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Autore: gowaylow    04/05/2011    0 recensioni
Il mondo farà schifo anche domani. Che bisogno c'è di avere fretta? Domani. Ci sarà sempre un domani da affrontare. Per oggi posso concedermi qualche ora di egoismo. Ci sono solo io qui,io e la musica che mi perfora il cervello.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La musica mi riempiva le orecchie,mi stordiva e mi trascinava con forza in un mondo fatto di suoni cupi e ritmici,senza curarsi di rendermi del tutto impreparata al resto. L’udito è un senso su cui faccio molto affidamento,più del tatto e della vista. Quando qualcuno vuole farmi del male,per me che sono magra e gracile,l’unica via di salvezza è la prevenzione. Il corpo a corpo è decisamente da escludere. E l’unica modo per prevenire qualcosa è sentirla arrivare. Così indifesa,estranea e spaesata,mi lascio cullare dalla voce della cantante,acuta e femminile,a modo suo provocante,e mi perdo in parole che non hanno il minimo senso. Non voglio capirle,non ho scelto questa canzone per il messaggio fortemente profondo del suo testo. Canzoni del genere servono solo a perdere conoscenza,ballando. Ad occhi chiusi,mi muovo velocemente,seguendo più il battito accelerato del mio cuore che quello della batteria. Avverto la sensazione calda e morbida dei capelli sul viso,ma non mi da fastidio. Niente mi potrebbe dare fastidio ora come ora. Non sono più qui,chiusa in un ambiente di qualche genere; non esiste più il tempo. L’unica cosa che scorre è il mio sangue,caldo e veloce,come me.
Credo di essermi sentita ansiosa poco prima e non riesco a ricordarne il perché. Ragioni,ragioni,ragioni. Chi ha bisogno di un perché quando si può semplicemente ballare? Il pavimento sotto i miei piedi deve essere sparito. Sono sicura che c’era quando sono arrivata,ma deve essere andato distrutto come il resto. Sarà col tempo e le emozioni,ora. A nuotare in qualche buco nero senza fine e senza spazio,senza barriere e confini. Senza tempo,pure lui. Mi muovo anche se non sono stata io a volerlo. Il mio corpo reagisce da sé,disobbedendo agli ordini della mente.
La mia mente..dov’è? non la sento più. C’è uno strano vuoto al suo posto,la consapevolezza di essere rimasta sola in balia della musica. Sempre più forte,sempre più veloce,sempre più profonda. Il cuore si muove al ritmo della canzone. E se questa finisse? Anche lui smetterebbe di battere?. Si può vivere senza un cuore? Credo di si. Il mio ho smesso di ascoltarlo anni fa. Non mi serve.
Un leggero odore di sudore,colonia e vodka mi solletica il naso. Lo percepisco appena,ma so che c’è. Un luce fioca irrompe sui miei occhi,oltrepassa le palpebre chiuse e disegna strane forme colorate nel buio che mi avvolge. Mi sento calda,come se avessi la febbre. La mente è vuota,leggera e debole,i pochi pensieri che colgo riguardano tutti quanti la sete. Deglutisco,ho la gola secca e arida. Ho bisogno d’acqua,eppure non voglio lasciare questa pista. Aprire gli occhi significherebbe ritornare nel mondo reale,riacquistare coscienza di me e di ciò che mi circonda. E so che quello che mi circonda,non mi piacerebbe. Non voglio sapere che si è fatto tardi,che è tempo di tornare a casa. Non voglio tornare a casa. Non ho voglia di fare niente,in effetti. Solo di rimanere qui,immersa fino all’ultimo capello nel nulla più assoluto e,almeno per un po’,ignorarmi. Il mondo farà schifo anche domani,che bisogno c’è di avere fretta?. Domani,ci sarà sempre un domani da affrontare. Per oggi posso concedermi qualche ora di egoismo. Ci sono solo io qui,io e la musica che mi perfora il cervello. Non sento neanche più il mio respiro ormai. Anche gli odori sono spariti. Sto sparendo nel vuoto.
[Jude] uhm..no..Jude non c’è.
[Jude!]una voce,diversa dalla musica,più acuta e tuttavia appena udibile in confronto al rumore sicuro e possente delle chitarre irrompe sinuosamente nella mia testa. Mi sembra quasi di averla immaginata,non può essere reale. [Jude,andiamo!] percepisco un vago senso di ..preoccupazione? no,no,no. Non c’è preoccupazione qui,non c’è niente: è questo il bello.
Perché devono sempre rovinare tutto?
[JUDE!]
l’urlo mi spaventa e mi costringe ad aprire gli occhi in uno scatto involontario. Fosse per me avrei ignorato la voce,ma anche se non lo sento il mio corpo esiste ancora e reagisce a modo suo,senza prendere in considerazione i miei desideri. [andiamo via di qui,forza!] mi tende una mano,che io fisso senza capire. Sono ancora stordita. Il mondo vero mi ha appena afferrato i piedi e tirato giù a forza,di sorpresa e mentre io sto ancora ballando,il mio corpo si sente di nuovo vivo. Vedo il pavimento,mattonelle grigie e rovinate dal tempo; poi il soffitto,un po’ troppo basso per chi è alto due metri ma perfetto per gente come me che superano a malapena l’uno e settanta. Persone. Ma certo,ci sono anche altre persone oltre me. Brutte persone. Guardarli mi allontana inesorabilmente dalla mia realtà ovattata: mi disgustano e il disgusto è un sentimento troppo forte da ignorare.
Una ragazzina bionda,ad occhio e croce una quindicenne, è accovacciata a quattro zampe proprio sul quel pavimento lurido di cui ho memoria solo adesso. Vomita e sul suo viso giovane e privo di rughe porta i segni di un ingenuità contaminata,distrutta e persa per sempre. Non mi devo neanche concentrare tanto per capire che è sconvolta: non nel senso di turbata,ma nel senso che è fatta. Deve aver preso qualche pasticca,ne girano abbastanza all’ Universe. Nome azzeccato per una pensione con poltrone rosse e barboncino a fare la guardia alla porta. Per niente adatto ad un rifugio per vagabondi,drogati e spacciatori. E per chiunque abbia una vita talmente schifosa da preferire un buco del genere alla propria casa. Della bella pensione di un tempo ormai resta solo il ricordo: in passato la gente ci veniva volentieri,non so come o perché,ma ad un certo punto è stata semplicemente abbandonata al suo destino. Il tempo ha contribuito a danneggiarla,ingiallendo i colori delle pareti e rovinando l’aria confortevole che la distingueva. Noi abbiamo fatto il resto. Abbassando lo sguardo sul vestito della ragazza,non posso non avere un dejà vù. Quante volte sono stata nella sua stessa situazione?
[Jude?] di nuovo quella voce,la conosce eppure mi sfugge il nome a cui potrebbe appartenere.
[andiamo,dai] la sua mano è ancora allungata in mia direzione e senza che io opponga resistenza,mi afferra il braccio destro costringendomi a muovermi. Non so dove stiamo andando,però mi fido di lui. L’ultima occhiata è per la biondina intravista poco fa: la ritrovo a malapena nell’ammasso di gente che balla senza ritegno ma quando scorgo il suo vestito color azzurro scuro muoversi in mezzo al gruppo di ballerini improvvisati,tiro un sospiro come se fossi davvero sollevata di vederla in piedi,come se mi potesse importare sul serio di una sconosciuta. L’aria fresca mi investe il viso e un brivido freddo mi sale lungo la schiena. La mia bolla di sapone è inesorabilmente distrutta,scoppiata come la maggior parte dei ragazzi che frequentano l’Universe. Sento il mio cuore battere,le mie braccia che si muovono e la mano di qualcuno stretta alla mia.
[Sam] parlare mi fa uno strano effetto e non mi servono le occhiate del mio migliore amico per capire il mio timbro è più basso del solito.
[chi pensavi che fosse?] la sua voce è ricca del sarcasmo a cui sono abituata,quindi mi limito a sorridergli.
[hai un aspetto orribile] continua, con una nota di rimprovero nel tono e questo, in un certo senso, mi irrita. Parla proprio lui che ieri sera non riusciva neanche a camminare. Non abbasso lo sguardo,perché non ho niente di cui rimproverarmi e di sicuro non devo dare spiegazioni a nessuno di ciò che faccio.
[andiamo.] secca e fredda,non ho voglia di litigare proprio adesso. Una seconda ventata di aria fredda mi colpisce,costringendomi a dare un’occhiata al cielo. Se sta per mettersi a piovere voglio saperlo in anticipo così mi abituo all’idea di inzupparmi. Con mia grande sorpresa trovo una distesa di blu scuro,limpida e libera dalla presenza di nuvole,accesa da qualche timida stella qui e là.
[ok,andiamo..] annuisce e senza lasciarmi la mano mi conduce sul marciapiede.
  
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