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Autore: Sidro_94    29/04/2011    2 recensioni
"...prima di raggiungere la velocità teta vidi qualcosa di spettacolare: un enorme Qasid, un essere rettiloide molto simile ad un drago, sfrecciava dentro e fuori dal terreno a neanche 300 metri dal treno. Si diceva che portasse fortuna; pensandoci, era proprio ciò che serviva a me ed al mio amico."
La storia è nata da un sogno che ho fatto stanotte. Mi ha colpito così tanto che ho voluto scriverci una storia sopra, una storia che penso di continuare. Buona lettura
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia fronte si appoggiava contro il finestrino mentre il mio fiato lo appannava. Fuori non si vedeva nient’altro che il buio, interrotto da qualche scintilla. Il motore così poco rumoroso, sembrava una fiera dormiente, una fiera contenente tutta la potenza del cosmo.
Gli unici nello scompartimento eravamo io, il tipo che dormiva a fianco a me e un’umanoide con la faccia fucsia striata di verde. Isolati dal resto dell’universo.
Il buio fuori cominciò a schiarirsi ed in un attimo scomparve per lasciare spazio ad infinita piana verde illuminato da due soli. Mentre ci avvicinavamo alla stazione i led sui braccioli si attivarono facendo lampeggiare un nome: Torhiank. - Bel posto -riflettei - Dovrei farci un giro una volta-. La “signora” prese il suo bagaglio a levitazione, che faceva un figurone rispetto al mio normalissimo zaino, e scese lasciandomi solo con l’altro.
La stazione che vedevo aldilà dal vetro era piccola e malmessa, una stazione quasi in disuso con gigantesche piante che sbucavano tra le crepe dell’edificio. Che peccato.
La partenza avvenne come al solito in maniera impercettibile, e prima di raggiungere la velocità teta vidi qualcosa di spettacolare: un enorme Qasid, un essere rettiloide molto simile ad un drago, che sfrecciava dentro e fuori dal terreno a neanche 300 metri dal treno. Si diceva che portasse fortuna; pensandoci, era proprio ciò che serviva a me ed al mio amico.
Quando la visione scomparve inghiottita dal buio aspettai mezz’ora prima di svegliare il mio compare. Impresa difficile. Non persi tempo con le parole e gli mollai subito uno schiaffo in faccia.
Mentre il rossore gli riempiva la guancia, questo aprì lentamente gli occhi e con fare assonnato mi chiese: «Que haces? Why tu me has reveillado?»
Come si può comunicare con un tipo che parla mescolando inglese, spagnolo ed italiano insieme? Si prova a ricordare le remote nozioni scolastiche.
«Es about la hora de andarsene. Manca very poco.»
Con uno sforzo immane il mio amico si tirò su stropicciandosi gli occhi. I capelli lunghi neri gli ricadevano disordinati sulle spalle massicce. Il viso quadrato era distorto in uno sbadiglio che mostrava la dentatura malandata. Guardandolo in faccia la prima cosa che si notava era la cicatrice che gli attraversava la guancia destra, dalla bocca fino all’orecchio. L’altra cosa che ti stupiva erano gli occhi: uno azzurro ed uno verde, che fissavano il mondo con un'immensa saggezza. Nonostante fosse un mese che giravamo insieme non sapevo ancora niente del suo passato.
Mentre lo fissavo, meditando se chiedergli qualcosa su di lui o meno, il flusso dei miei pensieri venne interrotto dall'aumentare dell luce.
Finalmente- pensai –siamo arrivati-.
 
 
Note: Finora sono arrivato solo qui. Cercherò di integrare la storia con altri sogni ed idee spontanee. Grazie per la lettura
  
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