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Autore: Envuccia    28/04/2011    1 recensioni
"Rimpiangi.
Rimpiangi tua madre, la tua famiglia, la patria che non hai salvato.
Vedi in me quello che volevi compiere
sei morto su foglie di un immeritato alloro.
Eroi pii, ringraziate la guerra
vedete in me quello che non otterrete mai."
Dopo che tutto sembra ritornato alla pace, che gli Homunculus sono stati annientati e con loro il padre, una nuova serie d'eventi coinvolge direttamente il giovane alchimista d'Acciaio. Potrà ancora fidarsi di quello che lui riteneva un suo alleato? Chi è l'uomo dei rimpianti?
[Iniziali accenni a RoyxEd che andranno a diventare sempre meno accenni nel corso della storia!]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonpomeriggio! ^^
Dopo quasi 3 anni o più che non riscrivo una fanfiction, eccomi qui!
>\\\\< Ahhh! Che emozioneee!!
Approfittando delle febbre da fieno, che mi culla dolcemente in un esistere piuttosto comatoso, mi sono fatta coraggio. E' davvero molto tempo che non scrivo, penso che si noti molto e anche lo stile e le tematiche saranno molto diversi! Ho questa storiella in mente, che non è più solo romantica, nella quale si muoveranno i miei adorati Roy e Ed. Avverto anche che da molto tempo non rivedo l'anime e che mi sono autoimposta di non guardare la serie Brotherhood, perciò se ci saranno delle incoerenze con ciò che avviene là... capitemi! ^^''
Ok... mi pare che per ora ci siano più contro che pro a leggere questa storia! xD
Però spero che non siate già scappati all'home page! U____U Da braaaavi/e leggete e se potete commentate, insultate, dite la vostra su questo primo capitolo! 

Buoooona lettura...   [Il titolo è ispirato/scopiazzato dalla canzone di Caparezza, i personaggi non sono ovviamente i miei o avreste visto FMA in streaming ma su you porn!]


Good-Bye, Malinconia.

[Cap. 1]

Ogni uomo ama la pace, ma desidera la guerra. Se ogni strage, ogni massacro e ogni battaglia nella storia non fossero altro che il perverso bisogno di azione?
Ogni uomo diviene eroe solo in un epico scontro che prevede la sconfitta del suo rivale, non è forse così?
Questo si chiedeva il colonnello Mustang leggendo i rapporti delle missioni del suo sottoposto, l'alchimista d'Acciao. Il ragazzo era finalmente riuscito a restituire il corpo a suo fratello che era tornato a vivere a Reesembool, con l'amica d'infanzia. Portava ancora gli Auto-mail. Nel momento critico aveva infatti scelto di non cancellare il suo passato del tutto. Come per ricordare non solo il suo peccato, ma anche tutta la strada che aveva percorso per riuscire a riparare ai suoi errori.
Quella scelta parve a Roy sciocca. Mentre ne discuteva con il suo ex tenente Hawkeye venne però corretto da lei: alla donna pareva più un gesto nostalgico.
I documenti che leggeva in quel momento davano ragione alla tesi della sua collega, Edward Elric dopo un primo periodo di lavoro alle dipendenze della sede centrale si era dato a un nuovo peregrinaggio in cerca di... cosa diamine cercava quel ragazzo?!
Si era recato più volte a sud e da ciò che riportava non aveva ancora trovato nulla di interessante su un certo libro. Un libro che trattava di... poesie?! Le spese d'albergo e dei vari viaggi in lungo e in largo per il paese, dovevano essere addebitati allo stato perchè un alchimista miniaturizzato faceva il poeta maledetto?! 
Al moro tutto questo non quadrava, decise allora di far leva sui suoi contatti con le alte sfere in modo tale che il giovane dovesse necessariamente tornare a Central City. Gli bastò alzare la cornetta e digitare un numero che sapeva ormai a memoria. "Pronto?"
"Sheska, sono il colonnello Mustang, mi potresti cortesemente passare il Furher?"
"Uh, colonnello certamente!" - disse la donna passando la telefonata al superiore -
"Colonnello non crede di star oltrepassando il mio limite di sopportazione?"
"Eheheh, Riza carissima, sei stata tu che hai voluto per prima superare i limiti del sottoscritto. Comunque mi dovresti fare un favore..."
Aveva trovato velocemente il modo più efficace di tutti per far rientrare il biondino: tagliargli i fondi!

"Eeeetchiù!"
Molto più a sud del luogo nella quale si era svolta quella telefonata Acciaio vagava per una piccola cittadina marittima. Attraversato qualche vicolo arrivò sul lungo mare. Uno spettacolo mozzafiato gli riempì gli occhi, una brezza piacevole spettinò i suoi capelli e un odore salmastro si intrufolo nelle narici. Si sentì quasi sovrastato dall'armonia che l'insieme dei suoi sensi stava provando. Per cui decise di assecondare per un attimo il paesaggio sereno, si sedette su di una panchina e si perse nei suoi pensieri...

Era passato esattamente un anno dal giorno in cui aveva ridato il corpo al suo amato fratello. Finalmente era riuscito nel suo intento, eppure non si sentiva soddisfatto. I primi tempi era stato felice di vivere insieme alla zia e all'amica d'infanzia, ma sentiva che quella non era la sua vita. Perciò decise di continuare le ricerche, dato che, 'grazie a dio', l'alchimia riservava ancora molti campi da scoprire e migliorare.
Poi la svolta... Durante un viaggio nella sede del sud era stato inseguito da un uomo. Questo l'aveva fermato con la forza, balbettando qualcosa sulla fortuna che aveva avuto ad incontrare un alchimista di stato. Edward non era riuscito a capire chi fosse o cosa volesse l'uomo, anche perchè non fece in tempo a parlare che sentì degli spari. L'altro, colpito mortalmente, gli si accasciò addosso. Il giovane impaurito, ma non impreparato, notò un biglietto nella mano del corpo senza vita e, prima di mettersi all'inseguimento dell'assassino, lo prese. Sperava che potesse fornire lui indizi.
Corse a perdi fiato, si trovò finalmente davanti l'uccisore. Quello sorrise e abbassò il cappuccio che rendeva irriconoscibile il suo volto.
Il ragazzo trasalì. Conosceva quella persona, la conosceva fin troppo bene!
Approfittando dello sgomento del biondo l'altro gli si avvicinò a una velocità disumana. In meno di un secondo gli fu addosso. Languì il lobo del suo orecchio con la lingua e sparò un colpo all'altezza dello stomaco. Acciaio pensò che quella fosse la fine, d'istinto cercò di guarirsi le ferite più pronfonde con l'alchimia. La vista era appannata e si ritrovò a contatto col gelido asfalto. Stava per svenire e colui che l'aveva appena ferito si trovava in piedi davanti al suo corpo. Sarebbe morto, senza alcun dubbio. Ma diversamente da quello che Ed si aspettava, l'uomo si era chinato su di lui e, prima di sparire per le fitte vie della città, aveva sussurrato:
"Ebbene, questo è il tuo rimpianto..."
Edward sgranò gli occhi. Prima di perdere del tutto i sensi, due lacrime scesero pesanti dai suoi occhi. Cosa diavolo ci faceva in quel luogo il colonnello? Per quale motivo Mustang l'aveva quasi ucciso?! Cosa diamine era la storia dei rimpianti?!
Poi venne risucchiato dal buio e le sue domande rimasero irrisolte.

Il rumore di una nave che attraccava nel porto, quasi più grande della cittadina intera, lo ridestò dai suoi pensieri. Quando si era risvegliato in un ospedale, dopo essere stato attaccato dal colonnello, l'unica cosa che gli era rimasta era il bigliettino che aveva preso al pover uomo ormai morto. Vi era scritto il nome di una città, Malinconia. Era il luogo dove si trovava in quel momento. Aveva impiegato molto tempo per arrivarvi, ma da una parte pensava che questo gli sarebbe tornato utile per confondere chi l'avresse ipoteticamente potuto inseguire e per far perdere le sue tracce. Ancora non capiva se il suo superiore era realmente coinvolto in tutta quella storia. Ma una cosa era certa: stava accadendo qualcosa di grosso. Perciò aveva deciso di restare sul vago nei suoi rapporti, omettendo l'aggressione. Il destinatario di quei documenti, se non si era sbagliato, doveva sapere meglio di lui cosa stava succedendo. Voleva saperne di più, doveva capire. Perciò decise di mettere un riferimento, per far intendere all'altro che lui qualcosa lo sapeva. In fondo al foglietto, oltre al nome della città, vi era una poesia.

"Rimpiangi.
Rimpiangi tua madre, la tua famiglia, la patria che non hai salvato.
Vedi in me quello che volevi compiere
sei morto su foglie di un immeritato alloro.
Eroi pii, ringraziate la guerra
vedete in me quello che non otterrete mai."

Non capiva il senso di quei versi. Sentiva che recandosi in quel luogo avrebbe però trovato delle risposte.
La parte più intima di lui, intanto, pregava in silenzio che quello non fosse Roy. Non l'uomo che stimava, più di un padre. Non poteva aver ucciso a sangue freddo, non poteva averlo ridotto in quello stato senza dare alcuna spiegazione. Non Roy...


_______

Post Scriptum:
Partendo del presupposto che non sono affatto fiera di me, spero che la storia vi abbia interessato almeno un po'! Si ok, in effetti ancora non si capisce niente, ma dal prossimo capitolo, che vedrà insieme i due protagonisti diventerà una vera e propria RoyxEd! Credo anche che diventerà un po' spinta se la mia vena perversa troverà il coraggio di rivelarsi del tutto! *A* Mbuahahahaha!!

Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo capitolo! Se lasciate una recensione l'autrice di questo coso probabilmente sarà esonerata dall'autoflagellarsi! v.v

Un bacio, Envuccia!
  
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