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Autore: Giules    29/04/2011    2 recensioni
L'amore non conosce sesso
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love knows not gender

 
Faceva caldo, il sole era proprio sopra di noi, e splendeva più luminoso che mai. Non ho mai capito se la mia fosse stata solo un’impressione o se davvero era più lucente, quel giorno. E prima di quell’11 agosto avrei detto che il sole sembrava splendere più intensamente perché forse in quel momento la Terra si trovava nell’Afelio e che quindi eravamo più vicini. Forse la potrei dare anche adesso questa definizione, ma considerando tutto ciò che è accaduto in poche ore, mi piace pensare che il sole brillasse di più solo perché complice.
Ero dai miei nonni, come tutte le estati e, come tutte le estati,ero nel campo di grano a guardare il cielo. Di solito in Pennsylvania quando venivo d’estate, il cielo è sempre terso, oscurato di tanto in tanto da qualche temporale, che adoravo guardare sulla veranda con mia sorella Grace. A ogni lampo contavamo fino all’arrivo del tuono, dicono che in base al tempo luce-suono si possa definire la distanza del fulmine. Noi lo facevamo ogni estate, a ogni temporale.
Beh, quel giorno mi trovavo nel solito campo di grano, con la schiena contro la terra umida e le spighe di grano sopra di me, quasi a coprirmi la vista del cielo.
Il giorno prima secondo un’usanza italiana era la notte di San Lorenzo e, sempre secondo questa tradizione, era la notte delle stelle cadenti. Io, quella sera, non ne vidi neanche una, ma Grace mi giurò di averne avvistate tre e di aver espresso anche un desiderio per me,quale però non me l’ha detto.
Stavo guardando il cielo e cercavo di trovare nelle nuvole qualche forma familiare,un po’ come nei film, che riescono magicamente a vedere in ogni nuvola un essere diverso,animato o inanimato che sia. Io non ho mai visto nulla. Forse è solo sfortuna la mia,o poca immaginazione.
-Sapevo che ti avrei trovato qui-
Una voce mi fece sussultare,tirare su di scatto e voltarmi,i battiti del cuore aumentati di colpo,per poi ridursi a un frenetico ritmo,quando incontrai quegli occhi,quando riconobbi il proprietario di quella voce.
-Seth,ciao- un sorriso increspò le mie labbra,che poi,secondo me,sembrò più una smorfia. Mi convinsi del contrario e mi sedetti a gambe incrociate,guardandolo dal basso verso l’alto,con gli occhi ridotti a fessure a causa del sole che,appunto,da quel momento mi sembrò splendere più forte.
Il suo viso era in ombra,un peccato,pensai. Il sole nascondeva ai miei occhi il suo naso perfetto,un po’ all’insù, le sue labbra fini e morbide alla vista. Solo una cosa riuscivo a vedere perfettamente,i suoi occhi nocciola,che mi hanno fatto domandare più volte se fossero neri o solo un marrone talmente scuro da non riuscire a definirli dalla pupilla. Quel giorno portava i capelli spostati da un lato e alzati alla fine,con un po’ di gel. Erano lunghi e biondo cenere,quasi castano chiaro. La sua pelle,sotto la luce del sole,sembrava brillare,ma succedeva sempre d’estate inoltrata,quando si abbronzava nei campi,lavorando con suo zio. Quando arrivavo a giugno,la sua pelle era sempre candida,quasi color latte,poi piano piano riuscivo a vedere la sua trasformazione,la metamorfosi,se così posso definirla.
Decisi di non dire altro e aspettai che si sedette di fronte a me,o che parlasse almeno. Fece prima l’una e poi l’altra,ma con una lentezza spaventevole,che quasi aumentò i battiti del mio cuore.
-Ero passato a casa,ma tua nonna mi ha detto che non c’eri e che non sapeva dove fossi,poi mi ha offerto una fetta di crostata-rise. Dio,che bello il suono della sua risata. Tante volte la sentivo,tante volte mi incantavo ad ascoltare e ogni volta mi contagiava e iniziavo a ridere anche io.
-Ciliegie o fragole?-ridacchiai,sorridendogli. Mia nonna e le sue crostate,le offrirebbe anche a un ladro in piena rapina.
-Devo dire che oggi mi ha sorpreso … albicocche- rispose lui con tanto d’occhi,scoppiando di nuovo a ridere.
Conosco Seth da sempre,direi. Siamo cresciuti insieme –durante le estati,s’intende. Sin da piccoli,quando lui aveva sei anni ed io quattro,passavamo interi pomeriggi a giocare sotto il portico di casa di mia nonna. Crescendo ambivo all’estate solamente per passarla con lui a divertirmi, a scherzare, a buttarci nel fango e poi farci lavare da Grace con il tubo dell’acqua dell’officina di nostro zio.
Da quattro anni a questa parte,però,le cose sono cambiate. Seth ora ha venti anni,io diciotto e quattro anni fa,tornando in Pennsylvania per l’estate,lo trovai nel campo di suo zio Anson a raccogliere il grano. Era diventato il suo lavoro quello e lo svolgeva a tempo pieno,dalla mattina alle sei fino alla sera alle cinque. Dopodiché andava in chiesa con la sua famiglia,cenava e andava a dormire,stanco. Passai quegli ultimi quattro anni a sperare che un giorno decidesse di licenziarsi,di tornare a studiare e prendere la laurea che tanto sognava in criminologia e di tornare a passare le giornate con me.
-Ehi,tutto a posto?-una mano davanti ai miei occhi mi costrinse a tornare con la mente al presente e di tralasciare quello che era il passato,quelli che erano ricordi,alcuni piacevoli,altri meno.
-Sì,scusami.Immaginavo la crostata-scherzai alzando lo sguardo a rimirare il cielo.
Rimanemmo così,in silenzio,per un po’ di minuti che sembrarono ore. Ma non era un silenzio imbarazzante il nostro. Era un silenzio che colmava da solo quattro estati non passate più insieme a divertirci come un tempo.
-Sai,avrei voluto passare queste estati con te-lo sentii dire ad un certo punto,con un sospiro.
Abbassai lo sguardo e incontrai il suo,sincero,cupo,triste. –Anche io avrei voluto-ammisi abbassando lo sguardo. –Ma le cose non vanno mai per il verso desiderato-aggiunsi tornando a guardarlo,cercando una conferma nel suo sguardo.
Annuì solamente,secco e poi chiuse gli occhi. –Avevo paura- disse ad un certo punto,aprendo di nuovo gli occhi e cercando i miei.
Piegai la testa di lato,non capendo. Non dissi altro,perché lui continuò. –Avevo paura dei sentimenti che provavo per te,quando eravamo insieme. Non era … non era solo amicizia,la nostra. Tu ci hai mai pensato? Ti è mai capitato anche a te di pensarci? Di notare qualcosa di strano,fra noi due?- mi domandò,una ruga di serietà gli solcò tutta la fronte,da destra a sinistra,donandogli un aspetto più maturo e ,se possibile,ancora più bello.
-Sì- risposi. Il mio era un sussurro,o poco più,quanto bastava per farlo sentire a lui,quanto bastava perché  capisse quello che provavo.
Sentii poi la sua mano,sulla mia,chiudersi,stringendola.
-Scusa,ma non riesco più a starti lontano-fu un secondo,un attimo in cui non riuscii a realizzare nulla. Vidi solo il suo viso,avvicinarsi prima piano,poi più velocemente al mio,fino a far sfiorare le nostre labbra,fino a farmi morire.
Morivo dentro,lo sentivo. Morivo dalla felicità. Si può morire per la felicità? Avete mai provato,voi,un’emozione così grande da sentir il cuore battere talmente forte e aver paura che l’altra persona riuscisse a sentirlo? Beh,è quello che succedeva a me,in quel momento.
Un altro secondo e mi trovai a baciarlo,una mano fra i suoi capelli morbidi come sempre,l’altra intrecciata alla sua. Sentivo caldo,sotto la sua mano e sulla guancia,proprio dove posò l’altra. La pelle sembrava bruciare,cospargersi di brividi sotto il suo tocco.
Poi,mi costrinsi ad allontanarmi dal suo viso quanto bastava per guardarlo. Sorrideva.
-Questo … questo è sbagliato-mormorai. Seth scosse la testa,prendendomi il viso con entrambe le mani e avvicinandolo al suo.
-L’amore non conosce sesso,David.-mi rispose baciandomi ancora.
Quell’undici agosto lo passammo così,abbracciati l’uno all’altro,sotto il cielo a trovar forme alle nuvole e sopra il grano,sdraiati a odorarne il profumo.
Seth aveva ragione,io lo amavo,lo avevo sempre amato e l’amore non conosce sesso. Poco importa se siamo due ragazzi. Ciò che ci univa e ci unisce tutt’ora non è solo amicizia,non potrà mai limitarsi ad esserlo. Siamo uniti da qualcosa di più forte,noi due. Da un amore vero,disinteressato,puro.

-->Spazio Autrice <--
Si torna a scrivere,dopo un'infinità di tempo. E si ritorna scrivendo qualcosa di diverso da quello che ho sempre immaginato di scrivere. L'idea,è nata da un film che ho visto pochi giorni fa, "I segreti di Brokeback Mountain" che devo dire mi ha veramente molto,molto colpita. Inoltre ho voluto trattare questa tematica dato che,con il passare del tempo, è sempre più messa in luce dai media e dalla realtà quotidiana. Vorrei fare un particolare ringraziamento ad una mia amica,la mia masy,per avermi fatto aprire gli occhi su questa situazione. E'qualcosa con la quale non ho mai avuto a che fare, ma ho avuto a che fare con l'amore e suppongo che,qualunque sia il punto di vista,i sentimenti siano gli stessi, o almeno penso sia così,posso anche sbagliarmi.Ora,sinceramente,non so cosa dire,perchè il testo parla da sè. Spero solo che vi piaccia,un saluto,
Giulia ^^

  
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