Sono sdraiata nel buio della mia stanza.
e quando sei riuscita a farmi cadere con la tua logica di calze nere ti sei
voluta prender gioco di me ti sei voluta divertire
Ricordo ancora la prima volta che ho incontrato Daniel.
Ero andata a quella festa poco convinta, solo perché Monia aveva tanto
insistito perché l’accompagnassi, diceva che i suoi non l’avrebbero
lasciata andare da sola.
Così alla fine mi ero ritrovata lì abbandonata, dato che Monia senza perdere
tempo si era buttata nella mischia.
Uno in particolare attirò la mia attenzione, mettendo in ombra tutti gli altri.
Senza nemmeno accorgermene mi ritrovai a
fissarlo.
Quando lui ricambiò il mio sguardo, mi
voltai dall’altra parte con le guance in fiamme.
Il ragazzo stupendo di poco prima venne a
sedersi vicino a me e si presentò.
Dimmi Giada quanti anni hai?”
Il resto della conversazione non lo ricordo, ero troppo presa ad ammirarlo,
pensando a quanto fosse straordinario che un simile ragazzo si fosse accorto di
me.
Ed hai voluto vedere fino a che punto potevi arrivare fino a che
punto mi potevi umiliare, fino a che punto mi avresti potuto anche cambiare
E sei riuscita a farmi credere che tu fossi pulita mentre in realtà giocavi
solamente, spero che ti sia divertita
Dopo quella sera ci rivedemmo altre volte, ogni volta ero
sempre più infatuata rispetto alla precedente. Quando mi baciò per la prima
volta mi sembrò di toccare il cielo con un dito.
Del resto lui non faceva che faceva che
farmi notare tutte le mie “mancanze”
Criticava il modo in cui mi vestivo, in
cui portavo i capelli.
Se ero felice per aver avuto un buon voto
in francese, raffreddava subito il mio entusiasmo, dicendomi che era una
fortuna, così non si sarebbe notata la mia insufficienza in matematica.
In privato sembrava la persona più
adorabile del mondo.
Infatti lui diceva cosa e non persona, in fondo lui mi considerava alla stregua
di un oggetto, un giocattolo con cui trastullarsi e da abbandonare una volta che
ci si è stancati.
Purtroppo allora trovavo mille scuse per
giustificare agli altri e, soprattutto, a me stessa, il suo comportamento.
Certo è un peccato però sai allora ero puro, allora forse avrei
potuto anche amarti davvero e adesso invece non ci credo più, non credo più a
niente e sono di quelli che non rischiano più per nessuno e per niente
Quando eravamo soli era meraviglioso.
Anche se ultimamente continuava ad
insistere perché gli dimostrassi il mio amore, diceva che se l’amavo
veramente non c’era nessuna ragione di aspettare ancora.
Ma io non mi sentivo ancora pronta a fare
il grande passo e speravo che lui avrebbe capito.
Volevo solo capire cosa dicevano di me,
poi avrei messo giù
”Allora Danny, sei riuscito a portartela a letto? Ci esci già da due mesi, di
solito impieghi molto meno tempo.”
”Non ancora, ma l’ho quasi convinta.
Poi dopo che avrò ottenuto quello che voglio, ognuno andrà per la sua strada……Sono stanco di fare da baby sitter a quella ragazzina”
“Tutto come al solito insomma.
Hai già scelto la prossima candidata?”
A quel punto chiusi il telefono.
Quello che avevo sentito mi aveva
lasciato di ghiaccio.
Io per lui non significavo niente, non
gli importava assolutamente nulla di me.
Non ero che un passatempo, una delle
tante.
Almeno mi ero risparmiata l’umiliazione
finale di essere scaricata senza troppi complimenti.
Chissà quante volte aveva riso di me con
i suoi amici.
Quella però sarebbe stata l’ultima
perché io avrei interrotto il gioco.
Io gli chiusi il telefono in faccia.
Provò a richiamarmi, questa volta misi
il telefono davanti alle casse dello stereo e gli feci ascoltare il ritornello
di una famosa canzone di Masini.
Dopo qualche giorno si stancò e non si
fece più sentire.
Probabilmente aveva iniziato a giocare
con qualcun’altra.
Certo eri brava però tu sai a fare l’amore, sembravi nata per
farlo ricordo bene, ricordo bene
Certo ho superato il dolore, ma i segni restano ancora, come dice una canzone “non è il male, né la botta, ma
purtroppo è il livido”.
Non sono più la stessa ragazza che si
fidava di tutti quelli che dicevano di volerle bene.
Ora ci vuole del tempo prima che io apra
il mio cuore agli altri, prima che io arrivi a fidarmi di una persona.
Quello che Daniel mi ha fatto, per quanto
doloroso è servito a farmi crescere, a farmi capire che per quanto presi si
possa essere presi da una persona, bisogna sempre ragionare con la testa e non
farsi accecare dall’amore.
Vorrei amare di nuovo, ma la ferita si è
chiusa da poco ed io ho ancora troppa paura di soffrire ancora.
Non voglio finire col restare sola per
sempre, diffidando di tutto e di tutti.
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