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Autore: Luna95    01/05/2011    3 recensioni
Ambientata nella puntata 3x10, "Queen of Hearts".
"Non devi preoccuparti, Morgana. Sistemerò tutto.”- la rassicurò dolcemente Mordred, “Te lo prometto.”
E Morgana gli credette, perché sapeva che Mordred non le avrebbe mai raccontato una bugia.
[...]
Il sangue era schizzato sin sulle pareti della stanza, macchiando irrimediabilmente gli arazzi e colorando di morte le pietre dei muri; il veleno della lama cominciò a scorrere nelle vene della povera ragazza e la fece urlare di dolore...

(!sangue)(!violenza)(!splatter)
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Terza stagione
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broken brings mordred2

Premessa:

Come ho già specificato nella presentazioni, questa one-shot tratta di temi forti e sono presenti sangue e violenza, quindi se siete deboli di stomaco o non sopportate le fanfiction con tematiche forti vi prego di interrompere immediatamente la lettura. Grazie.

Desclaimer: i personaggi che ho utilizzato appartengono alla BBC o a chi ne possiede i diritti e non alla sottoscritta. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per mio personale diletto.

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Mordred era riuscito a entrare nella fortezza indisturbato, come ogni volta, e ad addentrarsi nel labirinto di scale e corridoi che conduceva fuori dai sotterranei.

Salì i gradini di pietra e s’introdusse senza sforzo nelle stanze di Morgana.

Quando Morgause l’aveva informato del turbamento della sorella lui era partito immediatamente, desideroso di distruggere ciò che causava gli incubi di Morgana.

 

La chiamò per svegliarla - il nome di lei era un sussurro così leggero nella sua mente… - e la ragazza si destò subito.

Sorrise e abbracciò il piccolo Druido, felice di poterlo finalmente sentire vicino.

“Parlami dei sogni che ti affliggono tanto.”

Morgana gli raccontò delle sue visioni e di quanto la turbasse l’incoronazione di Ginevra, come aveva fatto con Morgause: erano le uniche per cui provava un affetto sincero e che non avrebbe mai tradito.

“Non devi preoccuparti, Morgana. Sistemerò tutto.”- la rassicurò dolcemente Mordred, “Te lo prometto.”

E Morgana gli credette, perché sapeva che Mordred non le avrebbe mai raccontato una bugia.

 

 

La foresta scorreva sotto di lui, percorsa dagli zoccoli del cavallo e dal suo sguardo distratto.

Mordred sentiva una nuova forza pervaderlo, qualcosa che aveva già provato, qualcosa di… confuso.

Tutto ciò che voleva, tutto ciò di cui aveva bisogno, tutto si riassumeva nel sorriso dell’unica persona al mondo che cercava di far felice con ogni mezzo.

Morgana.

Oh, vederla così turbata gli aveva procurato una stretta al cuore di tale intensità da poter essere comparata solo all’angoscia che aveva provato nel timore di averla persa, in quello stesso bosco, e il sollievo di poterla riabbracciare era stato immenso.

Il bambino strattonò improvvisamente le redini del cavallo: vicino al fiume c’era un uomo che abbeverava un cavallo.

Considerò velocemente le possibilità: scoccare una freccia letale o stordirlo e passare avanti?

Quando vide lo stemma dorato di Camelot, Mordred non ebbe più dubbi: scese da cavallo e tese con cura l’arco.

La freccia trapassò il cranio dell’uomo privo di elmo e il soldato stramazzò a terra, privo di vita.

La rabbia che aveva pervaso la mente di Mordred scemò con la morte del soldato.

Sorrise e rimontò a cavallo; non mancava molto.

Durante il percorso ripensò alle parole di Morgause, al viso spaventato di Morgana, e si disse che era suo compito cancellare quell’espressione di dolore dal bel viso della ragazza.

Devo aiutarla.

La rabbia insensata di poco prima riprese possesso di lui e si concentrò sull’obiettivo finale; il volto della serva era ben impresso nel suo volto.

Ginevra non porterà mai la corona di Camelot.

 

 

 

 

Mordred affondò il pugnale, trapassando il petto della giovane serva, e Gwen emise appena un rantolo quando il bambino la colpì più e più volte senza fermarsi.

Il sangue era schizzato sin sulle pareti della stanza, macchiando irrimediabilmente gli arazzi e colorando di morte le pietre dei muri; il veleno della lama cominciò a scorrere nelle vene della povera ragazza e la fece urlare di dolore.

Gwen in quell’eterno istante immaginò che quel pugnale, in realtà, potesse essere solo il prolungamento del braccio di Mordred: affilato, velenoso e letale.

Colpì di nuovo, questa volta il viso, e sminuzzò la carne del volto con ira crescente.

Il rosa nella pelle tagliata lo estasiava, l’odore ferroso del sangue aumentava la sua efferata frenesia: voleva annullarla, cancellare quei lineamenti che avevano causato tanta angoscia e che avrebbero generato solo problemi.

I tagli del pugnale raggiunsero anche la schiena della ragazza che non si dimenava più nella feroce stretta di Mordred.

 

Il corpo della ragazza era ormai solo più un miscuglio di pelle, carne e stoffa impregnata di sangue.

Per tutto il tempo le aveva sussurrato in silenzio il nome della futura regina di Camelot, perché la serva sapesse che nessuno poteva turbare la sua Morgana e rimanere impunito.

Con un gesto fluido e netto, Mordred incise la gola di Ginevra e conficcò il pugnale della ferita sanguinante: fece leva con l’elsa e con un ultimo fendente staccò la testa dal collo.

Ora la serva giaceva mollemente sul pavimento e Mordred guardò quel corpo morto con disprezzo.

Il sangue di Ginevra era ovunque, impregnava i tappeti, gli arazzi e stillava a piccole gocce dal tessuto grezzo del vestito di lei.

Osservò inespressivo quel liquido rosso addensarsi, diventare più scuro e raccogliersi nelle fessure del pavimento.

Il bambino volse infine lo sguardo sull’uomo nell’angolo che sembrava rattrappito, rannicchiato nel suo terrore e nella sua incredulità; un grido muto si levò dalla mente di Sir Leon, e Mordred si accorse con delizia che lui poteva sentirlo e bearsi dell’orrore che provava l’uomo.

Non scagliò il suo pugnale verso di lui; sorrise, malvagio, e uscì dal castello con un fruscio del mantello, inafferrabile come il vento.

Leon era abituato agli orrori della morte, in battaglia ne aveva visti tanti, ma nulla poteva essere comparato a quello scempio. Urlò, cercò di inseguirlo ma era già sparito.

Corse a chiamare aiuto, anche se nessuno avrebbe potuto riportarla indietro, corse nelle stanze di Artù e insieme chiamarono Gaius; non c’era più niente da fare.

 

 

Il mantello smeraldino si confondeva nel colore della foresta ma Morgause poteva vederlo perfettamente.

Quando i loro occhi s’incontrarono, non ci fu bisogno di parole.

“Sei stato molto bravo, Mordred” sussurrò infine Morgause, compiacente “lei ne sarà molto felice”.

Mordred sorrise: fu un sorriso compiaciuto e duro al contempo.

“L’ho fatto solo per lei” chiarì subito il bambino, lavandosi le mani insanguinate nel ruscello che scorreva a pochi passi da loro.

“Lo so”.

 

 

Una damigella di corte entrò nelle stanze di Lady Morgana nel cuore della notte, e la vide confusa dal suono delle campane d’allarme.

“Milady… vi prego, ascoltatemi: devo comunicarvi una notizia tremenda”.

Morgana guardò in viso la ragazza e si accorse che era pallida come un cadavere.

La pregò di sedersi e bere qualcosa.

“Dimmi, Elise, che cosa succede?” le chiese pacatamente, quando la damigella si fu calmata.

“Oh Milady, se solo sapeste… stanotte hanno trovato Gwen, la vostra serva, lei… è stata uccisa”.

Elise non scese nei dettagli: la Lady doveva già essere sufficientemente sconvolta per la notizia, non c’era bisogno d’informarla anche su quanto fosse stato efferato l’omicidio.

“Ah.”

Gli occhi della ragazza erano vuoti, sembravano focalizzare qualcosa di lontano…

“Be’” continuò, fioca “in tal caso bisognerà provvedere a sostituirla”.

La damigella era attonita per la reazione placida di Morgana, ma non lo diede a vedere.

“Ci penso io, Milady”.

Morgana annuì e la congedò con un gesto della mano.

 

 

Era mattina, quando Uther entrò nelle stanze di Gaius.

L’uomo stava ancora esaminando il corpo e nei suoi occhi stagnava un dolore atroce; Uther immaginò che fosse il medesimo che aveva letto poco prima negli occhi azzurri di Merlino e ancora prima negli occhi di suo figlio. Improvvisamente gli si strinse il cuore: come l’avrebbe presa Morgana?

“Che cosa puoi dirmi, Gaius?” domandò, cercando di dissimulare l’angoscia che la vista di quel corpo mutilato gli provocava.

“Sire, temo che possiate vederlo voi stesso: Sir Leon potrà descrivervi meglio di me tutto ciò che ha visto”.

Il re lo ascoltava appena; Gaius aveva ripulito il corpo dal sangue, ma ciò non diminuiva che l’impatto iniziale: ora che poteva analizzarla meglio, osservò che la sua vista era ugualmente raccapricciante.

“Dimmi ciò che hai scoperto” ribadì, senza staccare gli occhi dal corpo decapitato davanti a lui.

Il vecchio medico sospirò.

“Come può notare da sé, Ginevra è stata decapitata, ma dubito che questo sia la causa della morte… l’assassino l’ha colpita ripetutamente sul petto e sul viso”.

Uther deglutì, ma non si scompose: “Continua” gli ordinò.

“La sua schiena è stata incisa, ma non molto in profondità, così l’ho pulita dal sangue e ho controllato; i segni in realtà sono lettere.”

Il sovrano assottigliò le palpebre, interessato “E queste lettere formano una parola?”.

“Sì, sire… l’assassino ha inciso sulla scapola sinistra due parole: ‘ali spezzate’… sa che cosa potrebbe significare?”.

Uther scosse la testa.

“Non ne ho la minima idea.”

 

 

Mordred tornò da Morgana, quella notte, e la abbracciò ridendo.

“L’ho fatto solo per te” le sussurrò, affondando il viso nei suoi capelli profumati “ora quella sciocca serva non ti turberà mai più, Morgana.”

La ragazza guardò il bambino con un affetto sconfinato; lui non l’avrebbe mai tradita.

“Ora non c’è più pericolo che occupi il tuo legittimo posto sul trono” Mordred sorrise;

“Come può una regina portare la corona, se è senza testa?”



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Note finali e blabla vari:
Questa one-shot è stata molto coccolata, in quanto la mia prima fanfiction di genere horror, da me e dal mio povero beta-reader (che ringrazio per la sua incredibile pazienza).
Ringrazio tanto Alchimista, perché come al solito è sempre lì a sopportare le mie lagne e a leggere i miei abomini, quindi merita un grazie speciale <3
Ringrazio anche i lettori che sono arrivati fino a qui - complimenti, davvero, - coloro che seguiranno, preferiranno e recensiranno questa schif... ehm... one-shot.
Ho una paura davvero terribile di essere andata in OOC (sento di aver massacrato i personaggi, Mordred in primis), perciò se avete osservazioni/critiche/domande (ovviamente tutte cose apprezzate) io sono a vostra disposizione!
Un'ultima nota: volevo spiegare il significato delle parole che Mordred ha inciso sulla schiena di Gwen, che è anche il titolo della shot, "ali spezzate".
Il processo "logico" nel mio cervellino è stato: Gwen con un matrimonio del genere avrebbe metaforicamente "spiccato il volo", da un punto di vista di gerarchia sociale; Mordred le ha "spezzato le ali".
Alla prossima, - se non mi metterete alla gogna dopo questa shot e, aggiungerei, giustamente - Luna95.


   
 
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