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Autore: Ami For a Dream    03/05/2011    9 recensioni
Non riusciva a calcolare da quanto tempo si trovava immobile, dietro quel pilastro a fissarlo; le uniche cose che aveva ben chiare nella mente erano due: la prima che si doveva muovere e continuare a fare ciò che doveva, mentre la seconda era che non riusciva a muoversi.
Incontro tra Kai e Reita, la sera prima del concerto al Tokyo Dome.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kai, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, ho cercato tanto come si dicesse “ confessioni “ in lingua giapponese, spero di esserci riuscita. m(_ _)m

Qualche giorno fa ho avuto una notizia, anche se già si sapeva che c’erano dei dubbi sull’effettivo nome di Reita, ho sempre pensato che fosse Ryo e non Akira, ok mi sbagliavo.

Da fonti certe ho saputo che lui si chiama Akira, Ryo deve essere un altro soprannome che aveva..

Quindi da ora in poi (tranne che per Painful paradise, perché ormai cambiargli il nome lì mi sembra stupido) lo chiamerò così.

Che poi non cambia molto……

Non è una mano, non un piede, non un braccio, non una faccia,
Nessun’altra parte appartenente ad un uomo.
Cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo rosa,
Chiamata con un altro nome, profumerebbe come dolce.

Buona lettura!

 

Unico avvertimento, questa storia tratta temi omosessuali anche se appena accennati.

I personaggi citati non mi appartengono e nulla di ciò che ho raccontato è accaduto veramente.

 

 

告白

Jihaku

 

 

Non riusciva a calcolare da quanto tempo si trovava immobile, dietro quel pilastro a fissarlo; le uniche cose che aveva ben chiare nella mente erano due: la prima che si doveva muovere e continuare a fare ciò che doveva, mentre la seconda era che non riusciva a muoversi.

Si era diretto lì per il solito sopralluogo, una routine per lui, in fondo era compito suo accettarsi che i tecnici facessero bene il proprio lavoro. Doveva solo controllare che tutto fosse sistemato per il grande concerto che li attendeva la sera successiva; ma l’ultima cosa che si aspettava era di trovare proprio lui ancora lì.

Controllò di nuovo l’orologio da polso, come se qual gesto potesse aiutarlo in qualche modo; le lancette segnavano sempre le undici e trenta della sera.

Nessun rumore proveniva da quel luogo, solo ogni tanto si udiva un basso “ do “.

Da dove si trovava riusciva a vedere perfettamente la figura di Akira seduto sul palco, in braccio teneva il suo amato basso; non lo suonava ma si limitava a far vibrare quella corda di tanto in tanto.

Si decise a compiere qualche passo, come la sua figura fu a portata di vista del bassista si fermò, quest’ultimo alzò lo sguardo su di lui .

“ buona sera Akira “ disse alzando la mano

“ buona sera Yutaka “

Vide il ragazzo alzarsi e poggiare il basso sul piedistallo, per poi spolverarsi con le mani i pantaloni.

Mentre lui si avvicinava vide scendere dal grande palco Akira, di nuovo si ritrovò a rimirarlo. Si muoveva come un felino, con quella camminata naturalmente sexy, il cuore cominciò a corrergli all’impazzata come ogni volta che si trovava vicino al bassista.

“ come mai qui? “ la voce di Akira lo riportò alla realtà

“ i-io.. “ non balbettare pensò “ devo controllare.. che sia tutto a posto per domani, tu invece? “

“ pensavo.. “ dicendo questo, l’amico si voltò verso il grande palco

Rimirò quel profilo meraviglioso che conosceva a memoria, ma che non si stancava mai di osservare. Senza fascetta a coprirgli il naso, il volto di Akira assumeva un tono dolce, lo tramutava del tutto.

“ hai paura? “ quelle parole gli scivolarono dalle labbra leggere.

Akira si voltò di nuovo verso di lui, il Tokyo Dome era quasi totalmente immerso nel buio, solo una fioca luce illuminava il palco.

“ si..un po’ “

Rimase sbalordito da quella risposta sussurrata dall’amico, non si aspettava che lo ammettesse così facilmente.

“ Se può esserti di aiuto, anche io ne ho.. anzi direi addirittura che sono terrorizzato “ cercò di rincuorare l’amico.

Akira soffiò una leggera risata “ siamo messi bene “

“ già.. “ abbassò di poco lo sguardo, per poi puntarlo di nuovo in quello del bassista “ e credo che anche gli altri lo siano.. insomma Akira è il Dome “

“ hai ragione, l’abbiamo tanto atteso questo obbiettivo ma ora, fa paura “

“ per questo sono convinto che andrà benissimo, daremo del nostro meglio “

Akira annuì senza aggiungere altro, anche lui sapeva che avrebbero dato anima e corpo al live della sera successiva.

“ controlliamo? “

Yutaka sorrise “ non c’è bisogno che lo faccia anche tu “

“ già che ci sono, ti faccio compagnia “

“ non hai da fare? “

Akira guardò l’orario “ Taka è a cena dai suoi, quindi farà tardi “

“ ah! ok allora.. “ salì i gradini che portavano al palco nel silenzio più totale.

Sentiva il bassista dietro di se, anche lui non parlava e in tutto l’auditorium regnava un silenzio surreale.

“ Yutaka Kun “ si sentì chiamare, mentre controllava che gli amplificatori fossero correttamente collegati.

“ mh.. dimmi.. “  rispose senza voltarsi, continuando ad osservare i cavi.

“ ci.. sarebbe una cosa, di cui vorrei parlarti.. “

Gli si gelò il sangue nelle vene, aveva sempre paura che qualcuno si accorgesse dei sentimenti che provava per Akira; quindi quando si trovava in certe situazioni era difficile frenare la paura.

“ tranquillo, dimmi pure.. “ cercò di mantenere un tono calmo e tranquillo, in fondo non era sicuro di cosa gli volesse parlare l’amico.

“ puoi guardarmi? “

Si dovette imporre di voltarsi, perché il primo istinto fu quello di fuggire via lontano; lo fece piano, come un condannato a morte raggiungerebbe il patibolo. Non parlò, ma stette in silenzio ad attendere che l’amico si decidesse a dire ciò che doveva.

“ mi.. dispiace Yutaka “

Spalancò gli occhi “ per.. cosa? “ chiese, nonostante immaginasse la risposta.

“ per.. non poterti dare.. ciò che desideri “

Alla fine, il momento che non voleva arrivasse mai era giunto, veloce e doloroso come una freccia in pieno petto.

Non sapeva come reagire, cosa dire o fare; probabilmente mentire sarebbe stata la strategia migliore, bastava inventarsi qualcosa di plausibile.

“ i-io.. “ non riuscendo a trovare le parole nella sua testa, l’unica cosa che riuscì a pensare era un vecchio detto: tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. Era proprio vero, i vecchi detti non sbagliavano mai, una cosa era dire, mentre tutt’altro era metterle in pratica.

“ perdonami se ti ho messo in imbarazzo Yuta-kun.. ma non vorrei che tu pensassi che sono un insensibile.. “

Riusciva a scorgere l’imbarazzo e la difficoltà che provava il bassista nel pronunciare quelle parole, nemmeno per lui doveva essere facile affrontarlo.

“ scusami tu Akira “

“ e di cosa? “

“ non dovevo permettermi di arrivare fino a questo punto “

Il ragazzo di fronte a lui piegò le labbra in un sorriso “ ma al cuore non si comanda Yuta.. nemmeno tu puoi farlo.. “

Lui si portò una mano al volto, portandosi poi una ciocca di capelli dietro l’orecchio “ posso chiederti una cosa Akira? “

“ certo.. “

“ non dirlo a Takanori, non voglio che lui venga a sapere che mi sono innamorato del suo ragazzo.. “  si vergognava nel pronunciare quelle parole, ma doveva farlo; era arrivato il momento di affrontare la questione. Arrivati a quel punto sarebbe stato inutile continuare a mentire, nonché stupido da parte sua, ora doveva salvare il salvabile.

“ veramente Yuta.. me lo ha detto lui che ti piacevo, io non me ne ero accorto.. lo sai come sono, non vedo le cose se non mi cadono davanti al naso “

Per l’ennesima volta gli si gelò il sangue nelle vene, non riusciva a pensare a Takanori che era a conoscenza del suo amore per il bassista.

“ oh cielo! È una catastrofe.. “

“ calmati Yuta.. “  Akira gli poggiò una mano sulla spalla “ lui non è arrabbiato, è solo in pensiero per te “

“ in pensiero? “ si sentiva stupido, ma davvero non riusciva a comprendere; perché mai Takanori doveva essere in pensiero per un uomo innamorato del suo ragazzo?

“ si.. si preoccupa che tu stia bene.. in verità, non voleva nemmeno che ti dicessi che lui ne è a conoscenza, sai non vuole che tu pensi che sia in collera con te o che sia geloso.. ti vuole bene “

“ e io ne voglio a lui! “ si affrettò a rispondere, come se quelle parole ne valessero della propria vita.

“ lo sa.. “

“ non farei mai nulla per ferirvi.. “

“ sa anche questo, l’unico suo pensiero è il tuo stato d’animo “

Si prese un attimo di tempo prima di parlare, voleva chiarirsi bene le idee e cercare le parole giuste.

“ nonostante tutto sto bene, perché al tuo fianco hai una persona splendida e che ti ama alla follia.. poi è impossibile non volere bene a Taka, per questo riesco ad andare avanti aspettando che questo sentimento si quieti.. “

Akira inaspettatamente lo abbracciò forte, per quanto lo strinse si sentì svuotare i polmoni; quella sensazione di calore era confortante, anche se sapeva bene che li legava solo un sentimento di amicizia.

“ sei un bravo ragazzo Yuta kun, sono certo che anche tu troverai la tua anima gemella, un ragazzo che ti amerà completamente.. “ pronunciando queste parole si staccò da lui.

“ grazie Akira “

“ ora vado, tra poco anche Taka tornerà a casa.. “

“ si vai e stai attento “

“ certo, e tu va a casa a riposare, domani sarà una giornata faticosa “

Mentre il bassista si allontanava da lui rimase a guardarlo, le sue spalle si facevano sempre più lontane fino a sparire oltre la porta.

Non sapeva come Takanori era riuscito a capirlo, ma ormai era troppo tardi; quello che poteva fare ora era cercare di reprimere quel sentimento. I suoi due amici erano nati per stare insieme, chiunque si imbattesse in loro poteva percepire l’alchimia che li legava.

Lui li amava con tutto se stesso, ed era proprio felice che stessero così bene insieme, per tutti questi motivi era sicuro di aver preso la giusta decisione; si rinunciare ad Akira era la cosa migliore da fare.

Si voltò di nuovo verso l’amplificatore per continuare il proprio lavoro, con il cuore in qualche modo più leggero.

 

Nel buio del Dome, seduto in uno dei sedili delle prime file, un ragazzo sorridente osservava Yutaka lavorare. Sorrideva per aver assistito a quella discussione tra i due amici, quelle parole gli facevano presumere che forse anche per lui si poteva aprire uno spiraglio di speranza.

Magari ora non sarebbe più rimasto solo amico e assistente alla batteria di Yutaka, magari poteva divenire qualcosa di più.

“ ci penserò io a te Yutaka, ti sarò vicino amandoti come sempre.. “ sussurrò al buio.

 

The End

 

Decisamente corta per i miei standard: 1599 parole mi informa Word, però mi è uscita così mentre ero in fila dal dottore.

Carta e penna come facevano gli antichi, adoro tenere la penna in mano e macchiare i fogli con l’inchiostro della biro rigorosamente nera! >_<

Un amore non corrisposto, perché in genere scrivo sempre con dei lieti fini, dove prima o poi l’amore trionfa però, nella vita vera non sempre vanno così le cose, a volte la vita è bastarda.

Oggi ho scritto di questo, così di getto che mi sembra quasi un brutto lavoro, perché non ho passato troppo tempo a rimuginare sulla trama e sulle parole scritte.

Se è brutta mi perdonate vero? XD

Ora mi dileguo, non preoccupatevi non ho abbandonato Painful Paradise ^-^

また 会いましょう!!

mata aimasyo!!  <3

 

 

 

 

 

 

   
 
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