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Autore: N i s h e    27/04/2011    6 recensioni
EHI, LEGGI QUI: se i caratteri risultano troppo piccoli per essere letti, in alto a sinistra ci sono quelle tre simpaticissime 'A' che ingrandiscono il tutto. Ok?
"Confermò la sua teoria secondo la quale dal caos (lui era il caos), può nascere qualcosa di buono. Di così grande, così insuperabile dal tempo, così diverso, così melodioso come il suono: un laccio; un legame indissolubile più del ferro, del ghiaccio e del fuoco.
Quella creatura, i suoi occhi verdi/azzurri e la 'musica' che aveva portato nella sua vita in quel momento, lo fecero piangere.
Piangere come piange un padre quando incontra per la prima volta gli occhi di quello straordinario piccolo essere, generato dal suo stesso sangue, misterioso come un dogma, 'musa' ispiratrice della sua vita.. "
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Like a new born.
A Silvia; alle Parole, che ci hanno avvicinate e al sogno di un concerto insieme.

Bianco;

E la gioia arrivò. Arrivò con un vagito tanto melodioso quanto imponente, che riuscì a destabilizzare persino lui.
Riuscì ad imprimersi nel suo cervello per destabilizzarlo tutta la vita, al solo ricordo.
Matt rimase immobile dentro e fuori.
Non riusciva a percepire suoni diversi da quel vagito, intorno a lui. Eppure ne era sicuro: era nato, cresciuto, vissuto nel caos fino a quel momento. E nel caos aveva trovato se stesso; aveva scoperto di sapersi muovere alla perfezione...
In quel momento restò immobile e l'unico caos era il silenzio carico di bianco intorno a lui. Quel vagito, il suo vagito.
Il suono di quella creatura che era sua; era lui. Individuo diviso ma indivisibile.
Confermò la sua teoria secondo la quale dal caos (lui era il caos), può nascere qualcosa di buono. Di così grande, così insuperabile dal tempo, così diverso, così melodioso come il suono: un laccio; un legame indissolubile più del ferro, del ghiaccio e del fuoco.
Quella creatura, i suoi occhi verdi/azzurri e la 'musica' che aveva portato nella sua vita in quel momento, lo fecero piangere.
Piangere come piange un padre quando incontra per la prima volta gli occhi di quello straordinario piccolo essere, generato dal suo stesso sangue, misterioso come un dogma, musa ispiratrice della sua vita...

Cercò di calmarsi, riprendersi l'autocontrollo.
''Autocontrollo'', per così dire: decise di abbandonarlo del tutto, perchè ogni volta che avrebbe incontrato gli occhi della sua canzone più bella, l'avrebbe ogni volta perso.
E adesso li incontrava ancora, mentre qualcuno la adagiava sulle sue braccia tremanti. Pensò che non aveva mai tenuto qualcosa di così pesante come la sua stessa vita, tra le mani... E gli parve di crescere, in quel momento. Crescere, crescere in quegli occhi chiari;
spaccare il soffitto e arrivare al cielo, più in alto delle nuvole.
Tentò di sorridergli. Tentò di muovere qualche muscolo e quello spettacolo gli rispose. Gli rispose e la sua vita ebbe un senso.

Lo avrebbe preso per mano e guidato nel mondo che viveva dentro di lui; gli avrebbe insegnato a guardarsi allo specchio perchè vedesse oltre se stesso; avrebbe speso la sua vita per renderlo orgoglioso di lui. Avrebbe dato l'esempio...
Gli avrebbe insegnato l'amicizia, l'amore e il valore di una chitarra. Avrebbe cancellato la noia dalla sua vita e sarebbe andato con lui sino all'inferno. Gli sarebbe stato vicino anche se lontano.
Sarebbe semplicemente diventato il suo scopo e l'unico pensiero in mezzo al caos, quello spettacolo.

Gli abbracci, i sorrisi e le lacrime di quella giornata ebbero finalmente un peso; un vero appagamento per il cuore di Matt.
Avrebbe rivissuto quei momenti ogni istante se gli fosse stato concesso.
Vide negli occhi dei suoi compagni di vita la sua stessa commozione: non lo avevano mai visto piangere. Piangere di gioia.
Perchè quelle poche eccezionali volte, lui si era sempre nascosto da loro.
E parve che l'unica promessa che avevano stretto tanti anni prima, si fosse stretta di nuovo intorno ai loro cuori. Senza parole, contavano solo gli abbracci e gli occhi negli occhi per risuggellarla.
" Non riuscirai più a levarti quel sorriso, amico, credimi... " gli assicurò Chris mentre lo stringeva a se, come accadeva poche volte.
E quel sorriso non lo perse davvero più. La sua vita precedente a quel momento, gli sembrò sbiadita nella sua mente, circondata, coperta da quel senso di tranquillità o bianco che aveva acquisito incontrando la musica dell'altro se stesso. Del suo pezzo di anima separatosi dal corpo ma mai davvero diviso.

Gli sembrò che il tempo non corresse così veloce mentre la guardava dormire, quella creatura così diversa ma simile a lui. Gli sembrò che l'aria che stava respirando scendesse davvero a riempire i suoi polmoni estasiati.
Tutto si ingrandiva e tutto ebbe importanza - come mai - intorno a lui.

Quando si allontanò, la prima volta dal suo lettino, capì che era necessario stare ancora lì a sentire il suo profumo per sentirsi completo. E lui che non aveva mai creduto possibile l'avverarsi di un attaccamento simile. Non ci aveva mai pensato, semplicemente.
Lui che aveva sempre fatto leva sulle sue braccia per spaccare tutto, per essere chi desiderava essere, senza l'aiuto di nessuno.
Era tutto un ricredersi, tutto un meravigliarsi, stupirsi per ogni suo sorriso. Era tutto un volare , tutto un riff lungo anni e anni...

La notte intorno a lui era calma, piatta e colorata. La preferiva decisamente così.
Dopo le ultime telefonate, le ultime congratulazioni e gli ultimi abbracci rimase ad aspettare, perchè non si sarebbe mai allontanato da solo dall'ospedale. Su una panchina, si ritrovò a pensare a un passato recente, costellato di casini con un sorriso malinconico eppure grato.
E guardando nel suo passato, capì che una sola persona non gli avrebbe telefonato, quella notte. Sicuramente era dietro un telefono, combattuta, indecisa a morte se chiamarlo oppure lasciare stare. Prese il telefono, lasciandosi sfuggire un sospiro stanco ma felice. Tutto in lui era felice. Compose il numero e attese. Si rese conto che non sapeva cosa dire, da dove iniziare: si era già pentito ma aveva voglia di parlare quella notte. Non avrebbe dormito.
" Pronto...? " Gli rispose una voce addormentata, dopo qualche squillo. L'aveva svegliata. Probabilmente non era proprio dietro a un telefono logorata dal dubbio; probabilmente non lo sapeva nemmeno. Non la sentiva da una vita...
" Pronto... chi è? " Forse aveva anche quel pigiamino stile leopardo che Dom le aveva regalato qualche Natale prima.
Si lasciò sfuggire una risata sommessa e per poco non si addormentava anche lui: nonostante l'intento di stare sveglio, combatteva col silenzio della notte e quel venticello che ipnotizzava i suoi capelli e i suoi sensi. 
Silenzio.
" Sei... Matt? " La sua voce si era fatta più chiara; la vide mentre si sedeva sul letto e si allontanava i capelli dagli occhi.
" Ehi... " Si era già pentito, decisamente.
Silenzio.
" E'... tutto okay? " Sicuramente stava pensando che fosse ubriaco o qualcosa del genere. Matt pensò che non distava molto da una sbronza, per come si sentiva: era ubriaco di felicità.
" Si, alla grande. Scusami, ti ho svegliata. Stasera... è successo di tutto." Pensò che non valeva molto come scusa, mentre si grattava la testa. Attese con gli occhi sbarrati, pronto a prendersi tutti i vari insulti del mondo. E se li sarebbe presi col sorriso.
" Non sarai mica diventato papà? "
" Oh. " Detto così gli sembrava anche più vero, più grande, più inesorabilmente bello. Per l'ennesima volta. " Come cavolo... ? " In quel momento scoprì che le voleva ancora bene, capì che gli sarebbe stata sempre cara, come una casa in riva al mare o una vecchia fotografia.
" Sesto senso, probabilmente."
E tutti i motivi che li avevano allontanati l'uno dall'altra, vennero a far ricordare la loro presenza.
" Gaia... scusami. Non dovevo chiamarti."
" No, aspetta. Non far caso a me. Io... "
" Sto vivendo il tuo sogno, capisci? Ora me ne rendo conto. Non dovevo chiamarti, sono un idiota. Non mi merito una felicità che spettava a te, io... " Per un attimo si sentì in colpa. Chiaramente, come la notte che continuava ad essere silenziosa.
" Ehi, ehi. " Lo interruppe la voce dall'altra parte del telefono. " Non dire assurdità, Matt. Tu stai vivendo il tuo sogno, com'è giusto che sia. I sogni che avevo io erano legati a noi due, al nostro amore: volevo un bambino da te. Quel momento non è arrivato mai perchè non eri pronto e ancora di più non ero pronta io. No, aspetta, fammi parlare. Okay. Senti, era destino che diventassi papà con me o senza di me. Hai così tanta musica dentro, che ti farai amare da subito. Stringerà un patto con te per la vita, ti ispirerà, ti insegnerà a vivere.
L'ho visto nelle tue parole, l'ho letto nei tuoi occhi che sarà così. Che sarai un papà speciale; Che sbaglierai tante e tante volte ma ti farai amare e che imparerai ad amarti. Tu saresti diventato papà. Con me o senza di me, capisci? ".
Era rimasto allibito dalle sue parole, dalla sua stessa fortuna.
Tirò su col naso e lei rise. " Scommetto che è una femminuccia, che ha i capelli neri e gli occhi azzurri. E sicuramente sarà un genio come il papà. " Era il suo sogno, quello che aveva sognato tante volte mentre gli accarezzava i capelli e lo vedeva dormire. Ma riusciva ad essere felice per lui. Doveva esserlo.
" Cavolo, Gaia. Hai sentito Dom prima? "
Era esterrefatto.
" AhAh, figurati. Non ci credo! E' così? "
" Si, è lei! E'...bellissima. Ha delle manine così piccole e fragili che ho paura anche di sfiorarle... e non smette un attimo di muoverle.
E' qualcosa di magico. Mi ci vedi con una bambina? " Era la domanda che aveva ripetuto così tante volte in un solo giorno.
Era assurdo. Matthew Bellamy che parlava di manine con voce velata dall'emozione? Matthew Bellamy padre? Lui, Space Dementia?
" Assolutamente sì... Ma ti senti? Sei al settimo cielo, sono felice per te."
E se l'uomo che hai amato per nove anni ha una bambina da un'altra, e ti parla di manine non puoi che essere felice per lui.
Se quell'amore che provavi, si è attenuato, allora è così. Almeno quello. " Kate come sta? " L'avrebbe amata sempre: lei non centrava più niente.
" Oh. Sta bene, grazie. E' al settimo cielo anche lei. Per non parlare di Ryder. E' già super-innamorato della sorellina ma ancora non le abbiamo dato un nome. Ci sono due/tre che ci piacciono, aspettiamo domattina. "
" Bene. Sono felice per te, Matt, davvero. Grazie per avermelo fatto sapere, mi ha fatto piacere. Mi manderai qualche foto? "
Chiese lei con un sorriso.
" Oh. Si, tranquilla. " Era felice per lui, non lo odiava.
" Sarà la tua eredità e il tuo punto di riferimento. Ricordatelo, Bells. "
" Me ne ricorderò sempre. "
" Ciao... dai un bacio alla bimba per me. "
" Lo farò. "
E così chiuse il telefono e si stupì. Si stupì della nuova piega che avevano preso le cose e sentì la mancanza della sua bimba.

Si guardò intorno. L'aria gli sembrava leggera, profumata e impregnata da colori di straordinaria tonalità. Per un attimo passò dalla sua mente il pensiero che forse si stava rammollendo. Si guardò le vene delle braccia, che una volta si era messo a dipingere e gli venne una grande voglia di ridere. E rise. Perchè sì, si stava rammollendo. Perchè lui era stato quel pazzo dai capelli blu che si lanciava sopra una batteria, finendo sul batterista. Perchè amava il mondo, anche se faceva intendere agli altri il contrario. Perchè era diventato padre, per la prima volta, e perchè era innamoratissimo della sua bambina.
Sarebbe stata lei a tenerlo in vita, semplicemente.

Più esilarante di così si muore, pensò ad occhi chiusi, scuotendo la testa...

 

Ehm. Ciao. Qui di solito spiego un pò di cose. Non so se ci riuscirò questa volta, sento già che farò schifo.
Fatto sta che si è scritta da sola, in due giorni. E' nata da un'idea malsana che mi frullava in testa ed ecco qua.
Siete liberi di sputtanarmi eccetera, io lo farei. In ogni modo si è capito: sono ossessionata dal signor Matthew Bellamy e dintorni quindi mi sono presa la briga di far nascere sua figlia in anticipo. No, lo sottolineo perchè io, me medesima, credo(?) che sia una bimba. Occhi azzurri, capelli neri, genio del papà e si chiamerà qualcosa come Sheila. So don't break my dreams, thanks.
Voi potete anche far nascere un alieno con i capelli biondi etc.
 Grazie per averla letta, vi adoro.


N.
   
 
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