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Autore: Kate_88    26/04/2011    20 recensioni
Il grande errore di Mamoru era stato quello di sottovalutare Usagi, ritrovandosi a pagare le conseguenze di tutti i suoi sbagli.
Poggiato alla ringhiera, da lontano osservava la sua ragazza parlare con un altro ma nei suoi pensieri c'era qualcosa, come un campanello che lo avvertiva che Usagi non era più la sua ragazza.
Aveva fatto uno sbaglio o forse uno più grande di tutti gli altri.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Nuovo personaggio, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 7 – Forse, Forse...

 

 

Usagi rientrò in classe un po' stordita, guardandosi intorno e mostrando a Makoto un'espressione confusa.

« Che ti succede? Hai mangiato troppo? » chiese l'amica cercando di mascherare un'espressione felice.

« No no solo che credo di stare un po' male. Inizio a vederlo anche qui. Mi è sembrato di vedere un ragazzo che somigliava a Mamoru. Incredibile. Vabbè, ripasso un po' che abbiamo il compito d'inglese e dopo me ne vado a casa. »

Makoto annuì ed uscì fuori dall'aula, lasciando ad Usagi quei momenti che probabilmente voleva vivere da sola.

L'attenzione di Usagi si fermò da subito sulle nozioni d'inglese, senza tuttavia soffermarsi su quello che realmente c'era scritto.

Afferrò la scatolina sul tavolo ed arricciò le labbra pensando da subito che fosse di Makoto, tuttavia da quella scatolina spuntava un bigliettino che indicava chi fosse realmente il destinatario di quel regalo: Usagi.

Stupita da quella scatolina, prima di aprirla l'agitò ascoltando il rumore che proveniva dall'interno, interrogandosi sul contenuto di quella confezione.

Aprendola trovò il bottone ed un piccolo fogliettino che riportava una sola parola: Diploma.

Inizialmente non capì e sedendosi al banco, posò la scatolina richiudendola ed iniziò a leggere gli appunti d'inglese.

La terza persona al passato è Was.

Attenta all'uso di Like.

Ricorda queste parole: I love you.

Ad Usagi mancò qualche battito...

 

 

Il Natale dei suoi 8 anni.

 

 

Usagi avva finito di vestirsi, piccola di statura per la sua età e resa ancora più infantile da un vestito rosso con le maniche lunghe, le calze bianche e le scarpe dello stesso colore del vestito, con un cinturino ed un minimo di tacco basso, un capriccio per quella sera. Aveva legato i codini lunghi con quei suoi soliti odango e li aveva decorati con dei fiocchetti rosa.

« Mamma! Me lo metti il rossetto? »

Usagi aveva raggiunto la madre nella camera da letto mentre finiva di prepararsi.

« Eh? Usa chan sei piccola. Dai vai giù da papà che tra poco arrivano gli ospiti. »

« Ho già otto anni, non sono piccola. »

« Per truccarti sei piccola e poi se ti trucchi, stasera non viene Babbo Natale eh. »

« Sarebbe una tragedia! » esclamò Usagi portando le mani alla bocca « no mamma io il rossetto non lo voglio più. Vado da papà. »

Raggiunto il padre, Usagi sfilò davanti a quell'uomo facendo una giravolta e mostrando il suo più grande sorriso.

« Papà come sto? »

« Sei bellissima Usa chan. »

« Papà ma Babbo Natale stanotte viene? »

Usagi guardava il padre con gli occhi pieni di speranza mentre il genitore arrossì di fronte a quella ragazzina che innocentemente gli faceva la domanda più facile del mondo.

« Certo che viene. Sei una brava bambina, anche se mangi tanti dolci. Sono sicuro che se gli lasci un pezzetto di dolce sarà ancora più felice! »

« Allora Papà mettiamo da parte subito un pezzetto, appena arriva Mamo chan sono sicura che vorrà mangiarlo tutto. »

Kenji accompagnò Usagi in cucina andando poi ad aprire la porta all'arrivo di Keyko, Mamoru e Kento, il padre di Mamo chan.

« Benvenuti. Ikuko scende subito. Usa chan vieni a salutare? »

« Eccomi papà! Ho preparato la fetta per Babbo Natale! » esclamò la ragazzina pulendosi la bocca con una mano, mascherando la golosità che l'aveva colta un attimo prima.

« Usa chan auguri! »

La famiglia di Mamoru fece gli auguri alla piccola che fece un inchino, mostrandosi quanto più dolce possibile.

« Usa chan ti devo parlare. »

Mamoru afferrò Usagi per la mano e disse poi a Kenji: « Papà Kenji vado un attimo in camera di Usagi, faccio il bravo. »

Il padre di Usagi annuì trattenendo le risate mentre i due ragazzini salivano le scale ed entravano in stanza.

« Sediamoci al centro della stanza. » Mamoru aveva assunto un'espressione seria e sedendosi incrociò le braccia al petto e le gambe.

« Ehi Mamo chan ma tu hai fatto la letterina a Babbo Natale? »

Mamoru scosse il capo. Per un attimo osservò quella stanza da bambina che tuttavia presentava una bacheca con tutte le loro foto più belle scattate nell'infanzia.

« Senti Usa chan, devo dirti una cosa seria. »

Usagi annuì e si mise a sedere di fronte a Mamoru.

« Ecco, adesso sto in prima media ed i ragazzi della mia classe dicono cose brutte, se ti capita d'incontrarli, non li ascoltare, specie in questo periodo. »

« Che cosa dicono Mamo chan? Ti fanno del male? »

« No no, solo che sanno che hai otto anni e che sei la mia futura sposa e visto che dico a tutti che sei bellissima, mi hanno detto che voglio dirti cose per farti intristire e lasciarmi. »

« Ma Usa chan non lascerà mai Mamo chan. »

« Lo so. Sto risparmiando le paghette per regalarti l'anello eh. Comunque, prima che te lo dicono loro, non crederci quando ti diranno che Babbo Natale non esiste, capito? »

« Loro non credono a Babbo Natale? Secondo me sono bambini cattivi. Comunque Mamo chan, anche io devo dirti una cosa seria. »

« Che succede? Ti hanno fatto del male? »

« No è che non ti ho fatto nulla per Natale perché non sapevo cosa regalarti. Tu cosa vorresti per Natale? »

« Ehm... »

Mamoru arrossì e mantenendo quella posa che aveva assunto inizialmente, arricciò le labbra e mormorò: « Senti Usa chan, ormai siamo grandi ed io ho visto cosa fanno i grandi a Natale. »

« Cosa fanno? »

Usagi curiosa si sporse verso il ragazzo, ingenua in quei movimenti.

« Mah, alcuni sono strani, ad esempio si spogliano e si abbracciano, altri invece... ecco si danno un bacio, però se lo danno qui ad occhi chiusi. » Mamoru s'indicò le labbra decisamente imbarazzato.

« Io a mamma do tanti baci qui » rispose Usagi indicandosi la guancia « e poi perché la gente si abbraccia nuda? »

« Non lo so. Forse è una tipo una tradizione, come andare a pregare al tempio. »

« Io non voglio spogliarmi però il bacio te lo posso dare, anche se ho paura... »

« Giuro Usa chan non ti farò del male! Sarò delicato! » Mamoru si alzò in piedi, emozionato da quel momento.

« No è che... Mamo chan tu mi vuoi bene? »

« Certo! Anzi io ti amo tanto! Sei la mia Usa chan »

« Ecco vedi, è pericoloso darsi un bacio. Una volta ho chiesto alla mamma come si fanno i bambini e lei mi ha detto che, quando una femmina ed un maschio si vogliono tanto bene, si danno i baci e nascono i bambini. »

« Si ma quello è se si danno i baci strani. »

« Ah capito. Allora poi lo dico alla mamma che si sbagliava. »

Usagi annuì ed in quel momento Mamoru si avvicinò alla ragazzina, chinandosi un po' e sporgendo con il volto verso quello di Usagi.

« Ehi Mamo chan, Buon Natale. »

La ragazzina racchiuse il volto di Mamoru tra le mani e strizzando gli occhi e chiudendo le labbra, donò al ragazzo il suo primo bacio.

Il Natale in cui lei aveva 8 anni.

 

 

Erano giorni che Usagi rimuginava su quel bottone e lo osservava da sola nella sua stanza.

Lo rigirava tra le mani alternando lo sguardo tra quell'oggetto e le poco foto rimaste nella sua stanza.

Mille ricordi invadevano la sua mente, mille emozioni avvolgevano il suo cuore ferito.

Osservando fuori dalla finestra notò una comitiva mista di ragazzi e ragazze e la sua attenzione si soffermò su una coppia poco dietro al gruppo: lei più bassa di lui con dei biondi capelli sciolti mentre lui era il classico ragazzo di bell'aspetto e che tuttavia sembrava avere occhi solo per quella ragazza.

Richiuse le tende della stanza ed uscì dalla camera andando in soffitta.

« Usagi che cerchi? » domandò la madre alzando un po' la voce per farsi sentire.

« Una cosa. Poi rimetto a posto. »

La madre tornò in cucina mentre Usagi afferrava un vecchio scatolone pieno di polvere.

Aprendolo notò che aveva relegato in soffitta un mondo fatto di ricordi piacevoli: le foto con Mamoru da quand'erano piccoli fino agli ultimi scatti fatti quando lei era ormai alle scuole medie. I primi regali ricevuti dal ragazzo, anche un anello di plastica, di quelli grandi che si trovano nelle patatine. In una busta rosa, tuttavia, era racchiuso un altro grande tesoro, qualcosa che aveva custodito senza mai riconsegnare quell'oggetto al proprietario: la chiave di casa di Mamoru.

La chiave era di quelle semplici e piatte, sembrava quasi la chiave di un semplice cancello, invece era la via d'entrata al mondo di Mamoru.

In quello scatolone ritrovò ciò che in quell'anno aveva dimenticato: in un attimo Mamoru le aveva donato un'immensa sofferenza eppure in tanti anni lui l'aveva sempre fatta sorridere.

Nulla poteva tornare come un tempo, gli errori li avrebbero pagati fino alla fine, ciò che era stato cambiato non poteva essere variato a proprio piacimento: il passato non avrebbe subito variazioni, restando com'era con i momenti belli e quelli brutti, forse però Mamoru se la meritava una possibilità per il futuro.

 

 

 

Il suoi quindici anni – White Day

 

 

Mamoru era in classe con i suoi amici, ormai la scuola era agli sgoccioli ed erano vicine le vacanze di primavera.

Le ragazze in classe erano tutte in fermento, lanciando sguardi ai ragazzi che un mese prima avevano ricambiato il loro amore.

Mamoru pensava.

« Cosa affligge il nostro Mamoru? » domandò un suo amico poggiandosi al banco del ragazzo.

« Oggi è il White Day ed io non ho regalato niente ad Usagi. Se non le regalo nulla non si arrabbia, ma quest'anno a San Valentino s'è impegnata molto, il minimo è ricambiare e poi devo far felice la mia Usa chan! »

« Tu innamorato fai quasi paura. Scusa ma non le hai preparato i cioccolatini bianchi? »

« No macchè! Sono impedito! Nonostante ci abbia provato ed abbia chiesto aiuto a mia madre, il risultato è stato scandaloso. Senti, anche se non dovremo, se usciamo ora da scuola e mi accompagni in centro? »

« Eh? Ma oggi abbiamo quattro ore di Matematica! »

« Poi ti passo gli appunti. Andiamo! »

Mamoru ed il suo amico lasciarono subito la scuola, diretti al centro di Tokyo.

Camminando per le vie del centro, Mamoru si fermò ad una bancarella, notando un particolare pendente: la catenina argentata si presentava con una maglia estremamente semplice ed infilata a questa c'era un ciondolo pallido a forma di falce di luna con le punte rivolte verso l'alto.

Mamoru sorrise e come ipnotizzato da quel pendente, subito lo acquistò, accompagnando quel regalo ad un sacchetto di praline al cioccolato bianco.

Il White day era salvo e Usagi avrebbe sicuramente gradito.

 

 

Usagi stringeva la catenina ed il ciondolo tra le mani mentre un paio di lacrime scendevano solitarie.

Asciugò le lacrime ed infilò su quella catenina, non solo il ciondolo d'appartenenza ma anche la chiave dell'appartamento, portandola al collo come un tesoro.

 

Gli esami di riparazione erano ormai finiti e la primavera aveva lasciato spazio all'estate, con il caldo, il mare ed alcuni lavori più pesanti.

Makoto aveva informato Usagi di ogni orario di Mamoru per attuare il suo ultimo piano per dimostrare a quel ragazzo che era lei la ragazza ideale per lui e che nessun altra era la sua perfetta metà.

Quel giorno di Giugno, Mamoru avrebbe lavorato tutto il giorno, avendo solo due ore di pausa dall'una alle tre: un orario ideale per Usagi.

La mattina s'incontrò con Makoto per fare un po' di spesa, nonostante i vari dubbi di Usagi.

« Cosa devi comprare di preciso? »

« Mh... Mako io non so, ma non potrei solo parlarci? Cioè, non potrei comprare un dolce pronto, portarlo e insomma, poi vedere se possiamo trovare un punto d'incontro? »

« Usa, non siete una coppia di divorziati che devono parlare per l'affidamento dei figli eh! Siete solo due sciocchi innamorati che non sanno come reagire all'amore. »

« Ha parlato l'esperta. Come si chiama quel tipo che hai visto? Sbaglio o è anche un coetaneo di Mamoru? »

« Chi? Mh? » non era facile essere indifferente a quelle domande, così Makoto sospirò ed annuì « Motoki Furuhata. È più bello del ragazzo che mi piaceva prima. Comunque a lui poi ci penserò. Adesso pensiamo a te. Hai fatto la lista? »

« L'hai fatta tu. »

« Giusto. »

Usagi e Makoto passarono l'intera mattinata a fare spesa e solo quando ormai avevano comprato l'ultimo ingrediente, si concessero un'oretta dal parrucchiere per sistemare le loro acconciature.

Usagi approfittò dell'occasione per farsi anche truccare, colorando appena il suo viso con un rossetto appena rosato ed un velo di ombretto per evidenziare maggiormente gli occhi azzurri.

« Bene. Adesso sei pronta. A presto! »

La parrucchiera salutò Usagi che uscì poco dopo Makoto con ancora le buste della spesa in mano.

« Allora, ricorda bene: Il pesce non lo devi cuocere troppo altrimenti diventa secco e non è tanto buono. La crema falla subito perchè deve addensarsi e freddarsi prima di usarla per il dolce. La pasta devi cuocerla all'ultimo. Considera che è fresca, si cuoce in un attimo. »

« Oddio Mako chan rallenta! Io già non ci capisco nulla. »

« Zitta ed ascolta! Le patate al forno necessitano di una lunga cottura ma quando vedi che si dorano, stai attenta! Le devi controllare altrimenti finisce che si seccano ed addio patate! Mh vediamo, non ricordo se ho detto tutto... ah! I gamberi vanno solo scottati eh! Cuociono pochissimo! In ogni caso, se hai problemi chiamami. Il pan di spagna lo abbiamo comprato già fatto, la torta non sarà difficile. Ricordati solo di tagliarlo bene. »

« Ma non potevo solo parlargli e dirgli che io ero migliore delle altre? »

« Scusa eh, è un anno che aspetti questo momento e da quando Mamoru ti ha regalato quel bottone sei impazzita, arrivando addirittura a guardarlo mentre lavorava, quindi sinceramente, oggi pomeriggio impegnati e quando lui torna a casa lo accogli con una voce tenera tenera e gli dici Bentornato amore. Sei stanco? E così sarà di nuovo tuo. »

« No, così scappa. Comunque, vabbè, ti faccio sapere. »

Makoto annuì e si separò da Usagi che andò a casa di Mamoru, usando quella chiave mai restituita ed approfittando dell'assenza del ragazzo, rischiando probabilmente una notte in cella.

 

1° chiamata

 

« Mako! Il pesce me lo hai fatto prendere intero! Ora come gliela tolgo la spina? »

« Usa sono calamari! Non hanno la spina! Togli prima i tentacoli, poi pulisci il dentro. Chiaro? »

« Si capito! Ciao! »

 

2° chiamata

 

« Mako! Ho un problema! »

« Dimmi Usagi! Stavolta cosa non va? »

« La crema è normale abbia qualche grumo? »

« Certo che no! Girala continuamente e cerca di rompere i grumi finchè è calda. Se vedi che non ci riesci e sono pochi ma un po' grandi, ti armi di santa pazienza e li togli con il cucchiaio uno ad uno. Se invece sono troppi e la crema non è fluida, falla di nuovo e fai attenzione! »

« Va bene! Grazie Mako Chan! »

 

3° chiamata

 

« Ciao Mako chan! Studiavi? »

« No Usa. Veramente ascoltavo nuovamente i Three Lights »

« Ah capito! Senti un po', ma il prezzemolo lo devo cuocere? »

« Ovvio che no! Se cotto il prezzemolo è un po' tossico! Di certo non morite però ti assicuro, a crudo è più buono! »

« Grazie Mako chan! Un bacio. »

 

4° chiamata

 

« Mako aiuto! Come faccio a preparare la cosa intorno ai gamberi ed ai calamari? »

« Usa si chiama panatura per la frittura. Devi friggerli all'ultimo quindi è meglio se l'infarini semplicemente prima di friggerli. Chiaro? »

« Ah grazie Mako chan! Tra poco torna a casa! Sono agitatissima! »

« Rilassati! Hai preparato le patate?»

« Sono in forno! C'è un buon odore! »

« Sono sicura che andrà tutto bene! Ci sentiamo domani Usa chan! »

« A domani Mako chan! »

Usagi riattaccò il telefono per la quarta volta e sospirò. Si erano ormai fatte le sette e mezzo e nonostante la stanchezza, sapeva che per le otto Mamoru sarebbe tornato.

Si sdraiò sul divano, quel divano che in un anno era cambiato e chiuse gli occhi, sperando che Mamoru non avesse cambiato programma per la serata.

Arrivarono le otto e il ragazzo aprì la porta di casa...

 

 

 

 



Ed eccoci alla conclusione di questo capitolo!
Dunque, per chi non lo sapesse, il White day è il 14 marzo in Giappone ed i ragazzi che a San Valentino hanno accettato la cioccolata dalle ragazze, devono ricambiare un mese dopo.
Come avrete capito, questo è il penultimo capitolo.
Qualcuno di voi forse se l'aspettava, qualcuno no, però spero che alla fine di questa storia continuerete comunque a seguirmi su "Principessa non è facile..." e "Dolci d'amore" inoltre, nell'ultimo capitolo di "L'amore è un gioco?" vi rivelerò il titolo della nuova fan fiction che scriverò e forse vi rivelerò un pò la trama che tuttavia in alcuni punti potrebbe variare.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Posso immaginare che qualcuno da subito può pensare che può risultare affrettato ma dopo un'attenta riflessione ho capito che secondo me va bene così: Usagi quando apre la scatola in soffitta, non apre solo un oggetto ma il suo cuore e tutti i ricordi legati a quello scatolone ed a Mamoru.
Nell'ultimo capitolo vedremo cosa accadrà a questi due giovani, a cosa porterà questa sorpresa.
Come già detto, spero continuerete a seguirmi anche alla fine di questa storia, sperando di appassionarvi anche con le altre, infine, ringrazio come sempre tutti i recensori, i lettori e tutti coloro che reputano questa storia almeno carina! Grazie! Mi stimolate a scrivere sempre di più!

A presto e tanti baci a tutti!


Kate

   
 
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