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Autore: Birby    29/04/2011    2 recensioni
«Scozia, lascio tutto nelle tue mani!»
Detto questo, la porta del negozio si chiuse di nuovo.
«Brutto bastardo!» urlò Scozia, prima di afferrare il cellulare che il vecchio aveva perso nella caduta e comporre un numero in tutta fretta.
Neanche colui che rispose sapeva cosa lo avrebbe aspettato...
«Signor Connolly, la voglio immediatamente qui, e non m'interessa niente dei suoi affari personali!»

Una demenzialata per il matrimonio reale.
OC!Scozia, OC!Galles, OC!Irlanda del Nord
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! xD
Eccomi di nuovo qui sul fandom di Hetalia, dopo giorni angoscianti nei quali questa storia del matrimonio mi ha praticamente uccisa. ._. E visto che volevo rendere comunque omaggio anch'io alla monarchia inglese, ecco che mi è uscita questa one shot! ù.ù
E ho notato con piacere che non sono stata l'unica ad avere questa idea! xD Faccio i complimenti a Aethelflaed per la sua fiction, che ho notato essere simile alla mia per alcuni versi, e che mi è piaciuta tantissimo!
Perfetto, non ho altro da dire: spero che gradiate almeno un pò questa storiella, mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate! xD
Enjoy!




The century's wedding
Peggio della Guerra d'Indipendenza.

Rosso, Bianco e Blu.
I colori della Union Jack risplendevano molto più del solito, quel giorno, in tutta l'Inghilterra. In particolar modo, nel luogo in cui tutto si sarebbe svolto di lì a un giorno...
Ovvero, il luogo più agitato e schizzofrenico dell'intero Regno Unito.
«Galleees~! Vieni fuori, brutto mascalzone!»
Non ci voleva un genio per capire che quella chiamata non prometteva niente di buono.
Il diretto interessato, la nazione a sud-ovest della Gran Bretagna, per capirci meglio, non dava certamente l'impressione di pensarla in un diverso modo. Riluttante, fece per girarsi molto lentamente verso la fonte della voce, pregando che il buon Dio avesse pena di lui e che facesse un miracolo per salvarlo, tenendo ancora stretto in mano uno dei tantissimi fiori della cerimonia... Le leggi inglesi vietavano gli omicidi, giusto?
Decisamente, si disse, quel tono così zuccherevole non era certo da...
«Scozia!» esclamò, esibendo il miglior sorriso che riusciva a sfoggiare. «Che cosa succ...»
«Che cos'è questo
Tentennò un pò. Scozia gli aveva appena sbattuto un foglio bianco in faccia, e solo dopo un paio di secondi Galles riuscì a leggere le parole stampate sul pezzo di carta.
«Questo è... emh... questo è l'ordine per il bouquet della sposa, no?»
«Esattamente»
No. Non andava per niente bene. Scozia sorrise troppo dolcemente e prese un altro foglio.
«Ok... e adesso, Galles, dimmi che cos'è questo»
«E'...» deglutì. «Il menù del pranzo, vero?»
«Giusto»
Perchè diavolo aveva firmato l'Atto di Unione?
«Ora, Galles...»
«S-Sì...?»
«Dimmi un'altra cosa» la nazione settentrionale ritirò i due foglietti dalla faccia dell'altro. «Perchè mai serviamo trota affumicata al posto di salmone affumicato e non c'è il mirto nel bouquet?»
Galles lo fissò per un secondo.
Curiosità. Consapevolezza. Sorpresa. Terrore.
«W-What?! Stai scherzando, sper...»
La voce gli morì in bocca quando vide il ragazzo davanti a lui assumere un'espressione più che demoniaca.

*

«Sealand, te lo ripeto per l'ultima volta... non so dov'è Inghilterra, lo sto cercando anch'io...»
«Avevi detto che lo avevi visto vicino al Buckingham Palace!»
Irlanda del Nord arrossì. «E-Evidentemente mi sono sbagliata, va bene?»
In quel preciso istante, Sealand e Irlanda del Nord, come si sarà certamente capito, stavano cercando Inghilterra per le vie di Londra, visto che, per ora, non si faceva vedere nè al palazzo reale nè alla Westminster Abbey; quest'ultima certamente per faccende relative al matrimonio imminente, il primo per... affari personali, forse.
Sealand osservò la grande abbazia dal suo basso punto di vista, con gli occhi brillanti, e Irlanda del Nord sospirò e lo fissò, improvvisamente curiosa.
«Ma, scusami, Sealand... come mai tu sei qui?»
La micronazione non affermata si girò verso la sorella maggiore. «Che cosa?»
«Voglio dire... come mai ci aiuti anche tu nei preparativi? Tu non sei un territorio inglese...»
Inaspettatamente, a Sealand brillarono gli occhi di felicità. «Questo vuol dire che tu riconosci la mia indipendenza! Allora sono una nazione!»
Lei sobbalzò, colta di sorpresa. «Bè... no, ma...»
«Ma non sono di territorio inglese!»
«Però non sei una nazio...»
«Allora Inghilterra mi ha riconosciuto come suo territorio?»
«I-In realtà sono io che ti avevo fatto una doman...»
«Allora sono indipendente!»
Irlanda del Nord si esibì in un mezzo sbuffo, esasperata, prima di accasciarsi depressa contro un palo della luce lì vicino perdendo improvvisamente tutte le speranze di avere una giornata relativamente tranquilla.
«Sealand, ti prego...»
«Ma... sorellona?»
Solo l'infinita pazienza che la ragazza aveva le permise di voltarsi nuovamente verso il biondino.
«Che cosa c'è?»
«Dov'è Inghilterra?»
«... Sealand, tu...»
«Irlanda del Nord! Sorellina!»
La ragazza si girò verso il suo interlocutore, che, fortuna o sfortuna che sia, aveva appena salvato il piccolo Sealand da un bagno prolungato nel mare irlandese.
«G-Galles! Oh God, cosa ti è successo?»
Perchè in effetti il ragazzo sembrava davvero uscito, oltre che da una piscina, anche da una fioreria mal fornita o da una gabbia di un leone. Lui ignorò totalmente la domanda e la guardò ansimante e spaventato a morte.
«Il bouquet... il mirto... il salmone... trota affumicata... anf... Scozia...»
Irlanda del Nord non era particolarmente abituata a strani incidenti, in fondo succedevano solo quando si riuniva con la sua famiglia, ma era comunque una ragazza intelligente, e riusciva a fare due più due.
Proprio per questo assunse l'aria terrorizzata del suo fratellone.
«Che cosa dobbiamo fare?» chiese subito.
«Scozia è andato ad occuparsi... del bouquet...» respirò profondamente. «Noi dobbiamo andare ad avvertire il cuoco... Svizzera, no...? E dobbiamo anche fare in fretta»
Lei annuì. «S-Sì, andiamo» Galles guardò Sealand, che in quel momento li stava fissando come si potevano fissare due alieni. «Tu, fratellino, non hai sentito niente, e se provi a dire qualcosa ad Inghilterra...» Il ragazzo ebbe un brivido.
«Devo andare, Sealand!» esclamò in conclusione Irlanda del Nord, prendendo Galles per un braccio e incitandolo ad andare.
Sealand li osservò correre verso il luogo in cui doveva esserci il palazzo con la cucina, senza aver capito più di quello che, in teoria, avrebbe dovuto capire. Sentì solo un «Ringrazia che non ti ha fatto indossare un kilt pronunciato da sua sorella, prima che svoltassero l'angolo e sparissero alla sua vista.
Il biondino incrociò le braccia con un broncio.
«Come cavolo faccio a dire qualcosa ad Inghilterra, se non so neanche dov'è?»

*

«Non ci siamo, non ci siamo ancora!»
«Si-Signor Inghilterra, questa è la ventottesima volta che...»
«Per te sono Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord! E ora riproviamo, non c'è tempo da perdere!»
Inghilterra battè le mani due volte e poi le alzò davanti a sè, i palmi rivolti verso il coro che avrebbe dovuto intonare le canzoni per il matrimonio, e il ragazzo che aveva appena parlato sospirò, rimettendosi in posizione.
La nazione inspirò ed espirò profondamente, poi cominciò a muovere le mani esattamente come avrebbe fatto un direttore d'orchestra.
«One, Two, Three...»
Un altro gesto, e il coro partì immediatamente ad intonare una canzone, accompagnati da un lieve suono di pianoforte e dai gesti dell'inglese.
Era tutto perfetto: l'atmosfera, le voci, completamente sincronizzate fra loro, il suono del pianoforte che seguiva l'andamento della melodia... Inghilterra sorrise chiudendo gli occhi. Finalmente era tutto perfetto...
«England~! So you're here!!»
Solo per miracolo la nazione non cadde dalla sorpresa di sentire il rumore assordante della porta sbattuta nel completo silenzio della perfezione. Si girò verso Sealand con una faccia pressocchè assassina.
Evidentemente doveva sempre andare storto qualcosa.
Sealand ebbe una fugace visione del pirata che un tempo era stato il suo fratellone prima si scagliarsi contro di lui con la velocità di una saetta.
«Inghilterra! Non sai da quanto tempo ti cercavo! Ed eri proprio qua dentro!»
Inghilterra si buttò una mano sul viso e ordinò ai cantanti di tornarsene a casa. Ordine che quelli accettarono molto volentieri, fra parentesi.
«Sealand, che cosa vuoi?»
«Posso diventare una nazione?»
«No»
«Ok, io ci ho provato»
Passarono circa dieci secondi di silenzio.
«E tu avresti interrotto il mio paradiso solo per questo?!»
«Oh! Inghilterra, ti stava cercando anche Irlanda del Nord, prima... ah! Scusa, non dovrei dirti...»
La nazione cambiò la sua espressione, e lo fissò un pò curioso un pò sospettoso.
«Dirmi che cosa?»
«Mmmh... no, non posso dirtelo... Galles mi ha detto di non dirtelo...»
«Galles?»
«Sì, è andato dalla sorellona, le ha detto qualcosa a riguardo di alcuni fiori e una trota poi sono corsi via... ah!»
Inghilterra rise nervosamente. Era così facile farsi rivelare i segreti da Sealand...
Ma poi si raddrizzò un pò sulla schiena, e lo guardò ancora.
«Parlavano di trote e fiori? Che cos'avranno in testa quei due...?»
«Aaah, ormai è fatta... Inghilterra, Galles ha nominato anche il fratellone Scozia, una volta!»
La nazione assunse un'aria ancora più sospetta.
«Scozia?»
«Sì» Sealand annuì. «E ha anche detto una parola strana... credo di averla già sentita da Francia, forse...»
«...da Francia?» Inghilterra adesso era decisamente confuso. «Eppure li avevo detto che non poteva venire al matrimonio! Avrà forse...»
«Era una cosa come buco... beco...»
Inghilterra si bloccò, si paralizzò, si pietrificò di botto. Muovendo a scatti la testa verso il fratellino, si rivolse ancora una volta alla micronazione, sopraffatto dal terrore.
«B-Bouquet
Sealand battè un pugno sulla mano. «Sì, ecco! E fra l'altro aveva anche la tua stessa espression...»
Non fece in tempo a finire la frase, che Inghilterra lanciò un urlo sovrumano, prima di precipitarsi fuori dalla stanza alla velocità di un fulmine, e sbattersi la porta dell'abbazia alle spalle.
Sealand fissò la porta.
«Era... un demone...» Ma perchè tutti correvano, quel giorno?

*

Il povero fioraio certo non si aspettava uno Scozia incavolato che entrava nel suo negozio così improvvisamente (e rumorosamente), mentre molti dei suoi clienti cercavano di comprare dei fiori.
Ancora meno si aspettava che gli sbattesse in faccia l'ordine del bouquet reale.
«I-I-Il bouquet?»
«Sì! Sì! Il bouquet! Dov'è il mirto?!»
«Io io io io io...»
«Il mirto!!»
«I-I-Il mirto!»
«Il mirtooo!!»
«Il-Il mirto?»
«Il mirto!!»
Inutile dire che i clienti se n'erano andati terrorizzati.
«IL MIRTO!»
«Io... che cosa? Il...»
Inghilterra irruppe nella stanza con non poco rumore.
«IL BOUQUET!!!»
Questo fu troppo per il povero fiorario, che emise un urlo degno di un condannato a morte e svenne sul bancone. Inghilterra lo fissò con espressione carica di panico e di rabbia allo stesso tempo, e Scozia si girò verso il capofamiglia con un urlo di rabbia non repressa.
«You IDIOT!»
«Scozia, lascio tutto nelle tue mani!»
Detto questo, la porta del negozio si chiuse di nuovo.
«Brutto bastardo!» urlò Scozia, prima di afferrare il cellulare che il vecchio aveva perso nella caduta e comporre un numero in tutta fretta.
Neanche colui che rispose sapeva cosa lo avrebbe aspettato...
«Signor Connolly, la voglio immediatamente qui, e non m'interessa niente dei suoi affari personali!»

*

«Gra-grazie della collaborazione, Svizzera...»
Irlanda del Nord e Galles ucirono dalla cucina reale velocemente, evitando due o tre spari da parte del cuoco. In fondo, doveva solo cambiare il menù del pranzo, no? ...E perchè aveva un fucile in cucina?
«Bene... bene, ce l'abbiamo fatta, Galles»
«Anche Scozia se la starà cavando, spero...»
«Certo che se la starà cavando!» esclamò la ragazza, esibendo un sorriso non molto convinto. «Tr-tranquillo...»
In quel momento, come se non bastasse, suonò il telefono.
A rispondere su Galles, che sfrecciò verso l'aggeggio meccanico immediatamente.
«Qu-Qui è la casa del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord!» esclamò.
La ragazza si avvicinò al fratello lasciando definitivamente la zona cucina.
«Eh? Chi è lei? ... Ah, scusami, Canada... No, Inghilterra non c'è, ma puoi rivolgerti a me... Va...Va bene, lo avvertirò io, tranquillo...» si staccò un attimo dalla cornetta e la bloccò con una mano per qualche secondo. «Canada non può venire al matrimonio, dobbiamo avvertire Inghilterra» bisbigliò a Irlanda del Nord, che sorrise e annuì, poi riprese a parlare con il canadese. «Non preoccuparti, Canada, è tutto apposto! ...Ah, sì, va bene...» Irlanda del Nord si allontanò un pò dalla nazione, lasciandogli finire la telefonata.
«Oh? America, sei tu? ...N-No, Inghilterra non è qui, dì a me... Ah, va bene, allora... arrivederci...»
Anche Galles raggiunse la sorella, dopo aver rimesso giù la cornetta. «Accidenti, non so cosa voleva America, diceva di voler parlare solo con Inghilterra...»
La ragazza ridacchiò. «Eheheh, adesso però occupiamoci dei posti a tavola, dobbiamo trovare il modo di riempire i buchi lasciati da Canada e Giappone... visto che non saranno presenti, ci saranno dei posti vuoti vicino a Spagna e Italia...»
«I-Italia è invitato?» chiese Galles confuso.
«Sì, ma Italia del Sud no... e poi gli sposi pensano che possa scattare delle belle foto»
Galles sospirò.
«E va bene... andiamo ad occuparci anche di questi posti...»
Svoltato l'angolo, non si accorsero di Inghilterra che, silenziosamente, li osservava con un sorriso sulle labbra.
In fondo, avere una famiglia che ti aiutava era bellissimo, pensò.
Si diresse verso il telefono, e compose il numero di America.
«E adesso» disse con un mezzo sorrisetto «Sentiamo che cosa vuole quello stupido...»

*

Circa cinque ore dopo, Scozia uscì soddisfatto dal Buckingham Palace, sfregandosi bene le mani.
«Ed ecco fatto, il bouquet è sistemato e la sposa è a posto» dichiarò.
Camminò ancora un pò sotto il cielo serale di Londra, fino a raggiungere la casa che divideva con i suoi fratelli.
Li vide seduti, stremati, sul tavolino in giardino, e si lasciò sfuggire uno sbuffo.
Si avvicinò ai quattro (c'era anche Sealand, in mezzo), e si sedette al fianco della dolce Irlanda del Nord.
Inghilterra alzò lo sguardo verso di lui, e, anche se stancamente, sorrise.
«Per domani credo che una tregua sia d'obbligo, vero?»
Scozia ridacchiò. «Massì, dai»
Si strinsero la mano, e lentamente tornarono ad appoggiarsi alle loro sedie, stanchi come non mai.
Galles si grattò un pò la testa.
«Io dico che se ci fosse stato anche Irlanda, sarebbe successo anche più di questo immenso casino...»
Scozia chiuse gli occhi ghignando. «A proposito... mi piacerebbe moltissimo avvertire la Regina di quello che è successo oggi... e soprattutto per colpa di chi è successo...»
Galles alzò la testa terrorizzato.
«Non lo farai»
Il ragazzo sospirò. «No, non lo farò. Perchè sono maledettamente gentile nei confronti del mio fratellino combina guai» rispose, buttandosi una mano sulla fronte. Galles fece un sospiro di sollievo.
Inghilterra sorrise e, lentamente e con sorpresa dei presenti, si alzò in piedi.
«Domani sarà un giorno importante» disse. «Per tutto il Regno Unito. Per questo voglio augurare felicità ai due sposi, William e Kate...»
A questo punto, tutta la famiglia sorrise.
«... Alla Regina, e a tutti voi. A tutti noi.» Si mise una mano sul cuore.
«E' nostro compito fare in modo che questa felicità duri molto più di un giorno»
La Luna in cielo aspettava che il Sole del grande giorno sorgesse.

*

Il giorno dopo, alla cerimonia, erano presenti tutti gli invitati: al yes degli sposi la prima fila vedeva una Regina più che commossa, un Inghilterra singhiozzante e un America, vicino a lui e stranamente in giacca e cravatta, che gli batteva una mano sulla spalla, un Polonia in estasi per tutte quelle romanticherie, un Danimarca che osservava la scena sorridente vicino ad uno Spagna che quasi si metteva a saltellare dall'emozione, e un Germania che guardava abbastanza divertito un Italia che continuava a scattare foto sempre più spettacolari.
Le nazioni, alla fine della cerimonia, camminavano per il viale stracolmo di rosso, bianco e blu tutte insieme, senza distinzioni, litigi o incomprensioni, solo con tanti sorrisi e una grande commozione, per un'Inghilterra che da quel giorno sarebbe un pò cambiata.
Il Gran Giorno era giunto, era quasi finito ed era perfetto.
Frutto di una grande preparazione, ovviamente.


«Veh~ Inghilterra, ma ci sarà della pasta, al pranzo, vero?»


Oh.
A questo non avevano pensato.

  
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