Fan Fiction partecipanti alla Challenge indetta
dalla Community
“{ 1FRASE } cinquanta temi, cinquanta frasi.”
Utilizzando il Set Beta
Titolo: Fifty Waves
Autore:
Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Giallo
Genere: Generale, Commedia,
Drammatico
Avvertimenti: One Shot, What…if?
Personaggi: OC!Liguria/Faber
Vargas – Giorgio Vargas di Seborga/Principato di Seborga, accenni di Arthur
Kirkland, Ivan Braginski, Regioni Italiane, Feliciano e Lovino Vargas
Pairing: Nessuno
Trama: Faber e Giorgio sono nati dal
mare e forse è per questo che sono così scostanti ed uguali: sono come le onde
che si infrangono sugli scogli, che si squarciano in creste bianche, che si
lanciano una destra e l’altra a sinistra, prima di unirsi con un mugghiante -e mugugnante-
sospiro di spuma. [#13 –
Mare]
Dedica: a Silentsky
Note: Ta-da! Ho deciso di
partecipare anche io con la Challenge 1 frase! [Set Beta] Spero che non
facciano schifo, LOL!
Piccole informazioni di servizio:
-La #01, #04, #17, #42, #46 trattano della storia di Seborga (Creazione
del Feudo – Tentativo di Amedeo II di Savoia di comprarlo – Dichiarazione di
Indipendenza (#17 e #42) – Cessione ad Amedeo II)
-La #16, #37, #43, #50 hanno per protagonista quello che io chiamo
affettuosamente DarkSeborga (e per
cui fangirleggio in modo assolutamente indegno)
Per il resto non ci sono altre note
degne di sorta, se avete qualche dubbio chiedete pure!
Dedico questo esperimento a Silentsky, ovviamente, e a tutti le
lettrici e i lettori che mi sostengono nelle disavventure di questi luschi qui!
(PIIIK! APROSDOKETOOOOON!)
Ah! E se cercate bene, ho
lasciato un piccolo indizio circa il primo nome del nostro Liguria! Eh sì! Perché
nella mia mente malata il nostro vecchio preferito ha assunto il nome di Faber
alla morte del cantautore, accompagnandolo al primo nome. Muahaha! Vediamo se
lo scovate XD
E, come al solito, sono disseminate
una barcata di citazioni di De Andrè, tra titoli, versi ed ambientazioni.
Vi rimando qui per le informazioni
varie:
http://hetalia.wikia.com/wiki/Seborga
http://it-it.facebook.com/note.php?note_id=151354394897406
http://it.wikipedia.org/wiki/Seborga
www.seborga.homeip.net/Seborga_it.html
Per le le altre fan fiction su Liguria e Seborga: Liguria&Seborga: Storie d'una Regione Borbottante e di un Principato Indipendente dal '63
Wordcounter: 2038 (Titolo escluso)
Fifty Waves
{Cinquanta Onde}
#01 – Angelo
Non credo agli Angeli, io ripeteva sempre Giorgio, evitando ogni volta di dire al vecchio Liguria
di come, nel 954 quando lo aveva visto per la prima volta insieme al Monaco
Benedettino di Lerino, con quel suo sorriso sghembo appeso agli zigomi cadenti
e gli occhi brillanti, avesse pensato a qualcosa di vagamente sovrannaturale.
#02 – Sorriso
Liguria
aveva cominciato a soffrire di un fastidioso dolore alla mandibola da quando
Giorgio era entrato nella sua vita.
#03 – Felicità
Se il
piccolo Giorgio avesse dovuto dare un sapore alla felicità certo avrebbe scelto quello del Pinguino che il vecchio
Faber gli prendeva sempre quando camminavano sul lungomare di Camogli.
#04 – Pericolo
A Liguria
non era piaciuto affatto lo sguardo che Vittorio Amedeo II di Savoia aveva
lanciato al piccolo Giorgio che chiacchierava e cinguettava fra le sue braccia.
#05 – Confusione
“Ma come
pensi di poter essere riconosciuto Stato Indipendente se non sei nemmeno capace
di tenere in ordine la tua stanza, belinun?!”
#06 – Mondo
Il mondo era
mare, era infinito, era pericolo, una vastità che avrebbe potuto inghiottire
Giorgio e che Liguria faceva una fatica immensa a tenere a bada.
#07 – Finestra
Giorgio la
domenica stava sempre appresso la finestra solo per vedere il zoppicante
Liguria avvicinarsi con un barattolo di pesto fra le dita nodose.
#08 – Spazio
Fatemi spazio borbottava Liguria,
in mezza alla folla, mentre cercava di acchiappare un esaltato Giorgio che
sgambettava verso il palco per vedere più da vicino quel famoso cantautore
genovese di cui il vecchio tanto tesseva le lodi.
#09 – Vista
La vista
dall’altopiano è da togliere il fiato, quel maledetto ragazzino ha ragione.
#10 – Pace
Liguria sa
che non c’è niente di meglio che sedere al porto, una sigaretta tra le labbra,
fra le mani la chitarra ed il piccolo Giorgio che canticchia a mezza voce Canto del Servo Pastore.
#11 – Sbaglio
Giorgio è
sicuro di non aver commesso alcun errore nel volere l’Indipendenza, nemmeno lo
sguardo irato e ferito del vecchio lo faranno tornare sui suoi passi.
#12 – Occhio
Liguria ha
gli occhi cisposi, sormontati da sopracciglia cespugliose, ma la luce che vi
brilla è la più giovane e al tempo stesso la più anziana che Giorgio abbia mai
visto.
#13 – Mare
Faber e
Giorgio sono nati dal mare e forse è per questo che sono così scostanti ed
uguali: sono come le onde che si infrangono sugli scogli, che si squarciano in
creste bianche, che si lanciano una destra e l’altra a sinistra, prima di
unirsi con un mugghiante -e mugugnante-
sospiro di spuma.
#14 – Folla
Spintonati
in ogni dove dalla gente che affolla il caruggio
Faber non capisce se è lui a trattenere Giorgio o Giorgio a trascinarlo per le
vie infiocchettate di luminose ghirlande natalizie.
#15 – Gabbiano
A Seborga
piacevano i gabbiani: il loro piumaggio candido, la testa sempre rivolta al
mare, le ali che sapevano danzare sul soffio del vento, il cuore dai battiti
veloci, quasi impazziti; piangeva sempre quando i gabbiani si levavano in volo
e lo lasciavano solo entro le muricciola del suo piccolo Principato.
#16 – Sogno
C’è un sogno
ricorrente nelle notti del giovane Giorgio, un sogno che si sgretola ad ogni
alba, perché non c’è più un’Italia nel Gran Regno di Seborga, non più
Feliciano, non più Lovino, non più Faber.
#17 – Libertà
Il vecchio
Liguria non pensava che la parola libertà
potesse avere un suono così disgustoso se pronunciata dalle labbra di
Giorgio.
#18 – Gelato
Faber ha
smesso da tempo di chiedersi per quale assurdo motivo, se Giorgio ha intenzione
di assaggiare tutti i gelati che il Baciollo propone, finisce sempre col
prendere il Paciughino.
#19 – Controllo
Non può,
andiamo, non può mantenere il controllo, non dopo che Francis ha, di nuovo, tentato di rendere Seborga un
suo territorio.
#20 – Pesce
Il pesce
guizza, lampeggiano le squame, sciaborda l’acqua, ridono il vecchio e il
bambino.
#21 – Sole
I raggi del
sole spezzano l’acqua in riflessi d’oro, uno spettacolo che Seborga trova
ancora più incantevole se visto sulle ginocchia di Faber.
#22 – Brezza
Il soffio di
vento che spira da Genova ferisce di lacrime il volto del piccolo Giorgio,
ritto e solo sul suo altopiano.
#23 – Costa
Raggrinzita
come il volto d’un vecchio, la costa ligure nasconde fra le sue pieghe
meravigliosi e caldi spettacoli di luce e d’acqua, che lo sguardo fanciullesco
del sole rende ancora più incredibili.
#24 – Città
Le macerie
di quella piccola città devastata dalle bombe si riflettono nelle lacrime
polverose che Giorgio tenta inutilmente di asciugare dal volto del vecchio.
#25 – Casa
La casa di
Liguria è un labirinto arzigogolato di corridoi, stanze, stanzine e stanzette,
ma non per questo Seborga demorde, anzi continua la sua minuziosa ricerca alla
ricerca di un angolo rimasto inesplorato.
#26 – Bugia
Ti odio, non
ho bisogno di te, vecchio!
#27 – Telefono
Seborga era
l’unico ad avere una suoneria personalizzata ed era il solo cui Liguria si
degnasse di rispondere..qualche volta.
#28 – Orizzonte
L’orizzonte
è un filo scarlatto sul mare, è il sorriso malizioso di Giorgio, è la corda
della chitarra che piange lacrime e ride di canzoni se pizzicata dalle dita di
Faber.
#29 – Stile
Forse è solo
un’impressione, eppure Liguria trova ci sia qualcosa di concettualmente
sbagliato nel voler nuotare a delfino con un salvagente attorno alla vita.
#30 – Malinconia
C’è la
melodia del mare, nei suoi ricordi, quelle parole e quei versi silenziosi che
creavano mulinelli di spuma tra le onde –ma
c’è anche la risata infantile di Giorgio, quando ancora lo teneva fra le
braccia e lo portava a vedere le donne che percorrevano curve la Via
dell’Ardesia.
#31 – Bacio
Mentre Francis
blatera di baci alla francese e di slinguazzamenti vari –con grande ribrezzo di Giorgio, per giunta-, Seborga non ha dubbi
sul fatto che il bacio più bello che abbia mai ricevuto sia stato quello della buonanotte che l’allora giovane Liguria
gli aveva schioccato sulla fronte nel lontano 954, quella prima sera passata
nel grande letto della Regione, al riparo dai rombi scoppiettanti dei tuoni.
#32 – Mano
Le dita di
Faber tremano violentemente nel posare il papavero rosso sulla tomba e Giorgio
si affretta a prendere quella mano rugosa nella sua, per infondergli un po’ di
coraggio.
#33 – Caduta
Liguria non
è tipo da ridere delle disgrazie altrui, ma il volto corrucciato di Seborga
mentre cerca di tirar via le terga da un secchio pieno di acciughe è una scena
troppo..troppo, ecco.
#34 – Volo
Giorgio si
sente proprio come quei corvi della Torre di Londra, a cui Arthur Kirkland si
preoccupa personalmente di sfoltire le ali per evitare che volino via.
#35 – Felino
Gli occhi
guardinghi, il respiro trattenuto, il balzo felino, la mano veloce..Giorgio, riporta qui la colatura di alici,
subito, belinun!
#36 – Gravità
Era il 1726
e Giorgio era convinto di poter confutare la tanto idolatrata gravità di Newton
solamente mostrando a quell’esaltato di Kirkland come riuscisse a rimanere
staccato da terra e coi piedi che spenzolavano grazie a Liguria lo portava
sempre sulle spalle.
#37 - Fantasmi
Eh, sei cresciuto, belinun..Giorgio del Nuovo Regno di Seborga, Signore del Piemonte, Sposo
dell’Assolata Sicilia, Cavaliere del Sangue Lombardo, Tiranno d’Umbria, Mastro
di Puglia, Principe di Liguria si volta e aggrotta le sopracciglia: forse era solo la sua immaginazione, forse era solo il
vento, forse era solo il mare.
#38 – Lotta
La loro è
una lotta senza quartiere, senza confini, lontana dai monti di Santo Stefano
d’Aveto, dal mare di La Spezia e dai fiori di Sanremo; è una lotta che sfibra
Liguria, gli toglie le forze, gli squarcia il petto e gli si avvinghia il
cuore, perché sebbene Seborga tenti in ogni modo di allontanarsi, quel piccolo
altopiano sarà sempre parte di lui.
#39 – Motore
Non capiva
proprio la rabbia di Faber: se Ivan Braginski diceva che i suoi adorati girasoli
crescevano ancora meglio se annaffiati con la Vodka, perché lui non poteva
provare a mettere un po’ di pesto nella motoretta del vecchio per vedere se
andava più veloce?
#40 – Tornado
Era la fine
del mondo e se non la era, poco ci mancava: alberi che gemevano e si piegavano,
onde che si fracassavano sugli scogli, schizzando sangue candido e spumoso
ovunque, barche che immergevano le facce aguzze in acqua e poi tornavano a
galla con un gran sospiro gorgogliante, il cielo livido, gonfio di pioggia, che
ruggiva e vomitava vento sulle coste, calpestando fiori e schiaffeggiando le
case; Giorgio emise un rantolo e nascose il volto nella camicia a quadri di
Faber, che strinse le braccia attorno al bambino, deciso a non lasciarlo andare
fino a quando la tromba d’aria non fosse finita.
#41 – Vecchiaia
Lasciò
scivolare lo sguardo sulle orecchie pelose, sui ciuffi di capelli unti che
spuntavano dal cappellaccio, sulle labbra secche di sale, sul naso adunco,
sugli occhi cisposi, sulle sopracciglia cespugliose e bianche, sul collo tutto
tremolante di pelle cadente, sui polsi sgrossati, sulle macchie scure che
tempestavano il dorso della mano, sulle dita rugose, sulle nocche nodose, e
infine si chiese per quale motivo l’aspetto di Liguria fosse così diverso da
quello di tutte le altre Regioni, come da Feliciano e Lovino..che la sua non fosse una vecchiaia unicamente
esteriore?
#42 – Domani
Liguria
preparava la pasta con grande cura: attendeva che fosse ben al dente, con la
giusta dose di sale, poi la scolava, aggiungeva il pesto, mescolava le trofie,
le versava nel suo piatto e in quello di Giorgio, attendeva pazientemente per
qualche minuto che l’altro arrivasse, poi sbuffava e cominciava a mangiare,
ripetendosi ogni giorno, dal quel maledetto 1963, che Seborga sarebbe venuto a
pranzare a casa sua l’indomani.
#43 – Sangue
La bandiera
del piccolo Giorgio era nata dalla spuma che attraversava il mare; la bandiera
del giovane Giorgio nacque dal sangue scarlatto che gli aveva impregnato la
camicia bianca mentre estraeva la spada dal petto del vecchio Faber.
#44 – Paradiso
Se, come
dice Faber, il Paradiso è fatto
soprattutto per chi non ha sorriso Seborga non capisce per quale motivo non
ci sia più gente a casa del vecchio, visto che quando si sente triste e va a
Genova il sorriso lo ritrova sempre.
#45 – Volontà
C’era
bisogno di un maggiore sforzo di volontà da parte sua, Liguria ne era
consapevole, era comunque un suo
ex-territorio e doveva imparare a crescere e a farcela da solo, ma quando
vedeva Giorgio rientrare con le lacrime appese alle ciglia dopo un inutile
viaggio a Roma in casa di Lovino e Feliciano per chiedere che gli venisse
riconosciuta la sua Indipendenza dallo Stato Italiano, ecco, non ce la faceva
proprio a non stringerlo a sé e farlo ridere almeno un poco canticchiandogli Volta la Carta.
#46 - Reale
Poteva
negare quanto voleva, roteare gli occhi, sbuffare e dire che lui con quella
storia non c’entrava nulla, ma il trattato che gli crocchiava fra le dita e che
sanciva la cessazione di Seborga ad Amedeo II di Savoia pareva voler troncare
sul nascere ogni suo tentativo di fingere che niente di tutto quello stesse
accadendo.
#47 – Rosa
E’ scesa la
notte a Genova e in Via del Campo Giorgio attende paziente la graziosa dagli occhi grandi color di foglia,
perché Liguria e il suo amico
cantautore tanto l’hanno descritta con tali versi e accordi che lui vuole a
tutti i costi stringere quella rosa fra le dita e sentirne il profumo pizzicargli
gli occhi, fino a farlo piangere e singhiozzare, come la canzone che risuona
lieve nella via.
#48 – Voce
La voce di
Faber è roca e dolce, bassa, come il grattare degli ossi di seppia contro gli
scogli, gentile come il vento che sfiora Portofino, bella e triste, sa di sole,
di mare di terra; la voce di Faber è la voce della Liguria intera e forse è per
questo che alle volte Seborga tenta di mutare la sua, per averne una che gli
appartenga per davvero.
#49 – Solitudine
Il sole
sfrigola scarlatto tra le onde e Seborga da dietro le muricciola si stringe
nelle spalle per proteggersi dal vento che spira da Nord.
#50 – Cecità
L’ombra che
gli è caduta sugli occhi è calda e appiccicosa di sangue, e quando il giovane
Giorgio, sconvolto, gli chiede perché l’abbia fatto, il raggrinzito Faber gli
risponde di preferire vivere nel buio di un ricordo che nella luce di un
assassino.