassista.
È
tornato
tutto alla normalità.
****************************
Note
dell’autrice:
Ammettetelo:
non pensavate prendesse questa piega, vero? Nemmeno io u_u ma ho dovuto
accettare le scelte della mia testa.
Boh, il
finale è un po’ cosi
*non sa descriverlo*
però, tutto sommato, pensavo peggio. Anzi, pensavo che non
avrei mai concluso
._.
Voi che ne
pensate? *parla a qualcuno di immaginario che pensa stia leggendo* un
commentino è sempre gradito, nee!
Grazie a
tutti i lettori *manda un bacio a testa*
^^Nami loves
u^^