Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: mikeles    04/05/2011    6 recensioni
Come mattinata non si stava rivelando molto felice... ma forse quella di Michiru era una provocazione, forse semplicemente un gioco... ma a pensarci bene...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stava sonnecchiando distesa sulla sabbia, le onde che lentamente scandivano il tempo, il sole caldo sulla pelle, Michiru distesa accanto a lei, addormentata. O almeno così pensava fino a quando le sue palpebre non percepirono un abbassamento della luce. Aprì gli occhi e la sua compagna era letteralmente sopra di lei, come volteggiante, senza sfiorarla, le gambe aperte, in ginocchio accanto alle sue cosce, le mani appoggiate ai lati della sua testa, sopra le spalle. Gli occhi erano già  fissi nei suoi e quel sorriso dolce al quale non avrebbe mai imparato a resistere si stava avvicinando pericolosamente alla sua bocca. Non si dissero niente e Haruka si preparò a ricevere il dolce bacio preannunciato dallo sguardo di Michiru. I loro occhi si chiusero, le loro bocche si aprirono leggermente e pian piano Haruka sentì il calore di Michiru, il suo respiro, sempre più vicino... e poi eccolo, il contatto. Haruka percepì solo un breve tocco, la lingua sulle sue labbra. Una, due, tre volte... poi i tocchi si intensificarono. Una strana sensazione le fece opporre una certa resistenza, chiuse la bocca e fece per aprire gli occhi ma erano come incollati e nel momento in cui la lingua di Michiru passò sul suo naso si sentì soffocare. «Miki... Mik...» farneticò, le braccia che cercavano invano di afferrare il corpo della compagna, la lingua che era passata alla guancia, come presa da una strana frenesia. E quella sensazione di soffocamento che persisteva.

Haruka fece uno sforzo enorme, raccolse tutta la volontà che aveva in corpo, spalancò gli occhi e si alzò a sedere, trovandosi per sua fortuna sul letto, la faccia umida, Luna seduta accanto a lei che la fissava col musino inclinato.

«Ough!» In quel momento realizzò l'accaduto e si affrettò a passarsi la mano e il braccio sulla bocca più e più volte, sputacchiando in giro per cercare di togliersi di dosso la sensazione umidiccia e l'odore di scatoletta. «Luna, che schifo!» Si lamentò. Poi, continuando a lamentarsi, si alzò dal letto e andò verso il bagno. «Usagi, quando ti riprenderai il gatto ti darò qualche consiglio su come si cucinano i felini... Ptu!»

Dopo un lavaggio accurato di tutta la faccia si guardò allo specchio e in quel momento si rese conto che Michiru non era a letto quando Luna la svegliò "dolcemente"... Corrugò la fronte pensando a dove potesse essere: era sabato, non aveva gare di nuoto nè prove per il concerto della settimana successiva.

Sempre con l'espressione assorta si diresse verso il frigorifero per prendere il suo succo di frutta mattutino: immancabilmente arancia rossa, meglio ancora se Derby. Aprì l'anta del frigo e allungò la mano per prendere la bottiglia del succo, guardando l'orologio appeso alla parete a lato (segnava le 10.42) con quel fare deciso di chi sa con certezza cosa vuole e dove trovarlo. Chiuse la mano per impugnare la bottiglia, ma le dita si chiusero contro il palmo vuoto. Solo in quel momento guardò l'interno del frigo e si accorse che il succo non c'era. Al suo posto spiccava, sul bianco della parete, un post-it giallo con la calligrafia ordinata di Michiru. Lo prese in mano accigliata e lesse: "Festeggiamo? M"

Nella sua mente comparvero due pensieri: quanto è dolce la mia compagna ...e... cazzo, ho dimenticato qualche data!

Appoggiò la schiena allo sportello del frigo e si fermò qualche secondo a pensare, quando nella sua mente comparve un terzo pensiero: mi ha nascosto il succo di frutta... «Aaaaaahh! Michiru, ti odio!»
Come mattinata non si stava rivelando molto felice... ma forse quella di Michiru era una provocazione, forse semplicemente un gioco... ma a pensarci bene... tutto sommato non le dispiaceva... non le dispiaceva affatto.
Piegò le labbra in su, pensando che l'unica cosa da fare sarebbe stata trovare Michiru... e lì avrebbe trovato anche il succo d'arancia.
Si diresse in camera e lungo il tragitto disse a voce alta, pensando di poter essere sentita: «Bene, vuoi giocare? Allora giochiamo!»


Come prima cosa tolse la maglia del pigiama, la lanciò sul letto provocando il miagolio innervosito di Luna, che si era fermata a dormicchiare sulle lenzuola. Rimase in pantaloncini, prese in mano il cellulare, andò sulla funzione sms e digitò MIKI, poi compose il messaggio: "Scegli un colore".

Fece in tempo a contare fino a 29... BIBIP!

Nuovo sms da MIKI > Leggi > "Anche così, ma se insisti... rosa confetto"

«Stronzetta...» protestò Haruka. Il suo sorriso si fece ancora più malizioso. «Dunque mi vedi... e magari mi senti anche» ipotizzò, sempre ad alta voce. Fece uno scatto in avanti, lanciandosi sul letto per raggiungere la parte opposta (Luna schizzò giù dal letto e fuori dalla camera), si sporse dal bordo e si guardò intorno. «Qui no...» disse lentamente, poi girò la testa a guardare sotto il letto. «Qui neanche...» concluse dopo aver ispezionato il pavimento. Si sedette sul letto e si infilò la prima maglia che le capitò sottomano, riprese il cellulare e si diresse verso il bagno. Notò subito sullo specchio un quadratino giallo che prima non aveva neanche visto (possibile?), si avvicinò e lesse lo stesso messaggio del post-it precedente: "Festeggiamo? M".

Guardò dentro il box doccia (invano) prima di sedersi sul bordo della vasca per pensare ancora un poco. Sapeva che se si fosse impegnata avrebbe ricordato la ricorrenza. Dunque, considerando che era maggio... i compleanni erano esclusi, l'anniversario... quello no, non l'avevano mai festeggiato, erano insieme da sempre, si festeggia praticamente con i compleanni. Che altro poteva essere? Avevano iniziato a vivere insieme a inizio inverno... sì, forse era novembre... «Aaaahhh! Michiru!» protestò nuovamente, le mani tra i capelli. Si alzò, tornò in cucina e giusto per scrupolo diede un'occhiata in giro. Niente. Si diresse verso la sala: nessuno, a parte Luna che dal letto era passata al divano. Haruka le si sedette accanto. «Mao...» fece la gatta, acciambellandosi sulle sue gambe per farsi accarezzare. In quel momento si notò un'altra strisciolina gialla attaccata al collare della gatta. La fronte le si corrugò di nuovo, prese il foglietto tra le dita e lesse il nuovo messaggio: "Mangiamo fuori?".

Il sorriso (malizioso) le si riformò sul volto ma lo nascose con l'ennesima protesta a voce alta: «Michiru sei finita...»

Spostò Luna sul cuscino del divano. «Tu non potevi farti vedere un po' prima, maledetta gatta?» scherzò accarezzandola sul muso con mano decisa.

Si alzò e si diresse a passo deciso verso la porta della terrazza, socchiusa da chissà quanto tempo. Si stupì di quante cose non aveva notato prima. Era forse troppo presa da altro? Prima le sleccazzate di Luna, poi il suo succo di arancia... Sì, era decisamente presa da altro. Ma non esitò oltre, fece una rapida corsetta in cucina e aprì l'anta dei dolci per prendere del cioccolato. «Ough! Cazzo...» Non c'era neanche quello, ma con una rapida occhiata fece l'inventario del "reparto dolciumi". Dopo un'accurata e veloce ispezione, quasi degna dei migliori radar NATO, il suo sguardo si fermò sulla scatola del cacao amaro in polvere. Gli occhi le luccicarono e la bocca si incurvò nuovamente in su, questa volta quasi malignamente. «Michiru, sei proprio finita...» disse, questa volta sussurrando.

Afferrò la scatola, l'aprì e, senza richiudere l'anta, tornò velocemente verso la porta del terrazzo. Il loro appartamento, posto al piano più alto del palazzo, offriva una visione sempre fantastica: la città e, non distante, il mare. Sopra, tutto cielo e luce, oppure stelle e luna, ma comunque aria. E la terrazza era sempre il posto migliore della casa, spaziosa, fresca in estate e riparata in inverno. Passavano molto tempo a parlare fuori, al tavolo o sulle sdraio. Era un posto accogliente e riparato dal resto degli appartamenti, tutti ai piani inferiori. Di nuovo si diede della stupida: perchè non ci aveva pensato prima?

Uscì, sicura che l'avrebbe trovata lì.


«Alla fine hai scelto nero, scollo a V... mi piaci, Haruka». Furono le prima parole che udì non appena mise il primo piede fuori dalla porta. Uscì del tutto, facendo attenzione a nascondere la scatola del cacao per non farsi vedere. Si voltò a guardare la compagna. Era sulla sdraio, pantaloncini e canottiera bianca, a godersi il sole di inizio maggio, insolitamente caldo quel giorno. Non si era neanche voltata a guardarla, quindi l'aveva spiata, come prima, attraverso le persiane della camera...

«Ci divertiamo oggi, eh...» le rispose Haruka scherzosamente.

«Q.B...» disse semplicemente Michiru, togliendosi gli occhiali da sole e degnandola finalmente di uno sguardo. Haruka le si avvicinò e, quando le si fermò davanti, le mani ancora dietro la schiena, Michiru proseguì la frase fissandola negli occhi. «Il fatto, Haruka... è che tu non mi basti mai...»

Si sorrisero, Haruka si abbassò per baciarla delicatamente, una mano ancora dietro la schiena. «Beh, allora... buongiorno...» le disse col tono più dolce che poteva. Poi si sedette accanto a lei, stette un istante ferma a guardare il suo viso perfetto, il collo delicato, il petto liscio che si stendeva poi verso i seni. Si sentì già le viscere muoversi nella sua parte bassa, ma con un gesto veloce portò avanti anche l'altra mano e, aggiungendo alla frase di prima «...e buona festa!», rovesciò una quantità eccessiva di cacao su collo e maglia della compagna (che da bianco candido divenne maculata, effetto mucca...), che protestò e si tirò su seduta. «Aaaaaahhh!» urlò. Poi prese velocemente la bottiglia di succo di arancia. «Haruka Tenou! Beccati questo!» e con un gesto rapido le versò contro una parte del succo. Ma Haruka si era alzata più velocemente e aveva schivato il colpo. «Ahahah!! Impegnati di più, cara!» la schernì. Ormai erano tutte e due in piedi e si rincorrevano per il terrazzo lanciandosi polvere di cioccolato e succo rosso, appiccicandosi i vestiti e la pelle, avvicinandosi e allontanandosi, prendendosi in giro, ridendo... fino a confondere il gioco con la passione, allacciandosi l'una all'altra, assaporando quello strano gusto di cacao e arancia, in realtà buono solamente grazie al sapore della pelle e alla frenesia dell'amore.

La terrazza era davvero il posto che preferivano in assoluto...

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: mikeles