Titolo:
La migliore amica.
Titolo del Capitolo: La morte non può porre fine ad
un’amicizia onesta.
Fandom: Percy Jackson
Personaggi: Clarisse la Rue, (citata:) Silena Beauregard
(Minori: Chris Rodriguez e un
tizio)
Genere:
Introspettivo,
malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot. Spoiler
Conteggio Parole:
Note: 1. Pur troppo non è betata
2.
Credo che ancora i decimi della
febbre funzionino al posto mio xD
3.
Non so se esserne felice o
meno. Ma per la prima volta mi sono sentita veramente dentro una ff.
Perché non
ho parlato di amore, dolore per un amore o per una perdita, sentimenti
molto
stereotipati. Ma ho scritto di un’amicizia. Dunque vi chiedo di
essere anche
crudeli se necessario … :)
4.
C’è della ChrIsse alla fine, è
stato più forte di me.
5.
La frase alla quinta riga è la
stessa che RR mette in bocca a Clarisse, parlando di Silena.
6.
In un punto Clarisse parla di
Silena che gioca a giro tondo con Charlie. Sarà la febbre che mi
procura deliri
(un
paio di notti fa ho sognato
di essere un pesce tenete a mente)
ma lo vedo come qualcosa di giocoso ed infantile. Ed un
posto luminoso e positivo come i campi Elisi mi sembravano appropriati
per
ritornare un po’ infantili (e
tra Strega comanda color color e lupo mangia frutta durante l’ora
di ed. Fisica
e nascondino alla festa di una mia amica per i suoi sedici anni fa,
sono un po’
decresciuta).
7.
Clarisse ad un certo punto dice
che l’amicizia sua e di Silena forse era dovuta ai loro genitori,
Ares e
Afrodite. Amanti da secoli.
8.
Clarisse si riferisce a lei
come la sola unica figlia di Ares ad aver ricevuto la benedizione. Il
dio della
guerra era molto Maschilista, ma riconosce incredibile forza nella
figlia, alla
fine. E la frase di Clarisse non è modesta, ma molto
vanesio/arrogante (cioè da
Clarisse)
9.
In un verso si dice che l’una
era la stampella dell’altra. Silena
aiutava Clarisse con i consigli sui fidanzati e Clarisse la
proteggeva
(e credo anche che le abbia insegnato a combattere un po’,
è una cosa che ho
immaginato io) perché era una barbie in armatura. Ma alla fine
sono diventate
amiche.
Buona
lettura.
La
migliore amica
Qualcuno
aveva
pronunciato quelle tre parole.
“Lei
era una spia”
In
presenza di
Clarisse.
E
questo era un grave
errore.
“Lei
era un eroe,
capito? Un eroe!”
Perché
non poteva
sopportare che qualcuno non lo pensasse.
Che
qualcuno la
giudicasse.
Che
qualcuno
l’additasse come spia.
Perché
non importava
se alla fine lo era stata.
Si
era pentita.
Era
morta da eroe.
Era
un eroina.
Era
un’amica.
Era
la sua migliore
amica.
E
chiunque avrebbe
offeso la sua anima, si sarebbe dovuta scontrare con lei.
Perché
Silena era
unica.
Perché
lei era
sincera ed onesta.
A
volte anche così
dolce.
Si
aiutavano a
vicenda. Erano l’una la stampella
dell’altra.
Per
Clarisse, Silena
era stata anche più sorella di tutte le figlie di Ares.
Un’amica.
Un eroe.
E
spesso desiderava
che fosse ancora lì.
A
pettinarle i
capelli e darle consiglio.
Come
un eco sentiva
ancora la risata di Silena nelle orecchie.
Le
mancava.
Se
la vedeva nei
campi Elisi.
Con
lo zeffiro che
accarezzava il volto.
Mentre
giocava ad uno
giro tondo infinito con il suo Beckendorf.
Era
sicuramente
felice in quel momento.
Come
sulla terra non
lo sarebbe mai più stata.
Lei
era un eroe.
Clarisse
non si sarebbe
mai stufata di difendere l’onore della sua amica.
Perché
non ne avrebbe
mai più avuta una come lei.
Forse
un giorno si
sarebbero rincontrate.
Anche
se Clarisse non
pensava affatto che sarebbe finita nei
campi Elisi, lei non era amata dagli dei.
Era
solo l’unica
figlia di Ares ad aver ricevuto la benedizione.
Lacrime
scesero dai suo occhi scuri.
C’erano
solo due
persone per cui Clarisse nella sua vita avrebbe pianto:
Silena
e Chris.
Aveva
versato per
entrambi lacrime amare.
Ora
però ogni lacrima
era dedica a Silena.
Perché
la loro
amicizia sarebbe rimasta viva in eterno, sebbene il confine tra la vita
e la
morte le separasse.
“Hai
capito?”
chiese imperiosa a chi prima aveva parlato incurante di
essere udito.
Quello
aveva annuito
e poi era scappato.
Si
lasciò cadere
sull’erba fresca.
Avrebbe
dovuto
fermare le lacrime ma preferì evitarlo,
Ogni
lacrima che
moriva sulle sue guance, era un ricordo di quell’amicizia che era
esistita.
Che
forse era stata
spinta dai loro genitori o forse no.
Era
stata, però,
certamente sincera.
Smise
di piangere
solo dopo che sentì le braccia di Chris attorno a lei.
“Lei
era un eroe,
vero?” chiese Clarisse al fidanzato, “vero?”
Chris
rispose: “Non
importa. Era tua amica”
Clarisse
non disse
niente. Lo sapeva già.
Silena
era sua amica
ed era un eroe.
E
si sentì stupida
solo per averlo dubitato per qualche istante.
“Si
lo era”
bisbigliò alla fine.
“Mi
manca”