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Autore: My_Angel_Gabriel    29/04/2011    0 recensioni
Mi sono sempre sentito molto solo,ricordo che da piccolo mi ritrovavo a piangere senza motivo aggrappando una coperta,non sapendo chi fossi. Ma speravo,anzi,ho sempre saputo che da qualche parte del mondo c'era una risposta a tutto questo,e prima o poi sarebbe arrivata.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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1:Welcome to the Jungle.





Ciao a tutti, mi chiamo Bill, sì, lo so, è un nome da cani, ma prendetevela con mia madre. Abito in Italia da quando sono piccolo, in un paesino fuori Roma, ma mia mamma è Tedesca. Non mi ha mai spiegato il motivo preciso per cui si è trasferita qui, dice ''per lavoro” ma ogni volta che ne parla c'è una nota di amarezza nella sua voce; ormai non glielo chiedo più, perché non ho un buon rapporto con lei.. è una brava donna, che lavora e non mi fa mancare niente, ma non si interessa davvero a me, anzi, credo che un po’ mi disprezzi, le da fastidio tutto di me: il mio mettermi lo smalto, il mio look decisamente ambiguo; ignora ciò che ho dentro, forse perché non ha mai provato a capirmi… non capisce il mio attaccamento quasi -anzi,senza quasi- spirituale,verso la musica, non capisce il fatto che ogni mese parta due giorni per qualche concerto, non capisce il mio essere; e piano piano ho imparato a passarci sopra.

Adesso sono sull'autobus e mi aspettano circa 40 minuti di viaggio prima di iniziare un'estenuante giornata di scuola. Frequento il liceo ormai da quattro anni, sono stato bocciato in terza, e senza alcuna reazione negativa/positiva di mia madre, sto ripetendo l'anno; siamo a novembre e ne ho già per il cazzo, ma dettagli. Sempre con il mio fedele I-pod ascolto una canzone dei Good Charlotte:'We believe' e sono assorto nei pensieri, come al solito. Con la musica viaggio, mi perdo nella mia mente e dimentico quasi quello che faccio, è come una droga, la migliore droga che ci sia, non fa male, solo bene…


Mi dicono che oggi sarò anche interrogato, e come al solito non ho studiato un cazzo. Come farò? Chi se ne fotte... Let it be, come andrà andrà.


A metà viaggio sale un gruppo di ragazzine, avranno si e no 12-13 anni e, nonostante io abbia la musica a tutto volume le sento. Una ha appena sbattuto lo zaino per terra e si è seduta con la grazia di una pachiderma, le altre, un po’ in piedi e un po’ sedute,Gridano.
-Ooooooh, Valeeeee? Che hai studiato?-.
-Perchè? Che cazzo c'era?-.
-Ce sta tipo l'interrogazione de diritto.-.
-C'è ma porcoddio!-.
Bonjour Finesse...

Qualche vecchietta scandalizzata le guarda per poi sospirare, e non le do di certo torto. Tutto l'autobus le guarda e loro, ignare, continuano. Incredibile.
-Soreeeeeeeeeee? Oh, che hai portato il libro de ghimmica?-.
-Ma cogliona, n'aavevi detto che lo portavi tu?-.
-Ma scema, ma stai male? Te ho mandato 'n messaggio ieri su emme esse enne!-.
-Ma perché stavo su occupato che 'nnavo a mangnà... e poi ho spento subito er computer, nun l'ho letto!-.
-Ma che cazzo te magni? Che 'n te sei vista? Magni n'artro po’ te scambiano pe' la moglie de Shrek.-.
-Ma che cazzo stai a dì? Guarda che sto a dieta!-.
-Menomale, pensa se 'n ce stavi!-.


E sono a due-tre metri di distanza l'una dall'altra, pensa se erano lontane, ma poi che cazzo, hanno tutta sta voglia di strillare alle sette di mattina? Giuro che le uccido!

Mi volto verso il finestrino e guardo fuori, è ancora mezzo buio. Uffa,voglio l'estate...voglio andare al mare e prendere un po’ di colore, perché ora come ora sono abbastanza cadaverico, ma di certo non mi lampado o riempio di phard il viso come quelle là.

Dio, non ci credo, stanno di nuovo gridando. Joel Madden aiutami tu…


Mentre non riesco a fare a meno di guardarle leggermente accigliato, scorgo un ragazzo in mezzo all'autobus, in piedi, appoggiato al finestrino,che guarda fuori. È vestito un po’ largo, tipo i rapper: jeans larghissimi, una felpona bianca e sopra un gilet. Sta ascoltando anche lui della musica, ma con i cuffioni grandi; io non ce la farei mai a portare quei cosi, già mi estraneo totalmente dal mondo con le mie cuffiette a tutto volume, figurati con quella specie di casse attaccate alle orecchie! Come minimo finisco sotto una macchina perché non la sento, stava già per capitare.


Intanto che ascolto la musica, guardo male le ragazzette, e fisso i tamarri.

La prossima fermata è la mia, mi alzo pigramente e mi dirigo verso la porta avvicinandomi sempre di più al tamarrone che piano piano fa lo stesso, deve scendere anche lui.

Dopo un po’ qualcuno mi picchietta la spalla; mi tolgo prontamente la cuffia, e mi volto. La tipetta mi guarda malissimo.
-Che 'n ce senti? T'ho chiesto se scendi!-.
-Oops! Sì, sì, che scendo, sono davanti alla porta, scendo.- dico con espressione da capitan ovvio.
-Se vabbè, però stai calma.-.


Tralascio di sottolineare il fatto che sia un maschio, non ne ho voglia di discuterne, anche perché me la sono cercata io. Non posso girare con la Louis Vuitton, jeans a sigaretta, giacca di pelle e collane,capelli lunghi, piastrati e truccatissimi e pretendere che mi diano del maschio. Hanno anche ragione.
Scendo.


Mi dirigo verso il bar, saluto le uniche due amiche che ho e ci sediamo al tavolo.

Davanti al mio fumante cappuccino rigorosamente ''chiaro'' dico con voce assonnatissima -Je, oggi ci sono io in lista di arte vero?-.
Lei fissa il vuoto, dev’essere più stanca di me; poi improvvisamente si gira.

-Sì, sì, ci sei tu! Che non hai studiato?-.
-No…- dico stropicciandomi gli occhi -Cazzo!-.
Ecco, chiamatemi genio. Mica mi posso stupire se mi sono smerdato tutto con il trucco; solo io posso essere così idiota!

Prendo velocemente lo specchietto dalla borsa e passandomi un dito sotto gli occhi cerco di aggiustarmi: non è un danno poi così irreparabile, menomale.

Mentre mi specchio l'altra mia amica mi dice prontamente -Vuoi che vada io? Ho studiato…-.
-Ma no, no, vado io; sai che me la cavo… poi non è giusto: tu sei dopodomani, perché devi rischiare oggi? Tranquilla.-.


Lei sorride.

Grande ragazza Giulia..lei e Jessica sono le uniche persone adorabili di quella classe, le uniche che mi vogliono bene, le uniche che mi hanno accettato fin da subito, anzi, mi invidiano pure!

Ahahah sono pazze, ma le adoro.


Dopo aver finito di mangiare scendiamo insieme le scale che portano a un gran piazzale, proprio davanti all'edificio.

Non è una novità che tutti mi guardino passare, non è una novità che dicano ''Ahò anche oggi ce sta er frocio!'', ma io non sono di quelli che ''non ci fa più neanche caso''; me ne fotto, ma devo esprimermi, sempre; così mi giro verso quell'idiota che l'ha detto e guardandolo con estrema aria di sufficienza gli faccio -Intanto al frocio guardi sempre il culo.-.

Lo vedo arrossire, vedo il suo sorrisino sparire immediatamente e i suoi amici zittirsi immediatamente. Lui apre di nuovo bocca.
-Ma che stai a dì, brutta checca de merda? Ma me fai schifo! Te se visto? No scherzo daa natura!-.
Giulia mi sta strattonando la mano ma io non mi lascio prendere per il culo così, non lo farò mai, mai più.
-Io lo scherzo della natura? Io sono frocio, so di esserlo e me ne vanto; tu ti proclami etero e poi però mi guardi sempre quando passo. Chi è sbagliato?- vedendo che sta zitto lo fisso dritto negli occhi e mi lecco il labbro, facendo poi schioccare la lingua, e lasciandolo li imbambolato, giro sui tacchi e seguo le ragazze entrando nell'edificio.
-Ahahahahahah! Dio, ma come l'hai spento? È inutile Bì: fai diventare froci anche quelli che non lo sono, e li prendi pure per il culo. Sei il migliore, veramente!-.

Je si esalta sempre quando rispondo a quelli che mi sfottono, e devo ammettere che mi diverto anch'io.
-Sì, vabbè, però lui mi ha provocato, se no non l'avrei nemmeno cagato.-.
-Ma veramente in quanto a PROVOCAZIONI anche tu mica hai scherzato!Ahahhaah!-.


E tra una risata e l'altra entro in classe.

Stessa scena di tutti i giorni: tutti che si muovono a lentezza bradipo come se stessero andando tutti al patibolo, gente che legge compulsivamente il libro e gli appunti come se riuscissero a imparare qualcosa in quei due minuti prima dell'arrivo del prof; che capre.
Vado nel mio fedelissimo ultimo banchetto, solo soletto. Prima ero con la Giulia ma poi ci chiacchieravo troppo e mi hanno spostato, di certo vicino a qualche altra ragazza sarebbero stati seri problemi. Mi siedo e comincio a spegnere il cellulare, quando un'ombra arriva sul mio banco,facendomi alzare lo sguardo.
-Senti Kaulitz, hai studiato, vero? No perché de finire nella merda perché invece che studiare te fai inculà dali tuoi amichetti froci non ne abbiamo voglia.-. Deborah, la più troia della scuola, fa più pompini lei di me. Deve sempre avere qualcosa in bocca, tipo la cannuccia dell'estathè che sta bevendo. Che schifo l'odore di estathè di prima mattina. Indietreggio qualche centimetro per non vomitare.
-Certo che ho studiato, e per tua informazione ieri sì, mi sono fatto inculare per bene; ti interessa così tanto la mia vita privata? No perché se vuoi ti racconto anche delle altre serate... se proprio non hai altri interessi.-.
-Fottiti.- dice con assottigliando gli occhi.
-Stasera di sicuro! Dedicherò il momento a te.- rispondo con un gran sorriso. Giulia e Jessica stanno già ridendo di gusto. Quella cogliona si è levata dal cazzo; Dio quant'è brutta: porta la 48 come minimo, ha il piercing sopra il labbro, lato destro, di un fine; quando parla sembra un camionista, e… prende cazzi. Cioè, io ancora non mi capacito.


Arriva la prof e scattiamo tutti in piedi. E dietro di lei c'è un ragazzo: il tamarro dell'autobus.

Lo guardo divertito, sembra anche simpatico; poverino, questa è una scuola femminile e i pochi maschi che ci sono, sono tutti degli idioti; magari è anche normale ma tempo qualche giorno verrà anche lui contaminato, peccato.
Tutte, Giulia e Jessica comprese, lo guardano e cominciano a parlarsi nell'orecchio mentre lui sta in piedi vicino alla prof che sta dicendo che si chiama Tom -anche lui ha un nome da cane, evvai!- e parla poco l'italiano perché si è trasferito da poco dalla Germania -ok, seconda coincidenza, ci piace-.

Mentre la prof parla un po’ di lui, le ragazze, avendo capito che non capisce cominciano a commentare ad alta voce con carinerie del tipo:
-Anvedi che pezzo de figo, ahò!-.
-Che ma te lo insegno io l'italiano, ma prima me devi dà la bestia che c'hai lì sotto!-.
-Ah prof, che sto qua non capisce proprio un cazzo? O quarche parola la sa? No perché se no glielo dico pur'io che moo scoperei de brutto.-.


Io mi limito a guardare la scena scioccato, e lui lo sembra più di me. Poverino,è solo in una classe di gente che grida e non sa nemmeno cosa dicono, e menomale cazzo! E come direbbero i miei amati Guns: ''Welcome to the Jungle'' ragazzo.
-Kaulitz!- la prof mi chiama. Lui sentendo quel cognome sorride, ha capito che sono anch'io mezzo crucco. Mi alzo in piedi.
-Sì?-.
-Tu lo sai un po’ di tedesco, vero?-.

Questa non ci voleva! Cioè da piccolo lo sapevo, ma ora lo so di merda: lo so come gli italiani sanno l'inglese. Di merda! Vorrei dirlo alla prof ma non mi sembra proprio il caso.
-Ehm… dovrei un attimo riprendere a parlarlo per parlarlo benissimo. Per ora le cose basi però le so.-.
-Benissimo, allora affiancherai tu Tom, va bene?-.
E inevitabilmente altre urla.
-Poraccio oh, proprio er frocio je doveva capità!-.
-Ma nooo, ma prof! Ma quello lo violenta… ma non può!-.
-Ecco kaulitz, aiutalo te... ahahahah!-.
Io questa volta non ho voglia di controbattere, così annuisco alla prof e mi risiedo. Inutile dire che la bidella sta portando un banchetto singolo vicino al mio e il terrone crucco sta prendendo posto proprio vicino a me. Sorrido mentre si siede e quando lo fa gli tendo la mano.
-Piacere Bill!- inutile dire che ci rimane un pochino di merda.
-Ah, sei un maschio...-.
-Eh, così mi hanno detto da piccolo… ma io non ci credo mica tanto.-.
-Ahahah. Beh, almeno sei felice. Piacere Tom.-.
Menomale, non è omofobo -Tre punti per Bill, juppiiii-.

Faccio per girarmi quando riprende a parlare.
-Sei tedesco anche tu?-.
-Eh, sì... ma non ho una bellissima pronuncia,vero?- e metto giù il labbrino. È vero,non lo parlo bene. Lui sorride.
-Ma no, hai una pronuncia un po’ strana, ma si capisce bene quello che dici. Di dove sei?-.
-Mia madre era di Amburgo, ma io sono venuto qui che ero piccolissimo; non mi ricordo niente della Germania..,
-Ah sì? Io invece sono di Brema. Mi sono trasferito qua da un mesetto per il lavoro di mio padre.-.
-Oh, immagino dovrai cominciare tutto da capo...-.

Un urlo disumano.
-Kaulitz! La pianti di blaterare? È appena arrivato, non lo aiuti di certo facendogli perdere la concentrazione!-.
-Prof, tanto non capisce una mazza, stavo solo socializzando.-.
E la Deborah figurati se non se ne esce -Sì prof, deve socializzà lui: l'unico maschio che ce sta in classe mica se lo può fa scappà! Attento Tom, te vuò trombà!-.
Tom si gira verso di me.
-Cosa ha detto quell'ippopotamo, scusa?-.
-ahahahah,niente niente, poi t’o dico.-.


La prof intanto, dato che non ha le palle per difendermi, ha lasciato cadere il discorso ed è tornata a spiegare.
E dato che devo parlare in tedesco ne approfitto per insultarla un po’.
-Cazzo di cogliona che non ha nemmeno le palle di tenere testa a una classe.-.
-Ho visto subito che non sei molto integrato, magari mi sbaglio.-.
-No, no, non ti sbagli. Ora, senza girarti, quelle due ragazze che ti stanno mangiando con gli occhi, loro sono le uniche mie amiche: sono due ragazze d'oro, anzi, se vuoi conoscere qualcuno vai dritto da loro che sono le migliori. Le altre lasciale perdere. Tutte volgari, zoccole e omofobe di merda.-.
-Oddio, ma ti discriminano per questo? Devono essere parecchio indietro, poverine.-.
-Eh già! Comunque ascolta, a ricr…-.
-Kaulitz! Senti, dato che hai voglia di chiacchierare, vieni qua a parlare, tanto sbaglio o eri programmato?-.
-No, non si sbaglia.- mi alzo prontamente e vado alla cattedra.
Strano che le puttane non mi debbano sfottere.
-E anche oggi Kaulitz l'ha preso nel culo...-.
Tutte a ridere. Fanculo.


E l'interrogazione di storia dell'arte alla fine non va malissimo. Ho viaggiato tanto per cui me la cavicchio sempre; e la faccia scazzata delle mie compagne non hanno prezzo, proprio non riescono a sopportare il fatto che anche se non studio un cazzo me la cavo sempre.

Giulia e Jessica mi guardano sorridendo quasi orgogliose di me. Ma c'è un'altra cosa che mi colpisce: i suoi occhi. È tutto il tempo che mi fissa e io sono in soggezione; mi da fastidio, cazzo! Che cazzo ha da fissare quel terrone tedesco? Che poi non mi da proprio fastidiosissimo, semplicemente mi fa agitare, e io odio agitarmi. Ma soprattutto, perché mi agito? Non è decisamente il mio tipo.


Me ne torno a posto con un bel 7 e un sorriso compiaciuto -di me stesso- stampato sulle labbra.
-Com'è andata?-.
-Sette!-.
-Cazzo, mi dispiace… ma sembrava che parlassi abbastanza!- dice stranito.
-Ahaha ma no! Qui è il contrario! Qui 7 è un bel voto; si va in ordine crescente, più vai bene più si sale, dall'uno al 10. Capito?-.
-Ah ok, bene. Ecco perché mi hanno ammesso subito a questa scuola, avevo tutti due!-.
E ridiamo insieme.

Però ha un gran bel sorriso, illuminato dal piercing a lato del labbro inferiore, poi quegli occhi grandi, marrone chiaro… un po’ come i miei, gli stanno bene. Devo ammettere che è un bel ragazzo. Se solo si vestisse un po’ meno da scappato di casa…


Suona la campanella e una volta che la prof si è congedata Je mi fa subito segno di andare al loro banco.
-Scusami Tom, ma vado a subire il terzo grado dalle mie amiche, mi dicono che hai fatto colpo! Ahahah!-.

Mentre mi allontano sento lui che ride, ha pure una bella risata, un po’ volgare… da tedesco, insomma!
-allora? cosa dice?-.
-che palle! Perché non mi sono iscritta a tedesco?-.
-Sì, ma Bill sei il solito culattone!-.
-Vabbè, qui non c'era dubbio…-,
-Ahahahah!-.
-Ragazze?-.
-E poi Dio, ma hai visto il piercing… Dio, che figo!-.
-Ragazze?-.
-Bill, mi dispiace per te ma spero che sia fermamente etero.-.
-Ragazze?!-.
-Oh, scusa Bì,volevi dire qualcosa?-.

Poverine, quando vedono un maschio non capiscono più un cazzo.
-Ragazze... allora, scusatemi tanto se la prima cosa che gli ho chiesto non è stata ''No ma sei etero? No perché sa,i qua ti vogliono tutte scopare, in caso non lo fossi meglio per me''.-.
-Ahahaha! Dai Bill, cerca di essere serio. Ma non sa proprio niente di italiano?-.
-No, è qua da solo un mese.-.


Stranamente nessuna troia della mia classe rompe i coglioni, se ne stanno tutte in gruppo per i cazzi loro a parlottare. Bah, che strano.


Poi entra la prof.

Le due ore passano velocemenete. Io chiacchiero col nuovo arrivato, mi ha detto che fa i graffiti sui muri e in Germania è così conosciuto dai poliziotti che c'è diventato amico, che è in crisi perché qua è solo e non potrà fare la vita di sempre, che adora fare shopping -quattro punti per Bill,oh yeaah!-, che abita quattro fermate dopo la mia, che suo papà ha un'importante ditta di marketing e sua madre non l'ha mai conosciuta -come me con mio padre. Cinque punti a favore, sono un pazzo-, che a Brema aveva la sua compagnia, che passavano le giornate per le strade a ballare sotto i portici e a smerdare i muri, che con suo padre non ha mai avuto un bel rapporto, che gli piace il gelato al pistacchio -che schifo- e che ha due cani, ai quali è molto affezionato e che si sente molto solo, piccinoooo.

Piccino un cazzo,che cazzo sto dicendo?


Ricreazione, amata ricreazione.

Jessica e Giulia si alzano e si fiondano verso la porta per andare alle macchinette, come sempre.

Io mi alzo tranquillamente, mi metto il giacchetto e sto per uscire quando qualcuno mi chiama.
-Beeeih?-.

Bill, vorrei dirgli, mi chiamo BILL! ma povero crucco, imparerà prima o poi a pronunciare il mio nome all'italiana.
-Sì?-.
-Si può uscire? Cioè, vorrei fumare.-.
-Oh sì, che maleducato. Stavo giusto andando, vieni?-.


E usciamo dalla classe insieme.

Tutti come al solito mi guardano, ma nessuna battuta acida. Nessuna, forse perché ignorano il fatto che Tom, anzi, come dice lui ''Thamm'' non sappia l'italiano e forse hanno paura.

Dio, ma che castelli mi faccio?
Una volta in cortile mi accendo subito una Malboro e…
-Shaisseee! Mi dai l'accendino? Devo averlo perso.-.

Mentre lo faccio accendere non posso fare a meno di sfotterlo un po’, è la mia natura!
-Per forza, anche io perderei la roba in quei tasconi! Ahahah, ma non hai freddo?-.
Lui sbarra un po’ gli occhi -Ehm… cosa c'entra?- è serissimo, che figura di merda… arrossisco come un'idiota.
-No... cioè.. non ti entra l'aria nei pantaloni? Nella maglia?-.
Lui mi guarda un po’, quasi curioso e scoppia a ridere di gusto: mi sta prendendo per il culo allegramente.
-L'aria nei pantaloni? Ahahahah, questa è la più bella... sei forte Beeeih!-.
-Bill!-.
-E che cazzo ho detto?-.
-Hai detto qualcosa tipo ''Beeeh''-. lo imito.
E lui ride ancora.

OK,mi sta sul cazzo.
Io lo guardo accigliato, accigliatissimo, incazzato nero. E poi… rido, insieme a lui.

Orgogliooo? Dove sei?


Risuona la campanella e mi affretto ad entrare con lui dietro.

Mentre entro sento qualcosa cadere, mi giro e raccolgo l'accendino. E in quegli istanti lo becco… becco lui che mi guardava il culo, piuttosto compiaciuto.
  
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