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Autore: lu1980    29/04/2011    1 recensioni
SECONDA VERSIONE SUL RITORNO DEL NOSTRO EROE
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera si erano trattenuti per ultimare il lavoro, le scrivanie posizionate una fronte all'altra erano più grandi delle misure normali per consentire loro di lavorare meglio.

Ultimò di colorare il progetto, lanciò la stampa mentre allungava la mano per prendere il foglio dalla macchina posizionate nel mezzo dei due tavoli esattamente sotto la grande finestra vide un lampo di luce passare.

-hai visto nulla?- chiese la ragazza -sembrava un fascio di luce-

-no, nulla- rispose lui.

In quel momento risuonò il rombo di un tuono in lontananza.

-ecco cos'era la tua luce!-

-e già! Senti è mezzanotte passata, io chiudo-

-ti seguo a ruota- i computer vennero spenti.

 

Mentre camminavano verso il dormitorio la osservava era come turbata, oramai lavorava con lei da anni e non l'aveva mai vista così.

Il biondo statuario trentacinquenne ingegnere aerospaziale dagli occhi di ghiaccio, in quel momento si accorse che ancora non conosceva tutto di lei.

Cinque anni prima, quando mise piede per la prima volta al centro di ricerche, pensò che fosse una specie di genio dell'ingegneria, ci rimase quasi male quando gli venne detto che tutto quello che sapeva era frutto della guerra contro gli invasori, arrestò il passo vedendo la luce accesa in una stanza che sapeva essere vuota.

-Yuri, cos'hai visto?-

-la luce accesa-

-li? Figurati, sarà la stanchezza!- la ragazza aprì la porta della sua stanza che era proprio a fianco di quella dove aveva visto la luce -buona notte Yuri a domani-

-notte Venusia- rispose lui prima di entrare nella sua.

 

Si avvicinò alla finestra, la aprì per uscire sul balcone che le due stanze avevano in comune, la pioggia era fine e piacevole in quella calda notte estiva, si bloccò sull'uscio sentendo due voci parlare molto basso, rientrò e prese la sua pistola.

un bel respiro e coraggio” -chi va là?- disse uscendo, la luce dell'altra stanza era accesa -Dottor Proctor, lei qui?-.

In risposta dalla stanza si udirono degli accordi di chitarra, accordi che lei conosceva bene, sentì il sangue gelarsi nelle vene quando lo vide uscire, sempre lo stesso viso, lo stesso sguardo solo più maturo.

-io vado, avrete molte cose da dirvi … ah Venusia domani hai il giorno libero-.

Lei annuì solamente.

Rimasero a fissarsi a lungo, lì a pochi passi senza parole, o meglio, nessuno riusciva a dire nulla.

La guardava, non era più la ragazzina che aveva lasciato anni addietro, ora era una ragazza ti trent'anni, una bella ragazza, e quel taglio così corto dalla riga di lato.

Un altro tuono e iniziò a piovere più forte, istintivamente la tirò in camera.

-ti trovo bene- disse per rompere quel silenzio forzato.

-potevi avvisare … avremmo fatto pulire-

-ma se è tutto in ordine!-

-Maria?-

-è qui anche lei, sicuramente dorme già, era molto stanca-

-di Fleed, cosa mi dici-

-è rinato, più bello e rigoglioso di prima!-

-mi fa piacere- si fece triste prima di continuare -sai … in questi anni un po' ti ho odiato, avevi promesso un ritorno e … -

-Venusia io … devo dirti la verità … il vero motivo per cui sono qui-

A quella frase il rancore svanì, come se non fosse mai nato -ti ascolto, dimmi-

-siediti … in questi anni ho conosciuto diverse donne … molto belle, carismatiche, con ognuna di loro stavo bene … ma con nessuna ha funzionato e non capivo il perchè … i consiglieri reali mi hanno sempre quasi imposto di sposarmi … io rifiutavo in modo da non sembrare offensivo, ma pochi giorni fa mi hanno messo davanti un contratto matrimoniale che avevano stilato col padre di una nobile ragazza che stavo frequentando … mi sono infuriato per il gesto e con una manata ho buttato all'aria tutto quello che avevo sullo scrittoio del mio studio personale … solo una cosa era rimasta sopra … una foto .. la foto di tutti noi assieme … e in quel momento ho capito … ho capito il perchè del mio rifiuto … eri tu!-

-io?-

-non fare finta di non avere capito, so bene quanto sei intelligente!-

-scusa ma…-

-no lasciami finire … mandai fuori tutti e presi la fotografia, con mia sorpresa mi accorti che era attaccata al tavolo … fu in quel momento che Maria uscì da dietro una tenda … “da quanto eri lì?” “da abbastanza per sentire e vedere ogni cosa” “sei stata tu, vero?” “sì, è stato un colpo basso, lo ammetto, ma avevi bisogno che qualcuno di desse una scossa per capire quello che cercavi di sopprimere” “Maria …” “fratello, in questi anni ti sei impegnato molto per far rinascere il nostro pianeta, però vedevo che in te c’era qualcosa che non andava … mi sono sempre imposta di non leggerti nella mente per capirlo, ma quando sono venuta a sapere cosa stavano macchinando i consiglieri l’ho fatto … ho visto cosa cercavi di sopprimere e non era giusto, allora ho messo la foto sotto alla pila di documenti, sicura che li avresti fatti volare per la stanza” “mi conosci troppo bene” “certo sono tua sorella! … ora cosa vuoi fare?” “torno sulla Terra … grazie a te ho finalmente le idee più chiare! Vuoi venire con me?” “potremmo trovare molte cose cambiate .. persone cambiate” “lo so, ma voglio correre questo rischio … Maria partiamo subito, stanotte!” “ma fratello, come dei ladri?” “no, come persone che riacquistano la libertà!” “ora ti riconosco! … cosa portiamo ?” “nulla, niente bagagli, tanto troveremo lì tutto quello che ci può servire … Maria perchè non l’hai fatto prima?” “forse perché ti vedevo orgoglioso di vedere Fleed tornare a nuova vita” e questo è tutto-

-e se venissero a cercarvi?-

-farei vedere loro chi voglio come mia regina, e poi loro non hanno l’iper velocità di Goldrake, per arrivare qui hanno quasi un mese di viaggio-

Le lacrime le scesero senza controllo –Actarus …-

-ora basta parole- le disse asciugandole il viso e stringendola a sé –abbiamo tanto da recuperare-

-Actarus io…-

-sss … tempo al tempo … resta con me stanotte, altro non chiedo-

 

Quando si svegliò credeva di aver sognato come molte altre volte, si rese conto che era tutto reale nel vedere il forte braccio di lui che ancora la stringeva quasi per paura che scappasse via, guardandosi attorno vide che erano le dieci passate.

-cavoli è tardissimo!- disse istintivamente cerando di alzarsi, ma venne trattenuta.

-dove credi di andare? Se non mi sbaglio hai la giornata libera!-

-me ne ero dimenticata! Allora che si fa?-

-per prima cosa questo- la baciò –e no, non vorrai mica metterti a piangere?- disse vedendo gli occhi lucidi della ragazza.

-no … è che ho sempre sperato …Actarus!- la sollevò in braccio.

-ti riporto in camera tua, non vorrai andare in giro coi vestiti stropicciati?-

-sei tutto matto, dai mettimi giù!-

 

Anche Maria era sveglia, guardò nel suo vecchio armadio … l’uniforme del centro di ricerche “sempre meglio che andare in giro con la tuta spaziale, beh vorrà dire che ruberò per qualche ora Venusia a mio fratello” pensò.

Dopo essersi vestita uscì e fece quattro passo nel corridoio deserto della loro area dormitorio, quanti ricordi le tornavano alla mente, camminava lentamente leggendo le targhette sulle porte “Mizar” “Shiro” “Yuri, e questo chi sarebbe? Indagherò “Tetsuia Jun” “Koji Sayaca, me lo immaginavo, dopotutto noi eravamo solo buoni amici” “Venusia”, proprio in quel momento la porta si aprì e uscì lei seguita da suo fratello.

-Maria! Quanto tempo!- le due amiche si abbracciarono.

-oh, Venusia, come sono contenta di rivederti … ma fatti guardare meglio, non sei cambiata per niente, solo i capelli corti ti stanno benissimo!-

-ti ringrazio, anche tu vedo che sei sempre uguale-

-eih, aspetta un attimo! … ma no, non è possibile … sei più alta di me!- esclamò notando che aveva ai piedi delle normali scarpe da ginnastica.

-quello conta poco … siamo sempre amiche, no?-

-giusto! … Ve, ho letto le targhette sulle porte- disse un po’ tristemente, ma cambiò subito tono –chi è quel Yuri?-

-è un ingegnere aerospaziale, è nato e cresciuto in Russia, dopo gli studi ha dovuto lasciare il suo paese perché non volevano dargli i giusti mezzi di lavoro-

-e qui li ha trovati, giusto?-

-sì Actarus, ha dato un grande contributo alla realizzazione dei nuovi progetti del G3 e del G4!-

-voglio conoscerlo!-

-Maria, siamo appena arrivati e già inizi!-

-ma, fratello!-

-lo puoi vedere praticamente subito, andiamo in mensa è quasi ora di pranzo-.

Per tutto il tragitto Maria non fece altro che raccontare quanto era accaduto su Fleed in quegli anni, cose serie lasciavano il posto ad altre più divertenti con annessa risata. A pochi passi dalla mensa si arrestò facendo una risatina.

-e adesso cos'hai?-

-Ve, solo ora mi rendo conto che mi mancava questo casino! Su Fleed si doveva mangiare nel silenzio più totale-

-e allora cosa aspettiamo ad entrare?-.

Actarus tolse il braccio che aveva tenuto per tutto il tempo attorno al collo di Venusia, assunse la sua solita postura.

-ACTARUS!- il nome urlato da Mizar risuonò in ogni angolo della mensa, subito il ragazzo si precipitò a salutare l'amico.

Nell'immediato imitato anche dal resto degli occupanti, solo Yuri rimase in disparte a chiedersi cosa avessero di così speciale da venire quasi osannati dal personale della base, guardò Venusia e si accorse che il suo viso era cambiato, era come più luminoso.

Ritornata la calma presero posto al loro tavolo -Actarus, devi raccontarci tutto di Fleed!- esordì Koji.

-eih, calma!- lo ammonì Venusia -non stai scordando nulla?-

-no, cosa?-

-Yuri!-

-è vero, scusa amico!-

-niet!- rispose lui.

-Yuri, questi sono Actarus e Maria-

-piacere- disse la ragazzo porgendogli la mano.

-lieto di fare la vostra conoscenza finalmente!- rispose lui stringendola prima a lei e poi al fratello.

-bene ora che vi siete presentati racconta!-

-Koji!-

-cosa c'è Sayaka?-

-avete tutto il tempo più tardi per i vostri discorsi maschilisti!-

-io dopo accompagno Maria in città a fare acquisti, volete unirvi a noi?-

-ma sono cose da donne!- disse Tetsuya.

-appunto! Mica dicevo a te!-

-io ci sto Venusia-

-anche io, a patto che si vada in moto!-

-aggiudicato Jun!-

-Venusia, passiamo dalla fattoria, voglio salutare tuo padre … ho detto qualcosa di male?- aggiunse vedendo sia la ragazza che il fratello diventare tristi.

-no … giustamente voi non potete saperlo … papà è morto due anni dopo la vostra partenza … ora al posto della fattoria ci sono gli hangar d'uscita dei Mazinga di Aphodite e Diana-

-ecco sono la solita! Faccio sempre pasticci!-

-ma no- Venusia le sorrise -dai andiamo che le ore passano veloci e i negozi ci aspettano!- disse alzandosi -uomini a stasera!- la frase era rivolta a tutti ma lei guardò Actarus.

Lui sorrise divertito, nessuno dei suoi vecchi amici era cambiato, solo diventati più adulti, ma sempre con la stessa allegria.

 

Mezz'ora dopo quattro moto sportive coi colori del centro di ricerche sulla carena sfrecciavano in direzione della città, si fermarono nel parcheggio del grande centro commerciale multipiano.

-da dove iniziamo?- chiese Jun alzando la visiera.

-da un bel caffè per caricarci!- le rispose Venusia mentre levava il casco e ci buttava dentro i guanti.

-ci aggiungiamo anche i pasticcini!-

 

-Venusia, perchè ci guardano in modo strano?-

-m? Ah sì, succede sempre, è per via della divisa!-

-scusa?-

-la divisa del centro di ricerche suscita sempre curiosità nella gente-

-e non lo facciamo apposta a venire in città vestite così!- aggiunse Sayaka -pronte ad iniziare il giro? Io devo prendere un paio di cose per Shiro-

-anch'io per Mizar … allora facciamo così, tu con Jun puoi iniziare ad andare avanti a noi vi raggiungiamo-

-per me va bene, Maria?-

-anche per me-.

Le quattro ragazze si divisero per riunirsi un paio d'ore dopo.

 

-vedo che avete fatto un ottimo lavoro- disse Actarus guardando i disegni dei progetti seduto alla scrivania di Venusia.

-veramente dobbiamo ringraziare Yuri, se non fosse stato per il suo aiuto saremmo ancora bloccati, in poche parole ci ha salvato!-

-e da cosa li avresti salvati?-

-quando ho iniziato a lavorare qui stavano sviluppando un propulsore basato sulle caratteristiche di quello di un robot chiamato Goldrake, ma non riuscivano a calibrarne la giusta potenza ...-

-e il nostro ingegnere spaziale, dopo solo un mese, ci è riuscito!- disse Koji dandogli una pacca sulla schiena.

-non ho fatto tutto da solo, mi ha dato un grande aiuto Venusia, i disegni delle carene sono opera sua! … quella ragazza è eccezionale!-.

Actarus gli lanciò una delle sue occhiate fulminee -lo so-.

Yuri non se ne era accorto aveva ripreso il suo lavoro -però ho ancora un dubbio, questo Goldrake esiste? L'ho chiesto molte volte, ma ho solo ricevuto risposte vaghe-

-non ti hanno fatto vedere le foro degli anni passati?-

-sì … Actarus … ma ci sono solo loro e i due Mazinga-

-seguimi!- disse alzandosi.

-veniamo anche noi! Non voglio perdermi la tua faccia!-

-la mia faccia per cosa, Tetsuya, e poi dove stiamo andando?-

-lo saprai tra poco-

-eih fermi! Questo è l'hangar numero uno, sapete che è vietato entrare!-

-era vietato, Yuri, era- Actarus posò la mano sul lettore dna posto all'ingresso.

 

lettura dna eseguita, identità confermata, sblocco sistema di sicurezza eseguito” si udì una voce robotica seguita dall'apertura delle porte.

 

-non ditemi che … che-

-hai difronte a te Goldrake!- esclamò Koji con un certo orgoglio.

-p … posso avvicinarmi?-

-fino alla riga rossa, non oltre perchè scatta il sistema di sicurezza e verresti fulminato-

-da!- Yuri iniziò a girargli attorno -ma è uno spettacolo di ingegneria … e poi com'è curato nei particolari … scusate un attimo, ma ci sono due posti di pilotaggio?-

-no, è solo uno, ma vedo che hai già capito tutto … il disco è solo il supporto per volare, il robot vero e proprio è per la maggior parte contenuto al suo interno!-

-ho capito Actarus … sei tu! Ora mi è tutto chiaro, sei tu il pilota!-

-esatto! E penso avrai capito il motivo dei tanti misteri di questi anni-

Durante la cena a Yuri venne raccontato per bene quanto era accaduto in passato, della guerra contro Vega, la storia di Actarus e Maria e tutte le varie vicissitudini.

 

Da quella sera passarono diversi giorni, i progetti vennero ultimati e si fece il primo volo di prova, dati i precedenti, si decise di usare la ormai nota formazione di volo, Koji sul G2, Venusia sul G3 e Maria sul G4.

I nuovi mezzi erano tutti simili al vecchio Goldrake 2, ma molto più aerodinamici e dotati di maggiori armamenti, avevano mantenuto i vecchi colori. Il nuovo G2 non era di molto diverso da suo predecessore, solo più potente, nel G3 le ali erano due doppie coppie con i propulsori subacquei montati alle estremità, mentre il G4 le aveva sviluppate il lunghezza per quasi tutta la carena, con le trivelle montate come nel G3, alle estremità.

In sala comando erano tutti piuttosto nervosi, solo Actarus e Yuri erano calmi, all'esterno Tetsuya e Jun erano a bordo dei loro robot pronti ad intervenire in caso di bisogno.

Il dottor Proctor diede le ultime direttive.

-alzare le torrette! … aprire le serracinesche! … passerelle indietro!-

-G2 pronto!-

-G3 pronto!-

-G4 pronto!-

-ricevuto, quando volete-

-G2 avanti!-

-G3 avanti!-

-G4 avanti!-.

Pochi istanti dopo dei mezzi restavano solo delle scie di fumo e tre macchie colorate in cielo.

-Toshio a te-

-ricevuto dottore … ragazzi sono Toschio, ora dovrete sopportare la mia brutta voce!-

-sapessi che roba, sono anni che vediamo anche la tua faccia!-

-Koji, ti voglio bene anch'io! … ora facciamo i seri, prima cosa se sentite rumori strani o gli strumenti indicano anomalie rientrate subito … ok iniziamo, portate a mach 2 … mach 3 … mach 4 … mach 5 … mach 6 … mach 7 … tenete la velocità fino a che non ve lo dico io …- passarono dieci interminabili minuti -bene ora tornate lentamente a mach 1 … restate in quota e ora accelerate a tutta velocità eeeeeeee ritorno a mach1! … rilassatevi tra poco torno da voi- levò le cuffie e si girò visibilmente soddisfatto.

-dimmi tutto, Toshio-

-dottore un pieno successo! La prova delle velocità è andata benissimo, le nuove carene hanno dato dei risultati che non ci aspettavamo!-

-perfetto passiamo alla seconda parte-

-bene dottore- rimise le cuffie -sono tornato, vi sono mancato!?-

-seeeeeeeeeee!-

-non era necessario il coro, bastava un no! … vabbè passiamo alla seconda parte … Koji, portati verso lo spazio-

-ricevuto!-

-Venusia, nella zona nera dell'oceano-

-ricevuto!-

-Maria, portati … anzi no, ricordi l'uscita dalla montagna? È crollata e ...-

-ho capito, vado!-.

Questa volta l'attesa fu più lunga, le rotte dei mezzi erano dei puntini luminosi sul grande schermo.

-qui G2, collaudo terminato, rientro-

-ricevuto-

-G3, collaudo terminato … posso rientrare da qui?-

-aspetta … mi dicono di sì … dovrebbe aprirsi a momenti-

-grazie-.

All'occhio di Actarus non sfuggì l'armeggiare nervoso di uno dei tecnici sul proprio quadro comandi.

-Ryo, qualcosa non va?-.

Il ragazzo sobbalzò sulla sedia sentendo la voce dietro di lui -no … cioè sì, ho perso il segnale di Venusia-

-cosa!? E lo dici solo ora?-

-Actarus, calmati … Ryo, da quanto?-

-circa dieci minuti-

Tetsuya, che aveva sentito tutto per radio, intervenne -Dottore, ci alziamo in volo?-

-la sto già cercando io!- rispose Koji.

-non serve, sto rientrando!-

-Venusia! Cos'è successo?-

-nulla dottore, era solo un collaudo aggiuntivo … Yuri, la modalità stealth funziona a meraviglia!-

-da!-

-Yuri, da te non me lo sarei mai aspettato, complice in una cosa così assurda!-

-dottore, non lo rimproveri, è stata un'idea mia-

-Koji aspetta- Actarus comparve sul monitor dalla sua cabina di pilotaggio -facciamo vedere a Yuri Goldrake!-

-con molto piacere!-

-bene … Goldrake pronto! … Goldrake avanti!-.

Il disco uscì dalla base, fece alcune piroette, poi il robot uscì una breve caduta libera, l'aggancio al G2 altre acrobazie aeree e si mise a mezz'aria fuori della base.

-allora Yuri?- Venusia era arrivata in plancia ancora con la tuta spaziale.

-semplicemente stupendo! Altre parole sarebbero sprecate-.

Il sole iniziava a calare, colorando di arancione e rosso ogni cosa.

Calava su una giornata ricca di emozioni e di grandi soddisfazioni.

 

Venusia era in bagno che si stava preparando per la notte quando sentì dei suoni provenire dalla terrazza.

-sei tu?-

-sì- degli accordi di chitarra iniziarono a risuonare nell'aria.

-non mi hai ancora dato il tuo parere su oggi!-

-sul collaudo o su quello stupido scherzo?- chiese in tono duro.

-non usare quel tono con me! E poi non era uno scherzo stupido, era tutto sotto controllo!-

-a me lo potevate dire! Avete creato un bel casino!-

-e non farla tanto lunga! Siamo qui a litigare o no?- disse lei uscendo dal bagno.

Posò la chitarra e serio in viso si avvicinò a lei -fuori del campo di battaglia con te non voglio litigare, ne ora ne mai-.

L'attirò a se e la baciò, era un bacio diverso dagli altri, pregno di un calore particolare.

Si guardarono negli occhi, le parole non servivano, quella fu la loro prima volta.

La prima volta che ambedue aspettavano.

Verso le due di notte si svegliò, allungò un braccio e non lo sentì, aprì gli occhi era alla finestra con lo sguardo al cielo oltre le stelle serio, troppo serio.

Gli posò un mano sulla schiena -conosco quello sguardo-

-stanno arrivando, li sento-

-ma chi? Non ...- fece un passo indietro pallida -non vorrai dire ...-

Si girò abbracciandola -oggi quando ho usato Goldrake hanno rilevato dive ci troviamo, ma non temere oramai la mia decisione è presa-

 

Maria, svegliatasi si soprassalto nell'avvertire la medesima cosa, cercò telepaticamente il fratello, lo vide ancora sveglio che stringeva Venusia, chiuse il contatto “sa tutto, ho bisogno un po' d'aria” pensò tra se mentre si vestiva e usciva dalla stanza in direzione del cortile.

Le guardie del turno di notte la salutarono da dietro il vetro, non erano nuovi a vedere le passeggiate notturne di loro ragazzi.

Fuori steso su un lettino a bordo della piscina c'era Yuri che guardava le stelle.

-vedo che non sono l'unica a girare per la base!-

-Maria- disse sedendosi -hai la faccia di una che ha avuto gli incubi-

-diciamo di sì … quali costellazioni guardavi?-

-nessuna in particolare, cercavo di capire dove si trova il vostro pianeta-

-niente di più facile segui il mio dito … lassù!- indicò un punto nel cielo.

-eeeeh?-

-vabbè, fai spazio- si stese a fianco di lui, Yuri le mise un braccio sotto la testa per darla stare più comoda -grazie … ora seguimi bene … conta una … due … tre … lì oltre Andromeda si trova Fleed-

-ma sono miliardi di anni luce!-

-con una nave qualunque sì, con Goldrake ci sono voluti solo due giorni-

Mentre parlavano si erano incamminati per rientrare al centro -ho ancora molte cose da imparare su di voi, vuoi insegnarmele?-

-con molto piacere-

-allora questo consideralo un acconto di ringraziamento- Yuri la baciò a sorpresa prima di allungare il passo e sparire.

Maria rimase di sasso, si sentiva la faccia rossa e il cuore le batteva forte, come quando tanti anni prima scambiò il gesto di respirazione bocca a bocca di Koji per un tentativo di bacio, rispeso il controllo delle sue emozioni tolse gli stivali e corse via veloce verso la sua stanza.

Si fermò sulla porta, invece di entrare si diresse verso la camera di Yuri decisa ad avere una spiegazione, andò sicura senza bussare aprì la porta che grazie ai suoi poteri sapeva essere aperta, entrò decisa ancora con gli stivali in mano e si trovò davanti il ragazzo con indosso i pantaloni del pigiama con la maglietta in mano a dorso nudo che la guardava ammutolito.

-tu … come hai osato fare quello che hai fatto senza chiedere il mio consenso!?-

-da quello che ho potuto vedere tuo fratello a Venusia non chiede tanto il permesso- rispose lui con tono di sfida.

-per loro è diverso!-

-beh se la metti così- le passò dietro la schiena e chiuse la porta –posso?-

Sentì il calore delle parole sfiorarle il collo, si girò di scatto accorgendosi solo in quel momento del fisico ben allenato del ragazzo –cosa? Eih tu, ad una principessa non ci si rivolge cosi! Chiaro?-

-come desiderate … vostra altezza posso baciarvi?- Maria rimase senza parole da come le veniva tenuta testa –deduco che sia un sì- la baciò una seconda volta ricevendo uno schiaffone in risposta –alla faccia della principessa! Hai le mani di un camionista!-

-colpa tua che non hai atteso la risposta!- si fece più dolce –comunque era un sì, permesso concesso-

-allora posso-

-puoi-.

 

-Venusia ci spieghi perchè noi dovremmo essere un due a pilotare?-

-vedi Shiro, anch'io non ero sola i primi tempi-

-lo dici per prenderci in giro-

-no Mizar, mi aiutavano da qui, il Delfino aveva tutti i comandi doppi … c'erano armi che si dovevano usare solo in acqua e altre solo in aria, ti ricordi?-

-è vero! Mi era passato di mente!-

-ora basta con le chiacchiere, filate dentro!-

-agli ordini! Dai Shiro andiamo-.

Venusia aveva impostato il programma tre e stava osservando come si comportavano i ragazzi in base ai dati sul computer, quando le comparve davanti una tazza di caffè.

-ti ringrazio, mi serviva proprio-

-perchè non mi hai chiamato?-

-dopo che ti sei addormentato eri agitato, hai passato tutta la notte a girarti nel letto, ho preferito lasciarti dormire- finì il suo caffè e pigiò il tasto del microfono -ragazzi vi carico il programma quattro!- digitò una serie di comandi sulla tastiera -vediamo come se la cavano-

-di cosa si tratta?-

-è una simulazione d'attacco, sul programma sono caricati tutti i filmati degli scontri contro Vega, al resto pensa il computer-

-mi sembrano nervosi-

-lo sono sicuramente, è la prima volta che glielo carico-

-allora non è molto che si stanno addestrando-

-sono circa un paio d'anni, prima avevano l'università da finire … almeno a loro abbiamo dato la possibilità di studiare … ok, per oggi basta così potete uscire!-.

Fermò il programma, fece una stampa dei risultati e spense il computer.

-Actarus, siamo stati bravi?-

-continuate così e tra qualche giorno facciamo una prova dal vero-

-hai sentito sorellina? Voleremo con Actarus!-

-sì, sì … ora sparite che avete bisogno di una doccia, e fate lavare anche le divise!-

 

I giorni trascorrevano tranquilli tra ulteriori collaudi di volo, varie prove tecniche e giornate passate nella piscina del centro di ricerche.

Finchè non vennero svegliati nel cuore della notte dal segnale d'allarme attacco, un segnale che conoscevano bene.

-Actarus, un attacco!?-

-non saprei … presto in sala comando!-.

Uscirono tutti in contemporanea dalle proprie camere, tranne Maria.

-cosa ci facevi da Yuri?-

-lo stesso che fai tu da me!- rispose Venusia.

L'intero abitato del centro di ricerche era in subbuglio, Yuri era spaesato nel vedere tutta quella confusione a cui non era abituato a differenza degli altri che sapevano bene come muoversi.

-padre, cosa succede?-

-una grossa nave, è entrata nel nostro sistema solare-

-nemici?-

-non abbiamo potuto identificarla, appena entrati nel raggio d'azione degli strumenti hanno alzato una potente schermatura-.

Maria a quelle parole sentì un brivido lungo la schiena, usò i suoi poteri telepatici per capirne di più.

-fratello- disse pallidissima in volto -sono arrivati, però si sono fermati come se ...-

-cercano Goldrake, per poterci localizzare hanno bisogno che il disco esca da qui-

-cosa vuoi fare?-

-l'unica soluzione è farli atterrare dove ci sono gli hargar dei due Mazinga e schermare la zona, se restano lì potrebbero essere scoperti dagli alleati-.

Actarus chiuse gli occhi e si fece pensieroso -e si così, padre, vado a far loro strada … anzi no, andiamo-

-tutti?-

-sì, Venusia, mi spiegherò poi il perchè

Pochi minuti dopo l'intero squadrone sfrecciò fuori in direzione della nave.

Ci volle quasi un'ora per completare in sicurezza l'atterraggio, una navetta sotterranea portò al centro di ricerche un gruppo di Fleediani.

Erano attesi da Proctor con al suo fianco Actarus e Maria, dietro di loro il gruppo dei piloti tutti ancora con addosso le tute spaziali.

Dal messo scesero una decina di soldati che si posizionarono in semicerchio subito portarono il fucile che tenevano in mano prima alla fronte e poi sulla spalla in segno di saluto, poi un uomo di bassa statura parecchio anziano con barba e capelli bianchi.

-Maestà, sono lieto che stiate bene!-

-primo ministro Goral, mi auguro che abbiate spinto al massimo i motori e non siate passati per la zona proibita, visto che avete impiegato otto giorni in meno del previsto-

-altezza, dal tono della vostra voce sento che siete adirato-

-lasciamo perdere, a cosa dobbiamo questa visita, mi era parso di avere lasciato dei dettagliati chiarimenti in merito!-

Scesero altre due persone, un uomo sui cinquanta alto quanto Actarus con lunghi capelli neri e una ragazza dal fisico mozzafiato che fece guadagnare a Koji e Tetsuya una gomitata sullo stomaco, aveva dei lunghi capelli verdi e gli occhi di un blu profondo, un lungo vestito rosso luccicante e un mantello ti una tonalità leggermente più scura perfettamente abbinati.

-se posso permettermi, al popolo avete lasciato spiegazioni, ma non a me e a mia figlia-

-barone Mainos, dovevo immaginarmi che c'eravate sin da subito che c’eravate anche voi!-

-altezza- l'uomo si scaldò nel sentire disappunto nella voce del ragazzo -mia figlia esige una spiegazione!-

-padre, calmatevi, siete di fronte a sua maestà … altezza … mio re, vi chiedo scusa per i modi di mio padre- disse la ragazza inchinandosi.

 

-ma quante arie si dà!-

-Venusia, potrebbe sentirti-

-sai cosa me ne importa, Sayaka!-

-io le graffierei quel bel faccino!-

-Jun, anche tu!-

-Sayaka, quando ci vuole, ci vuole!-

-Maria, di loro qualcosa-

-e cosa, veramente, la penso allo stesso modo-

-mi arrendo-

-Maria, perché non ti sei avvicinata anche tu?-

-colpa del protocollo, Venusia, posso farlo solo se lo richiede mio fratello-

-ecco perché odio i protocolli!-

 

-lui è adirato per la rottura del … del fi...-

-fidanzamento che non c'è mai stato, mi pare lady Fryren-

-maestà, ho preso precisi accordi con il primo ministro e i consiglieri già da tempo-

-ne sono a conoscenza, ho letto il contratto, ma non era di mio interesse-

-cosa!?-

-altezza, mio padre è molto stanco per il lungo viaggio, vi prego di perdonare il suo scatto-

-immagino-

-vi ringrazio … tu! Mostraci le nostre stanze- girò lo sguardo in direzione di Maria che leggermente in disparte stava conversando con Venusia pensando che la ragazza fosse una specie di guardia, non ricevendo risposta accentuò il tono –tu, servo con la divisa rossa, ho ordinato che ci vengano mostrate le nostre stanze, subito!-.

Venusia a quella frase perse definitivamente i nervi già tesi –punto primo non sono un servo, punto secondo mi chiamo Venusia, punto terzo datti meno arie, qui non sei su Fleed! Punto quarto…-

-Venusia!- l’ammonì Actarus.

-ricevuto- rispose la ragazza, girando i tacchi e uscendo.

 

Erano le sei della mattina, troppo nervosa per tornare a dormire, mentre toglieva la tuta spaziale appendendola sopra al casco dentro la cabina igienizzante pensò di andare in palestra a scaricare la tensione, fu lì che la trovò Acatarus due ore dopo ancora intenta a prendere a calci e pugni un sacco.

-se continui così lo staccherai dal soffitto-

-neanche immagini cosa vorrei realmente staccare!-

-Venusia, ora basta! Stai esagerando!- disse lui buttandole l’asciugamano –abbi fiducia, si risolverà tutto al meglio-

-come sempre hai ragione tu, dove sono ora?-

-al momento hanno ordine di restare a bordo dell’astronave, mio padre sta organizzando delle stanze-

-ho capito, vado ho da terminare i collaudi degli strumenti subacquei del G3-

-sei sicura di farcela? Il volo spaziale non ti ha stancato?-

-solo un poco, e poi, fino a qualche mese fa passavo notti intere sveglia per portare a termine i nuovi progetti-

-fai attenzione-

-come sempre- disse uscendo.

La sua tuta era pronta, la indossò, allacciò le due cinture, una della pistola e una della custodia contenente delle piccole cariche esplosive e un kit medico, come se a bordo del G3 non ce ne fossero, però averli lì sempre pronti all’uso le dava una certa sicurezza, premette il tasto dell’interfono.

-sala comando-

-Toshio, imposta il programma, esco-

-Venusia, ma non è il caso che ti riposi?-

-tranquillo sto bene, e poi dobbiamo terminare i collaudi!-

-come vuoi, inizio le procedure-

-ricevuto!- entrò nel suo ascensore.

Il nuovo sistema li faceva partire tutti da lì, otto ascensori più uno polivalente li portava esattamente sopra la cabina di pilotaggio del proprio mezzo.

 

Dopo quasi un’ora nei fondali, provando a salve tutti gli armamenti per non danneggiare l’ecosistema marino inviò i dati al centro di ricerche e mentre attendeva l’ok si mise ad ammirare i pesci che le nuotavano attorno.

-sono Toshio, abbiamo ricevuto, che fai rientri?-

-no, mi dirigo al triangolo delle Bermuda, voglio provare il sistema in condizioni estreme-

-ricevuto!-

Chiusa nel suo nascondiglio improvvisato l’aria iniziava ad essere pesante, non sentendo più parlare da un po’ pensava che fossero rientrate alla base terrestre, sicura di questo uscì rotolando sul pavimento, Venusia come un lampo mise l’automatico e scattò in piedi puntando la sua pistola.

-chi va là!? Alzati con le mani bene in vista-

-non … non sparare-

-e tu che ci fai qui, come si salita a bordo?-

-terrestre, noi siamo esseri superiori e tutto ci è possibile!_

-senti bella, sei a bordo del mio mezzo e qui comando io! E per tua informazione posso buttarti fuori in ogni momento, chiaro?- il G3 ebbe uno scossone che fece perdere l’equilibrio alla Fleediana, Venusia premette un pulsante e comparve un secondo sedile dietro al suo –siediti e allaccia le cinture-

-come si fa?-

-non hai detto che sei un essere superiore? Trova da te come!-

-mostro!-

-eih, ora non esagerare!-

-no, fuori un mostro!-.

Ebbe giusto il tempo di riprende i comandi prima di venire attaccata da quello che sembrava essere un gigantesco polipo.

-base, G3 attacco in corso! Sbrigatevi non so quanto riusciremo a resistere!-

-la squadra è già in volo, Venusia, chi c’è con te?-

-Fryren, in qualche modo è riuscita a salire a bordo e …. maledizione!-

-Venusia! Venusia rispondi! Toshio?-

-abbiamo perso il segnale, dottore, mi spiace-.

Il volto di Acatus comparve sullo schermo –padre, da dove arrivava l’ultimo segnale?-

-dal centro del triangolo, prendi tu il comando-

-ricevuto padre!-

-altezza, chiamate padre un terrestre, un essere inferiore?-

-barone, vi ricordo che siete presente solo perché vostra figlia in qualche modo ha creato questa situazione!-

-è la donna terrestre che non sa pilotare!-

-non una parola di più!- Actarus era molto arrabbiato –padre vi chiamiamo in caso di bisogno-

-roger, vi seguiremo dal satellite, chiudo!

 

Si sentiva come stordita, la testa le doleva, era a terra a faccia in giù con le braccia lungo i fianchi, allungò le mani aveva ancora le sue due cinture, la voce impertinente di Fyren che inveiva contro qualcuno la riportò alla realtà.

-voi non sapete chi sono io!-

Si alzò su un ginocchio, quello che vide la riportò indietro nel tempo come in un incubo, erano soldati, soldati Vega e le circondavano puntando loro contro i fucili.

-quando sua altezza verrà a salvarmi ve la farà pagare cara!-

-e smettila di gridare ho già mal di testa di mio!-

-o bene, terrestre, ti vanti tanto di essere una guerriera, ebbene avanti combatti!-

-ma sei proprio dura a capire, non vedi che siamo in netto svantaggio!?- le disse alzandosi in piedi e constatando con piacere che l’equilibrio rispondeva bene.

-sua altezza, al tuo posto, per me li avrebbe uccisi tutti anche a costo della vita!-

Una risata echeggiò nell’aria –sua altezza sta arrivando, ma a salvare lei non te-

Venusia si girò, il sangue le era gelato nelle vene, re Vega era lì davanti a lei col suo ghigno malefico in viso.

-sono passati molti anni, vero terrestre? Le mie spie mi hanno riferito bene, sei diventata una bella donna, ora capisco perché ha abbandonato Fleed … devo ringraziare soprattutto te sciocca ragazza, l’essere passati vicino alla zona che vi era proibita ha caricato i generatori delle mie navi e ci ha permesso di giungere qui-

-Vega che tu sia maledetto!-

-risparmia il fiato per piangere Goldrake, oggi avrò la mia vendetta! … portatele via!-

Era passata quasi un’ora da quand’erano state rinchiuse nella prigione, Fryren coi sui abiti eleganti iniziava ad avere freddo, Venusia si levò il giacchino della tuta sapendo bene a cosa andava in contro.

-tieni, metti questo-

-e tu?-

-la mia tuta è termica, non ho nulla da temere-

-ci troverà?-

-certo! È già qua fuori con tutta la squadra, sta solo aspettando il momento giusto per attaccare!-

-come farà a sapere il punto giusto di dove ci troviamo?-

-seguirà questo!- Venusia mostrò il suo orologio che altri non era che una radio e un trasformatore che permetteva di richiamare sia la tuta spaziale sia il G3 anche a chilometri di distanza. “fai presto, non so per quanto reggerò”, senza il giacchino di protezione la sua vecchia ferita in mezzo a tutte quelle radiazioni al veratro iniziava a farsi sentire.

Passò un’altra mezzora, faticava a non fare capire alla sua compagna di sventura che stava male, tirò un sospiro di sollievo quando arrivò il segnale acustico che tanto sperava.

-sono qui, possiamo muoverci-

-dove?-

-fuori … ascoltami bene, ora usciamo da qui e devi correre più veloce che puoi, capito?-

-sì-

-bene, per prima cosa bisogna fare una modifica al tuo vestito- tirò fuori il coltello che teneva infilato nello stivale e tagliò la gonna del vestito per renderla più corta, fortunatamente indossava degli stivali con un tacco basso.

Piazzò una carica e fece saltare la prigione, fuori c’erano solo due soldati che stese senza troppa fatica, prese i loro fucili –andiamo- intimò.

Le due ragazze iniziarono a correre seguendo le indicazioni del raggio luminoso che usciva dal controller di Venusia guidandole verso il G3.

Vi arrivarono senza troppa fatica, trovando ben pochi soldati sul loro cammino, in grosso era impegnato fuori nella battaglia, Venusia iniziava a stare male, aveva freddo e sudava al tempo stesso, il muscoli iniziavano a farle male e la vista di tanto in tanto si annebbiava, tirò un sospiro di sollievo quando vide il suo mezzo in lontananza, dal controller lanciò un comando e scese una piattaforma.

-sa … liamo-

-ma tu stai male!-

-tranquilla, ne ho … viste di … peggio-.

Salirono a bordo, Venusia con gli ultimi barlumi di lucidità sparò un missile creando un varco, con sua grande gioia vide che erano fuori dall’acqua, impostò il pilota automatico e a tutta velocità si diresse verso il centro di ricerche.

Dei suoi compagni nessuno la chiamò erano troppo presi nella battaglia, avevano ben quattro robot nemici da affrontare più la nave ammiraglia, l’ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza fu una grossa nube di lampi.

 

-Mizar, Shiro, tocca a voi, manovra di aggancio-

-ricevuto!-

-Goldrake fuori! Allineamento! Agganciamento! Bravi ragazzi!- perfettamente agganciato al G2 iniziò a volteggiare nel cielo.

-pugni atomici!-

-maglio perforante!-

-alabarda spaziale!-

-doppio fulmine!-

-missili trivella!-

-missile centrale!-

Uno ad uno i mostri di Vega vennero abbattuti, solo la nave ammiraglia era come sparita nel nulla.

-Actarus, che facciamo?-

-gli strumenti indicano che non c’è presenza di veratron per svariate miglia, avrà preso la via dello spazio-

-lo inseguiamo?-

-no Koji, abbiamo subito dei danni pesanti, rientriamo alla base-

-come vuoi-

-Mizar, Shiro, distacco!-

Goldrake rientrò nel suo disco, e tutta la squadra fece ritorno alla base incuranti di quanto lì stava accadendo, Venusia era rimasta troppo esposta alle radiazioni e ora lottava tra la vita e la morte.

-padre, mi senti? Venusia è rientrata?-

-sì, Actarus-

-Toshio, perché mi rispondi tu? È successo qualcosa?-

-Venusia sta male … le radiazioni-

-non dire altro, massima velocità!-

 

Nell’area medica trovarono un paio di soldati di Fleed, che scattarono sull’attenti nel vedere il loro re arrivare di corsa seguito dall’intera squadra tutti ancora con indosso le tute spaziali e i caschi in mano.

Dietro di loro in fondo al corridoio, appena fuori dell’area di decontaminazione, c’erano il primo ministro e il barone Mainos che camminavano nervosamente avanti e indietro, quest’ultimo appena lo vide a passi lunghi gli si fece incontro.

-altezza! Per colpa dell’inefficienza di quella terrestre mia figlia potrebbe essere stata contaminata dal vegatron!-

-idiota!- Acatarus gli diede un pugno nello stomaco che lo fece barcollare, stava per scagliarne un secondo ma venne trattenuto a fatica da Koji e Tetsuya.

-smettila, non serve a nulla!- prese parola Maria, di fronte ad un impietrito primo ministro che non aveva mai visto il suo re comportarsi così –barone Maison, è stata vostra figlia a salire a bordo del G3 senza permesso!-

-taci donna, non hai diritto di parola!-

-padre, la principessa ha ragione, è tutta colpa mia- Fryren uscì da uno degli ambulatori seguita da Kenzo Kabuto che teneva in mano un giubbetto.

-papà, quello non sarà mica ...-

-sì Koji-

-è solo colpa mia- Fryren iniziò a piangere -se non fossi salita a bordo di nascosto … non si sarebbe distratta dai comandi … le armate di Vega no ci avrebbero catturato … e non saremmo finite in quella prigione fredda dove si è ammalata-

-non si è ammalata lì! Mia sorella era stata ferita da un raggio al vegatron durante la guerra contro Vega, il giubbetto che ti ha dato per ripararti dal freddo serve come schermatura per le radiazioni!- Mizar era infuriato -e ora lei lotta per non morire!-.

Proctor uscì dalla sala terapeutica, serio in volto

-padre, come sta?-

-la decontaminazione è andata bene, ora dobbiamo aspettare che si svegli per vedere se ha subito danni fisici, al momento è sotto antibiotico e vitamine-

-possiamo vederla?-

-solo cinque minuti, Mizar, e non tutti-

-Actarus, andate voi due, noi vi aspettiamo in saletta-

-bene Tetsuya-

-altezza noi ...-

-primo ministro siete confinati sull'astronave fino a nuovo ordine … e mi auguro per voi che venga rispettato- lanciò loro uno sguardo carico d'odio che diceva molto più di quello che mostrava.

Entrarono nella camera, Venusia era aveva una flebo per braccio, da sotto il lenzuolo uscivano i fili del monitoraggio cardiaco.

-com'è pallida Actarus- a Mizar scese una lacrima.

-eih! Niente musi lunghi, lei sente la nostra tensione, dobbiamo essere forti per trasmettergliela!-

-sì, giusto! Sorellina mi senti? Sbrigati a guarire, a fine settembre c'è il rodeo, ti ricordi? Non possiamo mancare!-.

Da quella sera passarono quindici giorni, i Fleediani fecero ritorno al loro pianeta senza il loro re, lo spazio venne monitorato col satellite in ogni angolo alla ricerca della nave di Vega, ma senza risultati.

Actarus non si era mai mosso dalla stanza si Venusia, mangiava e dormiva lì, usciva solo per farsi la doccia e cambiarsi i vestiti.

I temporali si facevano sempre più frequenti, segno che l'estate stava passando, mancavano solo dieci giorni al rodeo e il morale degli occupanti del centro di ricerche calava giorno per giorno.

I valori ematici e fisici di Venusia erano perfetti, solo il suo cervello sembrava assopito in una specie di lungo sonno.

-vuoi chiudere quella finestra? Ho freddo!-.

Actarus sgranò gli occhi e si girò -sei tornata! Lo sapevo, me lo sentivo che avresti vinto anche questa battaglia!- si sedette vicino a lei baciandola, poi chiamò suo padre e nel giro di pochi minuti tutto il centro di ricerche sapeva la bella notizia.

-sorellina!- gridò Mizar entrando di corsa e abbracciandola.

-piano, così mi fai male!-

-Venusia!- Sayaka piangeva come una fontana.

Jun, Tetsuya e Maria erano visibilmente felici, ma più composti.

Prottor sorrideva, arrivò anche Yuri con una bottiglia di vodka.

-ma Yuri, non è un po' esagerato?-

-no, bisogna festeggiare!-

-a proposito, che giorno è oggi?-

-il venti settembre- le rispose Koji.

 

Arrivò la data del rodeo, vi parteciparono tutti.

Tutti tranne Venusia, seduta tra il pubblico ancora convalescente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

  
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