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Autore: Yuki Kushinada    10/02/2006    4 recensioni
O vivi, o muori: se muori, il gioco è finito, se vivi hai vinto. Ora spetta a te, è tua la decisione! Vuoi giocare?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vuoi giocare?

 

“In cosa consiste?”
“E’ solo un gioco, nient’altro. Puoi vincere, puoi perdere, o nessuna delle due cose. Non devo spiegarti le regole, le conosci benissimo da te. Ora è il tuo turno; è una roulette russa: la pistola è contro la tempia, il dito è sul grilletto. C’è solo un colpo in carica e non sai se è quello, l’unica maniera per scoprirlo, è premere! O vivi, o muori: se muori, il gioco è finito, se vivi hai vinto. Ora spetta a te, è tua la decisione! Vuoi giocare?” 
“Non me la sento…” 
“E’ tua la scelta!” 
“Qual è la posta in gioco?” 
“Non puoi scoprirla, se non azzardi.” 
“Non hai paura?” 
“Quanto te, ma voglio rischiare. Sei sul cornicione, io sono già di sotto, che fai salti?” 
“E se va per il peggio?” 
“Hai rischiato e hai perso, ma almeno hai provato.” 
“Cosa accade se va bene?” 
“Se lo sapessi, che senso avrebbe provare?” 
“Hai ragione…” 
Allora?” 
“Ci sto…” 

Immagino che dovrei scrivere un libro, il cui titolo adeguato, sarebbe “Come farsi rovinare la vita, da due semplici parole”. O forse sarebbe più un manuale di istruzione, chi lo sa? 
A dire la più completa verità, la mia vita non è affatto rovinata: sono una donna in carriera, con tutti i crismi, una giornalista per l’esattezza e, tanto per cambiare, lui odia i giornalisti. 
Cosa ha contro di loro? Non saprei, a sentire il suo parere, siamo la peggior razza di sciacalli, che fruttano i loro interessi, sulle disgrazie altrui. 
“Vi divertite a scoprire che qualcuno è morto, e fate a gare par sbandierare per primi la notizia, o sputare sentenze sul più innocente dei sospettati”, mi ha detto una volta, mentre mi vedeva scrivere un articolo. 
Ma non mi importa il suo parere: non mi posso far condizionare la carriera da un viziato ribelle, che ha fatto degli aforismi di Jim Morrison i suoi dogma e passa la vita a non fare un bel niente! 
Beh, questo non è esattamente vero: passa la vita a fare l’esatto contrario di ciò che vorrebbe suo padre! E’ il figlio del più grande avvocato della città, uno di quegli uomini che la legge la rigirano a proprio piacere e alla terza frase che dicono, sono in grado di far scarcerare il più squallido degli assassini, condannato a venti ergastoli. 
“La legge è uguale per tutti, ma per alcuni ancor di più!”, questa non so a chi la abbia rubata, ma è stata la risposta che mi ha rifilato, quando gli ho chiesto come mai non aveva seguito la sua carriera. 
Non ho mai capito se è fuori di natura o se prende sostanze per ridursi in questa maniera, ma temo non lo scoprirò mai! 


“Se mi è concesso dire la mia: ti droghi!” 
“Io fumo Maria, perché l’ha inventata Dio… E Dio non sbaglia mai!” 
E questa cretinata da dove l’hai cacciata fuori?” 
“Il vecchio Jim, comanda sovrano.” 
“Qualche problema serio lo hai!” 
“Su questo nessuno ha mai avuto dubbi!” 


A volte mi domando che ci discuto a fare con quello! Tanto alla fine ragiona sempre di testa sua! Anzi no, credo che il suo problema sia esattamente questo: non ragiona! Non sa neanche cosa significhi farlo o almeno provarci. 
Agisce per inerzia e per istinto, andando a seppellire il senno sotto cumuli di incoscienza! 
Cosa può avere a che fare un tipo del genere con me? E’ una bella domanda, l’ammetto, e me la sono posta più di una volta. 


Non ha senso!” 
Non deve avere senso! E’ un rischio: se ne avesse, sarebbe una decisione ben ponderata e calcolata e, sinceramente, ho poca voglia di farmi venire un grattacapo, quando posso risparmiarmelo.” 


Una filosofia di vita totalmente errata, ma comoda, devo ammettere. Lasciare tutto al caso e non al raziocinio, significa risparmiarsi quei dubbi e quelle paure che ti impediscono di goderti istanti di vita. 
Come disse il mio mentore: ‘vivi la vita attimo per attimo, come se fosse l’ultimo’. Avresti mai paura ad agire come meglio senti, sapendo che non esisterai più, dopo?”, è con questa frase, che è riuscito a convincermi.
Non mi chiedo se è giusto o sbagliato, accetto la situazione così come mi capita e per il momento non me ne pento. Anzi, oserei anche dire che riesco a vivere in maniera migliore e poi c’è Simone a darmi il buon esempio, con il suo stile di vita impossibile, che non trova spazio né in cielo e né in terra. 
Non si è mai preso la briga di spiegarmi cosa la sua famiglia gli ha fatto di male e io non ho mai insistito a riguardo, so solo che, minacciando il padre di portare ai giudici tutti quei bei documenti illegali, molto utili per la sua carriera, è riuscito a fregargli buona parte dell’intero patrimonio di famiglia, che sperpera ovunque e in qualunque maniera. 
Ogni tanto gli manda delle lettere affettuose, giusto per avvertirlo della cifra persa in qualche casinò o per avvisare che ha messo il prezzo della nuova macchina sul suo nome. Ovviamente non evita di augurargli, sempre molto amorevolmente, tutto il male di questo e l’altro mondo. 
Immagino che quell’uomo si stia chiedendo che ha fatto di sbagliato, per meritarsi un figlio del genere. 
Credo voglia fargliela pagare, ma finché non scopre dove Simone nasconde tutte le copie dei certificati, può fare ben poco. 
In quanto a lui, si da costantemente alla pazza gioia, concedendosi tutti i vizi possibili e inimmaginabili. 


“Perché non ti trovi un lavoro come tutti gli esseri umani e inizi a fare qualcosa di utile nella vita?” 
“Faccio già qualcosa di utile: evito che preoccupazioni puerili mi affliggano la mente, che mi crescano meno rughe sulla faccia e che mi senta stanco già a metà della giornata! Cosa potrei fare di meglio?” 


Certe risposte mi lasciano totalmente spiazzata, ma da lui cos’altro potrei aspettarmi? E’ schizofrenico e volubile, ama il rischio e non alza un dito se ciò non comporta mettersi in discussione. 


“Ovvio, non hai nulla da perdere!” 
“No, più semplicemente, ‘vivere senza tentare, significa rimanere con il dubbio che ce l’avresti fatta’. Quel dubbio non voglio averlo!” 


Uno come lui, non ha assolutamente nulla da insegnarmi, eppure sono irrimediabilmente attratta da quei suoi modi di fare, assolutamente ribelli e a volte addirittura selvaggi. 
So che è sbagliato, eppure riesce ad attirarmi, come se fosse una calamita. 
Lui stesso è un rischio, conoscerlo, frequentarlo, amarlo, significa porsi ad un piano superiore al resto del mondo ed essere pronti a giocarsi piano ogni cosa. 
E’ come una partita a poker: mano dopo mano, i soldi sul tavolo aumentano sempre; sai che ti sta fregando, ma non capisci come e soprattutto quando. 
Non mi ha mai chiesto di stare con lui. L’unica cosa che ha fatto, è stata tirarmi una sfida. 


“Ce la fai ad affrontarmi? Sei capace di tirati in ballo? Sei in grado di lottare contro di me e con me? O scapperai non appena avrò finito di parlare? Cosa farai, Gioia?” 
“Che stai dicendo?” 
“Ti propongo un gioco.” 


Un gioco che va avanti ormai da oltre due anni e in cui nessuno dei due si è ancora arreso. Perché mai, poi? Fa comodo ad entrambi, piace ad entrambi. Svegliarsi accanto l’un l’altra, avere qualcuno con cui poter parlare liberamente, senza temere di invadere il suo tempo, ricevere un sorriso che ti riscalda la giornata, sentire parole dolci che ti fanno circolare il sangue in verso opposto, questo è quanto ci offriamo e quanto ormai non possiamo più cedere. 
Ogni cosa senza regole, senza ragioni: tutto avviene perché i nostri subconsci, hanno deciso per le nostre menti, che fosse la cosa migliore. 


“Che cosa ne pensi della libertà?” 
“E’ ciò che sto cercando di conoscere da quando sono nato. Per qualche motivo, continua a sfuggirmi.” 
“Voglio privartene totalmente.” 
“Voglio impedirtelo… Ma non ci riesco.” 
“Non è più un gioco banale!” 
“Non è mai stato banale! Struggente, pericoloso, coinvolgente, non banale! Ti costringe a metterti a rischio, per relazionarti con qualcuno che ti accetta solo per ciò che sei davvero. Non ti è concesso fingere e non ha senso scappare. E’ assolutamente insensato, ma ti concede quello sprazzo di Eden che Adamo ed Eva non hanno saputo accettare. E’ forte e ti marchia indelebilmente! Prendi me: sono drogato! Mi sento male se non ti sento e quando posso averti non è mai abbastanza! E la cosa peggiore, è che non ho assolutamente voglia di uscire dal tunnel. ‘Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita’: conducimi alla morte.”
Ho sempre detto che ti manca qualche rotella…” 
“E’ per questo che mi adori!” 
“Non è vero!” 
“Bugiarda! Lo so che non puoi fare a meno di me!” 
“Ma se sei solo un moccioso viziato, capace esclusivamente di perder tempo in maniera inutile e fare arrabbiare chiunque ti circondi?” 
“E a te? Anche te faccio arrabbiare?” 
“Mi fai arrabbiare, mi fai esasperare, mi fai innervosire, mi fai soffrire…” 
“Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l’unica persona che riuscirai ad amare veramente!” 
“Sai una cosa? Detesto te e Jim Morrison!” 
“Però è vero!” 
“Non mi pare di averti mai detto di amarti!” 
“Certo che l’hai fatto!” 
“Credo che tu debba rinfrescarmi la memoria.” 
“Se non mi amavi, mi avresti mandato al diavolo, quando ti ho invitata in questa sfida.” 
“Posso sempre rimediare ora!” 
“Spiacente: il tempo per i rifiuti è scaduto!” 
“Non riesco a capire perché mi piaci… Eppure non ha senso e ha in sé qualcosa di assolutamente errato…” 
“Ama ragazza, ama perdutamente e, se ti dicono l'amore è peccato, ama il peccato e sarai innocente.” 
“Non era questo che intendevo…
” 
Temo invece di sì



Devo ammetterlo: ogni tanto anche Morrison ne diceva qualcuna, degna di essere presa in seria considerazione. 
Perché amare dovrebbe essere un peccato? Infondo, è solo un gioco! 


“Vuoi giocare?” 
“Ci sto!”

  
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