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Autore: ritsu    26/04/2011    2 recensioni
“Kyoya, quando ammetterai che ti piacciono certe sdolcinatezze?” Sussurra divertito Dino, guardando negli occhi blu Hibari. “E tu quando ammetterai che ti diverti a farti mordere a morte da me?” In volto un espressione assassina, sostituita da una sbigottita e ancora più arrabbiata quando il biondo gli risponde. “Mi farei mordere a morte da Kyoya tutte le volte che lui desidera pur di averlo con me.”
D18 - DinoxHibari centric ♥
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima fanfiction D18, perciò chiedo scusa in caso io sia andata OOC o non abbia reso bene i loro caratteri. Che dire, amo questi due insieme e da poco ci sono andata in fissa XD Spero comunque che vi possa piacere.
Mata ne ~

You will be the death of me
Yeah you will be the death of me.

  
 

Hibari Kyoya se ne stava steso sul tetto della scuola media Namimori, con le braccia incrociate dietro la nuca. Gli occhi blu a fissare il vuoto e l’uccellino Hibird appollaiato sulla sua testa incorniciata da ciuffi pece. Avrebbe dormito, ma lui sapeva bene che presto qualcuno sarebbe arrivato e interrotto la sua quiete. Quel qualcuno, in particolare, aveva capelli biondi e grandi occhi nocciola, che lo fissavano con un’espressione da cucciolo bastonato ogni qualvolta il capo del comitato disciplinare lo colpiva invece di apprezzare le sue inutili smancerie. Proprio a confermare i pensieri del moro, una figura alta si appoggia delicatamente a una parete, facendo vibrare nell’aria due parole “Buongiorno, Kyoya.” Sussurra il biondo, con la sua tipica frusta in mano e con la tartaruga Enzo sperduta in chissà quale tasca della sua giacca verde chiaro. In risposta, riceve solo il silenzio, ma ormai Dino Cavallone è abituato a questo comportamento indisponente del suo studente. “Sei di nuovo qua?” Sussurra il più piccolo scocciato, con il tono apatico di chi è completamente disinteressato. L’uccellino vola via, probabilmente per mettersi al sicuro, certo dell’imminente scontro tra i due. “Mi pare di averti già detto,” Continua il moro, sedendosi e poi alzandosi con un movimento fluido, “Che non ho tempo da perdere con te, erbivoro.” Sputa l’ultima parola come un insulto, e per Hibari Kyoya, carnivoro di Namimori, lo era davvero. Estrae i suoi tonfa dalla giacca e si avvicina al biondo che lo guarda divertito. Che tipo, Hibari Kyoya. Ecco cosa pensa il decimo boss dei Cavallone, ancora fermo. Romario dietro la porta, sempre presente, per evitare che il suo capo metta in pericolo se stesso e l’intera scuola. Perché in quel caso, il capo della disciplina non l’avrebbe fatta passare liscia a nessuno. “Kyoya, Kyoya…” Sussurra Dino, avvicinandosi al suo studente, “lo sai che attaccare una persona che ha solo detto buongiorno è piuttosto maleducato?” Un piccolo sorriso divertito si apre sulle labbra chiare del biondo, che a prendere in giro Hibari si diverte e nemmeno poco, pur sapendo di andare incontro alla morte ogni volta. In risposta riceve un ringhio feroce, segno che il moro si sta seriamente alterando. “Potresti finire in prigione.” Continua il Cavallone, mantenendo un ghigno sul volto e facendo qualche passo avanti. Si ferma solo quando la sua figura, nettamente maggiore rispetto a quella del moro, si trova a pochi centimetri di distanza da Hibari, sempre più irritato da quel comportamento sarcastico. Una mano del più grande va a intricarsi in quei morbidi e lisci capelli neri, così soffici al tatto. Sorride, quando vede Kyoya farsi leggermente più docile, a capo chino, e con un leggero rossore a imporporargli le gote.
Lui sapeva bene quanto il suo studente, che si rifiutava ancora contro ogni sua aspettativa di chiamarlo maestro, odiasse quelle smancerie. E in effetti, seppur con un po’ di ritardo, Hibari sposta quella mano malamente, osservando il biondo con un espressione furiosa e punta un tonfa contro di lui. “Combatti, erbivoro.” Dice, questa volta con l’eccitazione nella voce per l’imminente combattimento. Ma Dino Cavallone non ha certamente intenzione di cedere. Abbassa il suo tonfa in basso e riavvicinandosi cautamente a lui, gli accarezza una guancia pallida che diventa un po’ più calda sotto il suo tocco. La reazione si fa più violenta, ringhiando nuovamente contro il biondo, che si trova costretto a ritirare la mano, dato che il più piccolo stava già per morderla. Una risata pura e cristallina si espanda nell’aria, mentre un Kyoya sempre più innervosito lo invitava a combattere, puntandogli le sue armi contro. “Sei così carino Kyoya.” Sussurra a fil di voce il boss biondo, sapendo di andare incontro a una furia assassina. In fondo, lui conosceva bene Kyoya. E infatti, un tonfa lo colpisce in pieno stomaco, facendolo cadere a terra malamente. “Ripetilo se non ci tieni alla tua vita.” Gli intima il ragazzo, guardandolo male. Ride il Cavallone che si rialza subito, come se quel colpo di tonfa gli avesse solo fatto il solletico. Si riavvicina cautamente al moro che ha ancora in faccia uno sguardo tremendo. “Kyoya, quando ammetterai che ti piacciono certe sdolcinatezze?” Sussurra divertito Dino, guardando negli occhi blu Hibari. “E tu quando ammetterai che ti diverti a farti mordere a morte da me?” In volto un espressione assassina, sostituita da una sbigottita e ancora più arrabbiata quando il biondo gli risponde. “Mi farei mordere a morte da Kyoya tutte le volte che lui desidera pur di averlo con me.” Dice candidamente Dino, che si becca un’altra tonfata, stavolta sul fianco. Si massaggia il punto ferito con una mano, ma anche stavolta si rialza. “Ahi ahi.” Dice ridendo, e rivolgendogli un sorrisetto. “Kyoya, posso darti un bacio?” Sentenzia infine il Cavallone, che spera ancora che un giorno Hibari si addolcisca e diventi finalmente mansueto. La voce di Dino suadente che giunge all’orecchie del più piccolo come una melodia fastidiosa ed irritante. Solo un erbivoro può comportarsi così. Il Cavallone si avvicina e gli prende il volto tra le mani, premendo le sue labbra su quelle del più piccolo le quali guance diventano subito scarlatte per l’imbarazzo. Perché doveva sempre fare cose così disgustose? Pensa il povero Hibari che nonostante tutto si lascia travolgere da quel bacio che non ha la forza di respingere. Sente le sue labbra sulle proprie e poi con un movimento fluido dell’altro, la lingua che si infila nella sua bocca, esplorandone il sapore. Le mani del più grande che scendono un po’ giù, arrivando alla vita del moro che viene stretta dalla sua presa quasi soffocante. I due si separano un attimo per prendere fiato, Dino che osserva ogni espressione del suo studente, espressioni che solo lui avrebbe potuto vedere. Così carino, Kyoya. Una mano torna delicatamente sulla sua guancia, riavvicinando il proprio volto, ma questa volta il capo della commissione disciplinare scansa malamente quella mano, allontanandosi da quel melenso erbivoro. “Combatti o non combatti, Cavallone Dino.” Quanto amava Dino essere chiamato per nome da lui? Anche un nome come il suo poteva diventare bello se pronunciato dalla voce matura di Kyoya. Uno sbuffo del più grande e un sorriso divertito che si disegna sul suo volto. “Hmpf. Sembra che io non abbia altra scelta.” Sussurra il boss, rassegnato.
“Ma", prosegue con un sorriso che mette in allerta l’altro, “se vinco io, verrai ad un vero appuntamento con me.” Pronuncia scandendo bene la parola appuntamento, e osservando le reazioni dell’altro. L’unico modo per attirare la sua attenzione era quella di parlare di combattere, e stavolta il biondo non poteva proprio perdere. Questo pensava Dino, mentre un divertito Hibari punta un tonfa contro di lui avvicinandosi come solo un carnivore come lui poteva e sapeva fare. “Sembra proprio che alla fine…” Sussurra continuando a fare passi avanti, “io debba…” si ferma davanti a lui, guardandolo negli occhi per poi sorridere, “Morderti a morte.” 

 

  
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