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Autore: Rick_Holden    30/04/2011    0 recensioni
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Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tanti ed innumerevoli gli errori,

errori che ho commesso ridendo ancora

mentre tu voltavi ogni cosa intorno.

Sono errori che ho commesso come vetro

Che traspare oltre ogni cosa indenne,

mostrando un mostro che tralascia i dettagli,

colpendo invano la sabbia di questo lido.

Volevo qualcosa che non potevo

E cercavo di raggiungere mete inutili.

Chiedo perdono per ogni riflesso involontario,

per ogni gesto irraggiungibile ed ogni luogo

che ho fotografato dall’aereo sopra di noi.

Chiedo ancora una volta di ritornare,

voltiamoci indietro verso il nulla che ci appare,

perché non ho eliminato i ricordi di una felicità,

non avrei mai potuto dimenticare ciò che trasale.

 

Il mostro ribalta gli oggetti e i valori,

li scomunica dalla loro nascita distaccata,

li battezza con colori sconosciuti e ignoti.

Li infiamma di vergogna respinta e nascosta.

Qui è dove lui come me ha sparato di colpi,

proiettili infami e evanescenti nella nebbia.

Non volevo, lo giuro, ma non ho potuto.

Ancora non capisco ciò che avrei dovuto,

ma non chiedevo di poter vivere ancora

un’altra volta ed un’altra storia.

 

Questo è tutto ciò che avevo nella mente,

tra le fiabe della nostra distanza e violente

fiamme di distrazione e distacco continuo,

in ricordo di un passato ed un violente destino.

Mi sono schiantato come colpito nell’incidente,

tra lamiere e luci ormai spente nella strada,

dove il motore fumante ancora mi riscalda

e una voce da lontano fino qui riecheggia.

Dovevo tornare indietro per quel bivio che ho creato,

quello dove tu mi hai distrattamente lasciato

nell’inconscio ho proseguito ed attraccato,

nel luogo dove ora ti avevo quasi dimenticato.

Non è così che doveva essere la partita,

riavvolgi ogni cosa, ritorna all’inizio,

voglio riaggregare le mie forze e tornare da te,

perché non avevo il diritto di compiere ciò che è,

perdonami come un mostro che non sa,

non avrei mai voluto arrestare la corsa che va,

ed ora per la delusione che ti ho concesso,

mi inginocchio qui al tuo cospetto allora,

perché non riesco a vedere un altro motivo di aurora,

senza che le tue labbra sussurrino dolci

l’addio più pacato al mostro che feci.

  
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