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Autore: jade146    26/04/2011    2 recensioni
Quando dei componenti della tua famiglia non si divertono, vuol dire che quella è la fine.
Questa era la fine.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri. Un vortice di pensieri occupava la mia mente distrutta dai rancori. Non mi ero mai sentita tanto male. L’angoscia aveva fatto in mille pezzi il mio stomaco ormai vuoto da giorni.
Non uscivo di casa, non aggiornavo il mio stato su twitter e non rispondevo alle chiamate dei miei amici… quelli rimasti.
Il mio cuore aveva subito una forte scossa, negli ultimi giorni. Ben due pugnalate, dirette e profonde, che avevano fatto largo alle più grandi ferite grondanti di aspra verità che abbia mai avuto.
Sette anni. Sette maledetti anni insieme, in cui ho amato e voluto bene a due dei miei primi amici. Zac e Josh, rispettivi batterista e chitarrista della band di cui sono la cantante.
Ci avevano lasciati appena chiuse le porte di un grandissimo tour, deludendo tutti, sia me che Taylor, che Jeremy.
Naturalmente toccherà a noi dare la bellissima notizia dell’accaduto. Sapevo che i fan ci avrebbero odiati a morte, per questo. Avevo già preparato l’annuncio da mettere sul sito… Ci avrebbe pensato Taylor quella mattina stessa.
Basta pensare! Era ora di scrollarsi di dosso quella neve di sventure ed andare incontro a quella reale.
Nevicava ancora. Ci saranno stati almeno quindici centimetri di un candido e soffice strato bianco sulla strada. Sarei uscita, sicuramente. Ormai il mio periodo da eremita era finito ed iniziavo addirittura ad avere fame. Per l’ennesima volta squillò il cellulare. Era Jeremy.
<< Pronto… >> risposi con voce roca e spossata.
<< Hayley, finalmente!! >> disse con la sua voce leggermente nasale. Mi mancava sentirla << ci hai fatto preoccupare come pazzi! Dove sei? >>
<< A casa, ma sto per uscire >>
<< Ti raggiungo? >> quell’uomo era un angelo.
<< No, non è il caso… meglio se sto da sola per un po’ >>
Fece un sospiro, quasi di rimprovero << Pensi a lui, non è così? >>
Quella domanda mi spiazzò << Più che altro mi struggo per capire Zac… Josh si sa che tra moglie e famiglia… >> lasciai la frase in sospeso con tono amaro.
<< Andremo avanti… >> cercò di tirar su il mio livello di ottimismo << … e tutto si sistemerà >>
<< Lo spero con tutto il cuore >> o almeno con quel che ne rimaneva << … adesso vado. Ti voglio bene >>
<< Ok, ti voglio bene anche io >> concluse.
Attaccai e mi diressi verso la porta mentre mi infilavo il giaccone. Ormai fuori casa diedi un’occhiata ai messaggi ricevuti:
Taylor, chiedeva come stavo e mi informava che aveva postato l’annuncio. Non ero solita mentire con lui, così gli risposi che ogni battito del mio cuore era come una fitta lancinante ed insopportabile. Poi gli scrissi che aveva fatto bene a riportarlo sul sito subito, quel testo.
Zac, “Perdonami”… andai letteralmente avanti.
Chad, diceva di essere in tour nella Nuova Zelanda con la band, sarebbe tornato tra due mesi se non tre. Alla fine del messaggio c’era il suo solito e monotono “ti amo”.
Io personalmente amavo il romanticismo, ed essendo realisti, Chad non sapeva nemmeno cosa fosse. Quella frase, infatti, perdeva significato ogni giorno di più. Non sapevo quanto il futuro avesse in serbo per noi, forse non l’eternità come per… meglio lasciar stare. La questione, comunque, non mi faceva né caldo né freddo, e forse ce n’era da preoccuparsi questa volta.
Gli risposi per non farmi chiamare. Non gli dissi nemmeno di Zac e Josh, lui odiava Josh. Avrebbe sicuramente detto qualcosa di pungente.
Dakotah, mia grande amica, mi invitava ad una festa. Rifiutai cordialmente e lasciai anche lei all’oscuro di tutto.
Ne mancava solo uno…
Josh. Quel nome lapidò il mio cuore, già ridotto in inutili brandelli. Le tempie pulsavano ed il mio collo bruciava. Mi tolsi la sciarpa mentre affondavo i piedi nella neve lasciando profonde orme.
Avevo paura di leggerlo, sinceramente… ed avrei voluto cancellarlo, in un primo momento, ma la curiosità - una curiosità assassina - mi colse improvvisamente facendomi aprire il messaggio.
“Dobbiamo parlare. Il prima possibile” Freddo. Più della neve che mi colpiva il viso. Ma che buona idea! Scommetto che non ha passato neanche la metà di quello che ho subito per tre giorni… Jenna l’avrà consolato a modo.
Volevo urlare dalla rabbia! Con quale coraggio mi scriveva una cosa simile?!? No, non sarei andata a casa sua con Jenna nei paraggi pronta ad origliare tutto per poi scriverlo sul suo blog da tredicenne sfigata!
Sarei andata a prendere una cioccolata calda… con i marshmallows.
Coprii nuovamente la mia gola e mi incamminai verso il “cafè” di Nashville meno in vista (i fan non meritavano di vedermi ridotta in quello stato).
Quel locale sembrava scavato in una grandissima quercia, era tutto in legno. L’atmosfera era calda e accogliente, ma non si riempiva mai a modo.
<< Ecco la nostra bella Hayley >> sorrisi << il solito anche oggi? >> chiese Nick mentre asciugava una tazzina con un panno a quadri.
<< Il solito, grazie >>
<< Arriva subito! Nel frattempo, però, ti metto Johnny Cash >>
Mi limitai a sorridergli nuovamente con aria spenta. Da quando ero conosciuta mi trattavano tutti in modo strano.
Iniziò “Ring of Fire”, una canzone che personalmente amavo.
<< Love… is a burning thing>>
Sospirai rumorosamente << Lo so, lo so… >>
<< Cos’è che sai? >> chiese una voce maschile, profonda. La voce di Josh Farro. Il mio povero cuore cessò di battere per un tempo interminabile. Mi voltai verso di lui e lo fulminai con uno sguardo affranto. Mi irritò vedere il suo viso che sembrava sprigionare stanchezza da tutti i pori. Se avesse avuto un’espressione presuntuosa, l’avrei potuto prendere a parolacce adeguatamente.
<< Niente che ti riguarda >> risposi secca.
Stava per aprir bocca quando tornò Nick, il barista.
<< Ci vorrà un po’ più del previsto >> si rivolse a me. Magnifico.
<< Buon giorno, Josh, che ti porto? >>
<< Il solito, grazie >> disse con una voce morta - e sepolta.
<< Tutto bene? >>
<< Ho la luna storta… >> frase da vecchio sposato.
<< Ah, capisco… ce l’hai a Saturno >>
Restammo perplessi << Probabilmente >> rispose infine Josh.
<< Eh, la ruota gira… >> fece un sorrisino << Adesso sedetevi al tavolo, però… qui sul bancone è da alcolizzati >>
<< O…K >> mi alzai verso la parte opposta a Josh e mi sedetti sul primo tavolo che mi capitò davanti. Gli lasciai la scelta se sedersi con me o no. In fondo era lui quello che voleva tanto parlare.
Me lo ritrovai di fronte. Aspettai lunghi secondi di silenzio prima di risentire la sua voce.
<< Bell’annuncio, complimenti >> disse aspro. Gli rivolsi lo sguardo.
<< Cosa ti aspettavi? Non vogliamo lasciare i nostri fan all’insaputa… >>
<< Certamente! Adesso però io e Zac siamo gli stronzi che vi abbiamo lasciati da soli in mezzo alla strada, giusto?! E’ ridicolo… >>
Risi sarcastica davanti quell’affermazione << Nessuno ha detto che siete degli stronzi. Se i fan capiscono questo, cosa ci posso fare? Vai da loro e spiegaglielo! Vatti a girare tutto il mondo, come abbiamo fatto in questi anni che hai appena gettato via! >> sbottai sull’orlo di una furia.
<< Vedi?! Allora siamo noi quelli dalla parte sbagliata! Io… >> fece un sospiro, calmandosi << Io e Zac tornavamo a casa che i nostri fratelli erano sempre più grandi! Tu non sai cosa significa! >>
<< Io so cosa significa! Ho due sorelline, te lo sei dimenticato? E poi avevamo deciso insieme di fare quest… quella vita! Sapevamo che ci saremmo separati dai nostri familiari prematuramente, nessuno ci ha costretti! >> volevo urlargli contro, ma ingoiai la bile << Adesso torna dalla tua famiglia, fai tornare piccoli i tuoi fratelli e guardateli crescere… Se questa è la tua massima aspirazione di vita… >> forse sarebbe stato meglio chiuderla lì, ma inconsciamente continuai << poi vai da Jenna e aspetta l’arrivo dell’ospizio, buona fortuna! >> ero in procinto di alzarmi quando arrivò Nick.
<< Ecco le due cioccolate calde con marshmallows >> disse frizzante. A quel punto mi alzai ancor più innervosita. << H-hey! Dove vai? >>
<< Scusa se ti ho fatto perdere tempo, eccoti i soldi >> presi la prima banconota che avevo in tasca, era da dieci dollari.
<< Ma sono troppi >>
<< Non importa >> risposi, ormai alla porta.
Uscii tra la neve, di nuovo. Inutile neve! Voglio l’estate! Anzi no, voglio… voglio… Dannazione! Iniziai a piangere. Le lacrime mi riscaldarono il viso freddo e senza sensibilità.
Silenziosamente continuai a singhiozzare tornando verso casa. 
   
 
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