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Autore: bice_94    30/04/2011    7 recensioni
Beckett: allora direi che a questo punto, manca solo da definire il dettaglio finale. Cosa scommattiamo, scrittore dei miei stivali?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C: che ti avevo detto? Ho sempre ragione mia cara detective! Ecco il perfetto esempio di quando l’allievo supera il maestro.
Sul volto di Castle c’era quell’odioso ghigno vittorioso che la detective Beckett iniziava a detestare.
Maledetti Ryan ed Esposito che avevano portato il referto di Lanie.
Purtroppo aveva davvero visto giusto lo scrittore: quell’uomo era stato ucciso, mentre, per Beckett, si era trattato solo di un tragico incidente.
Beckett sbuffò perché, ormai, l’ego di Castle aveva superato ogni limite e si espendeva come una piaga senza cura.
B: Castle sei l’essere più odioso che io abbia conosciuto.
C: siamo gelose detective?
Ryan ed Esposito fissavano quei due, ancora indecisi se essere divertiti da quella scenetta o intimoriti per le saette che emettevano gli occhi di Beckett.
B: credi di essere così bravo?
C: non sono io a crederlo, sono i fatti a parlare.
No, questo era decisamente sbagliato.
Mai sfidare Kate Beckett.
Negli occhi della detective passò un lampo di pura eccitazione.
Amava la sfida e soprattutto amava vincerla.
B: ah si? E allora che ne dici di fare una scommessa?
C: non vedo l’ora! Sai, se ricordo bene, l’ultima scommessa di questo genere l’ha vinta proprio il sottoscritto.
Le detective si limitò a sorridere, mentre Esposito, che sapeva benissimo quale era la verità, si avvicinò all’orecchio dello scrittore.
E: ehy amico, secondo me non è una buona idea.
C: fidati, è una splendida idea.
Non c’era niente da fare.
Quell’uomo era più testone di un mulo.
 E allora, se proprio ci teneva, che si facesse schiacciare dalla vendetta di Beckett che avrebbe presto annegato il suo ego.
B: perfetto.
La sua espressione era pienamente soddisfatta.
B: ci dividiamo. Io porterò avanti le mie indagini con Esposito e tu con Ryan. Loro due ci saranno solo di aiuto nelle eventuali ricerche, ma siamo solo io e te che dobbiamo fare le indagini. Ci stai?
C: oh, di sicuro. Non ci posso credere questa sarà la mia prima indagine completamente portata avanti da me.
Sembrava eccitato come un bambino la sera di Natale.
B: ricordati però che sei solo uno scrittore e non un poliziotto. E tu- si rivolse a Ryan- tienilo d’occhio, ma non ti azzardare ad aiutarlo, altrimenti..
R: si si, tranquilla, non c’è bisogno di aggiungere altro.
Esposirto e Ryan si guardarono per un attimo, sorpresi da quel coinvolgimento non troppo volontario.
E: ma noi cosa c’entriamo?
R: ehy, ma non ti lamentare, un po’ di riposo non ci fa male.
E: perché tu credi che lavorare con questi due ci possa far riposare?
R: in effetti.
I due iniziarono già a sentire odore di guai.
B: allora direi che a questo punto, manca solo da definire il dettaglio finale. Cosa scommattiamo, scrittore dei miei stivali?
Castle fece finta di pensarci su, anche se sapeva perfettamente cosa chiedere dal primo momento che era stata nominata la parola scommessa.
C: un bacio. E per bacio intendo un bacio come si deve.
A Ryan andò per traverso il sorso di caffè che aveva appena preso, sputando un po’ di quella bevanda.
Beckett osservò per un momento le facce stupite dei suoi colleghi e poi, come se fosse un gesto per lei naturale, si avvicinò pericolosamente al corpo di Castle fino a farlo aderire completamente al suo.
Poggiò le sue mani, seppur leggermente esitanti, al petto di Castle e vvicinò il suo volto fino a sfiorare la guancia dello scrittore e, quasi appoggiando le sue labbra all’orecchio, gli sussurrò con voce provocatoria.
B: e ti accontenti solo di un bacio Castle?
Si allontanò bruscamente e, con un sorriso particolarmente ambiguo, si diresse verso la sala caffè.
Lo scrittore si era irrigidito nell’istante in cui era stato sfiorato da Beckette le sua espressione era a dire poco sconvolta.
Esposito lo guardò e scosse la testa.
E: te l’avevo detto amico. Mai giocare con il fuoco.
Castle sembrò riprendersi solo in quel momento e il suo solito sorriso un po’ sghembo gli si disegnò sul volto.
C: io non sto giocando con il fuoco, ma con la diavolessa in persona. 
   
 
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