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Autore: Hyarviel    10/02/2006    4 recensioni
come partendo dalla frase "erano finite le ali di pollo" si può generare un mini-racconto tanto inutile quanto (almeno) divertente.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano finite le ali di pollo, così ho preso un hamburger
il problema è che a me gli hamburger fanno veramente schifo, però la tipa al bancone mi metteva in soggezione, insomma puntava quei suoi occhietti porcini proprio contro di me chiedendomi cosa volessi al posto di quelle strafottute ali di pollo e io, insomma ho risposto la prima cosa che mi è venuta in mente... e mentre poi le sue dita grassocce e unte battevano svogliate sulla tastiera luminosa, ecco, non ci ho pensato a dirle che in realtà mi bastava un Toast.
pazienza.
mi ciberò di patatine.

Erano finite le ali.
Così ho pensato che non fosse più tanto divertente vestirsi da Cupido, soprattutto perché poi metti che la gente incazzata con l’amore decide di uccidermi e io vado di mezzo in una di quelle risse.
E te lo vedi? Un cupido con un occhio nero, o – peggio ancora – le cinque dita sul braccio.
Insomma, ho deciso di travestirmi da pizza.
Ora devo solo capire da che parte si infila sto coso e sono a posto.
La festa di domani sarà uno sballo, ed è anche la prima festa in maschera a cui vado!
Non ci credevo quando Sally l’altro giorno dopo la lezione mi ha chiesto se volevo andarci insieme a lei.
Sono così eccitato, anche solo al pensiero di poter stringere la sua mano all’entrata, guardare il suo costume da fatina, o da principessa, vedere il volteggiare della sua gonna, il tic tac leggero delle sue scarpette sul parquet...
ok, forse non mi vestirò da pizza.

Erano finite.
Rivedeva nella mente la successione degli eventi, grattando la crapa pelata.
Quelle due ragazzine erano proprio finite.
<< Ma ti pare? >> disse alla moglie
<< che una ragazzina di dodici anni vuole la bambola del momento e – siccome la mamma non gliela compra – minaccia il negoziante con una pistola e la ruba? >>
Mary lavava i piatti in cucina; la moglie del commissario non era mai stata una cima, aveva sempre cercato di essere una buona donna di casa, nei suoi limiti, aveva però imparato che a domande di quel tipo bisognava sempre rispondere:
<< Eh no Freddie, I tempi sono così cambiati... dove andremo a finire? >>
A quel punto il Freddie Femur in questione avrebbe cominciato una delle sue lunghe disquisizioni su quello che lui chiamava “il vergognoso stato attuale delle cose”.
Solo in quel momento Mary Lou sarebbe stata lasciata libera di lavare i piatti in santa pace.
Erano piccoli accordi quotidiani, che si facevano silenziosamente l’uno all’insaputa dell’altro. Per permettere alla moglie di fare la moglie, e al marito di fare il marito.
Da circa vent’anni a questa parte.

<< Erano >>
Mi corresse il piccolo David.
<< Sì, hai ragione >> dissi io carezzandogli la testa.
<< Erano delle bellissime begonie >> e qui feci una pausa << prima che il tuo orrido cane me le distruggesse con una zampata >>
<< Lo so Zia Connie, dovremmo farlo sopprimere >>
<< Ma che vai dicendo? David – oiboh! – i cani non si fanno sopprimere! Sarebbe sufficiente tenerlo al guinzaglio, o magari evitare soltanto che entri nel mio giardino... >>
<< Ma come faccio? E’ quasi più alto di me! >>
<< E Scusa, te l’ho forse chiesto io di comprarti un *vitello* anziché un cane? >>

 

 

  
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