Una di quelle tante feste che venivano organizzate in California, pieni di ragazzi che se la spassavano bevendo, ballando, fumando e trovando qualche bella ragazza o viceversa.
Quella sera il biondo festaiolo non si sentiva per niente invogliato a festeggiare. Aveva appena mollato la sua ragazza, i suoi genitori avevano divorziato e continuavano a litigare per la custodia del loro unico figlio, la nonna era in ospedale e a scuola andava anche peggio.
- E dai Geoffuccio andiamo a spassarcela, tieni un bel po’ di whisky ti farà dimenticare ciò che sta succedendo –
- No Miriam non ne ho per niente voglia, scusa – il biondo cercò di scrollarsi di dosso la ragazza che si era avvinghiata a lui come una sanguisuga – E dai! No ti ho mai visto comportarti così! Se vuoi posso farti dimenticare io…- cercò di infilare la sua mano sotto la sua camicia rosa ma venne subito fermata, per la prima volta i bellissimi occhi blu cielo del ragazzo guardavano Miriam con freddezza.
- Ho detto che non ho voglia – si alzò dal divanetto della discoteca raggiungendo la porta d’uscita “Accidenti a me e alla mia vita di merda” pensava mentre sbatteva con violenza quest’ultima.
Tutto stava cadendo a pezzi. Tutto nell’arco di un mese. Sospirò guardando verso il mare che rifletteva la Luna piena, così candida e così bianca, metteva uno strano senso di quiete dentro di sé. Improvvisamente si rese conto di non esser solo, davanti a sé stava una dolce fanciulla seduta sulla riva del mare che guardava l’orizzonte, esattamente ciò che stava facendo lui qualche istante prima. La guardò stupito di tanta bellezza, capelli biondi raccolti a coda di cavallo da un elastico argentato, occhi verde chiaro, un seno abbastanza visibile, un corpo genuino che non mostrava alcuna imperfezione.
- Una dea – sussurrò, la ragazza probabilmente sentì quel suo bisbiglio e si voltò guardando dritto negli occhi il ragazzo, gli sorrise. Anche se non aveva la minima idea di chi fosse gli sorrise.
- Ciao – disse non cambiando la sua espressione del viso – Come ti chiami? -
Geoff non seppe cosa rispondere, era ancora troppo affascinato e ancora aveva la bocca aperta.
La bionda attese qualche momento e poi rise – Non te lo ricordi più? -
- N-no cioè…si il mio nome è Geoff – riprese coscienza di sé – Il tuo? –
- Bridgette – disse alzandosi in piedi e togliendosi la sabbia di dosso – Come mai qui da queste parti, non eri alla festa? -
- E tu come fai a saperlo? – domandò aggrottandosi la testa
- Andiamo nella stessa scuola, sei abbastanza famoso per le tue imprese “vandaliche” insieme a Duncan, le voci girano -
- Strano, come ho fatto a non accorgermi di una bellezza simile? – pensò ad alta voce “Azione stupida Geoff! Azione mooolto stupida”
La ragazza arrossì violentemente a quella sua affermazione – Beh in fondo non sono niente di speciale – ammise a bassa voce – Comunque non mi hai ancora risposto –
- Mi stavo annoiando – sbottò quasi subito – E tu cosa fai qui? –
Bridgette era rimasta un po’ interdetta alla reazione del biondo – Beh sto festeggiando il mio compleanno –
- Da sola? – chiese confuso - Non sono sola, c’è il mare, la spiaggia, i pesciolini e i delfini – sorrise – Non ho bisogno d’altro -
Geoff era ancora più confuso di prima, pensava fosse un po’ matta ma poi comprese che doveva esser una persona un po’ sola – E che regalo ti possono fare loro? -
- Loro mi fanno un regalo con la loro presenza, sono gli unici che non mi tradiranno mai -
- Oh…- la sua presupposizione si era dimostrata esatta, quella bella ragazza era strana ma era così misteriosa e affascinante, non sapeva nemmeno lui perché ma aveva una voglia irrefrenabile di baciare quelle sue labbra.
- Geoff! – sentì urlare improvvisamente il suo nome da lontano – Andiamo! Duncan è nei guai – “Perfetto” pensò lui “Che cavolo avrà combinato quell’idota?!” - Vai – disse la ragazza ancora con il sorriso stampato sulle labbra – Non vorrai che gli succeda qualcosa vero? -
- La vedo dura – trattenne una risata, improvvisamente gli venne in mente una cosa che aveva fatto quando era ancora a quella stupidissima festa – Aspetta un momento – cominciò a cercare nelle sue multiple tasche dei pantaloni
- Cosa fai? – domandò curiosa
Il ragazzo fece un enorme sorrisone e dalla sua tasca fece uscire un cartoccino rosa – Buon compleanno Bridgette – prese la sua mano e gli consegnò una caramella – Scusami è il massimo che posso offrirti ora -
- Grazie – disse lei guardandolo con i suoi enormi occhioni verdi – è il più bel regalo di compleanno che potessi ricevere -
- Scusami ora devo scappare, spero di rivederti a scuola – si avvicinò a lei dandole un piccolo bacio sulla fronte – A presto – e così dicendo cominciò a correre verso il suo amico che continuava a bestemmiargli dietro.
Bridgette guardò il suo regalo – Mmm…- rimurginò un attimo e poi lo portò all’altezza del cuore – E poi tutti dicono che è un completo idiota -
A/N: Questa one-shot mi è venuta in mente ascoltando una canzone di quando ero bambina, spero abbiate gradito :)