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Autore: Nami_Loves_Ruki    26/04/2011    4 recensioni
Sorpasso un mucchio di corpi malmessi sul tappeto della sala, do un’occhiata generale alla situazione e vorrei non essermi svegliato così presto con ancora tutti i rimasugli invadenti della festa di questa notte. Festa alla quale credo di aver partecipato per poco, pochissimo tempo. L’ultima volta che ho visto la cucina non c’era la cintura di Uruha sul lampadario e nemmeno la maglietta di Byou dentro al lavello.
Genere: Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE: questa shot fa parte di una serie di tre.
L’ordine con cui le ho postate è: Vɑиiʟʟɑ • Pɑʀтʏ •  Suиᴅɑʏ •
L’ordine cronologico sarebbe: Pɑʀтʏ •  Vɑиiʟʟɑ • Suиᴅɑʏ •
Comunque, per la comprensione della storia potete leggerle con la successione che preferite e, ad ogni modo, non è necessario leggerle tutte e tre.
 

Buona lettura, miei cari!

 
Disclaimer: questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro, i personaggi non mi appartengono e i fatti non sono realmente accaduti.
 
 

Sᴜиᴅɑʏ

La prossima volta qualcuno mi fermi. Qualcuno mi dica “ma no Ruki, che dici? A casa tua?! Ma andiamo tutti a casa mia!” e allegramente mi prenda a braccetto e mi trascini via dalla malsana idea di festeggiare il mio compleanno nel posto dove abito. Questa, ora, non mi sembra neanche più casa mia.

Lattine e bottiglie vuote, cartoni di pizza e contenitori di cibo cinese, bacchette, bicchieri mezzi pieni di presunto sakè e, soprattutto, gente ovunque.

Si vede che, inconsciamente, ho desiderato la fine della mia umile dimora.

Sorpasso un mucchio di corpi malmessi sul tappeto della sala, do un’occhiata generale alla situazione e vorrei non essermi svegliato così presto con ancora tutti i rimasugli invadenti della festa di questa notte. Festa alla quale credo di aver partecipato per poco, pochissimo tempo. L’ultima volta che ho visto la cucina non c’era la cintura di Uruha sul lampadario e nemmeno la maglietta di Byou dentro al lavello.

Non voglio sapere dove siano gli altri loro vestiti. Non voglio sapere dove si siano cacciati per consumare l’atto.

Kaichan si è addormentato su una sedia, probabilmente stremato dalle fatiche da mamma-chioccia. Credo sia grazie a lui se la mia casa non sia scoppiata per aria. Gli accarezzo i capelli dolcemente e torno alla mia perlustrazione. Apro la porta finestra della cucina e salgo sul balcone. Il sole è sorto da un pezzo, ma la strada è deserta. La domenica mattina è dura per tutti. Solo un signore anziano sulla sua bicicletta sembra essersi svegliato presto e con l’intenzione di farsi un giro. Sorrido.

Chiudo la porta sull’umanità e ritorno all’inciviltà inconsapevole degli individui che mi hanno trovato da fare per il mio giorno libero. Percorro il corridoio e intravedo dalla porta della camera degli ospiti semi-aperta, le figure di Kou e Byou che, avvinghiate, dormono serenamente. Il vocalist ha certamente passato un’ottima nottata.

Apro titubante la porta del bagno. Pensavo peggio. C’è solo qualche bottiglia di birra in giro e un paio di pozze d’acqua.

<< Già sveglio? >>

Sobbalzo nel sentire questa voce alle mie spalle. Il mio regalo deve essersi svegliato << B-buongiorno >>

Lui si stropiccia gli occhi e noto solo ora che è ancora in boxer << Controllavi i danni? >>

Sospiro << Sì, avrò da fare questo pomeriggio >>

<< Ti farai dare una mano dagli altri, come secondo regalo >> sorride << Quindi io mi astengo >> si volta e con tutta calma si dirige in salotto e lo seguo << Hai già visto un pezzo della tua torta di compleanno sulla porta della cucina? >>

Corruccio la fronte << No >> si mettono anche a giocare con il cibo, questi?

<< Vieni >> mi fa segno con la mano di entrare in cucina e chiude la porta << eccola >>

Una macchia informe di panna si staglia sulla superficie, rimasugli di cioccolato colano da questa << Perché >> chiedo o, forse, mi rassegno.

<< Maya l’ha lanciata dietro a Aiji perché diceva che non lo considerava. Però non ha fatto centro >>

Che stupido Maayatan. È sempre così geloso con il suo chitarrista << Stanno dormendo abbracciati sul divano >> sussurro, volgendo lo sguardo più in là << Forse Aiji ha cercato di farsi perdonare >>

Dalla parte opposta di sofà, vedo Miku abbracciato al dolce corpicino di Bou. Lui non l’ho visto arrivare, di sicuro ero già legato nella mia stanza quando ha fatto il suo ingresso. Poi sposto di poco lo sguardo e osservo Nao, addormentato compostamente a terra, la testa appoggiata su un cuscino pescato da chissà dove. Come mai lui non è in cucina con Yutaka? Forse non ha adempito hai suoi doveri di mammina della band e si è ubriacato…

Gli occhiali di Yuuki dentro ad un bicchiere colmo di un liquido random mi fanno sorridere. Certo che ogni secondo che passa scopro qualcosa di nuovo.

<< Takachan, hai qualcosa che assomigli a del cibo? >> intanto il mio bassista si è messo a frugare in ogni antro della cucina, alla ricerca di roba commestibile.

<< Missà che stanotte avete finito tutto >> sentenzio, dando una rapida occhiata in frigorifero. Vuoto assoluto, c’è solo della grande acqua naturale. Poco male, servirà quando si alzeranno in preda alla sete potente << Vestiti >> concludo.

<< Perché mai? In casa tua fa un caldo allucinante, non sembra nemmeno di essere a febbr- >>

<< Vestiti, così usciamo a prendere qualcosa da mangiare >> detto questo mi volto, deciso a raggiungere il bagno per sistemarmi.

Reita fa spallucce e mi supera, diretto in camera.

Di nuovo, do un’occhiata all’ammasso di corpi in salotto e noto con piacere che sono tutti più o meno vestiti. La tv e lo stereo sono spenti, ma questa credo che sia opera del mio batterista. Shou è rannicchiato e arrotolato in una coperta e sta appoggiato al muro sotto alla finestra. Vorrei andare là, scuoterlo brutalmente, urlargli nei timpani di svegliarsi, abbracciarlo fino a quasi farlo soffocare e -se dovesse resistere a tutte queste violenze- dirgli grazie. Al che, riceverei un grande vaffanculo, suppongo.

Mi trattengo dal compiere un gesto del genere e improvvisamente mi passa la fame. La tenda della finestra sulla sinistra è visibilmente macchiata di un liquido rosso sangue ed è stata privata di una sua parte. Se Ryo non mi ha detto nulla di questo -e sa quanto io ci tenga all’arredamento e a tutti i gingilli che ho in giro- evidentemente lui non ha fatto in tempo a vedere quella scena. Eppure, non mi sembra che ci sia qualcuno con la testa, un braccio, una mano o un piede lacerati.

Dovrei iniziare a farmi una lista per tutte le cose che dovrò dir loro appena apriranno i loro dolci occhiettini.

<< Reita, ho cambiato idea >> dichiaro appena entrato in camera << Aspettiamo che si sveglino, poi qualcuno andrà a prendermi del cibo >>

Mi fissa un attimo e si ritoglie la maglia appena infilata << Beh, allora è inutile che mi vesto… Fa caldo >>

<< Guarda che ti prenderai un accidente! O, forse, hai deciso di mostrare a tutti -quando e se si sveglieranno- i tuoi addominali scolpiti? >>

Mi rendo conto di aver lanciato una frecciatina. Cala il silenzio per qualche secondo, durante il quale il mio bassista si accomoda sul mio letto dopo aver afferrato una sigaretta dal mio pacchetto abbandonato a terra.

<< Non pensavo che una notte di sesso sarebbe bastata… >>

Mi cresce la tensione dentro, come se qualcosa, un equilibro, si stia per rompere. Ogni centimetro del mio corpo inizia a tremare, il respiro si fa affannoso, mi sento agitato, vorrei un attimo di tregua. Solo una frase, una sola, è stata sufficiente a farmi sentire così? È la consapevolezza di essere davvero geloso o la speranza che anche lui…

Grazie. Di tutto. Però vorrei che… Vorrei che non sia stato solo un amplesso privo di senso.

Ricordo di averlo pensato.

… vorrei provare di nuovo le stesse sensazioni.

<< Ruki? >> Reita mi chiama, mi richiama su questo mondo e concludo l’immersione nel mio fiume di pensieri. << Ruki mi sembri distratto… Hai capito quello che ti ho detto? >>

Ho come l’impressione di non aver ascoltato qualche parola. Scuoto la testa.

<< Ti ho detto che questa notte non credevo sarebbe stata utile a parlarci tranquillamente… generalmente, non ti interessi minimamente a me >>

In un attimo, sembra aver dissolto le mie preoccupazioni. Non ha pensato alla mia gelosia. Crede che io mi stia solo preoccupando per lui. Che lo stia considerando un po’ di più come un essere umano.

Ora basta convincermi e non sarò geloso. Di nulla, di nessuno. Lui è la solita bertuccia antipatica e insensibile.

E io sono il solito Takanori irascibile, scontroso e intrattabile. Sì, e la rabbia mi sta torcendo lo stomaco, vorrei urlargli in faccia che è un cretino, che poteva risparmiarsi di venire a letto con me per farmi contento. Adesso sto peggio di prima. Mi toccherà rimettermi la mia abituale maschera.

<< Mikuuuu! Smettila di palpeggiarmi! >> dal salotto sento provenire queste grida di lamento da parte di Bou.

<< Ma che caz- Bou! Non urlare! >> Saga deve essersi svegliato.

<< Ragazzi… che c’è? >> …anche il più pacato Nao.

Io e Ryo ci guardiamo ancora per un attimo, poi tacitamente decidiamo di raggiungere gli altri << Buongiorno! >> mi rivolgo a loro sarcasticamente << Dormito bene? Sì? Allora c’è da iniziare a pulire >> quelli già svegli sbuffano e si lamentano << Su, su, tutti insieme ci metterete poco >> sghignazzo, mentre do una scrollata agli altri ancora addormentati.

<< Ruki-chan, già nervoso di prima mattina? Non ti sembra esagerato farci iniziare subito subito? >> mi fa notare Kai, apparso proprio ora dalla cucina.

<< Ma chi è? Smettila! >> si lagna Maya tra le mie grinfie.

Uru-pon e Byou ci hanno raggiunti in sala, si stroppi ciano gli occhi e mi sorridono rassegnati.

<< Almeno la colazione possiamo farla, vero? >> Hiroto, stretto nella sua felpa e con i suoi occhioni dolci, mi intenerisce.

<< Se trovate qualcosa in questa casa da mangiare, fate pure. Altrimenti, che qualcuno vada a comprare qualcosa per tutti. Soprattutto per me >> sentenzio.

<< Questa mi sembra un’ottima idea >> esordisce Reita << Io, ovviamente, oggi non uscirò da questa casa se non esplicitamente cacciato >> la tentazione è davvero molta, la mia espressione glielo fa intuire << No, Taka, non vale >> e sospiro.

Osservo gli altri litigare e discutere su chi debba andare e perché a prendere del cibo << Vedete di non fare troppo chiasso! E portatemi qualcosa di buono >> poi mi volto, intenzionato ad andare un po’ in camera mia per stare tranquillo. Faccio un piccolo sorriso. In realtà sono divertito dalla scena.

<< Ruki… >> sento che mi chiama Ryo, ma io non ne voglio più sapere niente di quella cosa, devo cercare di dimenticare.

<< Vedi di non rompere, altrimenti ti caccio davvero! >> gli dico acido, per cercare di recuperare le distanze.

Do un’ultima occhiata alla sala e allo sguardo truce del mio bassista.

È tornato tutto alla normalità.

****************************

Note dell’autrice:

Ammettetelo: non pensavate prendesse questa piega, vero? Nemmeno io u_u ma ho dovuto accettare le scelte della mia testa.

Boh, il finale è un po’ cosi *non sa descriverlo* però, tutto sommato, pensavo peggio. Anzi, pensavo che non avrei mai concluso ._.

Voi che ne pensate? *parla a qualcuno di immaginario che pensa stia leggendo* un commentino è sempre gradito, nee!

Grazie a tutti i lettori *manda un bacio a testa*

^^Nami loves u^^

   
 
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