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Autore: Emily27    01/05/2011    4 recensioni
Il suo solo pensiero risvegliò in me la rabbia che non si era mai spenta, grande e incontenibile come allora. Se lo avessi avuto tra le mani gli avrei fatto pagare a caro prezzo tutta la sofferenza che ti aveva causato, portandoti via da noi, e credo non avrei risposto delle mie azioni, pensai serrando i pugni, anche se non sarebbe servito a riportarti in vita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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March 7 2012



Ma si sveglierà il tuo cuore in un giorno d'estate rovente in cui il sole sarà

e cambierai la tristezza dei pianti in sorrisi lucenti tu sorriderai.


Fisso lo schermo del computer dove il cursore lampeggia insistente, su di una pagina bianca che dovrei riempire con il rapporto sul caso che abbiamo appena risolto, ma fatico a trovare la concentrazione, perchè i miei pensieri divagano ancora una volta nel ricordo di quel giorno. Sono trascorsi due mesi da allora, eppure quel momento è ancora impresso nella mia mente come se l'avessi vissuto ieri, e rievocarlo mi provoca la stessa intensa emozione di allora.


Un anno esatto era trascorso dal giorno in cui te n'eri andata, pensando a questo mi svegliai, stanco e nuovamente sopraffatto dal dolore in quel triste anniversario, un dolore ancora vivo e pungente. Mi alzai svogliato, avrei desiderato continuare a dormire finchè quel dannato giorno fosse finito, anche se sapevo che ciò non avrebbe placato la tristezza che mi portavo dietro da tutti quei mesi.

Mi preparai e uscii di casa sotto ad un cielo grigio carico di pioggia, per poi dirigermi con il suv verso il centro, mentre i terribili ricordi di un anno prima si affacciavano con prepotenza alla mia mente. Avrei tanto desiderato poter tornare indietro e impedire tutto il male che ti era stato fatto, e arrivare in tempo affinchè tu avessi continuato a vivere.

Mi fermai da un fioraio, poi ti raggiunsi nella tua fredda dimora. Il cimitero era deserto a quell'ora ed il silenzio era rotto soltanto dal rumore dei rami delle piante mossi dal vento. Appoggiai delicatamente a terra la rosa rossa che ti avevo portato, davanti alla grigia pietra che restai a fissare. Il tuo nome sulla lapide mi faceva sempre un certo effetto, perchè non avevo ancora imparato ad accettare la tua morte, e le tre parole incise sotto descrivevano la persona che eri stata. Mi mancavi ogni giorno Emily, perchè te n'eri andata? Avevo stretto tra le mie le tue mani legate per impedirtelo, invece tu ci avevi lasciati, increduli e disperati. Se solo avessimo potuto fare qualcosa per aiutarti prima che fosse stato troppo tardi, se ce lo avessi permesso dividendo con noi quel momento drammatico della tua vita, ma non l'avevi fatto per proteggerci e tenerci lontano dall'uomo che avrebbe costituito per noi una minaccia.

Il suo solo pensiero risvegliò in me la rabbia che non si era mai spenta, grande e incontenibile come allora. Se lo avessi avuto tra le mani gli avrei fatto pagare a caro prezzo tutta la sofferenza che ti aveva causato, portandoti via da noi, e credo non avrei risposto delle mie azioni, pensai serrando i pugni, anche se non sarebbe servito a riportarti in vita.

Avrei dovuto rassegnarmi alla tua morte, cercare di ricordare soltanto i momenti belli trascorsi insieme a te e custodirli nel mio cuore, ma non ne trovavo la forza, non riuscivo a dirti addio. Avevo pianto per te, ma in quel momento non lo feci perchè sapevo che tu non lo avresti voluto. Immaginavo cosa mi avresti detto con la tua solita allegria se fossi stata lì con me.

Ehi, il forte e coraggioso Derek Morgan sta per mettersi a piangere... Non essere triste per me, io non ti abbandonerò mai.”

Le mie labbra si piegarono in un debole sorriso, e pensai al tuo, che non avrei più rivisto.

Alcune gocce di pioggia iniziarono a cadere dal cielo, posandosi sulla fredda pietra e sui petali della rosa come lacrime, le stesse che mi bruciavano dentro.

Si stava facendo tardi ed io dovevo andare al lavoro, così a malincuore mi allontanai da quel luogo, ma non da te.

Ero appena salito sul suv quando mi squillò il cellulare. Era Hotch, il quale mi chiese dov'ero e mi disse di raggiungerli subito in sala riunioni. Un nuovo caso mi avrebbe aiutato a non pensare, avrebbe aiutato tutti a non farlo.


Quando arrivai in ufficio mi levai il giubbotto di pelle bagnato di pioggia e lo appesi alla mia sedia, poi mi recai in sala riunioni. Erano già tutti seduti intorno al tavolo, compresa Garcia, e grande fu la mia sorpresa nel vedere che era presente anche JJ. La salutai con un abbraccio che lei ricambiò con una luce particolare negli occhi, la stessa che vidi anche in quelli di Hotch.

Mi sedetti insieme agli altri, notando che sul tavolo non vi erano documenti e fascicoli che eravamo soliti consultare durante l'esposizione di un caso. C'era qualcosa di strano nell'aria, mi domandai cosa poteva essere successo e dall'espressione dei miei colleghi intuii che si stavano ponendo il medesimo interrogativo.

Fu JJ a prendere la parola, e ciò che disse resterà per sempre impresso nella mia memoria.


Mi riscuoto dai miei pensieri e distolgo lo sguardo dal monitor del computer per posarlo su di te, sincerandomi per l'ennesima volta di non avere sognato tutto.

Seduta alla tua scrivania stai scrivendo il rapporto, digitando sulla tastiera con impegno e attenzione e l'espressione concentrata sul viso comunque rilassato. Lavori, scherzi, ti arrabbi, ridi, come prima che tutto accadesse, anche se l'ultimo anno non potrà essere cancellato e nessuno potrà mai dimenticare, ma sarà un ricordo che non farà più male, perchè ora tu sei qui.

Forse sentendoti osservata smetti di scrivere e ti volti a guardarmi. Il tuo sorriso non mi è mai sembrato così bello.


(Le parole all'inizio sono della canzone "Arriverà" dei Modà ed Emma)

  
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