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Autore: Dominil    27/04/2011    6 recensioni
La gelateria sul ponte di Huntington Beach era una delle più frequentate e affollate nel periodo estivo.
Aveva certamente un nome ma nessuno lo ricordava più ormai, era stato il pontile stesso a darle un’identità.
Ed era lì che il piccolo Matthew si trovava, a fare la fila per un cono accanto ai suoi genitori che lo tenevano per mano. Stava sudando come non mai tra quella folla e la calura estiva di certo non aiutava. Le manine scivolavano tra quelle di mamma e papà e la maglietta cominciava ad aderire alla schiena.[...]
“Fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto Cristo Santo…”
“Brian!”
Il ragazzo fece un balzo, staccandosi dal muro dell’ospedale della città.
“Signori Sanders…” blaterò a mezza voce.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9:
Poi sono scappato nel cesso del bar; 2013



11 Giugno 2013




L'anniversario della fine di tutto, di una vita iniziata senza voglia, aspirazioni... Anniversario di una vita cominciata solo per paura della paura della morte e ricercata soprattutto nelle persone sbagliate.
Matt ricordava tutto di quella sera, in realtà ricordava ogni particolare della sua prima e forse ultima storia d'amore, di quelle relazioni che proprio per la loro improbabilità e forse soprattutto per le loro fini tragiche, ti rimangono dentro più di qualunque cosa bella. Sembra quasi che si provi piacere nel dolore e non è affatto una contraddizione; l'uomo, da buon masochista qual è, ama crogiolarsi nelle proprie lacrime.
Le piccole rughe sulla fronte di quello che ormai era un adulto fatto e finito si incurvarono leggermente per osservare il liquido ambrato che roteava nel piccolo bicchiere di vetro.
Con un sorso lo svuotò, per poi tossicchiare debolmente.
"Un altro per favore." mormorò al barista che rispose con un cenno di assenso.
Il suo sguardo riprese a perdersi nelle bottiglie di fronte a lui oltre il bancone, leggeva distrattamente le etichette pensando a niente in particolare, solo cercando di non rivivere quella sensazione di abbandono che lo aveva perseguitato per troppo tempo. Purtroppo peroò, ogni anno si ritrovava a pensare a lui, a Brian, e a chiedersi il perchè di quella scelta. Quasi non l'aveva più visto da quel giorno, fino a quando poi venne a sapere che si fosse trasferito a Los Angeles con la sua amata Michelle. Il signor Haner gli aveva detto che quello sarebbe stato il luogo adatto per il giovane chitarrista di trovare la sua strada ma, se effettivamente l'avesse trovata, Matt non lo sapeva. Si sentiva solo più stupido al pensiero di come era stato lasciato, di come fosse stato ingenuo a credere che Brian sarebbe stato con lui per sempre.
Ha infranto il nostro fottuto patto di sangue, ha rovinato tutto.
Continuò così a mandar giù un cicchetto dopo l'altro fino a sentir la testa girare. Ripercorreva con la mente i loro incontri al pontile, la loro prima volta, lo sguardo colmo di vergogna che lo aveva seguito mentre si allontanava dalla spiaggia. Brian lo aveva riconosciuto perfettamente, sapeva per certo che Matt aveva assistito alla loro patetica scena romantica e che lo aveva perso per sempre. Ma questo non aveva cambiato nulla, Brian non l'aveva rinncorso e baciato come nei migliori e peggiori film d'amore, Brian aveva lasciato che se ne andasse come se non gli fosse mai importato di nulla.
Jimmy e Zacky c'erano stati per lui, gli erano stati vicino e lo erano ancora, i suoi migliori amici di sempre. C'era anche sua moglie, la donna che era riuscita a far di lui un uomo migliore raccogliendolo dalla sua disperazione. C'erano tutti, tutti tranne Brian che gli aveva fatto battere forte il cuore.
Battere forte il cuore, sto diventando patetico.
"Sa qual è la cosa più buffa? Nonostante l'avessi visto con i miei occhi continuavo a credere nel nostro amore.."
"Cosa ha detto scusi?" rispose il barista alzando il viso verso Matt.
"Nulla non si preoccupi, borbottavo tra me."
"Forse dovrebbe andare a casa, ha bevuto troppo. Se vuole le chiamo un taxi."
"Grazie ma non serve. Sto benissimo."
Matt si passò una mano sul viso, sospirando. Nonostante fossero passati ben 15 anni, Matthew Charles Sanders era ancora completamente, fottutamente, decisamente innamorato di quel bastardo di Brian e non poteva farci proprio niente.
Voltò il busto di quarantacinque gradi facendo così per alzarsi da uno sgabello quando una figura scura si mosse quasi correndo verso la toilette maschile. Il ragazzo si mordicchiò un labbro, pensieroso, poi scosse la testa e si alzò finalmente in piedi. Voleva uscire dal locale e tornarsene a casa ma era sicuro della chioma corvina che aveva visto per una frazione di secondi. 
Brian è a Los Angeles si ripeteva, Brian non può essere qui.
Eppure Matt era sicuro di averlo appena visto.
Senza pensarci ancora troppo decise di seguirlo, voleba guardare in viso chiunque fosse là dentro. Aprì e poi sbattè la porta con veemenza, poi rischiò di cadere scivolando sul pavimento.
"Che cazzo ci fai qui?!"  urlò mantenendosi con una mano al lavandino.
"Buonasera anche a te Mattie." Brian sorrise debolmente e fece ciao con la mano. "Come te la passi?"
"Sei solo un farabutto bastardo." mormorò l'altro avvicinandosi repentinamente all'amante tanto desiderato fino a far si che appoggiasse la schiena al muro. I loro visi erano vicinissimi, inspiravano reciprocamente i loro fiati di alcol e nicotina. Brian continuava ad avere quel sorriso beffardo sulle labbra, Matt non riusciva a frenare la rabbia.
"Perchè sei ad Huntington Beach? Perchè sei tornato?"
Respirava a fatica, il cuore batteva troppo velocemente e sentiva che prima o poi gli sarebbe venuto un infarto. Il peso emotivo cominciava a dargli fastidio, cominciava a non sopportare più tutto questo. Paura e desiderio si insinuavano tra le sue membra lasciando si che l'adrenalina circolasse libera tra le sue vene, pompata insieme al sangue.
"Ehi ehi tranquillo amico.. Sono venuto a trovare i miei."
A quel punto Matt lasciò la presa sulla collottola di Brian e riprese a respirare regolarmente. Per un secondo aveva sperato che fosse tornato per lui, ovviamente non era così. Rimase imbambolato per più di un istante, ripercorreva i tratti somatici di quello che era stato il suo ragazzo, forse per troppo poco: gli occhi nocciola dal tratto deciso, le lavvra carnose, i denti bianchi e perfetti, quel maledetto ciuffo di capelli neri che non era mai a posto...
Lo baciò.
SBAM.
Via le magliette, via i pantaloni e vai di baci appassionati con tanto di lingua come due ragazzini arrapati. Brian mordicchiava Matt ovunque, quest'ultimo era un'esplosione di piacere. Nessuno dei due sapeva bene cosa stesse succedendo, tutto capitava troppo in fretta per poterlo fermare e d'altronde avevano molte cose in sospeso e bisognava recuperare.
"Michelle non ne sarà felice..." mormorò Matt tra un gemito e l'altro, mentre l'uomo della sua vita stava per voltarlo e prepararlo al piacere massimo e puro.
"Io ho rovinato la tua vita, ma tu ti prego non rovinare questo momento."
Si baciarono a lungo questa volta, baci aggressivi che lasciavano spazio solo al risentimento.
"Ti amo Sanders."
Fecero l'amore a lungo, in un determinato momento convenirono che fosse meglio appartarsi in una cabina della toilette, nonostante sarebbe stato comunque difficile nascondere le loro effusioni.
Solo quando cominciarono a rivestirsi, Matt si rese conto dell'enorme stronzata che aveva appena compiuto; aveva tradito la sua donna, la sua famiglia, la sua dignità. Stava perciò per andarsene senza dire nulla, forse più arrabbiato di prima.
"Dove stai andando con tutta questa fretta?"
"Mia moglie mi sta aspettando, sarà anche preoccupata a morte."
"Anche la mia, ma voglio che questa notte sia solo nostra."
"Ma poi te ne andrai Bri, mi lascerai di nuovo solo." Si avvicinò e lo abbracciò forte.
"E' così che deve andare, abbiamo le nostre vite ma voglio stare ancora un po' con te."
"Io invece no, voglio solo fingere che tutto ciò non sia mai successo."
Matt aveva già aperto l'anta della cabina, ma Brian non poteva permettere che sparisse una seconda volta.
"Scusami amore, io non ce l'ho fatta ad affrontare tutto, non volevo deludere la mia famiglia."
"Allora è questo che pensi di noi? Pensi che saremmo stati una delusione?! Vaffanculo Haner e addio, stavolta sono io che ti saluto per sempre."
Matt sparì per sempre dalla vita di Brian, Matt decise che avrebbe trovato la sua felicità in altro e che non avrebbe più perso tempo con le stronzate. Brian invece rimase lì, immobile, maledicendo per la seconda volta la sua impossibilità nel prendere la decisione giusta.






Salve a tutti miei cari lettori, nonostante il tempo passato sono ancora qui.
Purtroppo sono di frettissima quindi non posso ringraziarvi singolarmente, sappiate solo che vi amo alla follia e che aspetto tantissime recensioni da voi che mi seguite sempre :) Sappiate anche che questo è il penultimo capitolo. E' scritto di getto quindi non ho nemmeno controllato la lunghezza ma spero solo che nonostante non sia chilometrico sia di qualità e che valga la pena di essere letto. Grazie ancora, alla prossima asap <3

Dominil.

   
 
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