Ciao a tutti, ho cercato tanto come si
dicesse “ confessioni “ in lingua giapponese, spero di esserci riuscita. m(_
_)m
Qualche giorno fa ho avuto una notizia,
anche se già si sapeva che c’erano dei dubbi sull’effettivo nome di Reita, ho sempre pensato che fosse Ryo e non Akira, ok mi
sbagliavo.
Da fonti certe ho saputo che lui si
chiama Akira, Ryo deve essere un altro soprannome che aveva..
Quindi da ora in poi (tranne che per Painful paradise, perché ormai
cambiargli il nome lì mi sembra stupido) lo chiamerò così.
Che poi non cambia molto……
Non è una mano, non un piede, non un
braccio, non una faccia,
Nessun’altra parte appartenente ad un uomo.
Cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo rosa,
Chiamata con un altro nome, profumerebbe come dolce.
Buona lettura!
Unico avvertimento, questa storia tratta temi
omosessuali anche se appena accennati.
I personaggi citati non mi appartengono e
nulla di ciò che ho raccontato è accaduto veramente.
告白
Jihaku
Non
riusciva a calcolare da quanto tempo si trovava immobile, dietro quel pilastro
a fissarlo; le uniche cose che aveva ben chiare nella mente erano due: la prima
che si doveva muovere e continuare a fare ciò che doveva, mentre la seconda era
che non riusciva a muoversi.
Si
era diretto lì per il solito sopralluogo, una routine per lui, in fondo era
compito suo accettarsi che i tecnici facessero bene il proprio lavoro. Doveva
solo controllare che tutto fosse sistemato per il grande concerto che li
attendeva la sera successiva; ma l’ultima cosa che si aspettava era di trovare
proprio lui ancora lì.
Controllò
di nuovo l’orologio da polso, come se qual gesto potesse aiutarlo in qualche
modo; le lancette segnavano sempre le undici e trenta della sera.
Nessun
rumore proveniva da quel luogo, solo ogni tanto si udiva un basso “ do “.
Da
dove si trovava riusciva a vedere perfettamente la figura di Akira seduto sul
palco, in braccio teneva il suo amato basso; non lo suonava ma si limitava a
far vibrare quella corda di tanto in tanto.
Si
decise a compiere qualche passo, come la sua figura fu a portata di vista del
bassista si fermò, quest’ultimo alzò lo sguardo su di lui .
“ buona sera Akira “ disse
alzando la mano
“ buona sera Yutaka “
Vide
il ragazzo alzarsi e poggiare il basso sul piedistallo, per poi spolverarsi con
le mani i pantaloni.
Mentre
lui si avvicinava vide scendere dal grande palco Akira, di nuovo si ritrovò a
rimirarlo. Si muoveva come un felino, con quella camminata naturalmente sexy,
il cuore cominciò a corrergli all’impazzata come ogni volta che si trovava
vicino al bassista.
“ come mai qui? “ la
voce di Akira lo riportò alla realtà
“ i-io.. “ non
balbettare pensò “ devo controllare.. che
sia tutto a posto per domani, tu invece? “
“ pensavo.. “ dicendo
questo, l’amico si voltò verso il grande palco
Rimirò
quel profilo meraviglioso che conosceva a memoria, ma che non si stancava mai
di osservare. Senza fascetta a coprirgli il naso, il volto di Akira assumeva un
tono dolce, lo tramutava del tutto.
“ hai paura? “ quelle
parole gli scivolarono dalle labbra leggere.
Akira
si voltò di nuovo verso di lui, il Tokyo Dome era quasi totalmente immerso nel
buio, solo una fioca luce illuminava il palco.
“
si..un po’ “
Rimase
sbalordito da quella risposta sussurrata dall’amico, non si aspettava che lo
ammettesse così facilmente.
“ Se può esserti di aiuto,
anche io ne ho.. anzi direi addirittura che sono terrorizzato “ cercò
di rincuorare l’amico.
Akira
soffiò una leggera risata “ siamo messi
bene “
“ già.. “ abbassò
di poco lo sguardo, per poi puntarlo di nuovo in quello del bassista “ e credo che anche gli altri lo siano..
insomma Akira è il Dome “
“ hai ragione, l’abbiamo tanto
atteso questo obbiettivo ma ora, fa paura “
“ per questo sono convinto che
andrà benissimo, daremo del nostro meglio “
Akira
annuì senza aggiungere altro, anche lui sapeva che avrebbero dato anima e corpo
al live della sera successiva.
“ controlliamo? “
Yutaka
sorrise “ non c’è bisogno che lo faccia
anche tu “
“ già che ci sono, ti faccio
compagnia “
“ non hai da fare? “
Akira
guardò l’orario “ Taka è a cena dai suoi,
quindi farà tardi “
“ ah! ok allora.. “ salì
i gradini che portavano al palco nel silenzio più totale.
Sentiva
il bassista dietro di se, anche lui non parlava e in tutto l’auditorium regnava
un silenzio surreale.
“ Yutaka Kun “ si
sentì chiamare, mentre controllava che gli amplificatori fossero correttamente
collegati.
“ mh.. dimmi.. “ rispose senza voltarsi, continuando ad
osservare i cavi.
“ ci.. sarebbe una cosa, di
cui vorrei parlarti.. “
Gli
si gelò il sangue nelle vene, aveva sempre paura che qualcuno si accorgesse dei
sentimenti che provava per Akira; quindi quando si trovava in certe situazioni
era difficile frenare la paura.
“ tranquillo, dimmi pure.. “ cercò
di mantenere un tono calmo e tranquillo, in fondo non era sicuro di cosa gli
volesse parlare l’amico.
“ puoi guardarmi? “
Si
dovette imporre di voltarsi, perché il primo istinto fu quello di fuggire via
lontano; lo fece piano, come un condannato a morte raggiungerebbe il patibolo.
Non parlò, ma stette in silenzio ad attendere che l’amico si decidesse a dire
ciò che doveva.
“ mi.. dispiace Yutaka “
Spalancò
gli occhi “ per.. cosa? “ chiese,
nonostante immaginasse la risposta.
“ per.. non poterti dare.. ciò
che desideri “
Alla
fine, il momento che non voleva arrivasse mai era giunto, veloce e doloroso
come una freccia in pieno petto.
Non
sapeva come reagire, cosa dire o fare; probabilmente mentire sarebbe stata la
strategia migliore, bastava inventarsi qualcosa di plausibile.
“ i-io.. “ non
riuscendo a trovare le parole nella sua testa, l’unica cosa che riuscì a
pensare era un vecchio detto: tra il dire
e il fare, c’è di mezzo il mare. Era proprio vero, i vecchi detti non
sbagliavano mai, una cosa era dire, mentre tutt’altro era metterle in pratica.
“ perdonami se ti ho messo in
imbarazzo Yuta-kun.. ma non vorrei che tu pensassi che sono un insensibile.. “
Riusciva
a scorgere l’imbarazzo e la difficoltà che provava il bassista nel pronunciare
quelle parole, nemmeno per lui doveva essere facile affrontarlo.
“ scusami tu Akira “
“ e di cosa? “
“ non dovevo permettermi di arrivare
fino a questo punto “
Il
ragazzo di fronte a lui piegò le labbra in un sorriso “ ma al cuore non si comanda Yuta.. nemmeno tu puoi farlo.. “
Lui
si portò una mano al volto, portandosi poi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio “ posso chiederti una cosa
Akira? “
“ certo.. “
“ non dirlo a Takanori, non
voglio che lui venga a sapere che mi sono innamorato del suo ragazzo.. “ si vergognava nel pronunciare quelle parole,
ma doveva farlo; era arrivato il momento di affrontare la questione. Arrivati a
quel punto sarebbe stato inutile continuare a mentire, nonché stupido da parte
sua, ora doveva salvare il salvabile.
“ veramente Yuta.. me lo ha
detto lui che ti piacevo, io non me ne ero accorto.. lo sai come sono, non vedo
le cose se non mi cadono davanti al naso “
Per
l’ennesima volta gli si gelò il sangue nelle vene, non riusciva a pensare a
Takanori che era a conoscenza del suo amore per il bassista.
“ oh cielo! È una catastrofe..
“
“ calmati Yuta.. “ Akira gli poggiò una mano sulla spalla “ lui non è arrabbiato, è solo in pensiero
per te “
“ in pensiero? “ si
sentiva stupido, ma davvero non riusciva a comprendere; perché mai Takanori
doveva essere in pensiero per un uomo innamorato del suo ragazzo?
“ si.. si preoccupa che tu
stia bene.. in verità, non voleva nemmeno che ti dicessi che lui ne è a
conoscenza, sai non vuole che tu pensi che sia in collera con te o che sia
geloso.. ti vuole bene “
“ e io ne voglio a lui! “ si
affrettò a rispondere, come se quelle parole ne valessero della propria vita.
“ lo sa.. “
“ non farei mai nulla per
ferirvi.. “
“ sa anche questo, l’unico suo
pensiero è il tuo stato d’animo “
Si
prese un attimo di tempo prima di parlare, voleva chiarirsi bene le idee e
cercare le parole giuste.
“ nonostante tutto sto bene,
perché al tuo fianco hai una persona splendida e che ti ama alla follia.. poi è
impossibile non volere bene a Taka, per questo riesco ad andare avanti
aspettando che questo sentimento si quieti.. “
Akira
inaspettatamente lo abbracciò forte, per quanto lo strinse si sentì svuotare i
polmoni; quella sensazione di calore era confortante, anche se sapeva bene che
li legava solo un sentimento di amicizia.
“ sei un bravo ragazzo Yuta
kun, sono certo che anche tu troverai la tua anima gemella, un ragazzo che ti
amerà completamente.. “ pronunciando queste parole si
staccò da lui.
“ grazie Akira “
“ ora vado, tra poco anche
Taka tornerà a casa.. “
“ si vai e stai attento “
“ certo, e tu va a casa a
riposare, domani sarà una giornata faticosa “
Mentre
il bassista si allontanava da lui rimase a guardarlo, le sue spalle si facevano
sempre più lontane fino a sparire oltre la porta.
Non
sapeva come Takanori era riuscito a capirlo, ma ormai era troppo tardi; quello
che poteva fare ora era cercare di reprimere quel sentimento. I suoi due amici
erano nati per stare insieme, chiunque si imbattesse in loro poteva percepire
l’alchimia che li legava.
Lui
li amava con tutto se stesso, ed era proprio felice che stessero così bene
insieme, per tutti questi motivi era sicuro di aver preso la giusta decisione;
si rinunciare ad Akira era la cosa migliore da fare.
Si
voltò di nuovo verso l’amplificatore per continuare il proprio lavoro, con il
cuore in qualche modo più leggero.
Nel
buio del Dome, seduto in uno dei sedili delle prime file, un ragazzo sorridente
osservava Yutaka lavorare. Sorrideva per aver assistito a quella discussione
tra i due amici, quelle parole gli facevano presumere che forse anche per lui
si poteva aprire uno spiraglio di speranza.
Magari
ora non sarebbe più rimasto solo amico e assistente alla batteria di Yutaka,
magari poteva divenire qualcosa di più.
“ ci penserò io a te Yutaka,
ti sarò vicino amandoti come sempre.. “ sussurrò al buio.
The
End
Decisamente
corta per i miei standard: 1599 parole mi informa Word, però mi è uscita così
mentre ero in fila dal dottore.
Carta e penna
come facevano gli antichi, adoro tenere la penna in mano e macchiare i fogli
con l’inchiostro della biro rigorosamente nera! >_<
Un amore non
corrisposto, perché in genere scrivo sempre con dei lieti fini, dove prima o
poi l’amore trionfa però, nella vita vera non sempre vanno così le cose, a
volte la vita è bastarda.
Oggi ho scritto
di questo, così di getto che mi sembra quasi un brutto lavoro, perché non ho
passato troppo tempo a rimuginare sulla trama e sulle parole scritte.
Se è brutta mi
perdonate vero? XD
Ora mi dileguo,
non preoccupatevi non ho abbandonato Painful Paradise ^-^
また 会いましょう!!
mata aimasyo!! <3