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Autore: yan_mazu    10/02/2006    8 recensioni
Uhm... cosa dire. Una cosa a cui ho pensato subito dopo avere visto il film ma che solo ora è venuta fuori.
One shot, il primo capitolo è soltanto un disclaimer per evitare brutte sorprese con gli spoiler. Per vedere se la fanfic non vi risulta spoilerosa, dategli un' occhiata.
In sostanza, i pensieri di Roy a un certo punto del film.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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*** Disclaimer ad uso e consumo del lettore ***


I personaggi non sono miei e blah blah blah blah.

Quello che volevo dire è un' altra cosa.

Questa fanfic è... spoilerosa. Per due motivi. Primo, è tecnicamente ambientata nel bel mezzo del film Conqueror of Shambala, quindi presuppone la conoscenza del suddetto film. Tuttavia non spoilera assolutamente nulla sulla trama, almeno, nulla delle cose che possono far fare O_O (come ad esempio xxxxx xxx x xxxxx oppure xxx xxxxxxx xx xxxxx) .

Secondo, quello che spoilera veramente è, in fondo, la serie animata.

Per cui, se non sapete cosa succede nell' episodio 25, fatevi un favore e evitate di vedere tutta la serie, vi risparmiate dei dolori assurdo O_O

No beh, al di là di quello... se conoscete già gli eventuali spoiler della serie ma non avete visto il film, è tranquillamente leggibile senza scoprire cose tremendamente sconvolgenti. Certo però se proprio volete arrivare immacolati alla visione del film, allora... resistete alla tentazione di leggere una brutta fanfic e tornate indietro!

E questo è quanto, per la questione spoiler.


Per la questione fanfic... un pochino ho riadattato le cose a modo mio. Non troppo, giusto quel che basta, solo meteorologicamente parlando. Ma se la cosa vi fa sentire tremendamente a disagio... beh non è colpa mia!!!! Giuro XD


Un' ultima cosa. Il titolo non c' entra niente con la prima Opening della serie... se non che la melissa è una pianta. Perchè ho voluto infilarcela a forza? E che ne so! Io di solito comincio a scrivere e poi la fanfic prende vita e mi rinnega come creatrice e si fa da sè. Prendetevela con lei! Se mai leggerete.

Penso di essermi dilungata fin troppo oltre... Buona lettura! (Se mai leggerete, come dicevo prima. XD)





"Maes..."

Il cimitero militare di Central City era deserto, quel giorno. L' improvviso acquazzone aveva colto di sorpresa le poche persone che si erano recate a visitare i propri cari. Un saluto veloce, una preghiera, un fiore appena colto e poi di nuovo a casa.

Solo un uomo ancora stava in piedi di fronte a una delle tante lapidi, tutte tristemente uguali tra di loro. Era inzuppato da capo a piedi, ma a Roy Mustang non pareva importare poi più di tanto.

A dire il vero, non gli importava quasi di nulla.

Il vento, che aveva portato di corsa le nuvole grandi e nere cariche di pioggia, soffiava ancora con insistenza, senza dimenticarsi neppure per un attimo di penetrare sibillino nel colletto dell' uomo, che, di tanto in tanto, rabbrividiva.

Ma nemmeno questo era un dettaglio che all' ex-colonnello interessasse. Negli ultimi mesi, quasi un anno, passato rinchiuso in un posto sperduto nelle fredde e perennemente innevate terre del nord, aveva imparato a convivere quasi pacificamente con i brividi e i geloni.

"Maes... Cosa devo fare?"

L' unica cosa che in quel momento sembrava avere un senso, era una risposta. Una risposta che solo l' uomo che giaceva sepolto sotto ai suoi piedi avrebbe potuto dargli.

"Ma i morti non parlano, Maes..."

Roy Mustang si avvicinò alla lapide, e si lasciò cadere inginocchiato di fronte ad essa. A quel modo, gli sembrava di osservare il suo vecchio amico in faccia.

Il suo sguardo si posò stancamente sulle cose che erano ora accanto a lui. Alla sua destra, un mazzo di fiori, probabilmente del giorno precedente, e una fotografia, protetta dall' acqua dalla sua spessa cornice. La bambina ritratta nella foto sorrideva, con un sorriso innocente che all' ex-colonnello faceva quasi male.

Alla sua sinistra, un piccolo vaso di vetro, con un rametto fiorito. Un delicato profumo di limone si spargeva nell' aria, nonostante l' acre odore di terra bagnata cercasse di avere prepotentemente il sopravvento.

Conosceva un ' unica persona che avesse una pianta simile nel giardino di casa. Prese tra le mani quel rametto delicato, e lo portò al viso per assaporarne meglio il sapore. Quanto tempo era passato da quando se n' era andato?

"Buon uomo, se non vi riparate, prenderete di certo un malanno."

Il custode del cimitero, un anziano signore tanto magro da assomigliare a uno scheletro dal naso aquilino aveva proteso il suo ombrello a coprire la schiena dell' ex-colonnello.

"Gra... grazie."

"Un profumo delizioso, vero?" chiese il custode ammiccando al rametto fiorito.

"Sì... delizioso."

"Mi chiedo come stia la ragazza della melissa."

Il silenzio dell' ex-colonnello, unito a quel tempaccio da lupi, avrebbe probabilmente dissuaso qualsiasi persona dotata di buon senso dalla conversazione. Ma il custode era troppo anziano e troppo solo per ascoltare qualcosa di tanto sciocco quanto il buon senso.

"Sa, viene qui tutte le settimane."

Ancora silenzio.

"Sarebbe dovuta venire oggi, ma ho sentito alla radio che giù in città c'è un trambusto bello grosso."

L' indifferenza dell' uomo stava diventando quasi insopportabile anche per il vecchietto ciarliero.

"Sa, un trambusto serio. Di quelli con le pistole e coi proiettili. Lavora per i militari, la ragazza della melissa."

Finalmente la maschera di indifferenza di Roy si incrinò. Il suo volto lasciò trasparire sorpresa e preoccupazione. Non aveva capito che la situazione era degenerata fino a quel punto.

Ma era troppo tardi ormai. Una voce femminile aveva richiamato il custode ai suoi compiti, e scusandosi e borbottando qualcosa sul lasciarlo un po' in pace almeno sotto quell' acquazzone, il vecchietto si era allontanato il più in fretta possibile in direzione della donna che lo aveva chiamato.

"Maes..."

Se Riza fosse morta non se lo sarebbe mai perdonato.

"Maes... aiutami."

Tuttavia, gli sembrava di essere caduto in un abisso di apatia dal quale era impossibile uscire. Senza considerare il fatto che con una giornata così brutta, sarebbe stato solo d' impaccio.

"Non sono buono a niente, Maes. Guardami... dovevo arrivare nel punto più alto... e ora anche tu che sei lì sotto sei più in alto di me."

All' ex-colonnello Roy Mustang scappò una cinica risatina.

"Anche tu non sei molto utile però, Maes. Potresti almeno darmi una risposta."

Lentamente, il riso lasciò spazio al pianto.

Roy si ritrovò appoggiato contro quella lapide fredda e immobile, così silenziosa e priva di vita, mentre le lacrime gli solcavano il viso.

Non pensava a nulla in quel momento, se non aggrapparsi a quella pietra come se fosse l' ultimo appiglio prima di precipitare definitivamente nel vuoto.

"Una risposta..."

Rimase fermo, immobile in quella posizione, per un minuto, o forse un' ora. Non avrebbe saputo dirlo nemmeno lui. L' unica cosa di cui si rese chiaramente conto era la sensazione, ironicamente piacevole, delle lacrime calde che gli solcavano il viso, reso freddo dalla pioggia.

Alzò all' improvviso la testa, staccandosi di scatto dalla fredda pietra.

Aveva smesso di piovere.

I timidi raggi di sole, che si infiltravano tra le code delle nuvole, attraversavano il vaso trasparente della melissa e disegnavano un arcobaleno sul marmo grigio. Dal terreno, lungo la lapide, fino a perdersi nel cielo. Sembrava quasi una scala colorata.

Sembrava quasi una risposta.

Senza dire una parola Roy si alzò, si scrollò un po' d' acqua dai vestiti e diede un ultimo saluto all' amico.


Allontanandosi dal cimitero, l' ex-colonnello Roy Mustang gridò qualcosa all' anziano custode.

"Vado ad assicurarmi che la ragazza della melissa stia bene."

Il vecchio sorrise, e in risposta fece soltanto un cenno di saluto, a cui Roy cortesemente rispose, agitando la sua mano destra, coperta ora da un guanto.

Un guanto bianco.




  
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