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Autore: Alessia Heartilly    01/05/2011    0 recensioni
54 carte, 54 prompt, 54 storie. Raccolta di oneshot di vario genere, ispirate a vari personaggi, creata sulle carte da ramino.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono un marchio registrato Squaresoft, e vengono qui utilizzati senza alcuno scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: questa storia è stata scritta per l'iniziativa Pesca la tua carta! organizzata dal sito Fanworld.it. In pratica, nascoste nel sito c'erano le 54 carte da ramino, accompagnate da altrettanti prompt, su cui poi si poteva/doveva scrivere una storia, accumulando punti secondo le regole della Scala Quaranta. E qui raccolgo tutte le storie scritte secondo questi prompt.

SCALA QUARANTA
XII. Regina di Picche

Prompt: Somma tutti i numeri della tua data di nascita e scrivi una storia di qualsiasi tipo con quell'esatto numero di parole (nel mio caso, 1993)

Rinoa era particolarmente silenziosa.

Da quando a Zell era sfuggita quella pessima battuta sul fracassare le ossa alle streghe, il suo umore era sensibilmente peggiorato; a Quistis sembrava che fondamentalmente le fosse piovuta la realtà addosso. Sì, era con i suoi amici, e sì, erano andati a riprenderla ed erano stati tutti d'accordo nel farlo... ma loro erano SeeD e lei era la Strega.

Erano i nemici per definizione.

Quistis spostò lo sguardo su Squall, che stava valutando con Selphie la rotta migliore per la Casa di Edea, dove Rinoa aveva chiesto di essere portata. Immaginò che non si fosse reso davvero conto del cambiamento di stato d'animo di Rinoa, e decise di fare qualcosa per la coppia. Uno per volta li avrebbe spinti insieme - li aveva visti, quando erano tornati sulla Lagunarock, come camminassero vicini, e com'era evidente che volessero tenersi per mano ma non volessero farlo davanti a tutti.

Si avvicinò a Rinoa, avendo cura che Squall la vedesse e la sentisse parlare. Si chinò, toccandole una spalla, e quando la ragazza alzò gli occhi per vedere chi fosse, le disse semplicemente, "mi sembri stanca, Rinoa. Vuoi riposare un po'?"

Rinoa scosse la testa, come per minimizzare la cosa. "Sto bene, grazie. Arriveremo presto, no?"

"Non prima di tre-quattro ore," rispose Squall senza voltarsi a guardare le ragazze. Quistis dovette nascondere un sorriso di trionfo.

"Vedi? C'è tempo. Se vuoi ti mostro dove sono le cabine, così puoi cercare di dormire un po', o almeno stenderti," insistette poi.

Rinoa cedette. "D'accordo, se è così..." Si alzò un po' a fatica, a parere di Quistis, si lisciò il vestito sui fianchi e alzò il viso per sorriderle. "Mi accompagni?"

"Da questa parte," sorrise a sua volta Quistis, e insieme uscirono dalla sala di pilotaggio, non prima che lei riuscisse a rubare uno sguardo in direzione di Squall. Con la coda dell'occhio, lui stava controllando dove stesse portando Rinoa.

Così il suo piano era anche più semplice da attuare, si disse Quistis.

Guidò Rinoa fino alle cabine, dove una porta scorrevole si aprì. "Ci sono due letti per stanza. Questa è quella dove dorme Squall... scusa, mentre venivamo a prenderti abbiamo dovuto dividerci le stanze."

"Non c'è problema," rispose Rinoa, con un gesto della mano. "Quale dei due letti è il mio?"

"Oh, penso che tu possa scegliere quello che vuoi. Squall non ha ancora riposato, è stato accanto a Selphie per tutto il tempo."

Rinoa non diede a vedere di dare peso a quell'affermazione, e si voltò velocemente come per valutare quale dei due letti fosse il migliore. A Quistis però non sfuggì il sorriso leggero che le aleggiava sulle labbra.

"Allora mi metterò qui," disse semplicemente Rinoa, avviandosi verso il letto più vicino alla fonte di luce.

Quistis si appoggiò contro un tavolino all'interno della stanza, e guardò Rinoa a braccia conserte. "Quello che ha detto Zell prima... non lo pensiamo davvero."

"Oh, lo so. Non preoccuparti," le rispose Rinoa con un sorriso forzato.

"Mi preoccupo, invece. Si vede che è una cosa che ti ha turbato..."

Rinoa sospirò, e le voltò le spalle prima di rispondere. "Mi turba che pensavo la stessa cosa, prima di..." Si interruppe, scosse la testa e tacque.

Quistis le si avvicinò, le posò le mani sulle spalle, e sussurrò, "non posso nemmeno immaginare quanto sia dura, per te."

"Tutto quello che sapevo prima di... prima, tutto quello che consideravo giusto... è cambiato. Non posso più pensare quelle cose, credere quelle cose. Sono cambiata. Cosa sono diventata?"

"Sei sempre Rinoa. Hai solo un grosso potere magico," le rispose Quistis costringendola a guardarla. "Per tutti noi sei sempre Rinoa. E non cambia nulla il fatto che sei una strega, adesso... sei la nostra compagna. Hai sempre combattuto con noi, e se te la senti, puoi continuare a farlo. Noi continueremo a pensare che dobbiamo rompere le ossa alle streghe come Artemisia... ma questo vuol dire proprio come lei. E tu non sei affatto come lei, e non lo sarai mai."

"Ne sei davvero convinta? Artemisia può possedermi quando vuole, e io non saprò cosa starò facendo-"

"Anche Edea è stata posseduta, ma questo non cambia niente. Non era lei la persona malvagia, e non lo sei nemmeno tu." Quistis fece cenno a Rinoa di sedersi sul letto, e le si sedette accanto, con un braccio intorno alle spalle. Una lacrima silenziosa scivolò sulla guancia della strega. "Adesso ti sembra tutto pessimo, lo capisco. E penso che sia giusto che tu ti senta così... per un po' di tempo. Ma ricordati che noi siamo con te. Squall è con te," aggiunse infine, sottolineando il nome. Rinoa arrossì un poco e lei ridacchiò.

"Mi dispiace, Quistis," sussurrò poi.

"Per che cosa?"

"Per... Squall..."

"Oh, no. Non devi preoccuparti."

"Ma avevi detto che..."

"Lo so cosa avevo detto," rispose Quistis, con aria tranquilla e con un cenno della mano per minimizzare il suo sfogo di allora. "Ma poi, ripensandoci... ritirerei tutto quello che ho detto, e non solo perché è stata una pessima figura," continuò, strappando un sorriso anche a Rinoa. "In realtà credo di non essere mai stata innamorata di Squall. Ma i ricordi che ho perso, quello che provavo, e soprattutto il fatto di non essermi mai innamorata prima... mi hanno ingannata. Ho pensato di amarlo e invece era solo affetto, fin da quando ero bambina."

"Ne sei davvero sicura?" chiese Rinoa.

"Assolutamente sì." Si alzò per andarsene. "Adesso ti lascio riposare, sarai stravolta."

"Sì," ammise sottovoce Rinoa. "Sì, hai ragione."

"Riposati. Ti verrò a chiamare non appena saremo alla Casa di Edea."

"Grazie, Quistis... di tutto."

Quistis sorrise, e si voltò quando arrivò alla porta per rassicurare ancora la sua amica. "Di niente."

Uscendo dalla stanza, si ritrovò davanti Squall, appoggiato alla parete di fronte, che sembrava attendere che lei uscisse.

"Tutto a posto?" gli chiese.

"Sì, tutto a posto," rispose lui. Sembrò poi in imbarazzo, e abbassò lo sguardo per fare la sua domanda. "Lei come sta?"

"Bene," rispose Quistis. "Un po' scossa, com'è ovvio. Ma sta abbastanza bene. Ha... solo bisogno di supporto. E se devo essere sincera, non credo di dover essere io a darglielo."

Lui non alzò lo sguardo, e Quistis sospirò. "Senti, sei confuso anche tu, e lo capisco. Ma lei ha bisogno di te, adesso. Smettila di avere paura."

Quistis se ne andò senza dire altro, e Squall rimase fermo contro la parete fino a quando lei non fu scomparsa nell'altra sala.

Allora si avvicinò lentamente alla porta scorrevole della cabina ed entrò.

*˜*˜*˜*˜*

C'era tutto buio, intorno a lei, e c'erano risate sinistre, e freddo, e odore di morte, e scappava da qualcuno di non ben definito che sembrava avvicinarsi ad ogni passo che faceva.

Urlava, ma non le usciva voce, e la cosa la terrorizzava, insieme al non vedere affatto dove stesse correndo se si stesse davvero mettendo in salvo...

...e boccheggiò quando sentì una mano sulla spalla. Si svegliò di soprassalto, spaventata, e si tirò a sedere sul letto cercando di sfuggire a chiunque o qualunque cosa stesse cercando di farle del male.

"Sono io! Calmati, calmati," disse una voce familiare.

"S-Squall?"

"Sì, sono io. Ho visto che avevi un incubo e ho pensato di svegliarti. Non volevo spaventarti così," si scusò lui, ritraendosi e tornando alla sua postazione di prima: appoggiato contro il tavolino a guardare Rinoa che dormiva, come se solo in quel modo potesse davvero proteggerla.

"Non è colpa tua," rispose Rinoa, respirando profondamente per calmarsi. "Ho solo pensato che... non importa, lascia perdere," terminò.

"Puoi dirmelo, se vuoi..."

Rinoa lo guardò piegando la testa, e allungò le gambe. "Era... tutto buio. E freddo. E qualcuno mi rincorreva e io sapevo che voleva farmi del male, ma non sapevo se stavo scappando nella direzione giusta... la tua mano mi ha spaventata. Mi è quasi sembrato di essere catturata."

"Mi dispiace," sussurrò lui.

"No, non devi, davvero. Va tutto bene... ma siamo fermi?" chiese Rinoa, nel tentativo di cambiare argomento.

"Sì. Ci siamo avvicinati a Deling City, e sai che c'è sempre molto nuvoloso sulla città. Selphie ha preferito fermarsi. Siamo su un'isola, adesso. Ci fermiamo per qualche ora, e poi ripartiremo per la Casa di Edea."

"Capisco."

Ci fu un momento di silenzio. Erano entrambi imbarazzati dall'essere insieme nella stessa stanza dopo quello che era successo alla Dimora della Strega, ma nessuno dei due aveva voglia di fare una conservazione frivola tanto per non sentire il disagio. Rinoa iniziò ad attorcigliarsi intorno a un dito un filo tirato della coperta che aveva addosso, e Squall si schiarì la voce per poi iniziare a preparare il suo letto.

"Ti dispiace se dormo qui?" le chiese, voltandole le spalle mentre tirava indietro le coperte.

"No, figurati. Quistis mi aveva avvertito."

"Di cosa?" Stavolta lui si voltò a guardarla, e lei lo fissò con gli occhi sgranati.

"Che questa è la tua cabina..."

"Ma non... oh," si interruppe, capendo finalmente cosa aveva voluto ottenere Quistis. Forzarlo nella stanza con Rinoa, per forzarlo a parlare con lei. "C'è una cosa che volevo dirti..."

Rinoa smise di giocherellare con i fili della coperta, e si voltò a guardarlo, attenta a non perdere una parola. Non succedeva tutti i giorni che fosse Squall a voler iniziare a parlare, e se succedeva lei intendeva godersi quell'avvenimento speciale fino in fondo.

Squall si schiarì ancora la voce. "Quando... quando eravamo nello spazio... tu mi hai detto delle cose," iniziò esitante.

"Sì. Le penso davvero."

"Sì, non è che non ti credo. Anzi, lo so che sei stata sincera. Solo che... io non ti ho detto niente."

"Beh, non mi aspettavo una risposta... so come sei fatto, e ti... voglio bene per come sei," sorrise Rinoa.

Lui sembrò estremamente in difficoltà a quel punto. "Devo risponderti, però, perché adesso le cose diventeranno più difficili, e..."

Il sorriso sul volto di Rinoa svanì: le cose sarebbero diventate più difficili perché lei era una strega.

"Quello che voglio dirti," continuò lui scuotendo la testa, ignaro dal cambio d'umore di Rinoa, "è che anche tu sei la persona che mi fa stare meglio, adesso... e che a volte mi fa arrabbiare."

Rinoa lo guardò stupita. "Sul serio?" chiese poi, un po' sospettosa.

"Sul serio," rispose lui a voce bassa, ma così determinato e sicuro che lei non ebbe il minimo dubbio che non fosse sincero. "E... neanche io sono mai stato con una persona... come sono stato con te."

Lui terminò la frase arrossendo, e Rinoa cercò di ricordare la loro conversazione sulla Lagunarock; ricordava di aver cercato di fargli capire che tra lei e Seifer non c'era stato niente, e poi era stato lui a nominarlo direttamente... era forse questo che voleva dirgli? Che lei era la prima, per lui?

La sua confessione aveva lasciato un certo imbarazzo nell'aria, e Rinoa cercò di spezzarlo con una risatina poco convinta. "Beh, ci siamo solo abbracciati," cercò di scherzare.

"Anche abbracciarsi per me è... difficoltoso," rispose serio Squall.

Rinoa smise di ridere, e spostò la coperta. Si alzò dal suo lettino e si avvicinò a lui, scalza e senza il suo abitino azzurro, e gli si sedette accanto, allungando una mano tremante a prendere quella di lui. Era talmente teso che riusciva anche a sentirlo nel modo in cui stringeva le dita. "Lo so," disse allora, muovendo il pollice per accarezzargli il dorso della mano. "E non devi avere paura. Quello che verrà, lo affronteremo insieme. Per la prima volta, ma insieme. E saremo più forti, per questo. E io sono contenta di poter avere il privilegio di affrontare certe cose per la prima volta con te."

"Non so come fare," sussurrò Squall, con la voce strozzata.

"Nemmeno io," gli rispose lei, allungando la mano libera per accarezzargli la guancia.

Lui sollevò lo sguardo, e si allungò lentamente, le sfiorò appena le labbra con un bacio, e si ritrasse sempre guardandola.

"Posso dormire vicino a te, stanotte? Sai, gli incubi..."

Lui sorrise, e la attirò a sé. "Sì."

*****
Nota dell'autrice: questo è stato il prompt più difficile! La somma della mia data di nascita è 1993, e io secondo il contatore di Word sono riuscita a fare esattamente 1993 parole... se con altri contatori il risultati è diverso, mi sparo XD Non avete idea delle modifiche che ho fatto per riuscirci XD!
Questa storia l'ho betata da sola, per cui qualsiasi errore sia rimasto è colpa mia. Vi lascio come sempre il link al post sul mio blog Wide Awake dove risponderò a domande, critiche e commenti che arriveranno. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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