Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |       
Autore: jake84    07/02/2006    2 recensioni
Max è un ragazzo fortunato: è un promettente scrittore, ama la sua vita e ama la sua ragazza. Tutto sembrava andare per il meglio, quando decide di dare una svolta alla sua carriera... e la minaccia sembra arrivare dai personaggi di un libro che ancora deve essere pubblicato...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Now just let me sleep

I don’t wanna talk

have nothing nice to say

I’m just sleeping in your hand

 

 

“ Devo ucciderla.”

L’uomo seduto all’altro lato del tavolino in quel Fast Food, già quasi calvo, nonostante l’età, gli lanciò uno sguardo preoccupato… ma consapevole. Sapeva che quel momento, prima o poi, sarebbe arrivato. Forse, col passare del tempo, avrebbe anche accettato quella decisione, ma non adesso. Era ancora troppo presto.

“ Non puoi ucciderla ora; te ne rendi conto, no? So che cosa ti ha fatto e so cosa provi per lei, ma non puoi farla fuori proprio adesso.”

“ Perché non posso? È venuto il suo tempo e posso mettere la parola fine. Posso farlo quando voglio.” ribatté il giovane, cocciuto. Indossava un paio di jeans nuovi e una maglietta rossa. Nella sua voce c’era tutta la fermezza di chi è certo di qualcosa, ma nei suoi occhi si leggeva che era troppo intelligente per non capire cosa gli stava succedendo: era finito in trappola e prima ancora di rendersene conto gli era stata sbarrata la via del ritorno. E a quel tavolino lo sapevano entrambi.

“ Già, puoi farlo quando vuoi…” ripeté l’uomo, girandosi pensosamente la fede al dito. Era sposato da dieci anni e capiva i sentimenti del giovane. Ma, a differenza del suo interlocutore, aveva abbastanza esperienza da sapere che quella era un’autentica follia. E avrebbe cercato di spiegarlo come meglio poteva. Si spinse gli occhiali su per il naso e riprese: “ Max, a che prezzo sei disposto a farlo? Hai idea di quello che perderesti? Secondo me, ti conviene aspettare ancora un po’. Lascia che il tempo sistemi le cose. Come disse un vecchio saggio.”

“ ‘Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose, si fa un po’ meno presto a convincersi che sia così.’ Ligabue.” rispose Max, soprappensiero. Poi guardò l’uomo con uno sguardo triste: “ Carlo, tu non capisci, quella troia mi sta rovinando la vita!”

“ Ma se ti ha fatto guadagnare più soldi di quanti non avresti neppure potuto sognare! Max, quella troia, come dici tu, ti ha fatto diventare ricco. Di più, quella troia ti ha fatto diventare famoso. Ed è solo l’inizio. Marta Risco è la tua miniera d’oro.” gli rammentò Carlo. In quel momento non stava agendo solo per il bene del ragazzo. Doveva ammettere che stava badando anche agli affari propri: era sì un caro amico del ragazzo, ma era anche, e soprattutto, il suo agente.

“ Carlo, adesso sei tu che non capisci. Lascia che ti spieghi.”

“ Ok.”

“ La storia di Marta Risco, “detective dell’occulto”, come l’hanno purtroppo definita in molti, è cominciata per caso. Ho cominciato a scrivere a quindici anni e scrivevo storie troppo macabre per i palati fini, ma a me non importava. Forse te ne farò leggere qualcuno, quando li ripesco, ma il punto era che a quindici anni mi andava bene così: cazzo, era un gioco! E il mio sogno era di continuare a giocare in quel modo per molto tempo… diciamo centocinquant’anni.” Max sorrise per un attimo, ma i suoi occhi neri rimasero seri. “ E il sogno alla fine non si è proprio avverato. Cioè, si è avverato, ma non come volevo io. E, per ironia della sorte, tutto è iniziato e finito per colpa di quella troia.”“

“ Marta Risco.” mormorò Carlo, spingendo nuovamente gli occhiali su per il naso.

“ Proprio lei.” confermò Max. Poi, per qualche secondo, un silenzio cupo calò tra di loro. Per Carlo quella conversazione era durata già troppo, anche perché sapeva che alla fine il ragazzo avrebbe accettato le condizioni che gli avrebbe proposto. Era inevitabile. Doveva solo sfogarsi un po’.

“ Ma, se ricordo bene, sei stato tu a crearla, no?”

“ Già, ma ti ho già detto che è successo per caso. Avevo diciannove anni e vantavo una discreta lista di racconti personali. Poi lessi di un concorso bandito da un nuovo sito Internet: premiavano il miglior racconto giallo che fosse pervenuto loro. Io non guardai neanche quali erano i premi e senza pensarci due volte, mi lanciai. Non fu tanto l’idea del concorso a far scoppiare la scintilla, bensì il fatto di scrivere un giallo. Avevo scritto parecchio, in quei quattro anni, soprattutto storie tristi e cupe di ragazzi alle prese con fantasmi e mostri vari e tutte quelle meraviglie che vengono catalogate con la strettissima etichetta di horror e vendute un tanto al chilo. Ma non avevo mai scritto un giallo. Sembrerà strano, ma non mi sono mai appassionato a quelle storie. Anche se devo ammettere che avevo letto parecchio a riguardo… sai com’è, noi scrittori siamo principalmente e fondamentalmente accaniti lettori.” sorrise, come sempre quando si definiva scrittore. “ Fatto sta che quando venni a conoscenza del concorso, decisi di provare. E poi, non avevo mai vinto niente con i miei racconti, quindi, perché non provare? Così cominciai subito a scrivere il racconto, e venne fuori spontaneo, naturale, come se fosse stato sempre nella mia testa e non vedesse l’ora di uscire. Lavorai al racconto per intere settimane, non curante del fatto che il regolamento prevedeva un racconto di cinquemila parole al massimo… io ne avevo impiegate il triplo solo per scriverne il prologo. Ma a quel punto non mi interessava: la storia era troppo buona per lasciarla incompleta. “Affanculo il concorso”, mi dissi, “io scrivo quello che voglio, come voglio e quando voglio”. Non dimenticare che a quei tempi l’unica cosa che faceva muovere questo macinino,” disse accostando l’indice della mano destra alla tempia “ era la passione. La voglia di raccontare.  E mi auguravo di non dover cambiare mai. Solo che raramente i sogni si avverano completamente. E mai si vive il proprio sogno nella maniera in cui si è sognato. Ma nessuno ha mai avuto niente da ridire, perché in questo splendido e ineguagliabile universo, far avverare un desiderio è quasi un miracolo.”

A quel punto, Max tornò al presente, lasciando i ricordi in cui si era completamente immerso per posare gli occhi sul suo interlocutore.

In quel momento Carlo si mosse, un po’ a disagio, tossendo educatamente per nascondere l’imbarazzo, facendo risalire inconsciamente gli occhiali verso la fronte, come se fosse stato colto mentre faceva qualcosa di sbagliato. In realtà, Max l’aveva completamente preso, l’aveva praticamente catapultato nel suo racconto. E probabilmente, pensò Carlo, non si accorge nemmeno di essere così bravo a raccontare, ancora più bravo di quando scrive.

“ Forse mi sto dilungando troppo. Mio nonno me lo diceva sempre: “Max, quando apri la bocca ti escono pure le budella”. Comunque, è meglio che mi sbrighi, ho un appuntamento tra non molto. In conclusione, inventai Marta Risco per gioco, senza mai amare realmente quel personaggio. E tale è rimasto per me: un personaggio. Non ho mai provato niente per lei, è solo uno strumento… a volte quando mi affeziono realmente ad un personaggio, mi piange il cuore a fargli succedere qualcosa di brutto. Lo so che sembra ridicolo, ma è così e mi capita spessissimo… tranne che con Marta Risco.”

“ Forse è per questo che piace tanto, la tua detective.” intervenne Carlo.

“ Eh?”

“ Forse perché riesci ad essere più realistico. Vicino a quello che la gente può pensare, senza essere prevedibile. Forse perché guardi gli avvenimenti dall’esterno, come scorressero su un video nella tua testa.”

“ Bah, sarà. In ogni caso, due anni dopo la mia ragazza trovò il romanzo e lo mandò alle varie case editrici, trecentocinquanta pagine fitte fitte. Il tutto a mia insaputa.”

“ Per ironia della sorte, alla fine qualcuno rispose. La casa editrice Golden Words si disse disposta a pubblicare il romanzo. Io ovviamente feci i salti di gioia e praticamente strisciai ai piedi della mia ragazza per ringraziarla: era la prima volta che qualcuno giudicava accettabile quello che scrivevo… di più, qualcuno l’aveva considerato abbastanza buono da pubblicare il romanzo a livello nazionale! Io accettai subito e praticamente firmai ancora prima di sentir parlare di contratto. Marta Risco era proprio un bel personaggio, continuava a ripetermi quello per telefono… io annuivo stupidamente a qualunque cosa dicesse, senza registrare assolutamente niente… ero troppo impegnato a convincermi che era tutto vero.”

“ Praticamente la storia finisce qui. Marta cominciò a piacere e in pochi anni sono diventato l’idolo di migliaia di lettori… ah, mi hanno definito “la risposta italiana a Patricia Cornwell”, abbastanza squallido, non trovi? E pensare che mi piaceva la Cornwell, all’inizio. Comunque non ci ho messo molto per cominciare ad odiare Marta e la sua squadra, ma ero troppo impegnato per accorgermi che mi stava incastrando.” Così Max concluse il racconto, con una nota di rancore che nascondeva risentimenti molto più profondi.

Ci fu un attimo di silenzio tra i due, come se stessero assimilando quello che era stato appena detto. Poi Carlo disse:

“ Che intendi fare, allora? Vuoi davvero toglierla di mezzo?”

“ Sì, è quello che voglio fare.” confermò Max. Ma in fondo non era così deciso come sembrava.

“ Pensaci bene, Max. Qui non si tratta di una semplice ripicca, per quanto folle. Tu hai talento, davvero, e il successo che hai ottenuto è del tutto meritato. Ma sei ancora un novellino, in questo campo. Un novellino molto fortunato, oltre che bravo. Lascia che ti spieghi una cosa che probabilmente già sai.”

“ Ok. Tu hai ascoltato me e io ascolto te. Una di quelle cazzate zen che ho sempre odiato. Va avanti.”

“ In questi ultimi anni, hai scritto una serie di gialli…”

“ Non sono solo gialli!” protestò debolmente Max, vuotando l’ennesimo bicchiere.

“ … Sì, lo so io e lo sai tu ma per molta gente tu sei un giallista. Ormai il tuo nome viene associato a quello di Marta Risco, di più, per troppa gente tu sei lo scrittore di Marta Risco. È troppo presto per metterla da parte… stai costruendo la tua carriera e lo stai facendo con onestà, a mio parere, ma Marta Risco è ancora il tuo pilastro portante, che tu lo voglia o no. Togli di mezzo lei e tutto ti crollerà addosso. E, personalmente, non riesco a capire perché vuoi farlo. Cioè, riesco a capire il perché, ma non riesco a condividere le tue idee. Soprattutto perché la tua detective è davvero un personaggio bellissimo.”

Carlo consultò l’orologio e decise che la conversazione era durata anche troppo. “ Max, ti propongo un accordo. Più che altro è un consiglio, ma me lo devi concedere.”

“ Sentiamo.”

“ Continua la storia della tua detective, almeno per un po’. E prova ad alternare le sue storie con altre. Tanto per abituare il pubblico. Dovresti essere avvantaggiato dal fatto che sulle copertine salterà all’occhio soprattutto la dicitura “Dallo scrittore di Marta Risco”. Continua così per un po’ e poi decideremo. Forse il pubblico preferirà i fantasmi che sbucano dalle soffitte ai detective che acciuffano i delinquenti. Che ne dici?”

“ Dico che è un’idea squallida. E dico che è l’unica cosa che posso fare.” concluse Max, sospirando.

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: jake84